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'''Monte Berico''' è il nome di un [[collina|colle]] - alto poco più di 100 metri [[s.l.m.]], che rappresenta la parte più settentrionale del complesso dei [[Colli Berici]] - situatasituato a poca distanza dal [[centro storico]] di [[Vicenza]], che domina la città e rappresentasovrastante la parte più settentrionale del complesso dei [[Colli Berici]]città. Sulla sua sommità sorge il [[santuario della Madonna di Monte Berico]], (patrona della città).
E'Monte Berico è anche il nome di una delle zone residenziali più signorili, costruita sulle pendici del colle nella prima metà del Novecento e costituita quasi esclusivamente da ville oe villetteabitazioni unifamiliari. Di fronte al Santuario sorge il piazzale della Vittoria con un'ampia [[terrazza|balconata]] su tutta la città e, la parte settentrionale della [[provincia di Vicenza|provincia]], nonché sulle [[Prealpi Vicentine]].
== Storia ==
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Non siamo in possesso di documenti o reperti archeologici cherelativi ci dicano qualcosa sua luoghi di culto o insediamenti umani su Monte Berico in epoca antica. Possiamo solo supporre che vi fosse qualcosa, in quanto nell’antichità i colli e i promontori vicini alle città erano spesso coronati da un santuario o da un tempio. Gli storici vicentini hanno parlato di un tempietto ad [[Apollo]] e a [[Diana (divinità)|Diana]] collocato a protezione della “Vicetia” romana sulle pendici del colle Berico, ma non abbiamo sufficienti elementi per affermarloaffermarne la veridicità, probabilmente perché i reperti andarono dispersi o perduti<ref>Nei pressi di Villa Guiccioli è stata rinvenuta, a testimonianza dell'insediamento di una popolazione della prima epoca paleoveneta, un'iscrizione in lingua venetica, incisa su pietra, forse parte di un monumento dedicato alla divinità da un dedicante rivestito di una carica pubblica o sacerdotale, {{cita web|url=http://www.gilbertopadovaneditore.it/opere/museali/santuario-della-madonna-monte-berico-vicenza_129 |titolo=Elisanna Matteazzi Chiesa, Santuario della Madonna di Monte Berico|accesso= }}</ref>.
E' sicuro invece che, durante il Medioevo, su Monte Berico vi furono luoghi di culto durante il Medioevo. Alle monache [[Chiesa e monastero di San Pietro|benedettine di San Pietro]] apparteneva una chiesa, pure essa dedicata a questo santo, edificata nel punto più alto del tratto in cui, più tardi, furono costruite le Scalette<ref>La hiesettachiesetta era ricordataèricordata da un privilegio del vescovo di Vicenza Liudigerio nel 1064</ref>. Durante il XIV secolo la chiesaessa fu sede dei [[Frati della Beata Gloriosa Vergine Maria|Cavalieri della Beata Vergine Gloriosa - detti anche Cavalieri Gaudenti]] - e venne distrutta durante la [[guerra della lega di Cambrai]]<ref>{{cita|Mantese, 1952|p. 148}}; {{cita|Mantese, 1958|pp. 331-336}}</ref>.
;San Sebastiano
Alla base occidentale del Monte si trovavano, alla fine del primo millennio, la [[Chiesa di San Giorgio in Gogna|chiesa, il convento e l'ospizio di San Giorgio]]. Al di là delle leggende che circondano le origini di questa chiesa, il primo documento che abbiamo in proposito è un [[privilegio]] del [[983]]<ref>{{Cita|Mantese, 1952| p. 149}}</ref>, il quale attesta che il vescovo Rodolfo in quell'anno restituì ai [[benedettini]] del [[Basilica dei Santi Felice e Fortunato|monastero dei Santi Felice e Fortunato]], insieme con il possesso e i diritti su altri territori, il ''vantium'' (cioè un terreno [[acquitrino]]so) ''Sancti Georgi cum capella''. Essi vi si insediarono con l'obiettivo – come in molte altre zone del vicentino - di [[bonifica idraulica|bonifica]]re la zona paludosa e probabilmente costruirono anche un [[ostello|ospizio]] destinato ai viandanti che si dovevano fermarefermarsi fuori città.
=== Età moderna ===
{{vedi anche|Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza}}
Dopo la dedizione della città alla Repubblica di Venezia, questa provvide a rafforzarne le difese racchiudendo, tra l'altro, il [[Borgo Berga|Borgo di Berga]] entro una cinta muraria, che alle pendici deldi Monte Berico si apriva con due porte, rispettivamente Porta Monte a est e Porta Lupia ad ovest; il Monte però restò sempre al di fuori delle mura e non venne fortificatoSolofortificato. Solo intorno al 1480 un piccolo castello fu costruito sull'area dell'antica chiesa di San Pietro in Monte.
