Canis lupus cristaldii
Il lupo siciliano (Canis lupus cristaldii Angelici & Rossi, 2018) era una sottospecie di lupo grigio endemico della Sicilia. Dal manto più chiaro rispetto al lupo appenninico e paragonabile per dimensioni all'odierno lupo arabo e all'estinto lupo giapponese, si estinse a causa della persecuzione umana negli anni Venti del ventesimo secolo, sebbene esistono segnalazioni fino agli anni Settanta. Fu descritto nel 2018, tramite esami morfologici dei pochi esemplari imbalsamati conosciuti e di un cranio, insieme a un'analisi del DNA mitocondriale dei reperti.
Lupo grigio siciliano | |
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Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Famiglia | Canidae |
Sottofamiglia | Caninae |
Genere | Canis |
Specie | Canis lupus |
Sottospecie | C. l. cristaldii |
Nomenclatura trinomiale | |
Canis lupus cristaldii Angelici & Rossi, 2018 |
Descrizione e areale
Il lupo siciliano era una sottospecie esile dagli arti brevi, caratterizzata da una pelliccia di color tenné chiaro. La striscia scura tipica degli avambracci del lupo appenninico era assente o poco definita. Gli esemplari adulti tassidermizzati conosciuti hanno una lunghezza media di 105.4 cm e una altezza media alla spalla di 54.6 cm.[1]
L'areale del lupo siciliano comprendeva tutta l'isola, in particolare la zona di Palermo, i boschi attorno l'Etna, i Peloritani, i Nebrodi, le Madonie, i Monti Sicani, e Ficuzza. Era anche presente più a sud, nei Monti Erei e Iblei.[1]
Storia
Il lupo siciliano probabilmente colonizzò la Sicilia attraverso un ponte continentale formatosi 21.500-20.000 di anni fa. Il suo declino iniziò durante il tardo periodo normanno, quando si estinsero le sue prede ungulate. Viene generalmente accettato che l'ultimo esemplare fu abbattuto nel 1924 presso Bellolampo, sebbene ci siano ulteriori segnalazioni dal 1935 al 1938, tutte nelle vicinanze di Palermo. Altri possibili avvistamenti si segnalano nel periodo tra il 1960 e il 1970.[1]
Nel 2018, un esame dell'olotipo (un esemplare imbalsamato e il suo cranio, custoditi nel Museo di Storia Naturale di Firenze) e altri tre esemplari confermarono le peculiarità morfologiche del lupo siciliano, mentre un'analisi del DNA mitocondriale dimostrò che la sottospecie possedeva un aplotipo unico e diverso da quello del lupo appenninico.[1]
Note
Voci correlate
Altri progetti
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