Kagemusha!/Sandbox
L'Azuma all'ancora a Portsmouth, 1900
Descrizione generale
TipoIncrociatore corazzato
In servizio conMarina imperiale giapponese
Ordine12 ottobre 1897
CantiereAteliers et Chantiers de la Loire, Saint-Nazaire, Francia
Impostazione11 febbraio 1898
Varo24 giugno 1899
Completamento28 luglio 1900
Radiazione1941
Destino finaleDemolizione nel 1946
Caratteristiche generali
Dislocamento9278 t
Lunghezza137,9 m
Larghezza17,74 m
Pescaggio7,18 m
Propulsione

Potenza installata: 13000 kW

Velocità21 nodi (38,89 km/h)
Autonomia7 000 miglia a 10 nodi (12 960 km a 18,52 km/h)
Equipaggio670
Armamento
Armamento
Corazzatura
voci di incrociatori presenti su Wikipedia

L'Azuma (吾妻) (a volte traslitterato arcaicamente come Adzuma) fu un incrociatore corazzato (Sōkō jun'yōkan) costruito per la marina imperiale giapponese negli ultimi anni '90 del XIX secolo. Dato che il Giappone non aveva una capacità industriale adeguata per produrre navi da guerra, la nave fu costruita in Francia. Partecipò in molte battaglie della guerra russo-giapponese e fu leggermente danneggiato durante la Battaglia di Ulsan e la Battaglia di Tsushima. L'Azuma iniziò la prima di cinque crociere d'addestramento nel 1912 e non vide il combattimento durante la prima guerra mondiale. Non fu mai formalmente riclassificata come nave scuola anche se servì esclusivamente in quel ruolo dal 1921, fino a che fu disarmata e resa un pontone nel 1941. L'Azuma fu ampiamente danneggiata durante un bombardamento nel 1945 e l'anno seguente fu demolita.

Storia e progetto

Il piano di espansione navale del 1896 fu stilato dopo la prima guerra sino-giapponese e includeva quattro incrociatori corazzati, in aggiunta a quattro corazzate, tutte da ordinarsi a cantieri d'oltremare dato che il Giappone non aveva le capacità per costruire domesticamente. Ulteriori considerazioni sul programma navale russo portarono la marina imperiale a pensare che navi ordinate non sarebbero state abbastanza. Limitazioni budgettarie bloccavano l'ordine di ulteriori corazzate e quindi si decise di aumentare il numero dei più convenienti incrociatori corazzati da quattro a sei, con l'idea che l'introduzione della superiore corazzatura Krupp gli avrebbe permesso di prendere parte ad una linea di battaglia. Il piano revisionato è comunemente conosciuto come Flotta Sei-Sei. Le prime quattro navi furono costruite da Armstrong Whitworth nel Regno Unito, ma le ultime due furono costruite in Germania e Francia. Per assicurare la compatibilità delle munizioni la marina imperiale giapponese richiese ai costruttori di usare gli stessi cannoni britannici delle prime quattro navi. In generale la marina giapponese fornì solo un disegno di massima ed alcune specifiche ai costruttori, per il resto ogni cantiere fu libero di costruire le navi come preferì. A differenza della maggior parte degli incrociatori del tempo, progettati per interdire il commercio nemico o difendere le colonie e i trasporti, l'Azuma e la sua mezza sorella furono progettate per fungere da esploratori della flotta e per poter combattere nella linea di battaglia.

Descrizione

 
Vista trasversale e pianta dell'incrociatore Azuma, da Jane's Fighting Ships 1904

La nave era lunga 137.9 metri fuori tutto e 131.56 metri tra le perpendicolari. Aveva un baglio massimo di 17.74 metri e un'immersione media di 7.18 metri. L'Azuma dislocava 9 278 t a carico normale e 9 953 t a carico massimo. La nave aveva un'altezza metacentrica di 0.85 m. Aveva un doppio fondo e lo scafo era suddiviso in 213 compartimenti stagni. L'equipaggio consisteva in 670 tra ufficiali e marinai.

