Cosenza Calcio

club calcistico italiano di Cosenza

Il Cosenza Calcio 1914 è la maggiore società calcistica della città di Cosenza. L'attuale società è nata nel 2007.

Cosenza Calcio 1914
Calcio
Lupi della Sila, Rossoblù, Bruzi, Silani
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali rossoblu
Inno"Lupi Alè" Gianfranco De Lio - Tonino Lombardi, Magico Cosenza
Mario Gualtieri
Dati societari
CittàCosenza
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoLega Pro Prima Divisione
Fondazione1914
Rifondazione2003
Rifondazione2007
PresidenteGiuseppe Carnevale
StadioSan Vito
(24.209 posti)
Sito webwww.cosenzacalcio.net
Palmarès
Titoli nazionali1 Campionato Dilettanti (1958)
Trofei internazionali1 Torneo Anglo-Italiano (1983)
Si invita a seguire il modello di voce

I colori sociali sono il rosso e il blu. Numerose sono le canzoni dedicate al Cosenza, ma si può ritenere che il suo inno ufficiale sia "Lupi Alè" scritta da Gianfranco De Lio e interpretata da Tonino Lombardi, e la canzone Magico Cosenza scritta da Antonio Grazioso e cantata da Mario Gualtieri.

Lo stadio è il San Vito, sito in Via degli Stadi, che ha 24.209 posti a sedere e quindici accessi. Lo stadio, un tempo noto come "ferro di cavallo" per via della sua bizzarra forma, si presenta oggi, dopo la costruzione della Curva Nord, con la consueta forma ad arena degli stadi di calcio.

Venerdì 30 maggio 2008 viene ufficialmente formalizzato il cambio del nome da Fortitudo Cosenza a quello storico, Cosenza Calcio, abbinandovi l'originale matricola del Cosenza Calcio 1914.

Storia

Gli inizi

File:Cosenza1914.gif
Vecchio logo della società

Le origini del Cosenza Calcio risalgono agli inizi del XX secolo, ma le prime notizie più o meno ufficiali relative all'attività calcistica della squadra cosentina risalgono al lontano 1914, anno in cui attestano dei documenti che risulta con certezza che la squadra silana cominciò a calcare i campi di calcio sotto il nome di Società Sportiva Fortitudo. La divisa all'epoca era verde-blu, per richiamare i colori dei boschi della Sila e dello stemma municipale. Ancora nel 2004 il Cosenza FC indosserà, come terza divisa, una maglia inquartata verde-blu.

Da li a qualche anno, il nome del sodalizio calabrese cominciò a subire una serie di trasformazioni diventando dapprima Dopolavoro FFSS Cosenza e quindi, intorno agli anni venti Calcio Cosenza. Fu in questo periodo che i colori sociali si mutarono in rossoblu,ed esattamente nel 1927,in onore del Genoa, la prima squadra calcistica italiana e vincitrice del titolo italiano di quell'anno.

L'attività della formazione cosentina era allora limitata alle sole partite amichevoli ed a qualche torneo regionale: infatti, il primo incontro documentato del Cosenza è proprio un Cosenza-Catanzaro 1-1,disputatosi sul polveroso terreno di piazza delle armi,sito nel cuore della città bruzia.

Gli anni '30

Nel 1930, la ragione sociale cambiò ancora in Cosenza Sport Club. Fu sotto quel nome che la squadra cominciò a disputare i primi veri campionati. Si succedettero ben presto alla presidenza l'Avvocato Corigliano ed il Barone Campagna (due tra i maggiori artefici della costituzione del nuovo Cosenza) e fu in quel periodo che la squadra partecipò al campionato di IIª divisione e quindi a quello di Iª (pari alla C attuale), nell'anteguerra.

Nella stagione 1930-31, il Cosenza fu ammesso al Campionato di Prima Divisione. Vi partecipavano 12 squadre, tra cui il Savoia di Torre Annunziata, il Catania, il Messina e la Salernitana.

L'anno successivo (1931-32), il Presidente avv. Tommaso Corigliano allestì una formazione di primo piano, ingaggiando giocatori provenienti dal nord ed affidando la guida tecnica al romano Angelo Benincasa. La squadra esordì con un clamoroso 7-2 ai danni del Molfetta ed i cosentini gioirono delle prodezze dei vari Forotti, Staccione, Masi, Gallina, Perazzi, Briano e Vaj.

Il 28 ottobre 1931 fu inaugurato il Campo Sportivo "Città di Cosenza" che, dopo vari anni, assunse il nome di "Emilio Morrone", un giovane cosentino caduto, per un incidente di gioco, durante una gara.

Nel 1932-33, sotto la guida di Balacics, la squadra rafforzata con Fenili, Pampaloni, De Martino, Mortarotti e Fiammengo, disputò un brillante campionato conquistando il terzo posto.

Dopo una stagione interlocutoria, nel 1935-36 il Cosenza fu ammesso alla disputa del torneo di Divisione Nazionale C, girone D, di nuova istituzione, insieme a Cagliari, Piombino, Pescara, Perugia, Salernitana, Catanzaro, ed altre.

Negli anni successivi la squadra fu ulteriormente potenziata, schierando un attacco mitraglia: Bertozzi, Frione I, Lodi, Corsanini e Bergonzino. In quegli anni, appena sedicenne, debuttò in prima squadra il mediano Francesco Del Morgine, un'autentica bandiera rossoblù.

A partire dalla stagione 1937-38 vi fu l'avvento del presidente, barone Carlo Campagna e dei tecnici stranieri Chrappan, Vanicksek e Hansel.

Gli anni della guerra

Nel 1942-43 la guerra era in corso e la squadra, rafforzata da molti militari (si ricordano il terzino Beolchi, la mezzala Collimedaglia, il portiere Galliani), raggiunse il terzo posto e, nel girone di ritorno, non conobbe alcuna sconfitta.

