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Nel frattempo la speculazione sulle aree fabbricabili ha raggiunto livelli esplosivi. Le vendite di aree fabbricabili si dimezzano dai 436.267,29 mq del [[1885]] a 218.764,67 mq del [[1887]]. Il calo è in parte compensato dall'aumento vertiginoso dei prezzi ma al contempo sono fortemente aumentati i crediti concessi ai costruttori (da 3.500.269,74 lire del 1884 a 6.025.084 lire del 1885 fino ai 14.157.779 del 1886).<ref>{{cita|Palermo|Pag. 151}}</ref> Sono decine di milioni di lire teoricamente immobilizzati al medio periodo (i due-tre anni necessari alle costruzioni), che la banca rischia di non poter più recuperare. A beneficio della situazione interna interviene la decisione dello Stato di riscattare la Società nazionale industrie meccaniche di [[Napoli]] e l'accordo a tre Banca Tiberina-Geisser & C.-[[Banco di Sconto e Sete]] per la fondazione della ''Società metallurgica italiana'' (attuale Km Europa Metal, promossa del gruppo francese H. Mayer-La Veissière-Biver), ma ciò non vale a risolvere i problemi, che sono di natura strutturale.<ref>ibidem</ref>
 
Nel [[1888]] Caranti vanta un utile di bilancio di 3.112.610,53 lire e la distribuzione di un dividendo di 24 lire per azione, in ribasso rispetto agli anni precedenti, ma le stesse azioni subiscono in borsa un ribassocalo da 720 a 374 lire. La banca vanta circa 52 milioni di lire in crediti ipotecari e poco più di 19 in immobili di proprietà, ma entrambi sono solo cifre su un pezzo di carta. Il tentativo di mantenere la fiducia di azionisti e clienti fallisce miseramente, ed anzi inizia una corsa al ritiro dei depositi da parte dei cittadini, il cui ammontare scende da oltre 4 milioni a 1.100.000 lire. La contemporanea crisi del [[Banco di Sconto e Sete]] (che riflette quella dell'impero economico di Geisser), da un colpo decisivo alla situazione già esplosiva della Tiberina, che vede andare in fumo altri 19 milioni di lire dovuti dall'istituto torinese. Il Caranti, ormai pressato da una situazione insostenibile, tenta nuovamente di riconquistare la fiducia perduta pubblicando sul quotidiano l'Opinione (edizione del 24 luglio [[1889]], l'annuncio che "''un gruppo di poderosi capitalisti di Londra sarebbe stato disposto a dare un sussidio di 20 milioni, elevabili a 60 in caso di bisogno, alla Tiberina, la quale sarebbe divenuta "una Banca italo-inglese con facoltà di occuparsi specialmente di costruzioni ferroviarie''".<ref>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/biagio-caranti_(Dizionario_Biografico)|Biagio Caranti, Dizionario Biografico Treccani|22 giugno 2015}}</ref><ref>{{cita|Polsi|Pag. 147}}</ref>
 
== Note ==