Cosenza

comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Calabria
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«Consentia urbs magna Bruttiorum.»
«La città è costruita su un ripido pendio, sopra il punto dove due fiumi, provenienti dalle due opposte valli, confluiscono sotto un unico nome, quello del Crati… Cosenza ha interessi e meraviglie che danno la tentazione di girarla tutto il giorno. È inadeguato chiamarla pittoresca; a ogni passo, dall'inizio della strada principale al piede della collina fino al severo castello medievale che ne corona la sommità, c'è da stupirsi e da ammirare.»
«La mia diletta città potrebbe benissimo fare a meno di me, ma sono io che non posso fare a meno di essa. Essa che mi scorre nelle vene e che amo.»

Cosenza [co-sèn-za] /koˈsɛːntsa/ (Cusenza /kuˈsɛːntsa/ in dialetto locale) detta anche "città dei Bruzi" è una città calabrese capoluogo dell'omonima provincia. Il comune conta circa 70.000 abitanti e la provincia conta di 727.694 abitanti[1].

È una delle città più antiche della Calabria e sede dell'arcidiocesi di (Cosenza-Bisignano). L'area urbana cosentina è il risultato di un graduale processo di conurbazione iniziato negli anni '70 che ha dato origine all'attuale città policentrica che si estende senza soluzione di continuità nelle municipalità di Cosenza, Rende (sede dell'Università della Calabria), Castrolibero e Montalto Uffugo per un totale di circa 135.000 abitanti[senza fonte]. Si progetta a tal proposito un comune unico in grado di rendere Cosenza uno tra i punti nevralgici del meridione d'Italia[senza fonte].

Cosenza, che è l'ottantaduesimo comune italiano per numero di abitanti, il quarto della Calabria, era detta anche l'Atene della Calabria[senza fonte] per via del suo passato culturale; l'Accademia Cosentina, ad esempio, è la seconda del Regno di Napoli (1470-1650) e una delle primissime accademie fondate in Europa[senza fonte]. Ancora oggi Cosenza resta una città in cui arte e cultura affondano bene le proprie radici, lo testimoniano i vari musei, gli innumerevoli eventi tematici, le tante biblioteche tra cui la Biblioteca nazionale. Storicamente svolse il ruolo di Capitale dei Bruzi (o Bretti) ed in seguito della Calabria Citeriore (o Calabria latina). La sua collocazione geografica, a metà strada tra mari e monti, fra il Tirreno e l'arco appenninico della Sila, rende Cosenza una città strategica anche in chiave turistica.

Geografia

File:Cosenza-Crati e Busento.jpg
Confluenza del Busento nel Crati
 
la Provincia di Cosenza

Cosenza, il capoluogo di provincia più a nord della Calabria, sorge sui sette colli nella valle del Crati, alla confluenza di quest'ultimo con il Busento, che ha visto lo sviluppo della parte moderna lungo la sua riva sinistra. La città antica invece, pittoresca e tornata a nuova vivacità negli ultimi anni, è caratterizzata da vicoli erti, stretti e tortuosi con edifici posti sui colli Pancrazio, Guarassano e Torrevetere, a sinistra del Crati, mentre sono rare le abitazioni sul Gramazio, Triglio, Mussano e Veneri. È inoltre contornata dalla Catena Costiera meridionale (da dove svetta Monte Cocuzzo di formazione dolomitica calcarea e che molti ritengono invece erroneamente un vulcano spento) a ovest e che la divide dal mar Tirreno, e dalla Sila a est, l'altipiano boscoso in cui vive ancora il lupo, animale totemico della città stessa e simbolo della locale squadra di calcio.

La città si estende su una superficie di 37,2 km², ad un'altezza dal livello del mare pari a 238 m.

Storia

 
Morte di Alarico I, seppellito nel letto del fiume Busento

Le origini della città risalgono al IV secolo a.C., momento in cui il luogo era divenuto di importanza strategica per i Bruzi. Questi ne fecero la propria capitale da quello che si evince nel testo 3 - Strabone, Geografia, VI, 1, 4: l'origine del popoli dei Brettii ( F. Lassère, Strabon. Géographie, Tome III (Livres V et VI), Paris 1967), e le diedero il nome di "Consentia" o "Cosentia", derivante dal "consenso" espresso dalle altre città del Bruzio nel 356 a.C.. Durante la dominazione romana, Cosenza divenne una stazione della via ab Regio ad Capuam, meglio nota come via Popilia (o via Annia). Tito Livio riporta come nel 331 a.C., nelle immediate vicinanze della città, a Pandosia, morisse Alessandro I d'Epiro detto il Molosso, zio di Alessandro Magno. Si narra che nell'alveo del Busento. presso la città fosse stato sepolto in armatura, col suo cavallo e i suoi tesori, il re dei Visigoti Alarico, che dopo il Sacco di Roma del 24 agosto 410 d.C. era sceso fin nel Bruzio e stava assediando la città.


«Cupi a notte canti suonano Da Cosenza su 'l Busento, Cupo il fiume gli rimormora Dal suo gorgo sonnolento. Su e giù pe 'l fiume passano E ripassano ombre lente: Alarico i Goti piangono Il gran morto di lor gente.[...].»

(tradotta in italiano da Giosuè Carducci).


