I sette contro Tebe: differenze tra le versioni

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La parte finale dell'opera (in particolare i vv. 861-874 e 1011-1084), in cui vengono introdotti i personaggi di Antigone, Ismene e dell'araldo, è ritenuta non originale, ossia non scritta da Eschilo. Probabilmente tali versi furono aggiunti dopo la morte dell'autore, in occasione di una replica della tragedia, con l'intento di ricollegarsi ad altre tragedie, ad esempio l’''[[Antigone (Sofocle)|Antigone]]'' di Sofocle. Gli indizi, in proposito, sono i seguenti:
* Nel finale dell'opera si fa riferimento al collegio dei Probuli, un'istituzione che entrò effettivamente in funzione ad Atene, ma solo nel [[416 a.C.]] circa, mezzo secolo dopo la prima rappresentazione dell'opera.
* L'arrivo dell'araldo avrebbe implicato l'introduzione di un terzo attore. Date le nostre conoscenze storiche, la cosa non è di per sé impossibile,<ref>L'introduzione del terzo attore viene tradizionalmente attribuita a Sofocle, la cui prima rappresentazione avvenne nel [[468 a.C.]] Da un punto di vista puramente cronologico non è dunque impossibile che Eschilo l'abbia utilizzato nei ''Sette contro Tebe'', che sono del 467 a.C.</ref> ma pare improbabile che Eschilo abbia introdotto una così grande innovazione al proprio teatro solo nella parte finale dell'opera. Il terzo attore è effettivamente presente in successive tragedie eschilee (la trilogia dell’''[[Orestea]]'' ed il ''[[Prometeo incatenato (Eschilo)|Prometeo incatenato]]''), ma è utilizzato in maniera assai più sapiente.
 
== Note ==