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Fatta eccezione per l'area a sud della città, la prima metà del XIX secolo non vide la realizzazione di opere pubbliche così importanti da saper rispondere alle nuove esigenze; forse le uniche costruzioni notevoli - i decreti napoleonici sul seppellimento erano stati mantenuti anche dall'impero austriaco - furono quelle del [[Cimitero Maggiore di Vicenza|Cimitero maggiore]] e del [[Cimitero acattolico di Vicenza|Cimitero acattolico]], istituzioni cittadine ma, per definizione, poste fuori dalla città.
 
Ben poco si fece, invece, per sistemare e utilizzare l'enorme patrimonio costituito dai monasteri e dai conventi che erano stati demanializzati durante l'occupazione francese e ora erano di proprietà del Comune. A parte la sistemazione della piazza del Duomo, con la costruzione del [[Palazzo delle Opere sociali|Casino nuovo (ora palazzo delle opere sociali]]) e il rifacimento del [[Palazzo vescovile (Vicenza)|palazzo vescovile]], databili al primo ventennio, l'unica costruzione ecclesiastica è quella imponente del Seminario, anch'essa come i due cimiteri, posta nel [[Borgo Santa Lucia (Vicenza)|borgo Santa Lucia]] in aperta campagna.
 
 
Per il resto, solo modesti interventi di conservazione, di bonifica e normalizzazione, molti dei quali diretti da [[Bartolomeo Malacarne]].
 
===L'apertura della città e lo sviluppo dei borghi===