Il dopo-guerra

Nel dopoguerra, la ripresa dell'attività sportiva avvenne sul Campo Militare di Via Roma e solo dopo alcuni anni il "Città di Cosenza" tornò alla sua originaria destinazione.Nel 1945-46, allenatore Renato Vignolini, presidente il compianto Mario Morelli, il Cosenza fu promosso in serie B. Giunse, così, a Cosenza Attilio Demaria, ex nazionale, che rinnovò i fasti di Otto Chrappan promuovendo un'intesa attività sui giovani. Nacquero i Boys Demaria, ammessi alle finali nazionali di categoria. La composizione troppo eterogena della formazione non giovò al buon andamento della compagine, che ebbe scarsa fortuna, e dopo due anni ripiombò in serie C. Tuttavia, un altro giovane, Alberto Delfrati, prelevato dai rincalzi del Legnano, fu avviato alla massima divisione.

Nel 1949-50, auspice Vittorio Mosele, il Cosenza ha la grande occasione per rientrare nel calcio che conta. In un'annata improvvisata, i "lupi" riuscirono sorprendentemente a finire in testa alla classifica, alla pari con il Messina. La squadra era così composta: Gisberti, Martini, Campana, Ferrara, Manfredini, Bacillieri; Begnini, Leonetti, Musci, Zaro, Pollak.

Nello spareggio disputato a Salerno, il risultato, pur dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Ma, nell'altro incontro, giocato a Como, i biancoscudati si affermarono per 6-1, guadagnando la cadetteria. Scoppiò la bomba del tentativo di corruzione, consumato sul campo, ai danni dell'onestissimo portiere rossoblù Gisberti. Vi fu la denunzia e la Lega Nazionale accolse il reclamo del Cosenza ufficializzando la promozione dei silani. Ma il Messina adì la CAF e, a pochi giorni dall'inizio del campionato, a calendario già pubblicato, i giudici riformarono la prima decisione ed assegnarono la serie B al Messina.

Gli anni '50

Cominciò, così, una lunga via crucis alla ricerca della cadetteria. La presidenza fu assunta da Biagio Lecce e, successivamente dal comm. Carlo Leonetti. L'ingaggio del centravanti alessandrino Carlo Stradella assicurò una messa di reti, ma il campionato non si vinse e l'anno successivo, per la riforma dei campionati, il Cosenza fu retrocesso in IVª Serie.

Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. Frattanto alla presidenza silana tornò alla ribalta il compianto Salvatore Perugini, già segretario del sodalizio rossoblù negli anni '30. Il suo entusiasmo ed il suo attaccamento alla squadra compirono il miracolo.

Nel 1957-58 il Cosenza ottenne la vittoria del girone d'Eccellenza di IVª Serie e conquistò il titolo di Campione d'Italia, ex aequo col Mantova e lo Spezia. Nella stagione successiva (1958-59) il Cosenza fu bruciato, sul filo di lana, dal Catanzaro terminando al secondo posto e stessa sorte fu riservata nel campionato 1959-60 quando dopo un lungo dominio in vetta alla classifica, i rossoblù si arresero nelle ultime partite al Foggia.

La serie B degli anni 60 e lo Stadio San Vito

Dopo la tragica scomparsa del Presidente Perugini, ritroviamo il comm. Biagio Lecce al vertice della Società. La squadra, affidata alle cure di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, come il cosentino Francesco Rizzo e lo stabiese Giuseppe Gallo, che presto mobilitarano gli osservatori di tutta Italia (finendo, poi, entrambi al Milan per merito di Gipo Viani). Il campionato del Cosenza fu un'autentica cavalcata e solo il Trapani seppe tenere il passo dei lupi, cedendo in dirittura d'arrivo. Al termine della stagione 1960-61 il Cosenza è promosso in serie B.

La formazione artefice dello storico successo era la seguente: Sartori, Follador, Orlando (Trocini), Dalla Pietra (Lugli), Delfino, Federici; Gallo, Rizzo, Lenzi, Ardit, Costa (Joan).

La permanenza in cadetteria si rivelò subito difficile: un arbitraggio infelice determinò incidenti nella gara contro il Modena, con conseguente pesante squalifica del campo, che era il vecchio "Emilio Morrone". A Zsengeller subentrò Todeschini e giunse una sofferta salvezza.

Nella stagione successiva (1962-63), la squadra fu completata con l'ingaggio di Ravera, Baston, Fontana, Marmiroli e Thermes, ma riuscì ad evitare la retrocessione solo perché il Novara venne penalizzato di 10 punti e retrocesso all'ultimo posto della classifica per illecito sportivo. La retrocessione della stagione 1963-64 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Dal 1964-65 il Cosenza, che intanto è divenuto Associazione Sportiva Cosenza, gioca nel nuovo stadio "San Vito", inaugurato il 4 ottobre 1964 in occasione di Cosenza-Pescara, terminata sul punteggio di 2-1 con reti di Ciabattari e Campanini.

Dopo 24 anni di nuovo B

Fallito l'immediato ritorno in serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblù per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.

Seguirono alcune stagioni "anonime" nelle quali il Cosenza stazionò nelle posizioni intermedie della graduatoria e nel campionato 1969-70 la delusione degli sportivi sfociò in un grave episodio di intollerenza che vide sfortunato protagonista il signor Calì di Roma, arbitro di Cosenza-Internapoli. Lo stadio "San Vito" venne squalificato e la squadra abbandonata al suo destino.

Il Cosenza riparte da Giusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblù, mentre presidente è Mario Guido. La crisi societaria diventa sempre più grave, il fallimento è alle porte e l'amara retrocessione in serie D della stagione 1973-74 sembra segnare l'epilogo della gloriosa storia rossoblù.

Il campionato 1974-75 inizia nel caos più assoluto. La panchina di Emilio Zanotti è precaria e instabile, ma la grande passione di un manipolo di sostenitori sapranno trasformare quel campionato in una stagione trionfale. Con l'incredibile record di 17 successi interni su altrettanti incontri disputati, il Cosenza sbaraglia la concorrenza stravincendo il campionato con 7 punti di vantaggio sull'accoppiata composta da Vittoria e Nuova Igea.

