Legione Autonoma Mobile Ettore Muti
La Legione autonoma mobile Ettore Muti era un corpo militare italiano composto principalmente da elementi raccogliticci del fascismo milanese, integrati da volontari delle Camicie Nere e della ex-milizia Fascista, che fu costituito ed operò nei territori della Repubblica Sociale Italiana, principalmente nella Provincia di Milano. Il corpo fu intitolato al pluridecorato eroe della Prima Guerra Mondiale, della Guerra Civile Spagnola, e della Seconda Guerra Mondiale Ettore Muti, ex gerarca del Fascismo, ucciso dai servizi segreti del governo provvisorio di Pietro Badoglio nell'Agosto 1943. La Legione "E. Muti" si rese colpevole di rastrellamenti indiscriminati di civili sospettati di collaborare con il movimento della Resistenza, di torture, di fucilazioni sommarie, e di gravi e costanti violazioni dei diritti umani e civili durante il periodo della guerra civile Italiana (8 settembre 1943/25 Aprile 1945).
Il comandante
Secondo un rapporto[1] della Questura milanese del 10 aprile 1944 il comandante della Muti, Francesco Colombo, era un «fallito, bancarottiere, mandante in omicidio, espulso dall'aprile 1927 al settembre 1943 dal Partito, è ritenuto in tutti gli ambienti di Milano per individuo bieco e ridicolo, la cui personalità oscilla tra quella del “miles gloriosus” prepotente e fanfarone e l'altra di uomo capace di assoldare sicari per sopprimere chiunque lo ostacoli nel compimento dei suoi loschi ed inconfessabili fini»'.
La costituzione
La Muti si costituì a Milano il 14 settembre 1943 con la denominazione di Squadra d'Azione Ettore Muti sotto il comando di Francesco Colombo. Le prime reclute furono alcuni giovani delinquenti del riformatorio di Vittuone. Ad essi si aggiunsero molti delinquenti comuni evasi dal carcere di San Vittore. Tra essi personaggi dal passato torbido, criminali di vario genere, saccheggiatori di professione come dal rapporto della polizia che nella Muti trovavano riparo e impunità. La città di Milano era nelle mani delle Waffen SS (Prima Divisione Granatieri Corazzati Leibstandarte Adolf Hitler) sin da quando, l'11 settembre 1943, il generale Ruggero l'aveva loro consegnata.
Compagnia mezzi pesanti
- Nel 2 luglio 1944, venne istituita una nuova compagnia di supporto (la motorizzata, che doveva coordinare i mezzi utilizzati) che venne data in comando al tenente Bonacina.
- Il 29 luglio veniva creato un plotone di mezzi pesanti agli ordini del capitano Bonomi,
- L'8 agosto nasceva la compagnia denominata dei mezzi pesanti che incorporava tutte le precedenti, il suo nuovo compito era quello di essere un unità di supporto d'attacco.
- Il 14 agosto una parte della nuova compagnia venne inviata a Varzi (Pv), dove dovevano combattere il brigantaggio del luogo insieme ad un altra unità.
- Nel febbraio 1945 furono aggiunte altre 3 nuove compagnie a quelle esistenti, ( mortai - mitragliere - pezzi d'artiglieria di vario calibro).
- La compagnia fu sciolta il 28 aprile 1945 a Como, nelle fasi di sbandamento generale successive alla cattura degli ultimi gerarchi fascisti (Mussolini, Pavolini ed altri) in fuga verso la Svizzera o la Valtellina.
L'operatività
La Muti è ricordata soprattutto per i crimini commessi nella città di Milano. Nell'estate del 1944 era composta da due battaglioni: il Piero De Angeli (dislocato in Piemonte e nel piacentino) di circa 800 uomini, e l'Aldo Resega (di stanza a Milano) di 1500 uomini. Quest'ultimo da non confondere con l'omonima Brigata Nera Aldo Resega.
A Milano e provincia
A Milano la Muti era acquartierata in cinque caserme, nella provincia le caserme di rilievo erano in Monza, Melzo, Cornaredo.
