Utente:Claudio Gioseffi/Sandbox 1: differenze tra le versioni

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Vicenza, forse perché era un importante centro produttivo da cui arrivavano e partivano merci e persone, venne a trovarsi sulla rotta di un circuito europeo del libro che diffondeva nella Penisola libri, manifesti e spezzoni di propaganda contro il papato. Dalla Germania, da Lione, da Ginevra e da Basilea, giungevano a centinaia i libri del "nuovo Evangelo". Iniziarono a comparire scritti in volgare in piccolo formato, in rodo da poter essere nascosti nelle botti, nei bagagli dei mercanti e nelle balle di seta. Balle e casse che si riunivano a Como prima di essere trasportate a Vicenza. Prese così consistenza un esteso commercio dei libri la cui vendita avveniva, in questo periodo, in piazza o nelle diverse vie di Vicenza. Dal 1538 in poi le librerie si organizzarono maggiormente, e restavano aperte nei giorni di mercato oppure il Sabato e la Domenica.
 
Detto diversamente, tutto un mondo di mercanti, di case nobiliari e di apoteche, ruotava attorno a questa immensa diffusione, che alimentava il dibattito sulla necessità di "innovare", giungendo ad influenzare pure gli artigiani, i venditori ambulanti, e le persone di condizioni più umili. Contemporaneamente, aumentarono le crisi interiori che portavano ad un Vangelo riscoperto e rinnovato. L'unica vera fede era quella che riposava sulla crocifissione di Gesù Cristo, ripetevano Loschi, Giulio Trissino e il Colombina<ref>{{Cita|Dalla Pozza, 2017|pp. 25-26}}</ref>}.
 
=== La diffusione del calvinismo: Fulvio Pellegrino Morato e Francesco Malchiavelli ===