Fu dominio prima longobardo durante il quale divenne sede di Gastaldato del Principato di Salerno e poi bizantino, conosciuta col nome di Constantia, mentre durante la dominazione normanna fu capitale e sede del giustizierato Val di Crati e residenza di Ruggero II, Duca di Calabria. Sotto Federico II di Svevia che considerava Cosenza la sua sede preferita dopo Palermo e Napoli, fu completato e consacrato il Duomo, nel quale fu fatto seppellire il figlio primogenito Enrico VII, nato dal matrimonio con Costanza d'Aragona, morto suicida e in contrasto con il padre, che lo aveva condannato prima a morte, poi al carcere a vita. Sotto il dominio angioinie precisamente il 12 novembre 1434 mori' a Cosenza (che all'epoca era centro del ducato di calabria) il duca di Calabria Luigi III d'Angiò che venne colpito dalla malaria. Il periodo aragonese consacrò Cosenza la più importante città del reame nel campo del diritto(1494-1557), e la prima città dopo Napoli ad avere una cartografia. Durante l'occupazione napoleonica, alcune famiglie si schierarono con i Francesi, come la famiglia Zupi, alla quale appartenne il generale dell'esercito francese Daniele Zupi Marino, mentre altre restarono fedeli ai Borboni, come la famiglia Brazzalotto, i cui componenti furono eliminati con il massacro dei Brazzalotto, in seguito all'accusa di tradimento. Nel 1844, presso il Vallone di Rovito, furono fucilati, insieme ad altri 9 ufficiali, i fratelli Bandiera.

Hanno detto di Cosenza....

