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==Età contemporanea==
=== Un nuovo modo di pensare città e territorio ===
Rispetto ai quattro secoli trascorsi sotto il dominio della Serenissima, nel momento del passaggio sotto l'impero austriaco il ruolo della città era ormai profondamente mutato: non più quello di una piccola signoria di campagna, quanto piuttosto quello di capoluogo amministrativo di una provincia, più vasta di prima perché comprendente anche l'altopiano di Asiago.
Era cambiata anche la classe sociale dominante: non più quell'aristocrazia cittadina di proprietari terrieri che con i patti di dedizione si erano assicurati un insieme di privilegi nei confronti della campagna, ma una classe emergente di imprenditori - molti dei quali residenti nell'alto vicentino, dove avevano creato le prime industrie tessili - e di commercianti che intendevano investire i proventi.
==== Conservatorismo asburgico e normalizzazione ====▼
Alla fine degli anni 40 Vicenza fu collegata alle altre città padane con la ferrovia; il 15 gennaio 1846 fu inaugurata la Padova-Vicenza e il 5 luglio 1849 la Vicenza-Verona. Entrambi i tratti erano stati costruiti dalla Società delle strade ferrate lombardo-venete nel 1852 furono acquistati dallo Stato<ref>Geografia storica moderna universale, Napoli 1859, p. 576</ref>.▼
▲====L'apertura della città e lo sviluppo dei borghi====
{{vedi anche|Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza#Lo smantellamento delle fortificazioni|Storia dei fiumi di Vicenza#Epoca contemporanea|Borgo Berga#Epoca contemporanea}}
D'altronde le mura
Nel Novecento, poi, si aggiunse un traffico veicolare sempre più intenso, per cui le antiche porte risultarono del tutto insufficienti.
▲==== Conservatorismo asburgico e normalizzazione ====
▲Alla fine degli anni 40 Vicenza fu collegata alle altre città padane con la ferrovia; il 15 gennaio 1846 fu inaugurata la Padova-Vicenza e il 5 luglio 1849 la Vicenza-Verona. Entrambi i tratti erano stati costruiti dalla Società delle strade ferrate lombardo-venete nel 1852 furono acquistati dallo Stato<ref>Geografia storica moderna universale, Napoli 1859, p. 576</ref>.
Dagli inizi dell'Ottocento, però, era mutato anche un altro aspetto. Si era ormai concluso il tempo in cui la città dominava la campagna e le famiglie nobili si comportavano come signori del territorio; ora Vicenza era diventata soltanto il capoluogo della provincia e, soprattutto nella fascia pedemontana, stava crescendo una nuova classe sociale di imprenditori.
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