Saga degli Atridi: differenze tra le versioni
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→La vendetta di Oreste: Precisazione |
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Una volta compiuta la vendetta, però, le [[Erinni]], vendicatrici dei delitti tra consanguinei, cominciarono a perseguitarlo. Oreste allora si rifugiò ad [[Atene (città antica)|Atene]], dove la dea [[Atena]], ascoltata la sua storia, decise di organizzare un processo, da celebrarsi davanti al tribunale dell'[[Areopago]] (il tribunale ateniese competente per i crimini di sangue), con Atena nei panni del presidente della giuria, le Erinni come [[Pubblico Ministero|accusa]] e Apollo come [[difesa (diritto processuale)|difesa]]. Alla contestazione di aver ucciso un consanguineo, Oreste poteva contrapporre l'argomento di aver ucciso su ordine del dio Apollo e per vendicare un crimine altrettanto odioso. Alla fine quest'ultima tesi prevalse e Oreste venne assolto.
Dopo l'assoluzione, allo scopo di essere completamente riabilitato, Oreste fu mandato da Apollo in [[Tauride]] insieme a Pilade, a recuperare una statua di Artemide. Lì giunti, però essi furono fatti prigionieri dalla popolazione locale ed il re [[Toante]] decise di offrirli in sacrificio ad Artemide. Ma quando arrivò la sacerdotessa per compiere il sacrificio, Oreste subito la riconobbe: era Ifigenia, sua sorella (infatti, come
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