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'''Calosso''' (in [[Lingua piemontese|piemontese]] ''Calòss'') è un comune di 1.305 abitanti della [[provincia di Asti]].
 
== La storiaStoria ==
 
Calosso sorge su un'alta collina il cui nome deriva dal ''[[gentilizio]] romano'' '''Callocius''' o '''Callucius''', come indicato dall'Olivieri nel [[1965]]. Calosso si trova poco lontano dai comuni di [[Canelli]] e [[Costigliole]], fra le valli del [[Nizza (fiume)|Nizza]] e del [[Tinella]].
 
All'inizio del XII secolo Calosso entrò a far parte del [[consortile]] di [[Acquosana]] insieme ai signori di [[Agliano Terme|Agliano]], [[Vinchio]], [[Canelli]], [[San Marzano Oliveto|San Marzano]] e [[Castelnuovo Calcea]].
 
Nel [[1318]] il comune vienevenne coinvolto nelle disatrose fasi della [[guerra civile]] scoppiata nel circondario di [[Asti]] tra i [[guelfi]] [[Solaro]] e i [[ghibellini]] [[De Castello]]. I guelfi, oltre al castello di [[Moasca]], distrussero anche il ''castrum'' di Calosso che venne immediatamente riscostruito per rientrare tra i possedimenti di [[Valentina Visconti]] d'Orlean]]Orléans nel [[1387]].
 
All'inizio del XVII secolo Calosso venne assiedata dagli [[Spagna|spagnoli]] e in seguito recuperata dai [[Savoia]], grazie anche grazie al [[capitano]] [[Catalano Alfieri]] che, a capo delle truppe [[FraciaFrancia|francesi]], fece cingere di enormi palizzate tutto il castello.
 
Il complesso fortificato venne dunque riscostruito diverse volte in seguito alle vicende belliche precedenti. A sud, oltre alla torretta abbassata a base [[cilindro|cilindrica]] collegata al palazzo da un arco, si trova il cosiddetto '''Castellocastello vecchio''', dove è ubicata la '''Chiesachiesa di San Martino''', già menzionata nel [[1203]], all'interno della cinta fortificata.
 
== Il castello e la parrocchiale ==
 
Il '''Castellocastello''', già di proprietà della famiglia [[Roero di Cortanze]] nel XIV secolo e da questa ristrutturato alla fine del [[Seicento]], ha perduto ormai la fisionomia originale per assumere l'aspetto di una elegante e signorile dimora di campagna.
 
Tuttavia sul lato nord la fortezza [[Cinquecento|cinquecentesca]] con le sue bocche da fuoco e le [[posterla|posterle]] delle [[casamatta|casematte]] è rimasta quasi intatta. L'[[11 ottobre]] [[1592]] durante una visita [[pastorale]], [[sant'Alessandro Sauli]] vescovo di [[Pavia]] ( diocesi da cui dipendeva allora Calosso ), venne "sorpreso da una grave e pericolosa malattia nel castello di quel luogo, ove don Ercole Roero avealo alloggiato" ( Ref : G.S. [[De Canis]], [[1816]])
 
La morte del vescovo suscitò una tale impressione che nel [[1683]] la camera del castello venne convertita in pubblico oratorio, e in suo onore ed in perenne ricordo, gli abitanti di Calosso nello stesso giorno indirono la festa patronale.
 
Tuttavia sul lato nord la fortezza [[Cinquecento|cinquecentesca]], con le sue bocche da fuoco e le [[posterla|posterle]] delle [[casamatta|casematte]], è rimasta quasi intatta. L'[[11 ottobre]] [[1592]], durante una visita [[pastorale]], [[sant'Alessandro Sauli]], vescovo di [[Pavia]] ( diocesi da cui dipendeva allora Calosso ), venne "sorpreso da una grave e pericolosa malattia nel castello di quel luogo, ove don Ercole Roero avealo alloggiato" ( Ref : G.S. [[De Canis]], [[1816]]).<br>
Per quanto riguarda la '''Parrocchiale di San Martino''' vi sono scarse notizie documentali. Verso la fine dell'[[Ottocento]] la costruzione [[barocco|barocca]] venne profondamente rimaneggiata : nel [[1896]] infatti, l'edificio venne ampliato sui fianchi, a scapito delle [cappella|cappelle]] laterali. Fu evidente che allora vennero distrutti gli affreschi settecenteschi attribuiti al [[De Canis]] e al periodo giovanile del canellese [[Giovanni Carlo Alberti]], vissuto tra il [[1670]] ed il [[1727]].
La morte del vescovo suscitò una tale impressione che nel [[1683]] la camera del castello venne convertita in pubblico oratorio, e, in suo onore ed ina perenne ricordo, gli abitanti di Calosso indirono nello stesso giorno indirono la festa patronale.
 
Per quanto riguarda la '''Parrocchialeparrocchiale di San Martino''', vi sono scarse notizie documentali. Verso la fine dell'[[Ottocento]] la costruzione [[barocco|barocca]] venne profondamente rimaneggiata : nel [[1896]], infatti, l'edificio venne ampliato sui fianchi, a scapito delle [cappella|cappelle]] laterali. Fu evidente che allora vennero distrutti gli affreschi settecenteschi attribuiti al [[De Canis]] e al periodo giovanile del canellese [[Giovanni Carlo Alberti]], vissuto tra il [[1670]] ed il [[1727]].
== L'Economia ==
 
== L'Economia ==
Le aziende agricole del paese sono assai numerosinumerose e fiorenti. Le coltivazioni maggiormente praticate sono i [[cereale|cereali]], fra cui il [[frumento]], il [[foraggio]], e la [[vite]], e gli alberi da frutta. Numerosi sono i vini [[Denominazione di Origine Controllata|DOC]], tra i quali possiamo ricordare il [[Moscato]], la [[Freisa]] d'[[Asti]] e la [[Berbera (vino)|Barbera]] del [[Monferrato]].
 
==Evoluzione demografica==
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