Protagonisti di quel campionato sono: Evangelista, Sdrigotti, Bompani (Pavoni), Pasquino, Iazzolino, Codognato; Rigoni, Canetti, Villa (Losio), Pantani, Vivarelli (Lualdi).

Il ritorno in serie C non sarà fortunato. Gli umori della folla non sono più gli stessi e le continue disillusioni generano l'ennesimo episodio deprecabile. Il 27 marzo 1977 in occasione dell'incontro Cosenza-Paganese, il Signor Sancini di Bologna ed i suoi collaboratori sono letteralmente linciati ed i tifosi rossoblù saranno costretti a peregrinare lontani dal "San Vito" per un anno e mezzo.

Per la riforma dei campionati, la stagione 1978-79 vede il Cosenza in serie C2. La presidenza è assunta da Osvaldo Siciliano che ha propositi di rilancio, ma il campionato sarà vinto dai "cugini" del Rende, gettando altro fango sui tifosi silani.

Nel 1979-80 Nedo Sonetti riporta il Cosenza in serie C1 lanciando "motorino" Perrotta ed inventando l'impenetrabile coppia centrale Rocco-Reggiani. La formazione titolare era la seguente:

Lattuada, Capiluongo (Tortelli), D'Astoli, Ranieri, Rocco, Reggiani; Rappa (Berardi), Missiroli (Liguori), Perrotta, Tucci, De Chiara (Labellarte).

Seguono la balorda retrocessione targata Pietro Fontana e la successiva promozione firmata da Renzo Aldi. La formazione tipo della stagione 1981-82 era la seguente: Ciaramitaro, Bagnato, Della Volpe (Tosi), Aita, Rizzo Armando, D'Astoli; Rizzo Roberto, Donetti, Crispino, Luperto, Renzetti (Palazzotto).

Il sodalizio rossoblù è al suo momento di svolta. Per iniziativa di Vincenzo Morelli e dell'assessore allo sport Mario Romano, il Cosenza viene organizzato in forma di Società per Azioni. Sulla panchina del Cosenza si susseguono i vari Mujesan, De Petrillo, Ghio e Montefusco. In questi anni si affaccia all'orizzonte Gigi Marulla, il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenza e marcatore principe di tutti i tempi.

Vestono la maglia rossoblù calciatori dal passato glorioso e giovani promesse, ricordiamo: Silipo, Longobucco, Petrella, Morra, Tripepi, Truddaiu, Frigerio, Fucina, Aita, Lombardi, Marino e Nicolucci. L'esonero di Francesco Liguori, durante la stagione 1986-87, segna l'arrivo a Cosenza del "seminatore d'oro" Gianni Di Marzio, che legherà il suo nome in modo indelebile alla storia del Cosenza Calcio.

Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-87), il vulcanico Gianni sarà il condottiero della straordinaria promozione in serie B, attesa per ben 24 anni. Le indimenticabili trasferte di Francavilla e di Monopoli (10.000 tifosi al seguito) sono nel cuore di ogni tifoso rossoblù. Cosenza è letteralmente impazzita: un fiume di colori rossoblù scaccia un incubo durato un quarto di secolo. "Mai più prigionieri di un sogno": è questo il più significativo slogan di una città intera.

La squadra protagonista della splendida cavalcata era la seguente: Simoni, Marino, Lombardo, Castagnini, Giovannelli (Schio), Galeazzi, Bergamini (Maniero), Lucchetti, Urban, De Rosa, Padovano. La presidenza dell'Avvocato Giuseppe Carratelli,con la quale il Cosenza raggiunge il tanto atteso traguardo,lascia posto a quella di Antonio Serra e, successivamente, a Bonaventura Lamacchia.

Dal 1988 al 2003

Le ultime stagioni di serie B appartengono alla storia più recente. Il Cosenza disputa con onore e dignità ben quattordici campionati di cadetteria su quindici totali (1988-2003). Le tragedie delle morti di Donato Bergamini e Massimiliano Catena scandiscono i tempi di un decennio ricco di contraddizioni. La brillante stagione di Bruno Giorgi (1988-89), conclusa al 4° posto alla pari con Reggina e Cremonese, che però per la classifica avulsa diventerà 6° posto e che non gli permetterà di disputare gli spareggi per la Serie A, s'intreccia con il drammatico spareggio salvezza di Pescara (giugno 1991), caratterizzato dal volo di Gigi Marulla a gonfiare la rete della Salernitana e dalla gioia incontenibile di circa 7.000 supporters al seguito.

Con la cavalcata di Edy Reja (1991-92), la Serie A venne persa solo all'ultima giornata a Lecce (1-0, con gol di Maini nel finale), dove i tifosi del Cosenza diedero vita ad uno dei più grandi esodi della storia del calcio, infatti erano circa 20.000 i cosentini presenti al Via del Mare di Lecce, anche grazie all'accoppiata spettacolo Biagioni-Compagno che si confonde con i due campionati firmati Fausto Silipo, che hanno visto protagonisti i vari Balleri, Bia, Monza, Statuto, Coppola, Catanese e Maiellaro. E poi la penalizzazione di nove punti, superata di slancio dal Cosenza del grande Alberto Zaccheroni (1994-95), con il portiere Zunico e De Paola ad orchestrare la difesa, De Rosa a dirigere il centrocampo ed il silenzioso bomber Marco Negri, puntuale ad infilare il portiere avversario.