A onor del vero si pensò a più riprese - [[Bartolomeo d'Alviano]] agli inizi del Cinquecento, poi il [[Duca d'Urbino]] e il [[Michele Samicheli|Sammicheli]] alla mtàmetà del secolo<ref>{{cita|Mantese, 1964| pp. 458, 463}}</ref> - alla costruzione di mura che inglobassero una parte del montecolle a difesa della città ma, dapprima la guerra di Cambrai, poi l'opposizione dei proprietari vicentini, forse anche l'evoluzione delle armi da fuoco che rendeva sempre più difficile costruire valide difese, scoraggiarono l'attuazione di questi progetti.
==== Il Santuario della Madonna ====
[[File:Monte Berico Viale 10 Giugno.JPG|thumb|Viale X Giugno e salita al Santuario]]
La grande novità che, invece, caratterizzò il Monte dal XV secolo in poi - al punto da farlo chiamare anche nei documenti ufficiali ''Mons Sanctum'' - fu la costruzione nel 1428 della chiesa dedicata a ''Sancta Maria de gratia'', cioè alla Madonna invocata come speciale protettrice della città, in particolare durante le ricorrenti [[carestie]] ed [[epidemie]] di [[peste]] che durarono fino al 1632.
Nel corso dei secoli la chiesa - il [[Santuario della Madonna di Monte Berico]] - venne sempre più ampliata e abbellita, in particolare per gli interventi del [[Andrea Palladio|Palladio]] intorno al 1578-79 e il rifacimento del [[Borella (Vicenza)|Borella]] tra il 1688 e il 1703, quando il grande corpo barocco sormontato dalla cupolecupola fu aggiunto alla prima chiesa gotica.
==== L'Arco e le Scalette ====
[[File:Vicenza Monte Berico Scalette-3.JPG|thumb|Vicenza - Monte Berico - Scalette]]
DalPer andare dal centro della città verso il Santuario, la gente percorreva la [[Borgo Berga|contrada di Santa Caterina e di Ognissanti]], usciva per la veneziana porta di MonteDoveMonte<ref>Dove si trova ora il piazzale Fraccon</ref>, passava - dopo il 1595, anno della sua costruzione - sotto l'[[Arco delle Scalette|arco celebrativo]]<ref>L'arco (il cui disegno è stato attribuito al [[Andrea Palladio|Palladio]])<ref>L'arco, presenta una rielaborazione dell'architettura dell'[[Arco di Traiano (Ancona)|arco di Traiano]] ad [[Ancona]] e presenta affinità con l'[[arco dei Gavi]] a [[Verona]] e l'[[arco dei Sergi]] a [[Pola]], {{cita| Barbieri, 2004|pp. 114-15}}</ref>, saliva i 192 gradini delle Scalette suddivisi in rampe, proseguiva per un tratto pianeggiante fino alla cappella del Cristo e infine saliva per l'ultimo tratto fiancheggiato, sulla sinistra, da porticiun porticato a colonne di pietra sormontato da archi, alla rustica - demolitidemolito nel 1817 - anch'essiesso attribuitiattribuito al Palladio<ref>{{cita|Barbieri, 1972|p. 19}}</ref>.
Dopo il 1614, lungo questo percorso furono costruite - su progetto dell'architetto Natale Baragia e a spese del P. Bartolomeo Ghellini - 15 cappellette disseminate lungo il percorso, nelle quali erano dipinti i misteri del Rosario. Ormai cadenti per vetustà furono demolite dopo la costruzione dei portici settecenteschi e le scene del Rosario furono dipinte nelle lunette sotto gli archi di sosta sotto i portici<ref>{{cita|Mantese, 1974/2|p. 1327}}; {{cita|Giarolli, 1955| p. 142}}</ref>.
[[File:Vicenza Monte Berico Portici MB-8.JPG|thumb|Portici - Tronco inferiore]]
Dopo il rifacimento del Santuario da parte del Borella alla fine del XVII secolo, si fece ancor più vivo il problema, peraltro sentito da tempo, di costruire un adeguato ed eventualmente nuovo percorso che dalla città conducesse alla chiesa. Già nel 1624 le scaletteScalette avevano dovuto essere riparate, perché ridotte in pessime condizioni e nel 1703 se ne constatava la quasi totale impraticabilità.; Ancheanche il porticato a colonne di pietra sormontato da archi, alla rustica, sul lato sinistro della salita tra la cappella del Cristo e la basilica, da alcuni studiosi attribuito al Palladio, era ormai fatiscente. D'altra parte l'uscita dalla città attraverso la porta Lupia era temporaneamente impedito, per ragioni di sanità<ref>{{cita|Mantese, 1982/2| pp. 544, 905}}</ref>.
Stese il progetto del nuovo percorso l'architetto [[Francesco Muttoni]], dopo una ponderata riflessione durata molti anni - dal 1717 al 1741 - di riflessione ma anche di vivace polemica, condotta in particolare da una fazione capeggiata dall'umanista [[Enea Arnaldi]].
