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Verso la fine del [[Seicento]], il patrizio vicentino [[Giovanni Maria Bertolo]] decise di donare alla città la sua ricca collezione di libri, allo scopo di dotarla di una biblioteca pubblica; per dare ad essa un'adeguata collocazione, nel 1702 il Consiglio comunale ordinò la costruzione di una sala all'interno del palazzo del Monte di Pietà, in quel momento in fase di ristrutturazione ad opera dell'architetto [[Francesco Muttoni]]. Per l'accesso alla biblioteca il Comune volle dare alla libreria una sede che riscuotesse l'ammirazione ''per laudabile magnificenza e decoro'', costruendo una seconda facciata sul fianco del palazzo in contrà del Capitanio<ref>Dal 1797 - quando con l'arrivo dei francesi si volle distruggere ogni ricordo della Repubblica veneta - chiamata contrà del Monte, {{cita| Giarolli, 1955| p. 268}}</ref>, dove da sempre era stato l'ingresso al Monte. Nel 1708 la biblioteca venne aperta ufficialmente ai vicentini e intitolata "[[Biblioteca Bertoliana|Bertoliana]]" in onore del suo fondatore. Contemporaneamente allo stesso architetto venne commissionato il prolungamento dell'interno della chiesa di San Vincenzo, con l'erezione del nuovo [[presbiterio]]<ref>{{cita| Mantese, 1974/2| pp. 1376-77}}</ref>.
 
Nel 1797 - rurante la prima occupazione del territorio vicentino - i francesi saccheggiarono il Monte di Pietà, rubando i pegni più preziosi<ref>Gianni Cisotto, ''Dall'età napoleonica all'annessione all'Italia'', in ''Storia di Vicenza'', IV/1, Vicenza 1991, p. 4</ref>.
Nel 1797 i francesi saccheggiarono il Monte di Pietà.
 
Nel 1881 venne collocato nella Biblioteca anche l'Archivio storico comunale, detto "Archivio di Torre" dal nome della [[Torre del Tormento]] in cui era precedentemente sistemato; a esso si aggiunsero nel corso degli anni donazioni ed acquisizioni di altri archivi e libri, ma quando l'economista [[Fedele Lampertico]] lasciò alla biblioteca il suo patrimonio di circa 20.000 tra volumi e opuscoli, per dare maggiore spazio all'istituzione la Biblioteca Bertoliana fu trasferita nell'ex-convento dei [[padri Somaschi]] in contrà Riale. I locali lasciati liberi furono in seguito adibiti ad uffici, mentre l'ingresso dei depositanti al Monte venne trasferita in contrà Morette<ref>{{cita| Giarolli, 1955| p. 271}}</ref>.