Persa: differenze tra le versioni

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==Espedienti comici==
*La comicità della commedia deriva innanzitutto dal fatto che è incentrata completamente sulla cerchia degli schiavi, che si beffano del lenone e che provano sentimenti come tutti gli altri personaggi.<ref name=B258/> Inoltre si assiste a numerose inversioni di ruoli: il lenone, unico cittadino libero e indipendente, è un personaggio negativo; Tossilo, uno schiavo, è il difensore della libertà; Saturione offre sua figlia, libera, per essere venduta come schiava.<ref name=GG1/>
 
*Altri elementi comici derivano dal linguaggio volgare utilizzato da alcuni personaggi della commedia: nel seguente passo, estrapolato dal dialogo iniziale tra Tossilo e Dordalo, lo schiavo insulta il lenone usando espressioni legate al linguaggio escrementizio e "basso". Alcuni studiosi hanno giustificato questi termini facendoli rientrare nella dimensione carnevalesca della commedia plautina, in cui avviene un rovesciamento della situazione comune (l'alto con il basso): la gara d'insulti qui riportata, come tutte le altre presenti in Plauto, ha una funzione liberatoria e fecondante e ricorda agli uomini il loro legame con il mondo fisico.<ref>{{cita|Bettini|p. 23}}.</ref>
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:{{quote|'''Dordalo''': Qual è il tuo nome? <br />'''Sagaristione''': .. che ti riguarda <br />'''Dordalo''': Come, non mi riguarda saperlo? <br />'''Sagaristione''': Ascolta allora, e lo saprai: Chiacchieravuotodoro Venditordiragazzide Contaballide Trapanatord'argentide Dicoquelchetimeritide Ballide Palponide Quelchet'hopreside Nonteloripiglipiùride! Ecco qua. <br />'''Dordalo''': Ehilà, per Ercole, ce ne vuole per scrivere il tuo nome! <br />'''Sagaristione''': È l'uso persiano: abbiamo nomi lunghi, e tutti ingarbugliati.<ref>{{cita|Bettini|p. 227}}.</ref>|T. Maccio Plauto, ''Persa'', 699-707|'''Dordalus''': Quid est tibi nomen? <br />'''Sagaristio''': .. quod at te attinet <br />'''Dordalus''': Quid attinet non scire? <br />'''Sagaristio''': Ausculta ergo, ut scias: Vaniloquidorus Virginisvendonides Nugiepiloquides, Argentumexterebronides, Tedigniloquides, Nugides, Palponides, Quodsemelarripides Numquameripides. Em tibi! <br />'''Dordalus''': Eu hercle, nomen multimodis scriptumst tuum. <br />'''Sagaristio''': Ita sunt Persarum mores; longa nomina contortiplicata habemus.|lingua=la}}
 
*La commedia presenta un fenomeno chiamato da alcuni studiosi "degli specchi infranti": per aumentare la comicità, Plauto inserì in alcuni punti dei monologhi speculari tra due personaggi ai due lati della scena.<ref>{{cita|Marshall|pp. 100-109}}.</ref> Le scene con questa caratteristica sono la seconda dell'atto I tra Tossilo e Sagaristione, la seconda dell'atto II tra Pegnio e Sofoclidisca e la terza dell'atto III, nella gara d'insulti tra Dordalo e Tossilo.
*Infine, la comicità deriva dalla scena finale, nella quale un ragazzetto giovanissimo, Pegnio, si beffa del lenone, deridendolo e schernendolo, dandogli schiaffi su tutte le parti del corpo e bastonandolo.
 
*Un altro espediente comico nella commedia è lo scambio di ruoli nei personaggi: quasi tutti, nel ''Persa'', si comportano solo in parte secondo lo stereotipo che li caratterizza, mentre tendono ad assumere le sembianze di un altro stereotipo ancora, il più delle volte appartenente ad un livello sociale più alto. Due esempi sono costituiti da Tossilo, che è ''servus callidus'' ma si comporta come un giovane innamorato, e Pegnio, che da ''servus currens'' si trasforma in ''servus callidus''.<ref name=GG1/>
 
*Infine, la comicità deriva dalla scena finale, nella quale un ragazzetto giovanissimo, Pegnio, si beffa del lenone, deridendolo e schernendolo, dandogli schiaffi su tutte le parti del corpo e bastonandolo. Questa scena chiude la commedia con un rovesciamento della situazione reale: dei servi che festeggiano in assenza del padrone e che si prendono la libertà di umiliare un uomo libero.<ref>{{cita|Gellar-Goad|p. 2}}.</ref>
 
==Metateatro==