«Cosenza è una città dove una persona dabbene può divertirsi:ci sono uomini ricchi, nobili titolati, belle donne e persone non prive di cultura.»
«(...)Consentia addimandata da Strabone, Appiano Alessandrino nel 5° lib. et Plinio, Pomponio Mela, Antonino, Livio, Tolomeo, et dagli altri scrittori metropoli et capo dei Bruttij, secondo Strabone. Ella è posta per la maggiorparte circa la scesa del monte Appennino, abbracciando sette piccioli colli, sopra i quali vi è la maggiorparte degli edifici. Et per ciò tiene sette colli, per insegna. Poscia sopra il giogo del monte verso Mezzoggiorno, vi si vede una fortissima rocca, che riguarda al Settentrione, signoreggiando essa città et tutti i luoghi vicini. Ella è molto nobile, ricca et honorevole città, avvenga ch'io creda, che la fosse molto maggiore, et più honorevole,et ricca nè tempi antichi. Ben'è vero, che anche tiene il primato di questa Regione, et la sua Chiesa maggiore ha la dignità archiepiscopale: della quale, questi anni passati, era ornato Giovanni Ruffo dei Teodoli Forlivese, uomo saggio, prudente, et letterato che vi fece un sontuoso palagio. Ha buono e grasso territorio, che produce largamente grano, orzo et altre biade, con vino di diverse maniere, del quale fa memoria Plinio nel 6° cap. del 14° lib. annoverandolo fra i nobili vini, che si ritrovano intorno il mare Ausonio. Si raccoglie eziandio grande abbondanza d' olio et d'altri frutti, si come citroni,aranci, limoni, pomi, fichi et altri simili frutti. Vi sono altresi, in gran moltitudine, gli alberi moroni di nodrire i vermicelli(bachi) della seta. Ella è circondata da due lati dagli anzidetti fiumi, cioè dal Crati e dal Busento, per i quali ne risulta gran piacere e dilettazione. Oltre le cose, che vi abbondano quivi per la necessità dei mortali, vi sono eziando altre, per le delizie et piaceri.(...)»
«(...)Il Tribunale del Re, avendo qui la sua sede, attira nella città le parti in lite, e poi attraverso il governatore, gli assessori del tribunale ed una folla di avvocati rende la città più popolata e mette in circolazione più denaro(...). Oltre a questo, anche la fiera porta nella città molto denaro. Essa si svolge una volta all'anno ed è molto visitata dagli abitanti delle province limitrofe, allo stesso modo di quella di Salerno, anche se essa non è del pari cosi famosa all'estero. La sua istituzione risale all'epoca di Federico II di Svevia. Gli oggetti di terracotta, che si producono a Cosenza, sono molto ricercati nei paesi vicini, ed insieme con i piccoli manufatti di ferro, fra i quali vengono particolarmente indicati i coltelli,costituiscono un'importante fonte di sostentamento dei Cosentini.(...)»
«(...)Essendo ancora di buon'ora facciamo il giro della città, e ci rallegriamo alla vista del movimento che vi regna, e dalla facilità di potervisi procacciare tutti i comodi della vita. Dappertutto si mirano i resti del gran mercato che in questo giorno vi si tiene, a cui concorrono le popolazioni di tutti i circonvicini casali e villaggi.(...)Noi siamo incantati dai gentili modi che adornano le più distinte classi di questi abitanti, e ben presto ci troviamo circondati dai più ragguardevoli personaggi che si disputano la preferenza nell' offrirci ospitalità, assistenza e gentilezze di ogni genere. Passiamo gran parte della notte in mezzo a loro, ed anche da questa prima conversazione non ci è difficile giudicare dello spirito di perfezionamento, da cui sono animati, e della premura con cui promuovono l'agricoltura e le industrie.»
«(...)Cosenza è la patria di Telesio, il precursore di Bacone: il primo filosofo che abbia posta la filosofia sul vero suo campo, su quello del discernibile. Alcuni eruditi pretendono, nè so con quale appoggio, che qui sia nato pure Ponzio Pilato. Attualmente essa vanta le illustrazioni del prof. Tenore, uomo benemerito ai naturali studi. Evvi in questa città un' accademia, che per fondazione è la seconda d'Italia, e non mancano i suoi abitanti di soda cultura. Vi sono le arti tutte di necessità e di comodo, e si vedono persino nelle vetrine i figurini di moda di Parigi(...)»
«Cosenza fu costruita in mezzo a un territorio ricco e fertile e i suoi primi abitanti ne furono scacciati dai Bruzi, popolo bellicoso, abituato alla guerra e alla vita rude e penosa delle montagne della Sila. Essi cominciarono la nuova città Brettia, più tardi Consentia o Costantia, come alcuni la chiamano e le diedero ben presto una certa fama: Consentia urbs magna Bruttiorum dice Appio. I Romani sottomisero in seguito i Bruttii, ma il loro spirito d'indipendenza mal sopportò questo giogo;rivolte continue avevano luogo e poichè Annibale se ne era impossessato, essi sostennero quest'ultimo contro i loro oppressori.(...)E'una bella città, industriosa e di un certo commercio, situata in una contrada di una fertilità ammirevole ed estremamente pittoresca, ma dove l'antiquario perderebbe il suo tempo e la sua fatica.(...)»
«Dopo una gradevole discesa, la ricomparsa degli olivi annunciò che eravamo in prossimità di Cosenza, la quale, situata com'è in una valle, non è visibile da lontano. E'una grande città, che sorge alla confluenza del Crati e del Busento, che in questo punto hanno corsi irrilevanti. Il secondo è noto perchè scorre sul luogo dove fu sepolto Alarico, il re dei Visigoti, che, dopo aver saccheggiato Roma e distrutto l'Italia, mitigò le ansie del timido Onorio e le paure della Sicilia, che in precedenza aveva minacciato morendo, a Cosenza. Fu seppellito nel letto del fiume con i suoi trofei di guerra del cognato, e suo successore, Adolfo(Ataulfo). Per quella occasione, le acque vennero temporaneamente deviate da alcuni schiavi, che in seguito furono uccisi in modo da non poter rivelare il luogo di sepoltura, e impedire cosi che i suoi resti fossero soggetti all'indignazione di coloro i quali, memori delle sue crudeltà, erano desiderosi di violare la sua tomba. Cosenza fu la capitale dei Bruzi. Fiori'sotto i Romani. La sua posizione centrale, all'estremità di un'estesa valle bagnata dal Crati, era quanto di meglio si potesse desiderare per una grande città.(...)Il tribunale, posto su quella collina, è uno dei più begli edifici di tutto il Regno, e dal piazzale che si trova davanti ad esso la vista della parte opposta della città è singolare e sorprendente.(...)»
