'''Thumos''' (anche 'thymos', in greco: '''θυμός''') è una parola [[greco antico|greca antica]] che esprime il concetto di "anima emozionale". La parola indica un'associazione fisica con il respiro o del sangue. La parola è usata anche per esprimere il desiderio umano per il riconoscimento.
Nelle opere di [[Omero]], ''thumos'' fu utilizzata per indicare le emozioni, il desiderio, o un impulso interno (movimento, agitazione)<ref>«Nell' ''[[Iliade]]'' in generale non esiste coscienza. Dico «in generale» perché in seguito menzionerò alcune eccezioni. In generale, perciò, non vi compaiono neppure parole per designare la coscienza o atti mentali. Le parole presenti nell' ''Iliade'' che in seguito vennero a designare cose mentali hanno significati diversi, tutti più concreti. [...] Il ''thumos'', che passerà in seguito a significare qualcosa di simile all'anima emozionale, designa semplicemente il movimento o l'agitazione. Quando un uomo cessa di muoversi, il ''thumos'' abbandona le sue membra. Ma in qualche modo è anche simile addirittura a un organo; quando infatti [[Glauco (Licia)|]] prega [[Apollo]] di alleviare il suo dolore e di dargli la forza di aiutare l'amico [[Sarpedonte]], Apollo ascolta la sua preghiera e «infonde vigore nel suo ''thumos''» (''Iliade'', XVI, 529). Il ''thumos'' può dire a un uomo di mangiare, bere o combattere. [[Diomede]] dice in un punto che [[Achille]] combatterà «quando nel petto il ''thumos'' gli parla e un dio lo sospinge» (IX, 702 sg.). Ma il ''thumos'' non è in realtà un organo e non è sempre localizzato: un oceano infuriato ha ''thumos''» (da ''[[Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza]]'', [[Julian Jaynes]], Adelphi 2007, pp. 94-95).</ref>. Thumos era una possessione permanente di un uomo vivente, a cui apparteneva il suo pensiero e sentimento. Quando nelle opere omeriche un eroe è sotto stress emotivo può esternalizzare il suo thumos, conversando con esso (come se esso fosse un'altra persona<ref>« [...] quando [[Archiloco]] è turbato, è il suo ''thumos'' che è abbattuto come un guerriero debole, ed è ad esso che egli dice «leva gli occhi e difenditi contro i tuoi nemici» (framm. 67). [[Archiloco]] parla al suo ''thumos'' come se esso fosse un'altra persona '''[...]''' » (da ''Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza'', Julian Jaynes, Adelphi 2007, p. 339).</ref>)<ref name=dcv>[http://xtf.lib.virginia.edu/xtf/view?docId=DicHist/uvaGenText/tei/DicHist4.xml;chunk.id=dv4-01 University of Virginia Library, ''Dictionary of the History of Ideas''].</ref>.
[[Platone]] parla del ''thumos'' come di una delle tre parti costituenti la psiche umana: nel [[Fedro (dialogo)|Fedro]], nel celebre [[Mito del carro e dell'auriga]], descrive il ''[[logos]]'' come un carro la cui auriga guida i due cavalli ''Thumos'' ed ''Eros''; mentre nel libro IV della Repubblica presenta l'anima come tripartita in ''[[nous]]'' (intelletto), ''thumos'' (passione), e ''epithumia'' (appetito). L'''epithumia'' è ciò che attiene i desideri derivanti dall'essere corporei, il ''thumos'' è la parte legata alle emozioni e l'emotività, e il ''nous'' è ciò che "controlla" l'anima, dominando ''epithuma'' con la compartecipazione di ''thumos''<ref name=dcv />.
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