A Milano la caserma del comando era in Via Rovello, nei locali del dopolavoro del comune di Milano. In quella struttura vennero organizzati tutti i servizi (fureria, armeria, autorimessa, magazzino del vestiario, ecc.) con l'aggiunta delle camere di tortura e di una camera della morte.
Giorgio Strehler ricordando il giorno in cui con Paolo Grassi prese possesso di quei locali per dare vita al Piccolo Teatro di Milano: “Quando Paolo e io lo scoprimmo, questo teatro era abbandonato, era pieno di buio e dentro c'era stato l'orrore. Abbiamo trovato, una mattina che era piena di sole, tracce di sangue sui muri. I camerini erano stati celle di tortura durante la Resistenza, erano serviti per rinchiudere il dolore dell'uomo, la rivolta di chi si rifiuta all'orrore e alla sopraffazione”.
In Piemonte e nel piacentino
Il battaglione Piero De Angeli aveva circa 800 effettivi e operò in coordinamento con le Waffen SS sino alla liberazione.
Strage di piazzale Loreto
Alla Muti venne dato ordine da parte dei tedeschi di fucilare, il 10 agosto del 1944 in piazza Loreto, per rappresaglia, un gruppo di 15 detenuti politici civili milanesi. Tecnicamente si trattò di eccidio e non di rappresaglia in quanto non ci furono vittime nell'attentato del 8 agosto 1944 ad un camion della Wermacht, pertanto: «le attenuanti generiche concesse all'imputato sono state dichiarate "subvalenti" rispetto alle aggravanti della crudeltà e della premeditazione».
Furono probabilmente gli eccessi di crudelta' della legione "E. Muti", e l'impunita' di cui aveva goduto durante il periodo della R.S.I. che provocarono nei milanesi la reazione, considerata da molti indegna, che segui' all'esposizione della salma di Benito Mussolini a Piazzale Loreto dopo la sua fucilazione a Giulino di Mezzegra il 28 Aprile 1945 (la salma venne fatta oggetto di ogni sorta di ingiurie verbali e fisiche, sputi, orina, bastonature, calci, ed altro). Proprio in quella piazza i militi della legione avevano infatti eseguito sommarie fucilazioni meno di un anno prima. In realta', probabilmente Mussolini aveva poco a che fare con le azioni della "Muti"; di ispirazione pavoliniana (Alessandro Pavolini era il piu' intransigente e truculento di tutti i gerarchi fascisti ancora in auge), essa era una dei molti raggruppamenti di giovani esagitati o delinquenti che avevano trovato nello squadrismo dell'ultima ora un facile riparo alle loro azioni, mentre Mussolini era, in quell'ultimo periodo del 1944/1945, un uomo disilluso, depresso e non piu' lucidissimo, attorno al quale avveniva un balletto frenetico di gregari, adulatori e cortigiani doppio- e triplo-giochisti che e' caratteristica tipica di ogni regime che si avvicini alle sue ore finali. Quali che siano state le colpe dirette di Mussolini nelle azioni indiscriminate dell'ultima fase del Fascismo militante, cio' che avvenne in Piazzale Loreto all'indomani della Liberazione si puo' oggi indicare come una diretta vendetta dei milanesi verso le azioni della legione "E. Muti" e di gruppi simili.
Note
- ^ Archivio di stato di Milano, Fondo Gabinetto di Prefettura, II° versamento, cartella n. 400.
Bibliografia
- Archivio di stato di Milano, Fondo Gabinetto di Prefettura, II° versamento, cartella n. 400.
- Luigi Pestalozza (a cura di), Il processo alla Muti, Feltrinelli, Milano 1956.
- Luigi Borgomaneri, Due inverni un’estate e la rossa primavera. Le Brigate Garibaldi a Milano e provincia 1943-1945. Milano, 1995, Franco Angeli.
- M. Soresina, Gli arditi della Legione autonoma mobile Ettore Muti, in G. Marcialis e G. Vignati (a cura di), Studi e strumenti di storia metropolitana milanese, "Annali 2", Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio, Angeli, Milano 1993.
- Enciclopedia della resistenza e dell'antifascismo, La Pietra.
- Istituto storico dell'età contemporanea, Sesto S. Giovanni, Fondo Fontanella.
Collegamenti esterni