Col termine Iconodulia, utilizzato in ambito cristiano, si indica il culto "dulia" reso alle immagini, le "icone", come distinto dal culto a Dio detto latria. Il termine è contrapposto a quello di iconoclastia.

Nell'VIII secolo l'imperatore Leone III di Bisanzio condusse una lotta filo-iconosclasta per la distruzione di tutte le immagini e le icone religiose, temendo la perdita dei territori asiatici del suo regno, abitati da minoranze islamiche (tradizionalmente l'Islam è iconoclasta) che avevano influenzato significativamente i cristiani locali verso tendenze iconoclaste.

Tale politica fu proseguita sotto i suoi successori sino a che Irene di Bisanzio prima e poiCarlo Magno non convocarono concili a condanna dell'iconoclastia in cui si affermava l'iconodulia come dottrina ufficiale della Chiesa.

Nella logica iconodula, essendo ad esempio Gesù per il Cristianesimo uomo e Dio, non vi sono ostacoli per rappresentarlo nella sua forma umana con immagini, mentre per gli iconoclasti questo non è possibile per l'essenza divina di Cristo, che ne impedisce la raffigurazione da parte di esseri mortali.

Per quanto riguarda le note storiche, Leone V di Bisanzio (813-820) fu promotore di una serrata lotta iconoclasta e della persecuzione degli iconoduli, così come il suo predecessore Leone III.

Nel marzo del 843, un sinodo convocato per iniziativa dell'imperatrice Teodora di Bisanzio reintrodusse definitivamente il culto delle immagini. L'imperatrice istituì, a commemorazione di tale evento, “la festa dell'Ortodossia". Tale festa celebra la vittoria dell'iconodulia e la conferma della liceità di venerazione delle icone.

Voci correlate

Bibliografia

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