Castello di Velturno
Schloss Velthurns
Castello di Velturno
Ubicazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
CittàVelturno
Coordinate46°40′11″N 11°36′02.23″E
Mappa di localizzazione: Trentino-Alto Adige
Ali.Mn31/Sandbox
Informazioni generali
TipoCastello
Costruzione1577-1587
Proprietario attualeProvincia autonoma di Bolzano
Visitabilesi
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Il castello di Velturno (in tedesco Schloss Velthurns) è un castello che si trova nel paese di Velturno (Feldthurns), sopra a Bressanone, nella valle Isarco altoatesina.

Storia

Il castello fu eretto tra il 1577 e il 1587 con uno stile tardo rinascimentale dal vescovo Johann Thomas von Spaur, fu adibito lungo la storia, soprattutto come residenza estiva dei principi vescovi di Bressanone.

In precedenza il terreno su cui venne costruito il castello era occupato da un maso, con abitazione e fabbricati di servizio, posseduto da Sebastian Teutenhauser. Il 9 maggio del 1577 la proprietà venne acquistata dalla Camera Aulica di Bressanone per 1600 fiorini e poco dopo il principe vescovo von Spaur iniziò la costruzione del castello.

Nel 1822 il castello venne acquistato da Anton von Goldegg, il cui figlio Hugo lo cedette nel 1875 al principe Johann von Lichtenstein.

Nel 1978 la provincia autonoma di Bolzano ha acquistato il castello, e lo ha completamente restaurato.

Storia edilizia

I lavori di costruzione, affidati all'architetto Matthias Parlati, iniziarono nella primavera del 1578. Nel novembre dello stesso anno il guscio del primo piano era già stato completato, anche le grate delle finestre delle cantine erano state consegnate e così anche le tasche di tutte le finestre e i bastoni delle porte. A luglio il falegname Nikolaus Dopf e il carpentiere Feldthur Wolf assestarono rispettivamente le porte e il soffitto delle stanze del secondo piano.

Nel novembre del 1579 la pietra scolpita dallo scultore Asam Pock con lo stemma del principe vescovo venne posizionata sopra al portale del castello; nello stesso anno al secondo piano vennero sistemati i soffitti a travi con la rispettiva capriata.

Nel 1580 il maestro falegname Hans Spineider, incaricato direttamente dal principe vescovo, iniziò le sue attività per i rivestimenti del castello e già entro la fine dello stesso anno aveva completato le boiseries del primo piano. Nel frattempo, l’artigiano Wolf si era occupato di collocare il pavimento formato da listelli di legno.

Nel salotto al secondo piano della struttura venne costruito un camino di marmo, realizzato nel 1581 da Giandomenico Carneri, uno dei più prestigiosi scultori dell’Alto Adige dell’epoca.

Le decorazioni pittoriche iniziarono nel 1582 per entrambi i piani, anche se l’attenzione venne riservata principalmente al secondo, il cui soffitto è caratterizzato da rosoni in oro.

Negli anni a seguire continuarono i lavori per la costruzione, per l’arredamento e per la sistemazione dell’esterno della struttura, con la pavimentazione del cortile, la edificazione delle campane per la torretta e la creazione di uno stagno.

Il costo totale finale ammontò a 22.811 fiorini; di questi, solo il 10% è dovuto ai lavori di muratura, mentre il resto venne utilizzato per le decorazioni.

Materiali

I materiali utilizzati per la costruzione includono pietre e sabbia, provenienti dal paese stesso di Velturno, il legname, fornito dalle città di Braunwald, Varna e Luson, e i mattoni, forniti da Bressanone e Novacella. Il granito per la realizzazione delle scale è stato ricavato da una frazione di Velturno, Snodres.

Descrizione

All'interno si conservano:

  • Affreschi e le opere di intarsio nel legno
  • Stanza dei principi (Fürstenzimmer) con i rivestimenti pregiati
  • Stufa ottagonale con stemmi familiari e scene dell'Antico e Nuovo Testamento
  • Cappella di Santa Caterina

Gli affreschi

Gli affreschi all’interno del Castello sono un importante contribuito storico-artistico, anche se ad oggi non perfettamente integri a causa del passare del tempo.

L’arredamento decorativo del castello fornisce un esempio tipico della pittura rinascimentale del Tirolo: il fulcro di quest’arte non era l'ambito ecclesiastico, ma la decorazione di castelli e palazzi, che in questo periodo venivano ricostruiti, ampliati o, come a Velturno, costruiti ex novo.