Mentre quest'ultimo avrebbe preferito valorizzare il tradizionale e lungo percorso di porta Monte e delle Scalette - eventualmente coprendole con un porticato - il Muttoni propose un percorso più breve, che dal centro usciva per porta Lupia - non da [[Campo Marzo]], perché non vi era ancora un ponte (oggi è quello di Santa Libera) che valicasse il Retrone - e di lì saliva alla cappella del Cristo.
La questione fu affidata all'arbitrato del professore padovano Giovanni PolenichePoleni che la risolse in favore del Muttoni, in nomeragione degli aspetti funzionali e delle implicazioni urbanistiche del suo progetto
I lavori di costruzione dei portici furono iniziati nel 1746; mentre quelli del primo tratto - dalladal BasilicaSantuario al Cristo - furono realizzati in un paio d'anni, quelli del secondo - dal Cristo alla base - si conclusero solo intorno al 1780, ben oltre la morte dell'architetto, avvenuta nel 1747.
I portici hanno uno sviluppo di 700 metri con 150 arcate, ripartite a gruppi di 10 con, ognuno dei quali con un breve ripiano a forma di piccola cappella, a simboleggiare i 15 misteri e le [[Ave Maria|Ave Marie]] del [[Rosario]]. Dal punto di vista religioso i portici intendevano predisporre l’animo dei pellegrini alla preghiera e alla devozione; Dala puntoquesto di vista artisticoscopo il Muttoni, speciespecialmente nelle cappelle, mostrasi unaavvalse dubbiadi reminiscenzaun scamozzianasobrio (R. Cevese)stile eneoclassico [[Vincenzo Scamozzi|scamozziano]] rinforzato, colcon suoil ripetitivo allineamento architettonico, rientra nell’ordine dida un razionalismo illuminista tipico della Vicenza del medio ’700 (F. Barbieri)Settecento.
Alla base del braccio inferiore stava la seicentesca villa Volpe<ref>Ora villa Volpe Brusarosco, all’inizio di stradella Casanova</ref> con il suo grandioso parco che andava fino a porta Lupia, prima della costruzione della linea ferrata,. I portici venivano ad inserirsi come un prezioso elemento architettonico in un contesto dl natura, corrispondente allo spirito del tempo, che tendeva alla commistione armoniosa dei due elementi<ref>{{cita|Barbieri, 1972| pp. 19-20}}</ref>.
=== Epoca contemporanea ===
[[File:Salita al monte berico 01.JPG|thumb|I portici di Monte Berico]]
Questo percorso fu molto valorizzato, dapprima con la sistemazione di contrà Valmerlara e della salita di Santa Libera, poi nel corso dell'Ottocento con il collegamento della città attraverso la diagonale di [[Campo Marzo (ora viale Dalmazia)]] e soprattutto la costruzione del ponte sul [[Retrone]].
Un primo ponte in legno fu costruito nel 1804 per la visita dell'arciduca [[Giovanni d'Asburgo-Lorena|Giovanni d'Austria]], ampliato e irrobustito con sostituzioni in muratura costruito nel 1816 in occasione della visita a Vicenza dell’allora imperatore d’Austria [[Francesco I d'Austria|Francesco I]]; una decina d'anni dopo fu ricostruito in pietra e mattoni secondo l'armonioso disegno del [[bartolomeo Malacarne|Malacarne]]<ref>{{cita|Barbieri, 1972| p. 22}}</ref>, per raccordare il viale (oggi<ref>Oggi viale Dalmazia)</ref> con i Portici, progettati un secolo prima da [[Francesco Muttoni]]portici<ref>{{cita|Sottani, 2012| p. 24}}</ref> e realizzati dopo la sua morte.
LaIl viapercorso delle Scalette, per contrapposto, si venne progressivamente isolando dal contesto urbano. Esse vennero restaurate nella prima metà del Settecento, poco prima della costruzione dei portici quindi - con una spesa non da poco - costruendo gli scalini, restaurando anche il magnifico l'arco e aggiungendo altri ornamenti. Però questo percorso venne sempre meno usato: già si trovava fuori da un borgo poco frequentato - quello di Santa Caterina - e a partire dall'Ottocento il passaggio da porta Monte all'Arco delle Scalette venne interrotto da un piazzale, ora Fraccon, sempre più di grande traffico di scorrimento, specialmente dopo che fu costruita via del Risorgimento<ref>{{cita|Mantese, 1982/2| p. 906}}</ref>.
Anche dal punto di vista estetico, mentre le Scalette si rinserrano in un incavo di monte, "il portico del Muttoni si apre tutto immediatamente sin dalle prime battute al respiro del paesaggio". La bella strada coperta, oltre ad incanalare i pellegrini di tutti giorni, cominciò a servire nelle festività per le rivendite di oggetti religiosi, divenne il percorso delle cerimonie e processioni perfettamente integrandosi perfettamente nella complessa organizzazione culturale del santuario<ref>{{cita|Barbieri, 1972|p. 23}}</ref>.
==== Le ville sul monte ====
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