L'Azuma aveva due motori a vapore a triplice espansione, ognuno collegato ad un elica. Il vapore per i due motori era prodotto da 24 caldaie Belleville con una potenza indicata totale di 13000 kW. La nave aveva una velocità di progetto di 21 nodi. Poteva trasportare fino a 1200 t di carbone per un autonomia di 7000 miglia nautiche a 10 nodi.

Armamento

L'armamento principale per tutta la Flotta Sei-Sei di incrociatori corazzati furono quattro cannoni 203/45 Armstrong Whitworth in due torrette binate a prora e poppa delle infrastrutture. Le torrette con movimentazione elettrica erano capaci di rotazione di 130°, un'elevazione di +30° e depressione di −5°. Le torrette ospitavano 65 proietti ma potevano essere ricaricati solo da porte sul fondo della torretta e sul ponte che premettevano ad un argano elettrico nella torretta di sollevare il proietto dalla polveriera. I cannoni erano caricati manualmente e la velocità di tiro era di circa 1.2 colpi al minuto. Questi cannoni potevano sparare proietti perforanti da 113.5 kg con una velocità alla volata di 760 metri al secondo e una gittata di 18 000 m.

L'armamento secondario consisteva in una dozzina di cannoni a fuoco rapido 152/40 EOC pattern Z. Otto di questi pezzi erano montati in casematte corazzate sul ponte principale e superiore e gli affusti sul ponte superiore erano protetti da scudi. I proietti ad alta perforazione da 100 libbre (45.4 kg) erano lanciati con una velocità alla volata di 700 m/s. L'Azuma era equipaggiata anche con una dozzina di cannoni a fuoco rapido 12 lb 12 cwt calibro 40 e otto cannoni Yamanouchi a tiro rapido da 2.5 libbre per la difesa a breve distanza dalle torpediniere. Quest'ultimo sparava proietti da 76 mm (3 '') da 3 libbre (1.5 kg) alla velocità alla volata di 719 m/s.

L'Azuma era equipaggiato con cinque tubi lanciasiluri da 475 mm, uno sopra il galleggiamento a prua e quattro tubi sommersi, due su ogni fiancata. Il siluro Type 30 aveva una testata di esplosivo da 100 kg e tre settaggi di distanza/velocità: 800 m a 27 nodi (50 km/h), 1000 m a 23,6 nodi (43.7 km/h) o 3000 m a 14.2 nodi (26,3 km/h).

Protezione

Tutti gli incrociatori corazzati della flotta sei-sei avevano lo stesso schema di protezione con differenze minori, una delle quali fu che le ultime quattro navi utilizzarono corazzature cementate Krupp. La cintura corazzata al galleggiamento correva per tutta la lunghezza della nave e lo spessore variava tra i 178 mm a centro nave agli 89 mm a prua e poppa. Aveva un'altezza di 2,13 m, di cui solitamente 1,5 m erano sommersi. Il corso di fasciame corazzato superiore era spesso 127 mm e si estendeva dal bordo superiore della cintura corazzata al pronte principale, per una lunghezza di 61,49 m tra la barbetta prodiera e quella poppiera. L'Azuma aveva solo una paratia trasversale corazzata da 76 mm che chiudeva la parte prodiera della cittadella corazzata.

Le barbette, le torrette dei cannoni e il davanti delle casematte erano tutte spesse 152 mm, con i lati e il retro delle casematte da 51 mm. Il ponte corazzato era spesso 63 mm e la torre di comando era spessa 356 mm.