La rilevanza degli interni va aumentando dall’ingresso fino al primo piano, dove si trovano le stanze che venivano attraversate per accogliere ed accompagnare fino al secondo piano il principe vescovo.

Dieci stanze dei due piani superiori sono state decorate con tempere a secco da Pietro Maria Bagnadore e dai maestri bresciani Orazio e Michele (di cui non esistono documenti biografici) tra il 1581 e il 1584, seguendo un sistema decorativo tipico delle abitazioni di lusso dell'epoca: la parete è contraddistinta nella parte superiore da grandi fregi, mentre la parte sottostante è caratterizzata da una finta architettura dipinta.

I temi pittorici trattati rientrano in un unico programma pittorico, al cui centro si trova la sofferenza (varie sono le allegorie della virtù e del vizio, i sacramenti…)

Per quasi tutte le rappresentazioni, i pittori hanno trasferito a colori e ingrandito le opere i cui modelli erano piccoli prototipi incisi su rame, utilizzando così un metodo tipico dell’epoca, quello della riproduzione.

La stanza dei principi

Nella camera da letto dedicata al soggiorno dei principi si possono osservare gli affreschi dedicati all’inizio della storia della salvezza, iniziando dalla parte orientale della stanza con la scena dell’Annunciazione a Maria. La stanza è molto lussuosa e in particolare i battenti delle porte sono molto decorati con rappresentazioni tridimensionali. Vari sono i legni utilizzati per questa stanza: legni di pero, abete rosse, ciliegio, tiglio, noce, ulivo, frassino comune e cirmolo.

La stufa in maiolica

 
La stufa in maiolica

La stufa situata al primo piano è una peculiarità della struttura: spicca nella stanza per il colore blu, circondata dalle pareti e dal soffitto in legno lavorati e pitturati in oro. La maiolica utilizzata è stata prodotta nel laboratorio di ceramica di Paul Pidensdorfer, mentre le pitture che la caratterizzano sono state attuate all’artigiano Georg Trabl di Bressanone. Due stemmi, quello del committente episcopale e quello del vescovo, e un terzo, quello della famiglia del vescovo, si trovano sotto l’arco a tutto sesto nel lato anteriore della stufa, mentre nelle altre 22 parti disegnate si possono osservare alcune scene della storia della salvezza (Antico e Nuovo Testamento). Vennero aggiungiti in seguito anche degli scudi araldici di Goldegg e Vukassovich.

La Cappella di Santa Caterina

 
Cappella di Santa Caterina

Andrea d’Austria, vescovo e cardinale che soggiornò al castello di Velturno nel 1596 per alcuni anni, fece realizzare al primo piano della struttura una cappella di piccole dimensioni, consacrandola a Santa Caterina d’Alessandria in nome di Caterina Madruzzo, la madre di Von Spaur. Nel 1599 il pittore Hans Schmid dipinse la scesa del martirio di Santa Caterina d’Alessandria nella pala rettangolare del piccolo altare; ai lati della scena principale si osserva sulla sinistra il momento della sua flagellazione e sulla destra la sua prigionia. Altre scene della sua vita erano rappresentate sulla volta, si è conservata solo la pittura degli angeli che portano sul Monte Sinai la salma della Santa. Per quanto riguarda l’arredo, la stanza fu arredata con semplicità e nel 1621 vennero ritrovati al suo interno solo i seguenti oggetti: una croce da altare, due tavole canoniche, due candelabri fatti di ottone, tre quadri d’alabastro, un calice su cui si trova lo stemma del principe Wilhelm von Welsperg e un lavabo su cui si trova invece lo stemma della casata d'Austria.

Bibliografia

  • Karl Wolfsgruber, Castel Velturno - costruzione e decorazione, Bolzano, Soprintendenza provinciale ai beni culturali, 1995.
  • Leo Andergassen, Castel Velturno: la residenza estiva dei principi vescovi, Ratisbona, Schnell & Steiner, 2010. ISBN 978-3-7954-2306-3
  • (DE) Jürgen Schönwälder, Das Fürstenzimmer von Schloss Velthurns, Bolzano, Athesia, 2011. ISBN 978-88-8266-764-1
  • I castelli del Trentino e Alto Adige, Trento, Kina Italia, ISBN 88-8180-032-2.
  • (DE) Andreas G. Hempel, Feldthurns. Ein Südtiroler Dorfbuch, Weger, 2013, ISBN 8865630779.

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