Ed ancora la serie B di Bortolo Mutti (1995-96) e di Lucarelli e Gioacchini. Da alcuni anni il Cosenza è guidato dal passionale Paolo Fabiano Pagliuso. Nella sfortunata stagione 1996-97, il Cosenza retrocede in Serie C negli ultimi minuti di gioco dell'ultima giornata di campionato, a Padova; a fine stagione lasciano il Cosenza due storiche "bandiere" rossoblu: Luigi Marulla e Luigi De Rosa. La retrocessione è stata prontamente riscattata dall'immediata promozione nella stagione successiva 1997-98 con una lunga cavalcata che ha visto il Cosenza sempre in testa al campionato. Ai vari Alessio, Miceli, De Rosa, Ziliani e Napolitano hanno fatto seguito i vari Margiotta, Soviero, Moscardi, Morrone, Riccio e Tatti.

Di seguito una salvezza stentata nella stagione 1998-99 pervenuta nell'ultima giornata. Eppure l'inizio di campionato, guidato sempre da Sonzogni che l'anno prima aveva stravinto il campionato di C1, aveva fatto sperare in qualcosa di grande soprattutto dopo la vittoria del San Paolo di Napoli (1-2 reti di Riccio e Tatti) e le ottime prestazioni in Coppa Italia con i futuri vice-campioni d'Italia della Lazio di Eriksson. Poi durante il torneo giunge l'esonero dello stesso Sonzogni per uno statico De Vecchi. Colpo di coda nel finale con il ritorno di Sonzogni a salvare la squadra rossoblu'. Il Cosenza disputa altri quattro campionati di serie B con alterne fortune in cui si sono avvicendati con la casacca rossoblù numerosi allenatori e calciatori importanti per la categoria. Bortolo Mutti ritorna a guidare i lupi nelle stagioni 1999-00 (salvezza tranquilla) e nel 2000-01 anno del Cosenza primo in classifica per nove settimane e mezzo, lanciato verso la serie A, sfumata nel girone di ritorno nello scontro diretto di Verona contro il Chievo di Delneri, con i lupi che a 12 minuti dal termine vincevano 1-0 (gol di Adriano Fiore) e che poi subirono la beffarda rimonta e il sorpasso dei veneti. In questi due anni comunque positivi arrivarono a Cosenza giocatori del calibro di Gianluigi Lentini, Pietro Strada, Riccardo Zampagna, Marco Giandebiaggi, Gianluca Savoldi, Cristian Silvestri, Maldonado e altri ancora. Gli ultimi due anni di cadetteria dei Lupi vedono alternarsi sulla panchina Gigi De Rosa ex calciatore rossoblù anni '80 e '90, Emiliano Mondonico, Sala e Salvioni e ad una salvezza conquistata ad Empoli nell'ultima giornata di campionato nel 2002 dal tecnico De Rosa caratterizzata anche dai derby con la Reggina e il Crotone; segue l'anno nero del calcio cosentino (2003) con la vergognosa cancellazione a fine torneo di serie B da tutti i campionati professionistici dopo quasi 90 anni di storia. Nell'ultimo anno di B il pubblico cosentino ammirò al San Vito molti degli attuali calciatori del campionato di serie A e serie B (Federico Agliardi, Marius Stankevicius, Maurizio Lanzaro, Giacomo Tedesco, Mark Edusei, Stefano Morrone e Filippo Antonelli).

La serie D ed il nuovo Cosenza

Campionato 2003/04

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Cosenza Football Club 2003-2004.

Nell'estate del 2003 a seguito delle decisioni di COVISOC e FIGC il Cosenza Calcio 1914, squadra storica della città di Cosenza, non viene iscritto al Campionato di serie C1. L'allora Sindaco della Città di Cosenza Eva Catizone dà vita ad un progetto di rinascita del calcio. Tutta la Città nel tentativo di superare lo shock della cancellazione della squadra storica si stringe attorno all'iniziativa. Il 5 agosto 2003 nasce così il Cosenza Football Club, con soli due soci, lo stesso Sindaco Eva Catizone e l'Assessore allo sport del Comune di Cosenza Vincenzo Gallo. La nuova società si presenta come degno erede dello storico Cosenza Calcio 1914, resistono le maglie rossoblu, sul nuovo logo societario trovano posto il glorioso Lupo della Sila ed i sette colli di Cosenza (stilizzati), logo disegnato dall'ultrà Dino Grazioso. L'8 agosto 2003 la nuova società si iscrive al campionato di Eccellenza Calabrese assumendo la denominazione Associazione Sportiva Football Club. Presidente, nel ruolo di traghettatore, è lo stesso sindaco Eva Catizone affiancata dai vicepresidenti Francesco Sesso e Maria Carusi, consiglieri Dino Grazioso e Massimo Valentini. L'11 agosto 2003 rilevando in extremis il titolo sportivo del Castrovillari Calcio, società con problemi economici che non sarebbe riuscita a completare il campionato, la società riesce ad iscriversi al Campionato Nazionale di Serie D. La nuova squadra si presenta ai nastri di partenza con in panchina Gregorio Mauro (fratello del più celebre Massimo Mauro), l'esperto Direttore Sportivo Marcello Pitino, una rosa di giocatori giovani ed esperti tra i quali spicca la figura di Gigi Lentini e 1.688 spettatori abbonati. La stagione inizia con il "derby" con la Rossanese, giocata davanti a dodicimila spettatori. La squadra parte male, il primo a farne le spese (6 ottobre 2003) è l'allenatore Gregorio Mauro, per tutta la stagione si sussegue un valzer di allenatori, siederanno infatti sulla panchina del Cosenza: Mario Russo, Stefano e Luca Sanderra e infine una bandiera storica del Cosenza Calcio: Gigi Marulla. Dal punto di vista societario la situazione non è delle migliori. Dopo varie "manifestazioni di interesse", nell'ottobre 2003, la società viene acquisita da una cordata di imprenditori dello Jonio, capeggiati dal costruttore Bruno. Poco dopo la presidenza viene assunta dall'ingegnere Stella ma dopo alcuni mesi di cattiva amministrazione gli subentrano tre giovani imprenditori cosentini (Algieri, Falbo e Cannella) che portano a termine il campionato. La squadra, nelle mani di Gigi Marulla gioca un ottimo finale di stagione e chiude il campionato piazzandosi a ridosso della zona play-off.