«Ecco Cosenza. Biancheggiante,tutta irradiata dal sole, siede regina del Vallo, signora dei Casali che da lei dipendono. E'priva di alti campanili perchè glielo vietano i frequenti tremuoti. Ma fà bella mostra di sè, come quella che posta dove il Vallo finisce, par che sia qual porto in cui tutte le ricchezze della provincia hanno ricovero, smercio e splendore. Non so come avvenga, ma all'appressarmi alla città sento l'intelletto inclinato a gravi pensieri; un sentimento d'amore e di gratitudine mi ricerca il cuore. Perchè fra quelle mura nacquero uomini che vanno ricordati, venerati e amati da quanti sentono amore per questa bella gloria d'Italia: quella a cui m'avvicino fu la città di Aulo Giano Parrasio, di Antonio Serra, di Sertorio Quattromani, di Galeazzo di Tarsia, di Francesco Salfi, di Bernardino Telesio; ed altri ed altri, che per gradi e dignità degnamente sostenute s'acquistarono una speciale rinomanza. Telesio!Alla sua fama è angusto il mondo. Le età lo salutano propugnatore del diritto della ragione su l'ipse dixit, riformatore magnanimo della filosofia, guida e precursore di Cartesio,e di colui il di cui occhio <<vide più che tutti gli occhi antichi. E il lume fu de' secoli futuri>>. Serra! La scienza della politica economica lo saluta maestro e fondatore. Bastano essi soli a dare fama immortale. Quando una città ha prodotto uomini siffatti può ben riposarsi per secoli. In quella città siede la rinomata accademia i di cui lauri antichissimi oggi rinverdiscono, mercè le industri curi e le nobile fatiche di chiarissimi ingegni. Che più? Dal grembo del suo clero uscirono prelati dotti e facondi; tutta una falange di difensori delle sacre dottrine e della fede; in lei sedettero prelati che andarono nei Concili a sostenere la chiesa di Cristo afflitta dalle eresie e dalle rilassatezze; in lei brillano alti prelati che poi furono principi di santa chiesa. E,come se tutte le glorie non bastassero, in Cosenza, fin dai primordi dell'arte che doveva mutare la faccia dell'universo, si videro impiegati i caratteri tipografici a perpetuare l'umano pensiero. Dunque il viatore che lesse nelle storie non può non mirarti con animo composto a gravità, o terra del sapere. Dunque salutiamola a capo scoperto. Chi s'appressa a Cosenza s'appressa all'Atene delle Calabrie(...).Ecco Cosenza. S'asside sulle due sponde del Crati, che la divide quasi per mezzo: due ponti congiungono le due parti distinte. A occidente la bagnano le onde del Busento:sette colli le fanno ghirlanda. Sette colli come Roma!Oh bella rimembranza per me!(...)Ecco Cosenza:è dominata da poggi ridenti e ombrosi, è cinta da giardini olezzanti, e da campi che sembrano giardini;diresti tutto ciò accomodato dalla mano di un'artista, inteso a formare un bel quadro che dilatasse la vista, e la sorprendesse a una volta(...).Ecco Cosenza:ha un teatro, un collegio, un seminario, scuole secondarie, scuole di mutuo insegnamento, un monte di pietà, una casa per mendichi, una per trovatelli, un orfanotrofio, un ospedale, dei librai, delle stamperie,dei caffè decenti, delle botteghe d'ogni specie, e ben fornite(...). Patria dei Bruzi fortissimi, prudente e saggia in pace, forte e temuta in guerra, vasta e rinomata. Lo attestano i ruderi antichissimi su cui dormono i secoli, e la voce degli scrittori che sopravvive ai secoli.(...)Con tante grandezze, con tanti onori, meriti che Italiani e stranieri, quanti sono coloro che hanno mente e cuore, ti visitino e a te s'inchinino.(...)»
«Cosenza, l'antica capitale della Calabria, chiusa fra alti monti, alla confluenza del Crati col Busento, ha strade lunghe, strette e tortuose, con antri e palazzi, bottegucce e negozi. Si vanta di essere l' Atene della Calabria, ed infatti nelle vetrine dei suoi libri notai alcuni libri di carattere più elevato di quelli che ebbi occasione di vedere a Catanzaro e a Reggio. A metà del suo <<Corso Telesio>> si incontra la superba cattedrale sveva, inaugurata da Federico II nel 1222, con la sua larga gradinata, semplice e comoda, che conduce alla facciata delle tre porte a breve arco acuto e dal grande rosone centrale. Nella parte alta della città vi sono case e palazzi con finestre e portoni durazzesche dei Sambiase, dei Cavalcanti, dei de Matera, dei Vaccaro, dei Ciaccio, ecc. Al sommo domina il vecchio castello, sontuosa sede imperiale al tempo degli imperatori svevi, e poi ricostruito (nel 1091) dal figliolo di Roberto il Guiscardo. Sulle vecchie mura di esso, dello spessore di oltre tre metri, ormai corrose dal tempo, ma che furono testimoni delle memorande lotte combattute dal popolo cosentino per ogni intolleranza civile e religiosa, il muschio verde e la gramigna si abbarbicano; però dal suo spiazzato, la vista della valle e dei monti, l'umile grazia del paesaggio vicino ed il carattere grandioso di quello lontano, si offrono allo sguardo oggi come nei tempi passati.(...).....nelle vicinanze di Cosenza molto probabilmente trovasi ancora oggi nascosto un tesoro da competere con quelli delle <<Mille e una notte>>, e che supera ogni umana immaginazione. Forse esso contiene ancora delle verghe provenienti dalla statua d'oro della Virtus, quella che i Romani fusero per pagare il riscatto imposto da Alarico. Essa rappresentava la Virtù Virile e, dopo averla distrutta nell'anno 410, secondo quanto dice un vecchio storico, <<ogni coraggio ed onore perirono in Roma>>.(...)»
«Soffia nella città vecchia l'aria della vecchia Napoli. Una congerie di edifici, quasi una casbah piena di nobili avanzi, copre la collina rapida, percorsa da vicoletti tortuosi, rotta da gradinate e sottopassaggi. Vi si stipano case popolari, talvolta con le scale esterne a pergolato, palazzi signorili, chiese; quasi agglomerando tutti i detriti degli stili che signoreggiano a Napoli, dal gotico al catalano. La vita brulicante di questi vicoli cola sulla via maggiore, che li costeggia al margine, e si chiama corso Telesio. E' una Spaccanapoli stretta, erta, anch'essa tortuosa, battuta a precipizio da carrozzelle cigolanti: un campionario di suoni meridionali, secondo la definizione che ho letto, forse perchè si concentrano in poco spazio come api in un alveare. Si radunano qui i contadini che scendono dalla Sila. Le bottegucce espongono in nature morte i cibi tipici locali: caciocavallo, pecorino, le caciotte silane imbottite di burro, i fichi secchi con la mandorla o con la noce, l'uva passita e i fichi avvoltolati a palla e incartocciati nelle foglie di lauro, la mostarda d'uva; cibi pastorali o agresti, che alimentano da tempo piccole industrie. A tre quarti di strada sono il Duomo e l'arcivescovado, che ci colpisce entrandovi per il suo degno aspetto, insieme di mistero e di banca; il clero è potente a Cosenza, ed un energico arcivescovo, nemico, a quanto mi è stato detto, del ballo, ne controlla il costume.»
«Io attraverso il ponte San Domenico, nel punto in cui due fiumi si congiungono: il Busento, il Crati, come due braccia, serrano nella loro ansa la città del Medioevo che sale a piramide lungo una collina, verso l'imponente castello arabo-normanno. Cosenza conservò, sotto tutti i successivi conquistatori (Svevi, Angioini, Aragonesi), le sue franchigie municipali,i suoi privilegi di città libera e di sede arcivescovile; ignorò le servitù feudali delle campagne. Giunse anche ad aiutare la rivolta dei casali (i centri campagnoli dei dintorni legati a lei da una comune autonomia e da un godimento di certe terre di proprietà demaniale o comunale) contro i signori feudali. <<Rivolta atroce>>, riferiscono le vecchie cronache. Soprattutto quella del 1461.

