Delta-9-tetraidrocannabinolo
Il delta-9-tetraidrocannabinolo (tetraidrocannabinolo, delta-9-THC, THC) è uno dei maggiori e più noti principi attivi della Cannabis; può essere considerato il capostipite della famiglia dei fitocannabinoidi.
Delta-9-tetraidrocannabinolo | |
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Nome IUPAC | |
Tetraidro-6,6,9-trimetil-3-pentil-6H-dibenzo[b,d]piran-1-olo | |
Abbreviazioni | |
THC | |
Nomi alternativi | |
Tetraidrocannabinolo delta-9-THC | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C21H30O2 |
Massa molecolare (u) | 314.47 |
Aspetto | olio viscoso marroncino |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 625-153-6 |
PubChem | 16078 |
DrugBank | DBDB00470 |
SMILES | CCCCCC1=CC2=C(C3C=C(CCC3C(O2)(C)C)C)C(=C1)O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Solubilità in acqua | 2,8 g/l |
Temperatura di fusione | 453,15 (180 °C) |
Proprietà tossicologiche | |
DL50 (mg/kg) | 482 |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
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Frasi R | 20/22 |
Frasi S | 51 |
È un composto stupefacente. Ha proprietà antidolorifiche(la cannabis è usata per trattare il dolore), euforizzante, antinausea, antimetiche, anticinetosico, stimolante l'appetito, abbassa la pressione endooculare, ed in certi soggetti può abbassare l'aggressività.[1]
È stato isolato da Raphael Mechoulam, Yechiel Gaoni, e Habib Edery dall'istituto Weizmann, Israele, nel 1964. In forma pura, a temperature più fredde, è un solido vetroso, diventa viscoso e appiccicoso, se riscaldato. Il THC ha una bassissima solubilità in acqua, ma buona solubilità nella maggior parte dei solventi organici.
Biosintesi nella Cannabis
Nella cannabis il THC si verifica principalmente come acido carbossilico tetraidrocannabinolo (THC-COOH). L'enzimatica condensazione del pirofosfato geranil e dell'acido olivetolico genera tetraidrocannabivarina, il quale è ciclizzato dall'enzima acido sintasi THC per dare THC-COOH. Il calore decarbossilla l'acido in THC.
La modificazione principale è l'ossidazione dell'anello cicloesanico che trasforma il THC in cannabidiolo CBN. Gli acidi cannabinoidici subiscono decarbossilazione in seguito a riscaldamento e quindi quando la Cannabis viene fumata i livelli di cannabinoidi attivi aumentano, per esempio l'acido tetraidrocannabinolico viene convertito in tetraidrocannabinolo.
Farmacologia
Le azioni farmacologiche del THC risultano dal suo legame con i recettori cannabinoidi CB1, e CB2, che si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale, e nel sistema immunitario. Esso agisce come un parziale ligando agonista su entrambi i recettori, cioè, li attiva ma non per intero. La presenza di questi recettori specializzati nel cervello fece presupporre agli scienziati che cannabinoidi endogeni vengono prodotti naturalmente dal corpo umano, si scoprirono infatti numerosi endocannabinoidi tra cui l'Anandamide, l'Arachidonoilglicerolo(2-AG) la Virodamina e molti altri.
Meccanismo d'azione
Il THC stimola il rilascio di dopamina dal nucleus accumbens, provocando nella persona sensazioni di euforia, rilassamento, percezione spazio-temporale alterata; alterazioni uditive, olfattive e visive, ansia, disorientamento, stanchezza, e stimolazione dell'appetito. Il meccanismo per la stimolazione dell'appetito si crede sia il risultato di attività del THC nell'asse ipotalamico-gastro. L'attività del CB1 nei centri della fame dell'ipotalamo aumenta l'appetibilità del cibo quando i livelli dell'ormone della fame grelina aumentano in seguito all'entra di cibo nello stomaco.
Aspetti tossicologici
Fino ad oggi, non vi è mai stata una fatalità umana documentata da overdose di tetraidrocannabinolo, o cannabis.[2][3] La valutazione della pericolosità del THC nei confronti dell'uomo è largo oggetto di dispute non solo scientifiche, ma anche politiche e ideologiche. Secondo il Merck [4], la LD50 del tetraidrocannabinolo è rispettivamente di 1270 mg/Kg di peso vivo somministrata per via orale (veicolato in olio di sesamo) nei ratti maschi è di 730 mg/Kg nei ratti femmine è di 482 mg/Kg di peso vivo per inalazione [5]. Tale valore è ritenuto molto alto, secondo le opinioni, tale da considerare la tossicità acuta del THC relativamente bassa rispetto ad altre sostanze psicotrope o farmaci. Per questo motivo le legislazioni dei diversi Paesi valutano i fitocannabinoidi con approcci differenti, con conseguenti divergenze in sede normativa. Alcuni studi condotti relativi all' assimilazione del THC convergono sulla conferma che la sostanza induca la perdita di neuroni nell'ippocampo, area del cervello responsabile della memoria a breve termine. Esperimenti condotti sui ratti hanno evidenziato come la somministrazione quotidiana di THC per 8 mesi abbia prodotto una perdita di cellule nervose equivalente a quella di animali con il doppio della loro età. [6] Alcuni studi hanno suggerito che i consumatori di marijuana hanno un maggior rischio di sviluppare psicosi rispetto ai non utilizzatori. E' comunque risaputo che inalare prodotti di una combustione sia dannoso per la salute.