Costruzione e servizio

Il contratto per l'Azuma, così chiamato dalla regione del Kantō, fu firmato il 12 ottobre 1897 con il cantiere Ateliers et Chantiers de la Loire, e la nave fu impostata nel cantiere di Saint-Nazaire il 1 febbraio 1898, varata il 24 giugno 1898 e completata il 29 giugno 1900. L'Azuma lasciò la Francia alla volta del Giappone il giorno successivo ed arrivò a Yokosuka il 29 ottobre. Il capitano Fujii Kōichi ne prese il comando prima dell'inizio della guerra Russo-giapponese, nel febbraio 1904, finchè non fu avvicendato dal capitano Murakami Kakuichi.

Guerra russo-giapponese

All'inizio della guerra russo-giapponese l'Azuma fu assegnato alla 2a Divisione della 2a Flotta. Il 9 febbraio 1904 partecipò alla Battaglia di Port Arthur, quando il viceammiraglio Tōgō Heihachirō condusse la Flotta Combinata in un attacco alle navi russe della Squadra del Pacifico ancorate appena fuori Port Arthur. Tōgō si aspettava che l'attacco notturno a sorpresa dei suoi cacciatorpedinere avrebbe avuto molto più successo, anticipando che i Russi sarebbero stati molto disorganizzati e indeboliti dall'attacco, ma in realtà si erano ripresi dalla sorpresa ed erano pronti per il suo attacco. Le navi giapponesi furono individuate dall'incrociatore protetto Boyarin, che stava pattugliando la costa e allertò la flotta russa. Tōgō decise di attaccare le difese costiere russe con il suo armamento principale e ingaggiare le navi con i cannoni secondari. Separare il fuoco si rivelò essere una scelta sbagliata dato che i cannoni giapponesi da 203 e da 156 mm infliggevano solo danni minori alla flotta russa, che concentrò tutto il fuoco sulle navi giapponesi con efficacia. Molte navi da entrambi i lati furono colpite ma i morti e feriti russi furono circa 150 mentre quelli giapponesi 90, prima che Tōgō disingaggiasse il combattimento.

All'inizio di marzo, il viceammiraglio Kamimura Hikonojō ricevette l'ordine di portare la 2a Divisione a nord e fungere da diversivo davanti a Vladivostok. Mentre cercavano navi russe nell'area, il 6 marzo gli incrociatori giapponesi bombardarono il porto e le difese costiere di Vladivostok, con effetti limitati. Al loro ritorno in Giappone, la 2a Divisione ricevette l'ordine di scortare i trasporti che stavano traghettando la Divisione delle Guardie Imperiali in Corea e poi di unirsi alle navi che stavano bloccando Port Arthur. Kamimura ricevette l'ordine di dirigersi a nord verso metà aprile per coprire il Mar del Giappone e difendere lo stretto di Corea da qualsiasi tentativo della Squadra Indipendente di incrociatori di Vladivostok, al comando del retroammiraglio Karl Jessen, di unirsi alla Squadra del Pacifico. Le due unità si persero per poco il 24 aprile a causa della nebbia fitta e i giapponesi procedettero verso Vladivostok, dove posarono diversi campi minati prima di tornare a Wonsan il 30 dello stesso mese.

La divisione non riuscì ad intercettare la squadra russa mentre questa il 15 giugno attaccava diversi trasporti a sud di Okinoshima, a causa della forte pioggia e della nebbia. I Russi uscirono in mare di nuovo il 30 giugno e Kamimura riuscì finalmente a intercettarli il giorno dopo vicino a Okinoshima. La luce stava tramontando quando i Russi furono individuati e furono però capaci di disingaggiarsi nel buio della notte. Le navi di Jessen uscirono nuovamente in mare il 17 luglio, con rotta verso la costa orientale del Giappone per creare un diversivo e attirare le forze giapponesi fuori dal Mar del Giappone e dentro il Mar Giallo. Le navi russe passarono attraverso lo stretto di Tsugaru due giorni dopo ed iniziarono a catturare navi dirette in Giappone. L'arrivo dei Russi davanti alla baia di Tokyo il 24 luglio portò il Comando Generale della marina imperiale giapponese ad ordinare a Kamimura di fare rotta per Capo Toi Misaki a Kyūshū, per paura che Jessen potesse circumnavigare il Giappone e raggiungere così Port Arthur. Due giorni dopo ricevette invece l'ordine di dirigersi a nord nel canale di Kii e poi il 28 luglio nella baia di Tokyo. Alla fine, il comando generale ordinò che la divisione il 30 luglio si dirigesse a Tsushima; nello stesso giorno fu ricevuta la notizia che le navi di Jessen erano passate dallo stretto di Tsugaru di prima mattina e il 1 agosto raggiunsero Vladivostok.