Cosenza fu il centro di una civilà urbana diventata chiara, si riuni' ai Francesi nel 1799, fu a turno carbonara, mazziniana, patriota, fino all'unificazione dell'Italia nel 1860. E se io richiamo qui il suo passato, è che non è soltanto un ricordo libresco; esso ha lasciato delle impronti indelebili nei suoi monumenti e nelle sue mura.(...)»

«(...)Bernardino Telesio fa da maggiordomo e ci dà il benvenuto a Cosenza, l'Atene calabrese. Più degno rappresentante non potevamo incontrare. Cosenza è una città del tutto diversa dalle altre calabresi. Nell'ampia vallata, attorniata dalle sue ridenti montagne, già la sua posizione è originale, ricca di aria e di spazio. La sua parte moderna è pianeggiante, ha tutto il respiro possibile, corre con i suoi corsi verso l'aperta valle. La parte antica invece risale la corrente, si restringe nella gola, si arrampica sulle colline con visioni che mi richiamano, chissà poi perchè, la Pigna di S. Remo. La sua atmosfera è ancora più differente.

Qui non brillarono le stelle della Magna Grecia. Fu anzi la capitale del loro peggiore nemico, il Bruzio, il centro attorno cui le fiere tribù montanare si raccolsero ogni qualvolta si trattò di respingere l'eccessiva pressione delle colonie greche costiere. Ce lo attestano Plinio e Strabone. Scarsa fu l'influenza bizantina, chè fin qui arrivava già il vento longobardo da Benevento. Cossicchè da questa differenza di origini la città si è sviluppata con un carattere proprio, spigliato, evoluto, commerciale e nel tempo intellettuale. Ed anche la storia della città in molte epoche si è allontanata da quella della restante Calabria(...). Dal ponte di Cosenza guardo i due corsi d'acqua riunire i loro destini per proseguire insieme la loro corsa nella vallata e nella storia. La bonifica ha mutato l'aspetto della piana. Dopo millenni la terribile nemica, la malaria, è stata debellata e fertili campi si stendono al posto della palude. Ma l'enorme vallata, è là a testimoniare l'opera del fiume, quando esso era signore impetuoso, anche se oggi, imbrigliato, si è piegato umilmente alla volontà dell'uomo. Quante leggende e quanta storia raccontano il gorgoglio di queste acque. In quale punto del loro corso esse passano sulla terra cui dorme da millenni Sibari la splendida, diventata ormai misteriosa? Quante illustri vittime questa valle ha preteso nel corso dei secoli, scegliendole da tutte le razze che si sono avventurate fin qui. Da Alessandro il Molosso, re dell'Epiro, lo zio di Alessandro Magno, che qui terminò il tentativo di emulare in occidente le gesta del nipote, nel 355 a.C., per mano dei Lucani e Bruzi collegati a Ibrahim che, nel 902, dalla natia Arabia venne qui a pagare il suo tributo di sangue, ad Enrico, <<rex Romanorum>>, ad Arrigo cioè, il figlio ribelle di Federico II(1242), alla dolce Isabella d'Aragona(1271) e Luigi III d'Angiò(1434), lo sposo di Margherita di Savoia, figlio adottivo di Giovanna II di Napoli. Scorre lenta, quasi solenne, l'acqua sotto il chiarore lunare. Nel silenzio della notte, mentre tutta Cosenza dorme, brilla in essa, qua e là, il riflesso delle lampade elettriche. Luci misteriose sembrano fiaccole che si aggirano sul greto del fiume. A poco alla volta cominciano ad echeggiare al mio orecchio i celebri versi della Ballata del Platen, <<Bei Busento>>. Ecco ancora l'altra illustre vittima, l'altro tesoro gelosamente nascosto: Alarico, <<raptor urbis>>...Anche questo è uno dei misteri di questo angolo tanto antico della terra di Calabria. Un tale tesoro, ingente per valore materiale e storico, è stato molte volte ricercato. Finanche nel 1937, con l'aiuto della radiothesia. Ma le acque della vallata sanno ben custodire quanto è loro affidato(...). Questa strana acqua, che sembra quasi dotata di una sua propria radioattività vendicativa verso tutti grandi personaggi che hanno ardito avvicinarsi ad essa.»

«Qui (a Cosenza) la Calabria dimentica di essere greca, ed è tutta italiana. Qui la Calabria si libera dall'aspro ed è tutta gentile. Alarico calò in Italia per le medesime ragioni per cui in tempi posteriori vi calò Goethe, vi calò Wagner, vi calò Bocklin, vi calavano i germani gonfio il petto di Sehnsucht.(...)Di venire in Italia glielo aveva suggerito una quercia, incontrata diversi anni prima in Tessaglia. L'Italia egli l'amò anche prima di vederla Melisenda da Tripoli.(...)Scese in Calabria. Pensava di passare in Africa. Qualcuno, un anticipato funzionario probabilmente di Palazzo Chigi, gli aveva detto che per possedere saldamente l'Italia bisognava prima possedere la Libia. Ma traversare il mare, sbarcare sulle sabbie e fra i leoni, l'inconsolabile amante di Roma non se la senti'. Meglio chiudere l'infelice amore, malaria aiutando, in questa estrema punta d'Italia, in cui il Busento si unisce al Crati, sotto il ponte che oggi porta il suo nome, e per dormire si tirò su le acque del fiume, come altri si tira su il coltrone.»

Demografia

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[2]

Popolazione e lingua

 
Castello Svevo
  Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto calabrese.

Il dialetto cosentino (u dialettu cusentinu), come per tutta la Calabria del nord (corrisponde approssimativamente alla storica divisione amministrativa "Calabria Citeriore"), è di tipo napoletano. Il "cosentino" è fortemente influenzato sia dal greco che dal latino, ma grazie anche alle tante dominazioni storiche, dallo spagnolo e dal francese. Si differenzia molto dal resto dei dialetti calabresi per sintassi, per forme verbali (non è infatti presente la forma verbale del passato remoto derivante dal perfetto latino) e per pronuncia. Il vero dialetto cosentino, ha ormai quasi completamente lasciato il posto ad una sua "italianizzazione" e viene parlato soprattutto nei quartieri storici e dalle persone più anziane e da qualche cultore del vernacolare. Il dialetto cosentino consta di una dialettica con parole spesso mozzate ed in alcuni casi appena accennate. Fortemente caratterizzato dalla pronuncia lunga e dilatata delle vocali e dalle variazioni dell'intonazione (uniche nella regione), questo dialetto si differenzia moltissimo dal resto della sua provincia; è infatti noto che già il dialetto dei paesi limitrofi alla città, pur non avendo quasi differenze nei termini, cambia moltissimo proprio nella pronuncia.

Trasporti e mobilità urbana

 
L'Autostrada A3

Arterie stradali principali

Le due Principali arterie che attraversano Cosenza sono:

Trasporto su ferro

  • Vaglio Lise, Piazza della Sila (Ferrovie dello Stato) (Ferrovie della Calabria)
  • Cosenza Centrale, Piazza Matteotti(Ferrovie della Calabria)

Trasporto aereo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Aeroporto di Lamezia Terme.

Il più vicino aeroporto è quello di Lamezia Terme (Cz). Dista da Cosenza circa 71km ed è ben collegato grazie alla Autostrada A3.

