Utente:Claudio Gioseffi/Sandbox 3: differenze tra le versioni

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Ancora durante il primo millennio i benedettini, bonificando la palude a nord-ovest della città, avevano incanalato le acque della [[roggia Seriola]] - detta anche Bacchiglioncello - da Maddalene fino a pochi metri dal convento dei Crociferi, per farle scaricare nel Bacchiglione. In seguito, negli ultimi decenni del XII secolo, i vicentini ne avevano ulteriormente prolungato l'alveo per portarlo fin sotto Porta Nova. Di lì un fossato appositamente scavato costeggiava all'esterno le mura - a un dislivello di 4-5 metri inferiore - passava per contrà Cantarane, davanti a Porta Feliciana, separava Campo Marzo da Mure Pallamaio per versare infine l'acqua nel Retrone presso Ponte Furo. Nel 1222 questo percorso fu ulteriormente prolungato, costruendo un ponte-canale che valicava il Retrone, portava l'acqua in un'ulteriore fossa<ref>Ancor oggi, dopo l'interramento, contrà e stradella della Fossetta</ref> dietro a Porton del Luzo e a Porta de Mezo e attraverso la Piarda giungeva infine al Ponte delle Barche, dove l'acqua si gettava infine nel Retrone<ref>{{cita| Sottani, 2012| pp. 171-81, 223-27}}</ref>.
 
Secondo il Sottani, anche il breve tratto di mura tra la porta Pusterla e la Porta Nova era protetto da una fossa, che da quest'ultima portava la Seriola fino a circa 100 mmetri a monte della Porta Pusterla. La fossa, la cui parte iniziale corrisponderebbe a contrà delle Beccariette, sarebbe stata interrata al momento della costruzione delle mura occidentali. Tra le mura, il fossato e il fiume vi sarebbe stata un'ampia ''piarda'', detta Prà dell'Asinello<ref>{{cita| Sottani, 2012| pp. 227-28}}</ref>.
 
Infine, la protezione delle mura tra Porta Pusterla fino all'Isola e alle Barche era affidata al fiume Bacchiglione. Anche in questo tratto, fino a Porta San Pietro, un'ampia ''piarda'', fino al Novecento chiamata piarda dei Tecchio, ora occupata dal Patronato Leone XIII; da San Pietro fino al Ponte delle Barche, invece, il fiume lambiva direttamente le mura<ref>Questo sembra abbastanza certo dopo il 1265, quando i padovani costruirono il castello di fronte alla porta San Pietro. Prima di allora, forse esistevano delle mura primitive che andavano dalla fine di contrà Pedemure San Biagio direttamente alle Barche, affiancate da una roggia - la ''Roza do Collo'' - che passava nell'attuale stradella del Teatro Olimpico. {{cita| Sottani, 2012| pp. 228-32}}</ref>.