Campionato 2004/05

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cosenza Calcio 1914 2004-2005.

Il secondo campionato di serie D, stagione sportiva 2004/05, è caratterizzato dall'incertezza dovuta alla presenza nello stesso girone della squadra storica; il Cosenza Calcio 1914 Spa, che nel frattempo, dopo una lunga serie di ricorsi nei vari tribunali riesce ad ottenere la riaffiliazione alla FIGC con il glorioso nome grazie all'Avvocato Carratelli,già noto ai tifosi per la riconquista della Serie B nel 1987 sotto la sua presidenza,mentre gli Avvocati Lubrano ottennero solo l'iscrizione alla serie D. La tifoseria si spacca e sceglie in parte di sostenere il Cosenza Calcio 1914, altri invece il Cosenza Football Club (poi divenuta Fortitudo Cosenza). Molti, invece, preferiscono prendersi un anno sabbatico in attesa di tempi migliori, in pochi continuano a sostenere la nuova squadra, il San Vito domenicalmente è tristemente vuoto. La panchina del Cosenza Calcio 1914 viene affidata alla storica "bandiera" Luigi De Rosa, allenatore artefice della miracolosa salvezza dei "lupi" in Serie B nella stagione 2001/2002, ma dopo le sue dimissioni, dovute a problemi societari, viene chiamato Luigi Marulla. Sulla sponda Cosenza Fc si alternano in panchina prima Giuseppe Sannino, poi Giacomo Modica (ex allievo di Zeman). Il punto più basso della storia del calcio cosentino si ha durante la stracittadina in cui la tifoseria torna compatta allo stadio per dire no ad un umiliante falso "derby". In quest'annata triste, passano "inutilmente" da Cosenza un'infinità di calciatori e di dirigenti vari. Le due squadre disputano un campionato molto deludente e chiudono il proprio cammino a metà classifica.

Campionato 2005/06

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Cosenza Calcio 2005-2006.

Nell'estate 2005 viene dichiarato il fallimento del Cosenza Calcio 1914 Spa che non potrà iscriversi al campionato e la Fortitudo Cosenza cambia denominazione in As Cosenza Calcio Spa, conosciuta anche per buona parte del campionato dai media sempre come Cosenza Football Club. Gaetano Intrieri lancia la sua sfida, allestendo una squadra in grado di vincere il campionato di serie D girone I. Giungeranno a Cosenza calciatori di categoria come Tony Lio, Leonardo Vanzetto, Umberto Scorrano, Donatello Marcosano, Vincenzo Cosa, Ousmane Pape Senè, Angelo Cimadomo, Ugo Maglione e Ermanno Cordua, più qualche under promettente come Ciro Cozzolino, Emanuele Di Girolamo, Giuseppe Domicoli, Domenico Tocci, Giuseppe Sanso, Francesco Ambrosecchia, Emilio Dierna e Giacomo Di Donato. La nuova squadra, affidata al neo tecnico Gigi Marulla, viene accolta con entusiasmo dalla tifoseria organizzata. Dopo la cessione del bomber Vincenzo Cosa alla Nuorese, avvenuta a dicembre, Intrieri lo sostituisce adeguatamente con l'ingaggio di Cosimo Sarli autore di 15 reti. Durante la stagione oltre al sopracitato Cosa, andranno via pure Cimadomo, Cordua, Cozzolino e Domicoli, prontamente rimpiazzati da Maurizio Prete, Claudio Gallicchio, Filippo Tiscione ed Emanuele Morelli. Venne sostituito anche il giovane portiere Simone Bruni (dopo una serie interminabile di "papere") con uno più affidabile ed esperto come Andrea Panico.

Dopo una partenza negativa, con due sconfitte a tavolino contro Viribus Unitis ed Ebolitana, la squadra ottenne i primi successi, ma la sconfitta casalinga contro la Rossanese avvenuta sul finire del girone di andata, costò cara a Marulla che venne sostituito dal suo secondo Giacomo Zunico il quale riuscì a risollevare le sorti della squadra con un'incredibile serie di risultati utili (16), tra l'altro senza subire gol per un lunghissimo periodo.

Il Cosenza arriverà ai play-off, ma perderà la partita più importante sul campo della Vibonese, condannandosi ad un altro anno di dilettantismo.

Campionato 2006/07

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Cosenza Calcio 2006-2007.

La stagione 2006/07, nonostante le premesse positive, verrà ricordata come una stagione tribolata e piena di insidie. Inizialmente gran parte della rosa del precedente campionato viene riconfermata dal presidente, Gaetano Intrieri. Riconfermato anche il tecnico, Giacomo Zunico affiancato da un nuovo direttore sportivo Fabrizio Maglia. La situazione cambia repentinamente dopo la fine del ritiro precampionato quando molti giocatori tra i quali Sparacio, Cirillo e Belmonte abbandonano la squadra non ricevendo adeguate garanzie economiche dalla società. Il presidente Intrieri, contestato dalla tifoseria, nel mese di ottobre 2006 cede la società a Mario Nucaro che però non riuscirà a risollevare le sorti della società divorata dai debiti e da altre situazioni poco chiare. Sul campo la squadra guidata dal tecnico Pino Rigoli, dopo l'esonero di Zunico ottiene il quarto posto riuscendo tra mille difficoltà a raggiungere i play-off dai quali uscirà alla prima partita contro il Siracusa. La sconfitta in terra aretusea per 3-1 chiude tutti i discorsi sul ripescaggio. La società AS Cosenza Calcio non si iscriverà al campionato di Serie D 2007/08.

La Fortitudo Cosenza e la rinascita

Campionato 2007/08

  Lo stesso argomento in dettaglio: Fortitudo Cosenza 2007-2008.
 