Trasporti pubblici urbani

 
Il terminal dei bus presso la stazione ferroviaria di Vaglio Lise

Il trasporto urbano cosentino si basa sulla rete Binbus. Binbus, nasce con la convenzione firmata da Amaco, Consorzio Autolinee, Ferrovie della Calabria, Trenitalia e Costabile Bus, e si concretizza in un sistema di integrazione tariffaria che va incontro non solo alle esigenze dei cittadini residenti in città ma anche dei viaggiatori che quotidianamente giungono a Cosenza dalla provincia in treno o in autobus e che poi hanno bisogno di spostarsi nell'area urbana. Sostanzialmente il Binbus permette di utilizzare un unico biglietto a tempo, che può essere usato su tutti i mezzi delle cinque aziende su citate all'interno dell'area urbana (denominata Zona Gialla). Ed inoltre, con un unico biglietto a tariffa variabile basata sul chilometraggio, permette ai viaggiatori provenienti da fuori di potersi muovere liberamente anche nell'area urbana.

Trasporto urbano su gomme

  • La rete di trasporti pubblici nell'area urbana cosentina è gestita da
    • Amaco Spa che gestisce l'intera città di Cosenza e parte di Rende e Castrolibero;fra i vari autobus in servizio ce ne sono alcuni più moderni e caratteristici, di color "Rosso Londra"
    • Consorzio Autolinee che gestisce l'intera città di Rende e parte di Cosenza e Castrolibero

Trasporto urbano su ferro

  • Le due stazioni ferroviarie cittadine sono collegare fra loro con un servizio di trenini gestito dalle Ferrovie della Calabria.
  • Attualmente è in via di progettazione la Metropolitana Leggera di superficie, che attraverserà la città, per poi arrivare alla cittadella universitaria, secondo il progetto dovrebbe attraversare anche i comuni di Castiglione Cosentino, Rende e Settimo di Montalto Uffugo, con una probabile linea secondaria che toccherà C.da Andreotta di Castrolibero.

Autolinee

  • Nella città è presente una importante stazione degli Autobus che viene utilizzata da quasi tutte le aziende che collegano Cosenza con la provincia e la regione, effettuando corse urbane, provinciali, regionali, nazionali, ed internazionali. Nell'ambito dell'area urbana di Cosenza esiste Binbus, un progetto di integrazione tariffaria fra Ferrovie della Calabria, il Consorzio autolinee, l'Amaco e Trenitalia che ha introdotto un unico biglietto per viaggiare nell'area urbana stessa.

Trasporto alternativo

  • Scale Mobili. Il centro storico è dotato di una serie di scale mobili e tapis-roulant che collegano il quartiere dello Spirito Santo a piazza XV Marzo

Cultura

 
Liceo Classico Bernardino Telesio

Le radici di Cosenza si perdono nel lontano 600 a.c. dove i Brettii si erano insediati sul colle Pancrazio. Nell'antichità era nota come l'Atene della Calabria, perché sede della Accademia Cosentina che ha dato i natali nel 1508 al filosofo Bernardino Telesio, primo pensatore non-aristotelico e perciò detto "Primo degli Uomini Nuovi". Il dialetto cosentino ha la personalità per ambire a descrivere la letteratura cosiddetta alta. Tra i poeti dialettali spicca Michele De Marco, in arte Ciardullo e dal figlio (ora residente a Milano) Ciccio De Marco. Lo spirito goliardico dei poeti in lingua è stato ripreso negli ultimi anni da alcuni siti internet cosentini.
I principali poli dell'attività teatrale cosentina sono il Teatro di tradizione A. Rendano , dedicato ad Alfonso Rendano, e il Teatro Stabile d'Innovazione della Calabria Centro Rat - Teatro dell'Acquario.
Arte e cultura sono promosse quotidianamente da numerose associazioni sparse sul territorio. Tra le tante spicca il Laboratorio d'arte e di libero pensiero Il Graffio che nel corso del 2008 diviene promotore del nuovo filone artistico e culturale delle Eccedenze Creative.
A Cosenza operano inoltre gruppi attivi nel campo dell'informatica come il CSLUG, l'HackLab Cosenza e un' associazione culturale di retrocomputing, VerdeBinario.
Da pochi anni è stata creata una grande struttura, denominata Città dei Ragazzi, che prevede numerose attività rivolte ai più piccoli suddivise in quattro diversi edifici, gli "scrigni" (ludoteca, laboratori, municipio, comunicazione e spettacolo, più uno Spazio Verde). Il centro, insieme alla Biblioteca dei Ragazzi e ad alcune ludoteche, è il risultato delle politiche giovanili intraprese dalle ultime amministrazioni. È inoltre in fase di realizzazione un Planetario il cui progetto è curato dall'architetto Antonio Monestiroli, preside della facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano.
L' area urbana cosentina è spesso associata all'Università della Calabria (Unical), fondata nel 1972 con circa 40.000 iscritti è la maggiore delle università calabresi e - secondo la classificazione Censis - La Repubblica - una delle migliori tra le università di medie dimensioni. L'ateneo si trova ad Arcavacata frazione del comune di Rende. A Cosenza è inoltre presente una radio libera e popolare chiamata Radio Ciroma che ormai da molti anni è un punto di ritrovo cultural-musicale per le tendenze alternative e giovanili.

Musei e gallerie

  • Museo Civico Archeologico
  • Museo delle Rimembranze
  • Museo all'aperto (Map)
  Lo stesso argomento in dettaglio: Museo all'aperto.
 