THC terapeutico[7]
Potenziali campi di utilizzo terapeutico dei derivati della cannabis:
- Nausea e vomito in chemioterapia
- Stimolazione appetito nell'AIDS
- Sclerosi Multipla
- Terapia del Dolore
- Traumi cerebrali / Ictus
- Sindrome di Tourette
- Glioblastomi
- Artrite reumatoide
- Malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa)
- Glaucoma
- Epilessia
Altre indicazioni potenziali:
- Allergie
- Anti-tumorale
- Asma bronchiale
- Malattie autoimmuni (lupus eritematoso, ...)
- Malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer, corea di Huntington, morbo di Parkinson
- Patologie cardiovascolari (aterosclerosi, ipertensione arteriosa
- Sindromi ansioso-depressive
- Sindromi da astinenza nelle dipendenze da sostanze
- Spasticità nelle lesioni midollari (tetraplegia, paraplegia)
Il Dronabinol è il termine registrato INN della variante sterochimica del THC. È un prodotto della Unimed Pharmaceuticals, Inc. ed è commercializzato negli USA come Marinol, ma è disponibile anche nell'Unione Europea come farmaco generico (Dronabinol). Il farmaco è registrato, a partire dal 1985, per il trattamento della nausea e del vomito nei pazienti in chemioterapia antitumorale e per la stimolazione dell'appetito nei pazienti con sindrome da deperimento da AIDS. Negli ultimi anni l'uso terapeutico dei derivati della cannabis sta vivendo un globale processo di rivalutazione. Lo sviluppo delle conoscenze sul sistema dei cannabinoidi endogeni progredisce di pari passo all'individuazione di nuovi potenziali campi di utilizzo terapeutico.
L'Italia è purtroppo su questo terreno molto indietro rispetto agli USA e alla gran parte dei paesi europei.
Presenza del THC
Il contenuto di THC nella marijuana (Cannabis sativa) di "buona qualità" è nell'ordine di 0.5-1% nelle foglie grandi, 1-3% nelle foglie piccole, 3,7% nei fiori, 5-10% nelle brattee 14-25% nella resina ed oltre il 60% nell'olio. Quantità superiori di THC , nell'ordine comunque del 10-20%, nei fiori e nelle foglie si possono ottenere da specie selezionate appositamente.
Il contenuto di THC di hashish e marijuana tende a diminuire con il tempo, un processo accelerato dal calore e dalla luce. Le foglie e la resina di Canapa conservate in condizioni normali perdono rapidamente la loro attività e possono diventare completamente inattive dopo 2 anni.
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Struttura stereochimica del THC
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Animazione tridimensionale del THC
Note
- http://www.medicalcannabis.it/mainpage.php?do=news&sottodo=ricerca
- http://psiconautica.byethost13.com/content/view/940/29/
- http://farmacia.unich.it/farmacologia/didattica/tox/cannabis.pdf
- ^ http://www.ecn.org/hemp/Thc/index.htm
- ^ http://www.galileonet.it/dossier/9082/la-cannabis-unerba-benefica
- ^ http://www.usidellacanapa.it/faq/3.html
- ^ (EN) ISBN 0-911910-12-3 S. Budavari, et al., The Merck Index. An Encyclopedia of Chemicals, Drugs, and Biologicals, Merck & Co., 1996.
- ^ (EN) Cannabis Chemistry, in The Vaults of Erowid. URL consultato il 28-11-2007.
- ^ http://www.focus.it/Salute/speciali/droghe-sostanze-stupefacenti-craving-e-tossicodipendenza-spengono-il-cervello-201004161156_3.aspx
- ^ http://www.medicalcannabis.it/mainpage.php
Bibliografia
- Grotenhermen F., Russo E., Cannabis and cannabinoids. Pharmacology, Toxicology and Therapeutic potential. Binghamton, NY: Haworth Press 2002
- Dewick M., Chimica, biosintesi e bioattività delle sostanze naturali, Ed. Piccin
Voci correlate
- Droga leggera
- Cannabis
- Cannabis indica
- Cannabis sativa
- Marijuana
- Hashish
- Teoria del 16 percento
- Teoria del passaggio
- Effetti della cannabis sulla salute
- Canapa (tessile)
- Skunk (cannabis)
- White widow (cannabis)
- Haze (cannabis)
- Antiproibizionismo
- Proibizionismo
- Endocannabinoidi
- Recettori cannabinoidi
- Cannabidiolo
- Cannabinoidi
- Anandamide
- Dronabinol
- Nabilone
- Sativex
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