Formazione 2007-2008
 
Giocatori in festa per la vittoria del girone

L'AS Cosenza Calcio non si iscrive al campionato di serie D 2007/08. Al suo posto, ai nastri di partenza, ci sarà la Fortitudo Cosenza, neonata società che nasce dal Rende che, mantenendo lo stesso organico, cambia denominazione e colori sociali e si trasferisce al di là del torrente Campagnano. Il Cosenza, guidato da un emergente tecnico come Mimmo Toscano conduce gran parte del campionato in testa alla classifica, grazie ad un organico che vanta, oltre ad alcune vecchie glorie come Parisi e Altomare, anche alcuni nuovi "pilastri" come Roberto Occhiuzzi, Ivan Moschella e il bomber Vincenzo Cosa (tornato in rossoblù dopo due stagioni e capocannoniere del girone con 19 reti). A questi si aggiungono l'esperto attaccante Alessandro Ambrosi (con un lungo passato in B e in C/1), il portiere Stefano Ambrosi (fratello dell'attaccante) e soprattutto un parco "giocatori under" di grandi prospettive come Alessandro Bernardi, Domenico Danti e Francesco De Rose. A due giornate dalla fine del campionato il Cosenza ha 6 punti di vantaggio sul Bacoli Sibilla. Con lo scontro diretto al San Vito, proprio alla penultima giornata (33esima di campionato, il 27 aprile 2008 di fronte a 16.000 spettatori) dal quale esce vittorioso con il punteggio di 2-0 (ottenuto grazie alla doppietta di Bernardi), il Cosenza torna nel calcio professionistico dopo 5 anni costellati da numerose delusioni e caratterizzati dal fallimento di due società. La stagione è trionfante sotto tutti i punti di vista, con il Cosenza che durante l'anno trova ampio spazio attraverso i media nazionali che mettono in risalto le gesta della squadra di Toscano per i risultati maturati sul campo, per il numero impressionate di vittorie e per i vari record raggiunti nell'arco di questa annata: infatti su 34 incontri disputati sono 80 i punti totalizzati in campionato, punteggio che supera tutte le altre squadre degli 8 gironi di serie D e tutte quelle professionistiche, ad esclusione dell'Inter che tuttavia chiude a 85 punti avendo disputato 4 partite in più rispetto al Cosenza (sono 38 le giornate di serie A).

Campionato 2008/2009

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cosenza Calcio 1914 2008-2009.
 
Formazione 2008-2009

Campionato 2009/2010

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cosenza Calcio 1914 2009-2010.

Cronistoria

Cronistoria del Cosenza Calcio dal 1914 ad oggi
 
  • 1914 - Fondazione società
  • 1915-1919 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1919-1929 - Attività in ambito regionale.
  • 1929/30 - 7ª in Seconda Divisione Sud (Serie D) gir.A - Ammessa d'ufficio in Prima
  • 1930/31 - 10ª in Prima Divisione (Serie C) gir. E
  • 1931/32 - 8ª in Prima Divisione gir. F
  • 1932/33 - 3ª in Prima Divisione gir. I
  • 1933/34 - 5ª in Prima Divisione gir. H
  • 1934/35 - 8ª in Prima Divisione gir. H
  • 1935/36 - 10ª in Serie C gri. D
  • 1936/37 - 5ª in Serie C gir. E
  • 1937/38 - 12ª in Serie C gir. E
  • 1938/39 - 9ª in Serie C gir. H
  • 1939/40 - 12ª in Serie C gir. H
  • 1940/41 - 7ª in Serie C gir. H
  • 1941/42 - 7ª in Serie C gir. H
  • 1942/43 - 3ª in Serie C gir. M
  • 1944 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945/46 - 2ª in Serie C gir. F - Promosso in Serie B
  • 1946/47 - 12ª in Serie B gir. C
  • 1947/48 - 10ª in Serie B gir. C
  • 1948/49 - 5ª in Serie C gir. D
  • 1949/50 - 2ª in Serie C gir. D
  • 1950/51 - 6ª in Serie C gir. D
  • 1951/52 - 5ª in Serie C gir. D
  • 1952/53 - 13ª in IV° Serie gir. H
  • 1953/54 - 9ª in IV° Serie gir. H
  • 1954/55 - 2ª in IV° Serie gir. H
  • 1955/56 - 4ª in IV° Serie gir. H
  • 1956/57 - 4ª in IV° Serie gir. H
  • 1957/58 - 1ª in IV° Serie gir. C - Promosso in Serie C
  • 1958/59 - 2ª in Serie C gir. B
  • 1959/60 - 3ª in Serie C gir. C
  • 1960/61 - 1ª in Serie C gir. C - Promosso in Serie B
  • 1961/62 - 17ª in Serie B
  • 1962/63 - 15ª in Serie B
  • 1963/64 - 20ª in Serie B - Retrocesso in Serie C
  • 1964/65 - 4ª in Serie C gir. C
  • 1965/66 - 2ª in Serie C gir. C
  • 1966/67 - 6ª in Serie C gir. C
  • 1967/68 - 8ª in Serie C gir. C
  • 1968/69 - 10ª in Serie C gir. C
  • 1969/70 - 15ª in Serie C gir. C
  • 1970/71 - 9ª in Serie C gir. C
 