Cosenza: Museo all'aperto (Map): San Giorgio e il drago. Salvador Dalì
Il corso principale della città, Corso Mazzini, è diventato da poco isola pedonale ed ospita adesso una galleria d'arte "en plein air", il Museo all'aperto (abbreviato in Map o a volte, Mab, dove l'ultima lettera ricorda il nome del suo ideatore). Si tratta di una serie di sculture di artisti di calibro internazionale donate alla città da un facoltoso collezionista (Carlo Bilotti, morto a New York nel dicembre del 2006 ). Il percorso, che ingloba anche alcune sculture già presenti e quindi estranee alla donazione, inizia in Piazza dei Bruzi e termina in Piazza Bilotti (già Piazza Fera) ed al momento è possibile ammirarvi, tra gli altri, i Bronzi di Sacha Sosno, la Grande Bagnante di Emilio Greco, San Giorgio e il Drago di Salvador Dalì, Ettore e Andromaca di Giorgio De Chirico, Il Cardinale di Giacomo Manzù, quattro Paracarri e la Bifrontale di Pietro Consagra, nonché, da poco, anche il Lupo della Sila di Mimmo Rotella.
File:Lupo della sila COSENZA.JPG
Cosenza: Museo all'aperto (Map): Il Lupo della Sila. Mimmo Rotella

È stata altresì annunciata la collocazione di altre opere di Sosno nel tratto sud dell'area pedonale.[3].

Il palazzo, iniziato a costruire agli inizi del XVI secolo da Bartolo Arnone, fu venduto allo stato prima del suo completamento. Fu prima sede del Tribunale e della Regia Udienza, e col tempo assunse la funzione di carcere. Dopo il trasferimento del carcere, ed un periodo di abbandono, iniziarono i lavori per l'adattamento della struttura a sede museale. Vi trova collocazione permanente una pinacoteca, con opere di Pietro Negroni, Mattia Preti, Luca Giordano e altri, ed è sede di varie mostre temporanee di alto profilo.

Mostre

Biblioteche

Elenco delle principali biblioteche cosentine

La Biblioteca Nazionale di Cosenza inizialmente nasce come sezione distaccata della Biblioteca Nazionale di Napoli per D.M. del 3 novembre 1978. La sua attività ha inizio nel 1985 con l'acquisto dell'ex edificio Seminario Vescovile di Cosenza. Nel 1991, grazie al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Biblioteca Nazionale di Cosenza assume piena autonomia.

La Biblioteca Civica di Cosenza, ha sede nel centro storico della città bruzia, nella splendida piazza XV Marzo, ed è strettamente legata alla storica Accademia Cosentina che la istituì nel 1871.

  • Biblioteca dei Ragazzi
  • Biblioteca dell'Archivio di stato di Cosenza
  • Biblioteca ecclesiastica SS. Crocifisso
  • Biblioteca provinciale di Cosenza
  • Biblioteca arcivescovile del Seminario cosentino
  • Biblioteca del Conservatorio di musica Stanislao Giacomoantonio - Convento di Santa Maria delle Grazie
  • Biblioteca del Centro jazz Calabria - Archivio discografico Centro di documentazione sonora
  • Biblioteca della Fondazione Antonio Guarasci
  • Biblioteca della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico - PSAE - Palazzo Arnone
  • Biblioteca del Liceo classico Telesio

Monumenti

 
Duomo di Cosenza

Il centro storico di Cosenza è degno d'essere visitato. Dalla fontana dei 13 canali si può assaggiare l'acqua proveniente dall'acquedotto dello Zumpo in Sila, leggera e dissetante; lungo il corso Telesio si trovano la Casa delle Culture e il Duomo del 1100, mentre su uno dei sette colli (il Pancrazio) si staglia la figura del Castello Svevo, imponente fortezza anch'essa millenaria che fu roccaforte di Federico II di Svevia, lo "Stupor Mundi", imperatore-magnate profondamente innamorato della città.

 
Madonna del pilerio

Da visitare: la biblioteca nazionale e i conventi di San Gaetano e San Domenico con le relative chiese. Interessante è anche Palazzo Arnone sul colle Triglio, ex sede del Tribunale, e del carcere, ora restituito all'antico splendore e trasformato in sede della Galleria Nazionale, presso la quale è possibile ammirare l'originale icona della Madonna del Pilerio protettrice di Cosenza e la Stauroteca, preziosissima croce-reliquiario donata da Federico II alla città in occasione della riconsacrazione della Cattedrale (1222), oltre che opere di vari pittori meridionali tra cui Pietro Negroni, Mattia Preti e Luca Giordano. Ancora in corso i lavori al Complesso Monumentale di Sant'Agostino, che ha già ospitato la mostra Opere della Collezione Bilotti - da Picasso a Warhol e che sarà la sede del costruendo Museo dei Bruzi.





 
Fontana "13 Canali"


Altri monumenti

 
Teatro Rendano, Statua di Bernardino Telesio

Altri luoghi da visitare del Centro Storico e dei suoi immediati dintorni:

Eventi

  • Capodanno Cosentino Da diversi anni il Capodanno cosentino è uno dei più apprezzati e affollati d'Italia poiché ha richiamato artisti di levatura internazionale tra i quali Franco Battiato, Lucio Dalla, Jovanotti, Khaled, Noa e Blues Brothers, Goran Bregović, Gianna Nannini,Patty Smith, Irene Grandi, Renzo Arbore, Gigi D'Alessio: il tema dei concerti e delle iniziative collaterali è la pace.
  • Fiera di San Giuseppe A marzo, per una decina di giorni, alcune strade della città e i lungofiumi accolgono la grande Fiera di San Giuseppe, sempre attesa e amata dai cosentini; questa si sviluppa partendo dalle strade ai piedi del centro storico fino ad arrivare al Viale Parco di recente costruzione (rinominato viale Giacomo Mancini, dopo la scomparsa del compianto sindaco). Nel 2006 si è avuto un record del numero di espositori con la presenza di circa 750 bancarelle.
    • San Giuseppe Rock In occasione della Fiera di San Giuseppe, inoltre, si tiene un festival musicale chiamato San Giuseppe Rock
    • Fiera Inmensa La Fiera Inmensa o "festa dell'accoglienza", è dedicata ai migranti ed extracomunitari) che nei giorni della Fiera di San Giuseppe giungono numerosi in città per vendere la loro mercanzia.
  • Cupole Geodetiche Cosenza è inoltre dotata di un "quartiere fieristico", le cosiddette Cupole Geodetiche, che ospitano durante l'anno diverse fiere e mostre-mercato importanti per il territorio; l'appuntamento più consolidato è quello con la Fiera Campionaria Nazionale che si tiene nella settimana del 1° maggio.
  • Festa delle Invasioni Si svolge nel mese di luglio nel centro storico.
  • Fiera del Cioccolato Nel mese di ottobre, l'isola pedonale di Corso Mazzini si riempie di stand che espongono cioccolato artigianale, sia locale che nazionale.
  • Sagra del Vino D.O.C Ogni anno si svolge nella frazione di Donnici una sagra del vino D.O.C., meta d'incontro per tutti quelli che amano assaporare il gusto della cucina calabrese e visitare centri storici. Quello della frazione, per l'occasione, viene animato da bands emergenti,giocolieri di prestigio e naturalmente ospita vari stands gastronomici.
  • Calabria film festival Si svolge ad ottobre nel capoluogo bruzio

