Demone: differenze tra le versioni
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[[File:Eros bobbin Louvre CA1798.jpg|thumb|[[Eros]] attico in una immagine del V secolo a.C. conservata nel [[Museo del Louvre]]. Eros è, nel [[Simposio (dialogo)|Simposio di Platone]], un demone intermediario tra gli uomini e gli dei. Dio primordiale, è raffigurato con le ali per la sua capacità di elevarsi dal mondo terreno alla sfera celeste.]]
Un '''demone''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|ˈdɛmone}}<ref>{{Dipi|demone}}</ref>; dal [[greco antico]] δαίμων,<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/vocabolario/demone/|titolo=vocabolo|sito=[[vocabolario Treccani]]|accesso=6 agosto 2011|editore= Treccani.it}}</ref> [[Traslitterazione|trasl.]] ''dáimōn'', «essere divino»<ref name=cha>{{q|'''δαιμόν''', -ονος : m. a volte femminile, «potenza divina», da cui «dio, destino» (Omero, ion.-att.) : il termine si usa in Om. per designare una potenza divina che non può o non si vuole nominare, da cui il senso di divinità e d'altra parte di destino; il δαιμόν non è l'oggetto d'un culto; '''[...]'''; la parola si presta dopo Esiodo a designare un semi-dio, un demone; si usa finalmente in modo negativo e fornisce al vocabolario cristiano il termine designante lo spirito maligno; su Archiloco 3, vedere El.|{{cita|Pierre Chantraine|pp. 247}}|'''δαιμόν''', -ονος : m. parfois féminin, «puissance divine», d'où «dieu, destin» (Hom., ion.-att.) : le terme s'emploie chez Hom. pour désigner une puissance divine que l'on ne peut ou ne veut nommer, d'où les sens de divinité et d'autre part de destin; le δαιμόν n'est pas l'objet d'un culte '''[...]'''; le mot se prête après Hés. a désigner un demi-dieu, un démon; il s'emploie finalement en mauvaise part et fournit au vocabulaire chrétien le terme désignant l'esprit malin; sur Archil. 3, voir El.|lingua=fr}}</ref>) è, nella [[religione greca|cultura religiosa]] e nella [[filosofia greca]], un essere che si pone a metà strada fra ciò che è [[divinità|divino]] e ciò che è umano, con la funzione di intermediario tra queste due dimensioni.
==Cenni storici==
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Quindi la prima generazione, quella aurea vivente al tempo di [[Crono]]<ref>''Le opere e i giorni'' 106 e segg.</ref>, scomparve sopraffatta dal sonno, Zeus li trasformò quindi in dèmoni, "tutori dei mortali", protettori del genere umano<ref>Così sostiene anche lo scoliaste, cfr. 122a, ma è sconosciuto il motivo della scomparsa di questa prima generazione.</ref>.
Nella religione [[Orfismo|orfica]] il
[[Eraclito]] (V secolo a.C.) ne parla come di un [[destino]] legato all'indole: «Il carattere di un uomo è il suo ''daimon''».<ref>«ἦθος ἀνθρώπῳ δαίμων», «''Ethos antrópo daimon''» (fr. B 119).</ref>
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===Platone e Senocrate===
In [[Platone]] il
{{Citazione|Eros è un gran
Con [[Senocrate]] viene analizzata la figura del
Le stesse tesi di Senocrate si possono ritrovare nel testo ''De deo Socratis'' di [[Apuleio]].
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{{Citazione|Gli stoici dicono, poi, che esistono anche alcuni dèmoni che hanno simpatia per gli uomini, che vigilano sulle cose umane, e anche che esistono eroi, ossia le anime sopravvissute dei virtuosi.|[[Diogene Laerzio]], ''[[Vite e dottrine dei più celebri filosofi]]'' Libro VII, 151}}
[[Marco Aurelio]] indica come
{{Citazione|Inoltre rimane la cura di non insozzare il
===Medio e neo-platonismo===
Con il [[medioplatonismo]] la figura del
{{Citazione|[[Platone]], [[Pitagora]], [[Senocrate]], [[Crisippo di Soli|Crisippo]], seguaci dei primitivi scrittori di cose [[sacro|sacre]], affermano che i Dèmoni sono dotati di forza sovrumana, anzi sorpassano di molto per estensione di potenza la nostra natura, ma non posseggono, per altro, l'elemento divino puro e incontaminato, bensì partecipe, a un tempo, di una duplice sorte, in quanto ad una natura spirituale e sensazione corporea, onde accoglie piacere e travaglio; e tale elemento misto è appunto la sorgente del turbamento, maggiore in alcuni, minore in altri. Così è che anche tra i dèmoni, né più né meno che tra gli uomini, sorgono differenze nella gradazione del bene e del male.|[[Plutarco]], ''[[Iside e Osiride]]'', 25}}
[[Alessandro d'Afrodisia]] sostiene che il ''daimon'' di ogni uomo consiste nella sua stessa natura.<ref>Alessandro di Afrodisia, ''Sul destino'', VI.</ref>.
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== Altri progetti ==
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