Bertolt Brecht: differenze tra le versioni
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=== La giovinezza e le prime opere ===
In seguito Brecht continuò gli studi con scarso interesse, attratto più dal mondo del teatro e della letteratura. In questo periodo conobbe Paula Banholzer che nel [[1919]] gli diede un figlio, Frank, che morì nel [[1943]] durante la [[seconda guerra mondiale]] sul [[Fronte
Il 1º maggio [[1920]] morì sua madre ed il giorno successivo scrisse la poesia ''Canzone di mia madre''. A questo punto i rapporti con Augusta quasi si ruppero, e si trasferì a Monaco, dove prese alloggio al numero 15 della ''Akademiestrasse''. La città, pur vivendo una situazione storica di [[Reazionario|reazionarismo]] esasperato a seguito della fugace esperienza della [[Repubblica dei consigli Bavarese]] stroncata dall'estrema destra, offriva molte possibilità culturali, soprattutto nel mondo dello spettacolo; [[Otto Falckenberg]], per fare l'esempio più noto, dirigeva alla ''Müncher Kammerspiele'' la compagnia cittadina più all'avanguardia.<ref name="F.Ewen, p.50"/>
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Fu in questo contesto che Brecht entrò nella ''Lachkeller'' (''La cantina delle risate''), gruppo diretto dal celebre [[Cabaret (spettacolo)|cabarettista]] [[Karl Valentin]], in cui ci si esibiva in spettacoli clowneschi o si cantava. Il lavoro con Valentin influenzò molto le sue opere successive, ma il modello più importante che informò la produzione del periodo è senza dubbio Frank Wedekind, che attaccava la borghesia dando voce a personaggi "maledetti" (si pensi a [[Lulù (Wedekind)|Lulù]]) che si vendicavano di un mondo disumanizzato esprimendo una brutale e selvaggia istintualità, in cui la Natura prevaleva sulla civiltà.<ref>F.Ewen, pp.48-50</ref>
Il Nostro è attratto in sostanza dalle voci ribelli, da [[François Villon]] (cui dedicò al tempo diverse poesie) ai ''maudits'' [[Arthur Rimbaud|Rimbaud]] e [[Verlaine]], fino a quel [[Georg Büchner]] che con i drammi ''[[Woyzeck]]'' e ''Dantons Tod'' (''[[La morte di Danton]]'') influenzò in modo decisivo il teatro espressionistico tedesco del primo dopoguerra.<ref>F.Ewen, pp.53-55</ref> Il primo Brecht si forgia in un clima artistico dominato dal [[dadaismo]], dal [[futurismo]], e soprattutto dall'[[espressionismo]]. "Ribellione" era la parola d'ordine. La prima corrente, quella dadaista, fu particolarmente fiorente a [[Zurigo]]; qui, al ''[[Cabaret Voltaire]]'', si incontravano personalità come [[Hugo Ball]], [[Hans Arp]], [[Richard Hülsenbeck]] o [[Tristan Tzara]] (comunemente ritenuto come il fondatore della corrente), che facevano rappresentare i loro provocatori spettacoli.
L'espressionismo, quello di [[Reinhard Sorge]] o [[Walter Hasenclever]], cercava di destabilizzare l'ordine costituito, per ritrovare le ragioni dell'umanitarismo e della pace. Era una "guerra per arrivare alla pace", uno sconvolgimento che passava attraverso il parricidio, la lotta dei figli contro i padri, degli allievi contro gli insegnanti. Non è casuale che l'opera più nota di [[Arnolt Bronnen]], che diverrà amico di Brecht, si intitoli ''Der Vatermord'' (''Il parricidio'').<ref>F.Ewen, pp.56-62</ref> Tale corrente espressionista è tanto più significativa se consideriamo che vi confluirono autori provenienti da contesti ed esperienze molto differenti. [[Fritz von Unruh]], per esempio, era un aristocratico dal patriottismo sfrenato, ma ripudiò le proprie idee,<ref>Con l'opera ''Vor der Entscheidung'' (''Prima della decisione'')</ref> e molto interessante è l'esperienza di [[Ludwig Rubiner]], prematuramente scomparso, che esorta l'artista ad una maggiore responsabilità sociale.<ref>F.Ewen, pp.60-61</ref>
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