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La liberazione di Roma coincide più o meno con la morte di suo padre (29 settembre). In attesa di riprendere l'attività teatrale Totò accetta una proposta di [[Mario Amendola]] e [[Guido Bonnard]] e nel [[1945]] gira il suo sesto film, [[Il ratto delle Sabine (film 1945)|Il ratto delle Sabine]], dove interpreta il ruolo di Aristide Tromboni, capocomico di una scalcagnata compagnia di attori a caccia di scritture e soprattutto di cibo. Con un buon cast, che comprende grandi nomi del teatro come [[Clelia Matania]], [[Aldo Silvani]], [[Mario Pisu]] e [[Renato Castellani]] (al suo primo film accanto a Totò), la pellicola, girata con pochi mezzi, riesce gradita al pubblico ma è stroncata dalla critica.<ref>{{cita web|http://www.antoniodecurtis.org/sabine.htm|Il ratto delle Sabine|15 luglio 2015}} - ''Questo Ratto delle Sabine ha indubbiamente diritto al brevetto del più insulso, aberrante film prodotto dalla cinematografia italiana postbellica. Una sequela di cretinerie, di sinistri luoghi comuni, per i quali sarebbe stato inutile sprecare, non diciamo pellicola, ma anche carta igienica [-.-] Pensare che Totò sia capace, con la semplice efficacia della sua maschera, di risollevare le sorti d'uno squallido, volgare, stupido copione, significa rendere un cattivo servizio al beniamino delle platee.'' Vincenzo Talarico. L'Indipendente, 7 dicembre 1945.</ref> In attesa di riprendere l'attività teatrale va in scena con spettacoli destinati alle truppe, fa la sua prima ed unica esperienza di [[doppiatore]] e parte per una tourneè in [[Spagna]], dove senza sapere una parola della lingua recita nello spettacolo Entre dos luces (Tra due luci), per il quale inventa la canzonetta "''Tengo la cabeza de mantequilla''" (Ho la testa di burro) in un linguaggio misto tra il napoletano e uno spagnolo quasi del tutto inventato. <ref>{{cita|Tutto Totò|pag. 101}}</ref>
 
Nel [[1947]] viene a mancare Anna Clemente. La scomparsa di sua madre lo sorprende sul set de [[I due orfanelli]], primo film in cui trasporta al cinema non solo la sua grande capacità di improvvisazione ma anche la feroce vena satirica di cui è capace.<ref>{{cita|Il cinema di Totò|pag. 99}}</ref> Totò recita ancora secondo i canoni della rappresentazione teatrale ma affonda gli artigli nella realtà del periodo, irridendo in particolare ai politici (''Sentite, voi siete un giudice, uomo saggio. Quello lì è un ladro. Secondo voi, andrà in galera? - No. - Perché? - Quello è un furbo, e la vita è fatta per i furbi: probabilmente diventerà ministro.'') e al grande raduno dei partigiani nel primo anniversario della liberazione (''Siamo in 15, non facciamo che poi fra un anno , quando si fa il raduno, si presentano in quarantamila''). Alla fine dell'anno (21 dicembre) debutta con [[C'era una volta il mondo]], lo spettacolo in cui da vita a numeri destinati a diventare famosi anche al cinema come ''Il manichino'' (ripreso ne [[I pompieri di Viggiù]]), e soprattutto lo sketch del vagone letto con [[Isa Barzizza]] e [[Mario Castellani]], nato da uno scambio di battute che dura in origine otto minuti e che Totò, stante il successo, amplia in breve tempo fino ai tre quarti d'ora e inserisce anche nella successiva "''Bada che ti mangio''".<ref>{{cita web|http://www.delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/t/toto.php Dizionario del Teatro|Dizionario del teatro|6 marzo 2015}}</ref><ref>{{cita web|http://www.tanogabo.it/Castellani_Toto.htm|Mario Castellani ci parla di Totò}} - ''Uno dei suoi sketch più famosi è quello del vagone-letto, che ha fatto sbellicare dalle risate le platee di tutta Italia. Ebbene, nella rivista di Galdieri in cui era inserito, era accennata soltanto la situazione: due uomini nella cabina e una donna che chiede ospitalità per la notte. La prima volta che lo facemmo, questo sketch durava una decina di minuti; le ultime volte siamo arrivati a tenerlo in piedi quasi un' ora, col pubblico che ci seguiva col fiato sospeso. In seguito al rinnovato interesse per la figura e per l'arte di Totò, spesso mi capita di sentirmi chiedere il testo di questo e di altri sketch diventati ormai leggendari. Ma i testi non ci sono. Non ci sono mai stati.''</ref>
La prima volta che lo facemmo, questo sketch durava una decina di minuti; le ultime volte siamo arrivati a tenerlo in piedi quasi un' ora, col pubblico che ci seguiva col fiato sospeso. In seguito al rinnovato interesse per la figura e per l'arte di Totò, spesso mi capita di sentirmi chiedere il testo di questo e di altri sketch diventati ormai leggendari. Ma i testi non ci sono. Non ci sono mai stati.''</ref>
 
== Totò nei particolari ==