  • 1971/72 - 14ª in Serie C gir. C
  • 1972/73 - 14ª in Serie C gir. C
  • 1973/74 - 18ª in Serie C gir. C - Retrocesso in Serie D
  • 1974/75 - 1ª in Serie D gir. I - Promosso in Serie C
  • 1975/76 - 17ª in Serie C gir. C
  • 1976/77 - 18ª in Serie C gir. C - Retrocesso in Serie D
  • 1977/78 - 5ª in Serie D gir. I - Ammesso in Serie C2 per la riforma dei campionati
  • 1978/79 - 11ª in Serie C2 gir. D
  • 1979/80 - 1ª in Serie C2 gir. D - Promosso in Serie C1
  • 1980/81 - 15ª in Serie C1 gir. B Retrocesso in Serie C2
  • 1981/82 - 2ª in Serie C2 gir. D - Promosso in Serie C1
  • 1982/83 - 6ª in Serie C1 gir. B
  • 1983/84 - 7ª in Serie C1 gir. B
  • 1984/85 - 7ª in Serie C1 gir. B
  • 1985/86 - 13ª in Serie C1 gir. B
  • 1986/87 - 4ª in Serie C1 gir. B
  • 1987/88 - 1ª in Serie C1 gir. B - Promosso in Serie B
  • 1988/89 - 6ª in Serie B
  • 1989/90 - 14ª in Serie B
  • 1990/91 - 16ª in Serie B
  • 1991/92 - 5ª in Serie B
  • 1992/93 - 7ª in Serie B
  • 1993/94 - 13ª in Serie B
  • 1994/95 - 15ª in Serie B
  • 1995/96 - 11ª in Serie B
  • 1996/97 - 17ª in Serie B - Retrocesso in C1
  • 1997/98 - 1ª in Serie C1 gir. B - Promosso in Serie B
  • 1998/99 - 16ª in Serie B
  • 1999/00 - 11ª in Serie B
  • 2000/01 - 8ª in Serie B
  • 2001/02 - 16ª in Serie B
  • 2002/03 - 19ª in Serie B - Retrocesso in C1 e cancellata l'affiliazione alla FIGC
  • 2003 - Fondazione del Cosenza Football Club e iscrizione in Serie D
  • 2003/04 - 7ª in Serie D gir. I
  • 2004 - Il Cosenza Calcio 1914 riottiene l'affiliazione alla FIGC e viene iscritto in Serie D
  • 2004/05 - Serie D gir. I Cosenza Football Club 8ª, Cosenza Calcio 1914 9ª
  • 2005 - Fallisce il Cosenza 1914. Il Cosenza FC cambia Denominazione Sociale in AS Cosenza Calcio
  • 2005/06 - 3ª in Serie D gir. I - perde playoff contro la Vibonese
  • 2006/07 - 4ª in Serie D gir. I - perde playoff contro il Siracusa
  • 2007 - L'AS Cosenza Calcio non viene iscritta al campionato e viene dichiarato il fallimento.
  • 2007 - Il Rende Calcio cambia denominazione in Fortitudo Cosenza
  • 2007/08 - 1ª in Serie D gir. I - Promosso in Serie C2 - cambia denominazione in Cosenza Calcio 1914
  • 2008/09: 1ª nel girone C di Seconda Divisione. Promosso in Prima Divisione.
  • 2009/10: in Prima Divisione girone B

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

B

19 1946-1947 2002-2003

C

45 1930-1931 2008-2009

D

14 1929-1930 2007-2008

In 78 stagioni sportive disputate a livello nazionale dall'ingresso nel Direttorio Meridionale (D), compresi 4 campionati di Serie C2. Tra il 1943 e il 1945 non vi fu attività ufficiale a causa della Seconda guerra mondiale.

Serie D: piazzamenti recenti

'Cosenza Calcio: Piazzamenti finali in Serie D dalla stagione 2003/04 ad oggi
Stagione Pos Pt G V N P GF GS Note
2003/04 49 34 13 10 11 32 32
2004/05 44 34 10 14 10 39 41
2005/06 65 34 19 8 7 49 25 Finale Play Off
2006/07 52 34 12 16 6 43 26 Semifinale Play Off
2007/08 80 34 25 5 4 64 19 Promosso in LegaPro Seconda Divisione
2008-2009 67 34 19 10 5 39 16 'Promosso in LegaPro Prima Divisione

Pos = Posizione in Classifica; G = Partite giocate; V = Partite vinte; N = Partite pareggiate; P = Partite perse; GF = Gol fatti; GS = Gol subiti; Pt = Punti; Note = Note di precisazione

Stagioni passate

Rosa 2009-2010

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cosenza Calcio 1914 2009-2010.
N. Ruolo Calciatore
  P Giancarlo Petrocco
  P Emanuele Ameltonis
  P Antonio Emanuele Galeano
  P Ugo Gabrieli
  D Tiziano Maggiolini
  D Luca Chianello
  D Giuseppe Nastasi
  D Stefano Fanucci
  D Vito Di Bari
  D Sandro Porchia
  D Emanuele Musca
  D Matteo Amico
  D Gennaro Scognamiglio
  D Gaetano Ungaro
  D-C Alessandro Bernardi
N. Ruolo Calciatore
  C Francesco De Rose
  C Salvatore Giardina
  C Fabio Roselli
  C Claudio De Pascalis
  C Mario La Canna
  C Valerio Virga
  C Stefano Fiore
  C Massimiliano Marsili
  C-A Nikola Olivieri
  C-A Domenico Danti
  A Raffaele Biancolino
  A Luigi Scotto

Staff tecnico

Allenatore:   Domenico Toscano

Giocatori

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Allenatori e Presidenti

Allenatori del Cosenza

Gli allenatori del Cosenza

COSENZA FOOTBALL CLUB

AS COSENZA CALCIO

FORTITUDO COSENZA

COSENZA CALCIO 1914

I presidenti del Cosenza

COSENZA Football Cub (AS Cosenza Calcio)

FORTITUDO COSENZA

COSENZA CALCIO 1914

Record individuali

In grassetto i giocatori in attività nella rosa del Cosenza. Dati relativi esclusivamente alle gare di campionato (compresa la sfida spareggio con la Salernitana).

Presenze
Reti

Colori sociali

 
Prima e seconda maglia 2007-2008
 
Divisa 2008-2009

Agli albori del calcio cosentino, nel 1908, la Fortitudo indossava una maglia bianca con scritta nera sul petto con il nome della squadra, pantaloncini e calzettoni neri, intervallata negli anni con una maglia verde (o verdeblu inquartata secondo altra tradizione). L'odierno rossoblu viene varato con il passaggio dalla Fortitudo al Cosenza Foot-Ball Club, nel 1923: i colori sociali, mantenutisi fino ai giorni nostri, vengono scelti in onore del Genoa, la più antica squadra italiana e la prima a vincere uno "scudetto".

