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Aderendo alla Lega delio-attica nel [[427 a.C.]] Antandro compare negli elenchi tributari ateniesi del [[425 a.C.]], dove vale 8 talenti, il che indica, ancora una volta, la prosperità della città.<ref>''Inscriptiones Graecae'', I, 71; I, 77.</ref><ref>Carusi, ''op. cit.'', pp. 31-2.</ref>
 
Nel 411 o 410 a.C. Antandro cacciò la guarnigione persiana con l'aiuto delle truppe peloponnesiache che stazionavano presso [[Abydos (Ellesponto)|Abido]], sull’Ellespontosull’[[Dardanelli|Ellesponto]].<ref>Tucidide, ''op. cit.'', VIII, 108, 4-5.</ref><ref>Diodoro Siculo, ''Bibliotheca historica'', XIII, 42, 4.</ref> Dopo un breve periodo di libertà la città tornò sotto il controllo persiano e nel [[409 a.C.]] [[Farnabazo II|Farnabazo]] costruì una flotta per i [[Peloponneso|Peloponnesiaci]] utilizzando l'abbondante legname del monte Ida.<ref>Senofonte, ''op. cit.'', I, 1, 25-6.</ref> non sappiamo come i Persiani riconquistarono Antandro, ma nel 409 a.C. i Siracusani[[Siracusa]]ni strinsero amicizia con gli Antandriati aiutandoli a ricostruire le fortificazioni, poiché l’anno precedente la città aveva subito un assedio.<ref>Senofonte, ''op. cit.'', I, 1, 26.</ref> Nell'estate del [[399 a.C.]] Senofonte, con i [[Diecimila (Anabasi)|Diecimila]], passò per di qui sulla via del ritorno dalla Persia,<ref>Senofonte, ''Anabasi'', VII, 8, 7.</ref> e più tardi scrisse nelle ''[[Elleniche]]'' della continua importanza strategica della città durante la [[guerra di Corinto]].<ref>Senofonte, ''op. cit.'', IV, 8, 35.</ref>
 
Dopo il periodo classico i riferimenti ad Antandro diventano sempre più scarsi. Il successivo riferimento alla città è del 200 a.C. circa, quando Antandro era sulla via dei ''thearodokoi'' di [[Sito archeologico di Delfi|Delfi]],<ref>Plassart, ''Inscriptions de Delphes: la liste de théorodoques'', p. 8.</ref><ref>Cook, ''op. cit.'', 12.</ref> e nel [[II secolo a.C.]] un’iscrizione proveniente da Antandro ci dice che la città inviò dei giudici a Peltai, in Frigia, per arbitrare una controversia.<ref>Michel, ''Receuil d'incriptions grecques'', 668.</ref> Dal 440 circa al [[284 a.C.]], la città coniò le proprie monete;<ref>Head, ''Historia Numorum'', pp. 541-2.</ref><ref>''Sylloge Nummorum Graecorum'', pp. 213-19.</ref> ciò riprese durante il governo dell’imperatore [[Tito (imperatore romano)|Tito]] ([[79]]-[[81]] d.C.) e continuò fino al comando di [[Eliogabalo]] ([[218]]-[[222]] d.C.).<ref>Head, ''op. cit.'', p. 447.</ref> Nel periodo bizantino Antandro fu sede vescovile nella metropoli[[provincia ecclesiastica]] di [[Efeso]].<ref>''Notitia Episcopatuum''.</ref>
 
==Note==