Battaglia di Ulsan

Articolo principale: Battaglia di Ulsan

Il 10 agosto le navi di Port Arthur provarono a forzare il blocco per andare a Vladivostok, ma furono respinte nella Battaglia del Mar Giallo. Jessen ricevette l'ordine di riunirsi al resto della flotta, ma l'ordine fu ritardato. I suoi tre incrociatori corazzati, il Rossija, il Gromoboi, e il Rurik, dovevano scaldare le caldaie e quindi non presero il mare fino alla sera del 13 agosto. All'alba raggiunsero Tsushima ma tornarono indietro quando non riuscirono a vedere nessun'altra nave della squadra di Port Arthur. A 36 miglia a nord dell'isola incontrarono la squadra di Kamimura, che consisteva dei quattro moderni incrociatori corazzati Iwate, Izumo, Tokiwa e Azuma. Le due squadre si passarono durante la notte senza identificarsi e tutte e due invertirono la rotta all'alba. Questo mise la flotta giapponese all'inseguimento di quella russa che si dirigeva a Vladivostok.

Quando alle 05:00 avvistò i Giapponesi, Jessen ordinò alle sue navi di virare verso nordest. Questi seguirono la mossa ma con una rotta leggermente convergente. Entrambi i lati aprirono il fuoco verso le 05:23 ad una distanza di 8500 m. I Giapponesi concentrarono il fuoco sul Rurik, l'ultima nave della formazione russa. Questa fu colpita rapidamente e iniziò a rimanere indietro rispetto alle altre navi russe. Jessen virò verso sudest per cercare di allontanarsi ma questa mossa accecò gli artiglieri russi con il sole che stava nascendo all'orizzonte, azzerando l'efficacia delle bordate russe. Verso le 06:00 Jessen girò di 180° a dritta, per cercare di raggiungere la costa coreana e permettere al Rurik di riunirsi alla squadra. Kamimura copiò la manovra alle 06:10 ma virò verso sinistra, mossa che aumentà la distanza tra le due squadre. L'Azuma ebbe quindi dei problemi alla propulsione e la squadra giapponese rallentò per uniformarsi alla sua migliore velocità. Il cannoneggiamento rincominciò alle 06:24 e il Rurik fu colpito tre volte a poppa, allagando il locale timoni; dovette quindi essere timonata con i due motori. La sua velocità continuò a diminuire, esponendolo sempre di più al fuoco giapponese, e verso le 06:40 il timone rimase bloccato tutto a sinistra.

Jessen fece un'ulteriore manovra di 180° per cercare di posizionare le sue due navi funzionanti tra i Giapponesi e il Rurik, ma quest'ultimo virò d'improvviso a dritta ed aumentò la velocità e passò tra le navi di Jessen e quelle nipponiche. Kamimura manovrò anche lui di 180°, così che entrambe le squadre si ritrovarono con rotta verso sudest parallele, ma Jessen rapidamente fece un ulteriore inversione di rotta. I Russi invertirono la rotta per la terza volta verso le 07:45 per cercare di nuovo di dare supporto al Rurik, anche se ora il Rossija stava andando a fuoco; I suoi incendi furono domati circa venti minuti dopo. Kamimura accerchiò il Rurik a sud verso le 08:00, permettendo così alle restanti due navi russe di dirigersi verso nord con una rotta libera per Vladivostok. Comunque Jessen tornò indietro verso le 08:15 e ordinò al Rurik di tornare coi suoi mezzi a Vladivostok, prima di riprendere la rotta verso nord alla massima velocità, circa 18 nodi.

