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:* 1000 opliti, 800 peltasti [[Tracia|traci]] e 200 [[arciere|arcieri]] [[Creta|cretesi]] al comando dello spartano [[Clearco di Sparta|Clearco]]<ref name=Ib2>Radunatisi a [[Celene]]; {{cita|Senofonte|I, 2, 9}}.</ref> (quando Senia e Prosseno disertarono dopo aver saputo della vera missione di Ciro, le loro truppe passarono sotto il comando diretto di Clearco);<ref>{{cita|Senofonte|I, 4, 7}}.</ref>
:* 300 opliti al comando di [[Sosi di Siracusa]];<ref name=Ib2/>
:* 1000 opliti al comando di [[Sofeneto di
:* 700 opliti al comando di [[Chirisofo|Chirisofo di Sparta]];<ref name=Ib3>Giunti con le triremi. {{cita|Senofonte|I, 4, 3}}.</ref>
:* 400 disertori greci provenienti dall'esercito di Artaserse. <ref name=Ib3/>
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Senofonte è molto preciso per quanto riguarda la composizione dell'armata greca, esagerà il numero dei persiani in entrambi gli schieramenti. Più probabile che Ciro avesse a disposizione tra fanti e cavalieri 15.000 uomini, compresa la sua guardia del corpo composta da 600 [[catafratto|cavalieri catafratti]].<ref>{{cita|Frediani|p. 265}}.</ref>
==I comandanti==
* [[Clearco di Sparta]], la massima carica dell’esercito dei mercenari, ci viene descritto da Senofonte come un uomo “che ha la guerra nel sangue”<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 6}}.</ref>: pronto a tutto pur di combattere, amava il pericolo e rimaneva lucido anche nelle situazioni più drammatiche. Anche con la severità, affiancata dal suo aspetto severo, si faceva rispettare in ogni momento e circostanza; puniva con durezza, ma sempre con un motivo.<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 7-10}}.</ref> Senofonte dice nei momenti di pericolo tutti gli obbedivano, ma, non appena si poteva, lo lasciavano: tutti quelli che lo seguivano lo facevano per obbedienza, non tanto per amicizia o benevolenza.<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 13}}.</ref>
* [[Chirisofo lo Spartano]] fu il comandante delle truppe mercenarie dopo la morte di Clearco e prese il controllo dell’avanguardia greca durante la marcia verso il mare. Dimostrò di essere un capo deciso ma generoso con le sue truppe, e più volte operò in stretta collaborazione con Senofonte, anche se non mancarono con lui degli attriti. Lasciò la spedizione una volta arrivato al mare, a Trapezunte, per andare in cerca di navi dal navarco [[Anassibio]] per riportare l’esercito in Grecia. Tornato con una sola trireme, gli rivenne conferito il comando, dopo che Neone di Asine aveva ricoperto il suo ruolo durante la sua assenza. Quando l’esercito, in seguito, si divise in tre parti, prese il comando di circa 1.400 opliti e 700 peltasti.<ref>{{cita|Senofonte|VI, 2, 16}}.</ref> Durante quest’azione Chirisofo morì, essendo febbricitante ed avendo bevuto un farmaco. Neone riprese il suo posto.<ref>{{cita|Senofonte|VI, 6, 11}}.</ref>
* [[Prosseno di Beozia]], sin da giovane molto ambizioso, dopo aver imparato l’arte militare da Gorgia di Leontini si unì all’impresa di Ciro, sperando di ottenere gloria e ricchezze operando sempre correttamente ed onestamente. Senofonte ce lo descrive come un generale privo di polso, che spesso non si faceva rispettare, limitandosi a lodare i meritevoli, ma a non rimproverare chi gli disobbediva.<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 16-20}}.</ref>
* [[Menone di Farsalo]] desiderava molto ardentemente la ricchezza ed il comando, passando per mezzi anche immorali; non aveva amici e derideva sempre tutti. Più che ai beni dei nemici, era interessato a quelli degli amici, vedendoli più incustoditi: applicava questa logica per tutto, del resto, prevaricando sui più deboli piuttosto che sui potenti. Menone andava fiero di questo suo comportamento meschino, ci dice Senofonte, considerando stolti i soldati onesti. Sapeva mantenere la disciplina dei soldati sono partecipando alle loro malefatte e ricordando sempre, a chi lo lasciava, che sarebbe potuto essere stato da lui ucciso.<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 21-27}}.</ref>. Si racconta che quando gli altri strateghi furono uccisi, lui venne tenuto in vita orrendamente per un anno, prima di morire da malfattore.<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 29}}.</ref>
* Sennia e Pasione lasciarono la spedizione molto precocemente, alle porte Siriache, venendo a conoscenza della vera missione di Ciro; fuggirono per mare, lasciando, però, i loro familiari presso Ciro. Questo, tuttavia, rispose che non avrebbe punito né inseguito i traditori, avendolo questi servito molte volte precedentemente.<ref>{{cita|Senofonte|I, 4, 7-8}}.</ref>
* [[Sofeneto di Stinfalo]], uno degli strateghi più anziani, lasciò la spedizione una volta arrivato sul Ponto, imbarcatosi in una delle navi che stavano riportando in Grecia le donne e i bambini. Dovette pagare una multa di dieci mine perché aveva svolto con trascuratezza il compito a lui assegnato.<ref>{{cita|Senofonte|V, 8, 1}}.</ref>
* [[Agia di Arcadia|Agia l’arcade]] e [[Socrate di Acaia|Socrate l'acheo]], entrambi sui trentacinque anni, a detta di Senofonte non vennero mai biasimati né derisi da nessuno come vili in guerra o nei confronti degli amici.<ref>{{cita|Senofonte|II, 6, 30}}.</ref>
==La spedizione==
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