Graptemys

genere di animali della famiglia Emydidae

Le tartarughe carta geografica (Graptemys Agassiz, 1857) sono un genere di testuggini appartenente alla famiglia degli emididi, originarie del Nord America.

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Graptemys
Tartaruga carta geografica settentrionale (Graptemys geographica)
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseReptilia
OrdineTestudines
SottordineCryptodira
FamigliaEmydidae
SottofamigliaDeirochelyinae
GenereGraptemys
Agassiz, 1857
Nomi comuni

Tartarughe carta geografica

Specie
vedi testo

Etimologia

 
Questa illustrazione del 1872 evidenzia le linee sul carapace di una G. geographica.

Il nome scientifico Graptemys è una latinizzazione del Greco antico γραπτός, ‑ή, ‑όν ("graptós, ‑ḗ, ‑ón": scritto, dipinto, inscritto) ed ἐμύς, ‑ύδος ("emýs, ‑ýdos": tartaruga d'acqua dolce, cfr. Emys), e fa riferimento alle sottili linee che decorano il carapace delle tartarughe appartenenti a questo genere.[1][2]

Specie

Distribuzione e habitat

Le tartarughe appartenenti al genere Graptemys si trovano in tutta la parte orientale degli Stati Uniti d'America e nelle regioni sudorientali del Canada.

Habitat

Descrizione

Dimorfismo sessuale

Il riconoscimento del sesso avviene attraverso l'individuazione dei caratteri sessuali secondari. Il cranio del maschio è più piccolo e stretto di quello delle femmine. Il maschio ha una coda più lunga, robusta e grossa alla base a causa della presenza degli organi riproduttivi; la cloaca è in prossimità della punta della coda. Le unghie dei maschi sono molto sviluppate in lunghezza, specialmente sulle zampe anteriori.
La femmina ha invece un cranio più grosso e spesso molto largo, coda tozza con apertura della cloaca entro il bordo posteriore del carapace e unghie corte.

Le femmine sono notevolmente più grandi dei maschi, con una lunghezza 2 volte maggiore e una massa corporea anche 10 volte maggiore.

Il sesso non si può riconoscere prima dei 4-5 anni di età.

Morfologia del cranio

Le femmine di tutte le specie possono essere ripartite in tre gruppi in base alla larghezza del cranio e corrispondente modalità di nutrizione[3]:

  1. femmine microcefale: hanno un cranio relativamente stretto e consumano pochi molluschi dotati di conchiglia. Includono la G. flavimaculata, la G. nigrinoda, la G. oculifera, la G. ouachitensis e la G. (o.) sabinensis.
  2. femmine mesocefale: hanno un cranio moderatamente largo e la loro dieta si compone prevalentemente molluschi dotati di conchiglia oltre ad altre prede più morbide. Includono la G. caglei, la G. geographica, la G. pseudogeographica, la G. p. kohni e la G. versa.
  3. femmine macrocefale: hanno un cranio estremamente largo e si nutrono esclusivamente di molluschi dotati di conchiglia. Includono la G. barbouri, la G. ernsti, la G. gibbonsi, la G. pearlensis e la G. pulchra.

Riproduzione

Corteggiamento

Tutte le tartarughe del genere Graptemys presentano un ben strutturato rituale di corteggiamento che fa da preludio alla copulazione. Si ritiene che questo comportamento abbia come obiettivo primario quello di immobilizzare la femmina. Il rituale di corteggiamento ha inizio con il maschio che si posiziona faccia a faccia con la femmina e, mentre questa si sposta in avanti, comincia a nuotare all'indietro per mantenere l'approccio frontale. A questo punto, il maschio (che presenta degli artigli estremamente lunghi) vibra le zampe anteriori attorno alla regione oculare della femmina. Questo comportamento, chiamato "titillamento", è condiviso con le specie nordamericane e caraibiche del genere Trachemys. La femmina, se è disposta all’accoppiamento, nuota verso il maschio per poi scendere sul fondo. Lì avviene l'accoppiamento vero e proprio, con il maschio che afferra il carapace della femmina con tutti e quattro gli arti, e la monta.

Deposizione e incubazione

Differenti temperature di incubazione hanno effetti sul motivo delle macchie presenti sulla testa dei nascituri.

Note

  1. ^ (EN) Michael E. Seidel e Carl H. Ernst, A Systematic Review of the Turtle Family Emydidae (PDF), in Vertebrate Zoology, vol. 67, n. 1, Francoforte sul Meno, Senckenberg, 30 giugno 2017, p. 120. URL consultato l'11 giugno 2019.
  2. ^ (EN) Louis Agassiz, Contributions to the Natural History of the United States of America, vol. 1, Boston, Little, Brown & Co., 1857, p. 436. URL consultato l'11 giugno 2019.
  3. ^ (EN) Michael E. Seidel e Carl H. Ernst, A Systematic Review of the Turtle Family Emydidae (PDF), in Vertebrate Zoology, vol. 67, n. 1, Francoforte sul Meno, Senckenberg, 30 giugno 2017, pp. 57. URL consultato l'11 giugno 2019.

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