In questo momento, i due incrociatori protetti più anziani di Kamimura, il Naniwa e il Takachiho, stavano arrivando da sud. Il loro arrivo permise a Kamimura di inseguire Jessen con tutti i suoi incrociatori corazzati mentre i due nuovi arrivati si occupavano del Rurik. Fu combattuta una battaglia di caccia con i Russi per la seguente ora e mezza; furono messi asegno abbastanza colpi da limitarne la velocità a 15 nodi. I motori dell'Azuma si ruppero di nuovo durante la caccia e fu quindi sostituito in linea dal Tokiwa. I Giapponesi si avvicinarono fino ad un minimo di 5000 m, ma Kamimura aumentò poi la distanza a 6500 m.

Verso le 10:00, l'ufficiale di artiglieria di Kamimura erroneamente lo informò che l'Izumo aveva già usato tre quarti delle sue munizioni, e quindi si ritirò dopo 5 minuti di fuoco rapido. Non voleva lasciare lo stretto di tsushima senza guardia e pensò di poter utilizzare le munizioni rimanenti sul Rurik, che nel mentre era stato affondato dal Naniwa e dal Takachiho, che si erano avvicinati fino a 3000 m per finire la nave nemica. I due incrociatori più anziani avevano trasmesso via radio a Kamimura dell'affondamento, ma questo non ricevette il messaggio. Poco dopo la virata dei giapponesi il Gromoboi e il Rossija furono forzati a fermari in panne per fare alcune riparazioni. Nessuna delle navi giapponesi fu seriamente danneggiata e l'Azuma durante la battaglia ebbe solo otto uomini feriti.

Il 30 dicembre l'Azuma e l'incrociatore corazzato Asama ricevettero l'ordine di pattugliare lo stretto di Tsugaru per prevenire la fuga di qualsiasi unità che avesse forzato il blocco navale per cercare di raggiungere Vladivostok. A metà febbraio l'Azuma fu sostituito dall'Iwate in modo che il primo potesse essere raddobbato.

Battaglia di Tsushima

Articolo principale: Battaglia di Tsushima

 
l'Azuma all'ancora, 1905 circa.

Mentre la Seconda e Terza Squadra del Pacifico russe si avvicinarono al Giappone il 27 maggio, dopo aver navigato fno a lì dal Baltico, lo Yakumo fu assegnato alla Seconda Divisione della Seconda Flotta, sotto il comando di Kamimura. I Russi furono scoperti da alcune navi giapponesi n pattuglia di primo mattino, ma la visibilità era limitata e la ricezione radio scarsa. Le informazioni preliminari furono abbastanza per far ordinare a Tōgō a tutte le sue navi di prendere il mare e la Seconda Divisione avvistò le navi russe, al comando del viceammiraglio Zinovy Rozhestvensky, verso le 11:30. Kamimura si avvicinò fino ad una distanza di circa 8000 m, prima di allontanarsi per unirsi alle corazzate di Tōgō. L'Azuma era la seconda unità di sei quando, alle 14:10, Tōgō aprì il fuoco sulla Seconda Squadra del Pacifico e, diversamente dalle altre navi della divisione, inizialmente ingaggio la corazzata Knyaz Suvorov. Alle 14:50, un proietto da 305 mm mise fuori uso il cannone poppiero di dritta da 203 dell'Azuma. Per le 15:00 la formazione russa era in disordine e alle 15:35 la Knyaz Suvorov apparì improvvisamente dalla nebbia ad una dsitanza di circa 2000 m. Tutte le navi di Kamimura aprirono il fuoco contro questa, con l'Azuma e l'incrociatore corazzato Yakumo che le lanciarono anche siluri, senza alcun effetto.