La maglia da gioco è storicamente a strisce larghe verticali rosse e blu, con pantaloncini solitamente blu bordati di rosso. Solo molto raramente nel corso della sua storia il Cosenza ha mutato il disegno dei colori indossando maglie a strisce orizzontali, inquartate o a tinta unita (blu bordato di rosso o viceversa). Sotto il regime fascista, per un breve tempo la squadra giocò in divisa granata, ed in completo azzurro nell'immediato dopoguerra.

Dopo numerose polemiche sorte sul finire degli anni Novanta per le divise prodotte dal fornitore tecnico Robe di Kappa (in cui i colori sociali della squadra erano, a detta dei tifosi, completamente sbiaditi e stravolti) si è sentito nella tifoseria il bisogno di puntualizzare anche l'esatta tonalità del rosso e del blu della maglia da gioco, e per la precisione sono il rosso scarlatto ed il blu tenebra o oltremare. Nel 2005 un'intera fornitura di divise fu rispedita al mittente dall società, su richiesta dei tifosi, perché il blu reinterpretato dal fornitore Erreà era troppo chiaro e più simile al viola.

Storicamente, la seconda maglia può essere bianca a bordi o richiami rossoblu oppure interamente gialla.

Per la stagione 2008-09 il fornitore ufficiale ONZE ha innovato la divisa sociale dei Lupi, restringendo le strisce verticali sulla maglia (ora ne compaiono quattro anziché tre, più due bande sui fianchi di colore invertito), alternando il colore delle maniche (blu la destra, rossa la sinistra), e soprattutto "proponendo" degli inediti pantaloncini rossi, che, uniti ai calzettoni anch'essi rossi (con due bande orizzontali blu) dovrebbero dare, nelle intenzioni del fornitore, un'immagine più aggressiva della squadra cosentina. Ancora più innovativa la divisa ufficiale per la stagione 2009-2010: sempre prodotta dalla ONZE, è stata però ideata e disegnata da un'azienda che si occupa di curare l'immagine della società cosentina. La nuova divisa, che dopo diverso tempo presenta una rinuncia alle strisce verticali, è infatti completamente ammezzata, ovvero la metà di destra della maglia da gioco è completamente rossa, sia sul davanti che sul retro della maglia, e la metà sinistra, simmetricamente, è blu. Blu anche i pantaloncini, e rossi i calzettoni, con banda blu. Su un fianco, in basso, appare ricamato in oro il loro, anch'esso ideato dall'zienda che cura i diritti d'immagine del Cosenza, pensato per festeggiare i 95 anni del calcio cosentino: un "95" sormontato dalla scritta 1914, circondato dall'alloro e con sotto la scritta 2009. Il ricamo dell'alloro dorato circonda per la stagione 2009-2010 anche lo stemma ufficiale, sia sulla divisa da gioco che sui vari prodotti di merchandising ufficiale del Cosenza: c'è ancora sotto la scritta 2009, mentre, comparendo già nello stemma la dicitura 1914, la scritta sovrastante, sempre in oro è NOVANTACINQUE ANNI, in caratteri maiuscoli.

Il simbolo

Il simbolo della squadra è composto da un cerchio blu contorniato da sette strisce rosse raffiguranti i sette colli di Cosenza stilizzati. Al centro invece troviamo la testa del lupo, simbolo della squadra, che durante tutta la storia del Cosenza Calcio ha subito modifiche e cambi. Dapprima un lupo visto di lato, poi a partire degli anni Ottanta un lupo con le fauci ben aperte. Dal 1994 al 2003 il lupo raffiguranto all'interno viene sovrapposto ad un pallone e subisce una sostanziale modifica, venendo raffigurato con la bocca chiusa.

Dal 2003 al 2007 ritorna il vecchio lupo con la bocca aperta, finché nel 2007 la nuova società adotta un brand simile a quello in uso durante gli anni Novanta. Attualmente il lupo al centro del marchio è ritornato, sebbene con piccole modifiche, simile a quello utilizzato a fine anni Ottanta. Come detto, per la stagione 2009-2010, in occasione del novantacinquesimo anno della storia del calcio cosentino, attorno allo stemma sociale compare anche una serie di ricami in oro, ovvero l'alloro, la scritta NOVANTACINQUE ANNI e la scritta 2009.

I giocatori del Cosenza sono unanimamente noti col soprannome di Lupi della Sila.

Tifosi

 
Tifoseria del Cosenza Calcio 1914

La Tifoseria del Cosenza si può ritenere una delle tifoserie più calde d'italia.Tra i gruppi storici della tifoseria cosentina c'è il Commando Ultrà Prima Linea, nato nel 1978, e soprattutto il gruppo dei Nuclei Sconvolti, nato nel 1983 e attivo fino al 1999. Il gruppo (caratterizzato da una simbologia legata all'uso della marijuana) si è distinto per l'organizzazione di raduni ultras, la produzione di una delle prime fanzine ultras autoprodotte italiane, l'impegno contro l'eroina e l'utilizzo di coreografie e stendardi.

I tifosi rossoblù sono gemellati con quelli dell'Ancona, del Casarano, della Casertana e del Venezia, mentre c'è un rapporto di stima e di amicizia reciproca, spesso solo fra singoli gruppi, con i tifosi dell'Atalanta, del Genoa, della Nocerina, del Olympique Marsiglia e del Crotone.

La rivalità sentita in modo maggiore è quella con i tifosi del Catanzaro, oltre che con i tifosi salernitani (rivali storici), reggini, leccesi, veronesi, senesi, tarantini, pescaresi, palermitani, fiorentini, lucchesi, bresciani, baresi , foggiani, doriani, ascolani, cagliaritani.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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