Religione

 
Chiesa di San Domenico, cupola

Principali luoghi di culto cittadini

Cucina

Specialità gastronomica tipica cosentina sono i Cuddrurieddri (ciambelle salate preparate per la ricorrenza dell'Immacolata e successivamente in tutto il periodo natalizio), turdiddri e scaliddre (dolci natalizi, il primo solitamente ricoperto di miele di fichi locale, i secondi di glassa di zucchero), fusilli (pasta fresca), pasta e patate ara tijeddra, patate e pipareddre (peperoni) fritte, broccoli di rapa e salsiccia. Dolce tipico del 19 marzo (San Giuseppe) sono le Zeppole.

Enti e istituzioni

Ospedali e cliniche

  • Ospedale Civile dell'Annunziata
  • Ospedale Mariano Santo
  • I.N.R.C.A. Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico IRCCS
  • Casa di Cura "La Madonnina"
  • Policlinico "Sacro Cuore"
  • Casa di Cura "M.Misasi"
  • Casa di Cura "Santoro"
  • Casa di Cura "Scarnati"
  • Casa di Cura "Villa del Sole"
  • Casa di Cura "Villa Ortensia"
  • Casa di Cura "Villa Verde"
  • Casa di Cura "S.Lucia"

Sport

Principali impianti sportivi

  • Stadio San Vito (calcio)
  • Impianto sportivo Torricelli
    • Campo di calcio/rugby in erba
    • Campo di calcio in terra battuta
    • 2 campi di calcetto in erba sintetica
    • 2 campi coperti polivalenti in sintetico (tennis, calcetto. pallavolo)
    • Campo centrale polivalente in sintetico (attività federali amatoriali, calcio, rugby, calcetto, tennis, pallavolo)
  • Impianto sportivo atletica leggera
    • Pista di atletica a sei corsie
    • campo interno alla pista adibito a sport di atletica leggera
    • Percorso campestre in terra battuta
    • 2 campi da tennis
  • Impianto sportivo natatorio
    • Tipologia impianti al coperto:
      • Vasca 25.00x16.80x2.00
      • Vasca bambini
      • Vasca tuffi 12.50x10.00x4.50
    • Tipologia impianti scoperti:
      • Vasca olimpionica
      • Piattaforme tuffi H. 1.00-3.00-5.00-7.50-10.00
  • Pala "Ferraro" sito in via Popilia (pallavolo, pallacanestro)
  • Palazzetto dello sport di via Casali (calcetto, pallamano,pallavolo, tamburello)
  • Palazzetto dello sport di Donnici (calcetto,pallamano, pallavolo)
  • Miniautodromo
  • Bocciodromo
  • Pattinodromo
  • Impianto sportivo per la scherma

Principali società sportive

Calcio: La squadra di calcio è la Fortitudo Cosenza Calcio, che attualmente milita nel Campionato Nazionale Dilettanti - Girone I

Basket: La squadra di Basket (MC Basket Cosenza) milita nel campionato di Serie C1

Pallavolo: L' Associazione Sportiva Cosenza Pallavolo, milita nel campionato di Serie C

Pallamano: La squadra di pallamano ("Pallamano Cosenza") milita nel campionato di Serie A2

  • A Cosenza e in Calabria la pallamano ha fatto la sua apparizione negli anni 1976/1977 grazie al contributo degli allenatori Federico Aretano (allora delegato provinciale della FIGH presso il CONI di Cosenza), Enzo Grano e della Polisportiva Panathlon di Spezzano della Sila.

Pallanuoto: La squadra di pallanuoto ("A.S. Cosenza Nuoto") milita nel campionato di Serie C

Rugby: La squadra di rugby "Università Rugby Cosenza" milita nel campionato di Serie C.

Scherma: La squadra di scherma "Club Scherma Cosenza" milita nel campionato di Serie B1

Boxe: La società che rappresenta la città in questa disciplina è l'AS Boxe Popolare, che svolge la propria attività a contrada Caricchio presso l'ex villaggio del Fanciullo.

Ciclismo

Le tappe del Giro d'Italia a Cosenza

Olimpiadi

Il 29 dicembre 2005 Cosenza è stata tappa del viaggio della Fiaccola olimpica per le olimpiadi invernali di Torino 2006.

Amministrazione comunale

 
Il Comune: Palazzo dei bruzi
  Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Cosenza.

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Galleria fotografica

Personalità legate a Cosenza

  Lo stesso argomento in dettaglio: Personalità legate a Cosenza.

Note

  1. ^ Popolazione residente al 1 Gennaio 2007 secondo i dati Istat
  2. ^ Dati tratti da:
  3. ^ L'annuncio sul sito del Comune.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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