Dopo le 17:30 Kamimura guidò la sua divisione ad una caccia infruttuosa di alcuni incrociatori russi, lasciando le corazzate di Togo da sole. Verso le 18:03 interruppe la caccia e si diresse di nuovo verso nord per riunirsi con Tōgō. Le navi giapponese avvistarono il retro della linea di battaglia russa verso le 18:30 e aprirono il fuoco ad una distanza tra gli 8000 e i 9000 m. Non è conosciuto alcun effetto del fuoco degli incrociatori sui Russi e quindi il fuoco fu cessato per le 19:30 per ricongiungersi con Tōgō alle 20:08, dato che la notte stava calando. le navi russe sopravvissute furono avvistate la mattina successiva e le navi giapponesi aprirono il fuoco verso le 10:30, stando ad una distanza maggiore di quella a cui i nemici potessero effettivamente rispondere al fuoco. Il contrammiraglio Nikolai Nebogatov decise quindi di arrendersi dato che non poteva rispondere al fuoco o diminuire la distanza di tiro. Durante l'intera battaglia l'Azuma fu colpito da sette proietti grandi, principalmente da 305 mm, quattro da 152 mm e quattro da 75 mm. Questi fecero solo danni minori oltre alla distruzione di un cannone da 152 mm e dell'affusto di un cannone da 12 libbre.

Il 14 giugno l'Azuma (insieme allo Yakumo, e gli incrociatori corazzati Nisshin e Kasuga) fu assegnato alla Terza Flotta, sotto il comando del viceammiraglio Kataoka Shichirō, per catturare a luglio l'isola di Sakhalin.

Restante carriera

 
L'Azuma all'ancora in Australia, primi anni '10.

L'Azuma fu assegnato alla Squadra d'Addestramento il 20 aprile 1912, dove condusse crociere oceaniche a lungo raggio e addestramento dei cadetti dell'Accademia Navale Imperiale Giapponese. Dal 5 dicembre 1912 al 21 aprile 1913 la nave accompagnò l'incrociatore protetto ex-russo Soya in una crociera d'addestramento in Australia e sud-est asiatico, la prima di cinque crociere d'addestramento che avrebbe svolto. L'Azuma fu brevemente sollevato dal ruolo tra il 1 maggio e il 1 dicembre 1913, prima di iniziare una nuova crociera verso le Hawaii e il Nord America, insieme all'Asama, dal 20 april all'11 agosto 1914. La nave fu nuovamente rimossa dalla Squadra d'Addestramento il 18 agosto e non fu riassegnata fino al 1 settembre 1915, in preparazione della successiva crociera che durò dal 20 aprile al 22 agosto 1916 e si spinse fino a Australia e sud-est asiatico. Il mese successivo fu assegnata come nave ammiraglia della Squadra Cacciatorpediniere (Suiraisentai) 2 , a partire dal 1 dicembre 1916 al 28 marzo 1917, e poi nuovamente dal 4 agosto 1917 al 24 gennaio 1918. Agli inizi del 1917 l'Azuma fu mandato in missione diplomatica per riportare negli Stati Uniti il corpo dell'ambasciatore in Giappone George W. Guthrie, che era morto in servizio. La nave si riunì alla Squadra d'Addestramento il 10 agosto 1918, insieme al Tokiwa, e svolse le ultime due crociere d'addestramento nei due anni successivi. Dal 1 marzo al 26 luglio 1919 gli incrociatori visitarono i porti australiani e del sud-est asiatico e poi il Mediterraneo dal 24 novembre al 20 maggio 1920. L'Azuma lasciò la Squadra d'Addestramento il 6 giugno 1920.

Ultimi anni

Il 1 settembre 1921 la nave fu ridesignata come nave di difesa costiera di prima classe. In quel periodo i suoi motori erano in pessime condizioni e la settimana successiva divenne una nave scuola per le reclute del distretto navale di Maizuru. Nel 1924 furono rimossi quattro dei cannoni da 12 libbre, come anche i cannoni a tiro rapido da 2.5 libbre, aggiungendo solo un cannone antiaereo 76/40 Type 3 . Inoltre furono rimossi tre tubi lanciasiluri. Il 1 ottobre 1927 divenne una nave scuola statica per la scuola di ingegneria di Maizuru. L'Azuma fu ammodernata nuovamente nel 1930, includendo la sostituzione delle caldaie che ridussero la potenza installata a 7000 kW (9400 hp) e la sua velocità massima a 16 nodi (30 km/h). Quattro dei cannoni da 152 mm e altrettanti cannoni da 12 libbre furono rimossi.

L'Azuma fu radiato dalle liste della marina, disarmato e disallestito nel 1941. Il 18 luglio 1945 fu pesantemente danneggiato da un aereo della Task Force 38 della marina americana durante un attacco su Yokosuka. La nave fu demolita nel 1946.

Note

I^ "Cwt" è l'abbreviazione di hundredweight, 12 cwt è il riferimento al peso del cannone.

Bibliografia

  • Brook, Peter (2000). "Armoured Cruiser vs. Armoured Cruiser: Ulsan 14 August 1904". In Preston, Antony (ed.). Warship 2000–2001. Londra: Conway Maritime Press. ISBN 0-85177-791-0.
  • Campbell, N.J.M. (1978). "The Battle of Tsu-Shima, Parts 2, 3 and 4". In Preston, Antony (ed.). Warship. Vol. II. Londra: Conway Maritime Press. pp. 127–35, 186–192, 258–65. ISBN 0-87021-976-6.
  • Chesneau, Roger, ed. (1980). Conway's All the World's Fighting Ships 1922–1946. Greenwich, GB: Conway Maritime Press. ISBN 0-85177-146-7.
  • Chesneau, Roger & Kolesnik, Eugene M., eds. (1979). Conway's All the World's Fighting Ships 1860–1905. Greenwich, GB: Conway Maritime Press. ISBN 0-8317-0302-4.
  • Corbett, Julian Stafford (1994). Maritime Operations in the Russo-Japanese War, 1904–1905. Annapolis, Maryland: Naval Institute Press. ISBN 1-55750-129-7.
  • Evans, David & Peattie, Mark R. (1997). Kaigun: Strategy, Tactics, and Technology in the Imperial Japanese Navy, 1887–1941. Annapolis, Maryland: Naval Institute Press. ISBN 0-87021-192-7.
  • Forczyk, Robert (2009). Russian Battleship vs Japanese Battleship, Yellow Sea 1904–05. Botley, GB: Osprey. ISBN 978-1-84603-330-8.
  • Friedman, Norman (2011). Naval Weapons of World War One. Barnsley, GB: Seaforth. ISBN 978-1-84832-100-7.
  • Jentschura, Hansgeorg; Jung, Dieter & Mickel, Peter (1977). Warships of the Imperial Japanese Navy, 1869–1945. Annapolis, Maryland: United States Naval Institute. ISBN 0-87021-893-X.
  • Kowner, Rotem (2006). Historical Dictionary of the Russo-Japanese War. Historical Dictionaries of War, Revolution, and Civil Unrest. Vol. 29. Lanham, Maryland: Scarecrow Press. ISBN 978-0-81084-927-3.
  • Lacroix, Eric & Wells, Linton (1997). Japanese Cruisers of the Pacific War. Annapolis, Maryland: Naval Institute Press. ISBN 0-87021-311-3.
  • Milanovich, Kathrin (2014). "Armored Cruisers of the Imperial Japanese Navy". In Jordan, John (ed.). Warship 2014. Londra: Conway. ISBN 978-1-84486-236-8.
  • Silverstone, Paul H. (1984). Directory of the World's Capital Ships. New York: Hippocrene Books. ISBN 0-88254-979-0.
  • Welles, Benjamin (1997). Sumner Welles: FDR's Global Strategist : A Biography. Palgrave Macmillan. ISBN 0-312-17440-3.

Collegamenti esterni