Amitriptilina

farmaco
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L'Amitriptilina è un farmaco antidepressivo della famiglia degli antidepressivi triciclici. A basso dosaggio può essere usata nella prevenzione di alcune forme di cefalea, quali la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo. Di recente questo farmaco è stato impiegato in alcune terapie sperimentali per il trattamento della cistite interstiziale.

Indicazioni

Usi approvati

L'Amitriptilina è stata approvata (negli Stati Uniti per il trattamento della depressione maggiore, come anche nella depressione endogena ma anche nella melancolia involutiva oppure "depressione della senescenza", che attualmente non viene più vista come una malattia autonoma. Le dosi tipiche (che sotto controllo medico) vengono somministrate vanno da 25 a 150 mg giornalieri, cominciano nei primi giorni con la metà della dose nei pazienti anziani oppure adolescenti.

Negli Stati Uniti ai bambini con età tra 7 a 10 viene data una dose di 10 a 20 mg; ai bambini più grandi vengono dati da 25 a 50 mg dopo la cena. Dovrebbe essere scalato lentamente alla fine del ciclo di terapia, che non dovrebbe superare i tre mesi.[1]

L'amitriptilina viene usata nella spondilite anchilosante per la terapia del dolore e in alcuni paesi dell'Europa è stato approvato ufficialmente come terapie con emicrania cronica, (alla dosi abituale di 25 – 75 mg). Viene anche somministrata come protettore ai pazienti affetti da discinesia biliare ricorrente (la disfunzione dello sfintere di Oddi), abitualmente 10 mg al giorno [2].

Enuresi notturna

In USA l'amitriptilina viene anche usata nel trattamento della enuresi notturna nei bambini.[3]

Avvertenze

Durata della terapia con amitriptilina: la durata della terapia dovrebbe essere la minima efficace. In genere è indicativo un periodo di circa un mese per i disturbi del sonno e di circa 3 mesi per il trattamento di stati ansioso-depressivi. Al termine del periodo indicato, è raccomandata una nuova valutazione del paziente per verificare l’opportunità di continuare o modificare la terapia con amitriptilina [4].

Cardiopatia: l’amitriptilina, e in generale gli antidepressivi triciclici, non sono raccomandati per i loro effetti aritmogeni nei pazienti con cardiopatia nota. Gli antidepressivi triciclici infatti tendono ad aumentare la frequenza del battito cardiaco a riposo (+10-20 battiti/minuto) e a rallentare la conduzione cardiaca [5][6]. L’amitriptilina tende inoltre a indurre prolungamento dell’intervallo QT (che corrisponde alla fase di sistole elettrica, cioè depolarizzazione e ripolarizzazione dei ventricoli). Gli effetti sul cuore sono dose-dipendenti e aumentano notevolmente in caso di sovradosaggio. L’amitriptilina è controindicata nei pazienti con disturbi del ritmo cardiaco e nel post-infarto [4].

Ipotensione ortostatica: gli antidepressivi triciclici, inclusa amitriptilina, causano ipotensione posturale per azione antagonista sui recettori adrenergici alfa1 [4].

Ideazione/tendenza al suicidio: gli antidepressivi sono risultati aumentare il rischio di ideazione suicidaria e di comportamenti tendenti al suicidio, in studi clinici a breve termine, in pazienti pediatrici e nei giovani adulti affetti da depressione. La depressione stessa è un fattore indipendente di rischio di suicidio. La somministrazione di amitriptilina in ambito pediatrico o in pazienti adulti giovani richiede il monitoraggio attento dei segni o sintomi riconducibili all’ideazione/tendenza al suicidio. L’aumento del rischio di suicidio è meno frequente nei pazienti anziani [4].

Psicosi: gli antidepressivi triciclici possono attivare stati psicotici in pazienti paranoici; i pazienti affetti da depressione bipolare possono passare alla fase maniacale [4].

Epilessia: gli antidepressivi triciclici, inclusa l’amitriptilina, abbassano la soglia convulsiva, pertanto la loro somministrazione a pazienti con epilessia o predisposizione a sviluppare convulsioni richiede cautela [4].

Parkinson: la somministrazione di amitriptilina a pazienti con Parkinson richiede cautela perché potrebbe verificarsi un peggioramento dei sintomi extrapiramidali [4].

Diabete: l’amitriptilina è stata associata a variazioni della glicemia. La somministrazione dell’antidepressivo a pazienti diabetici richiede un controllo supplementare della concentrazione plasmatica di glucosio [4].

Feocromocitoma: il trattamento con amitriptilina può rendere manifesto un feocromocitoma latente. In letteratura è stata riportata comparsa di feocromocitoma dopo aumento della dose dell’antidepressivo (da 75 a 150 mg/die). I sintomi più frequenti che rivelano il feocromocitoma sono cefalea, ipertensione acuta e intensa sudorazione; meno frequentemente possono comparire ipotensione e/o collasso cardiocircolatorio, sintomi psichici (confusione, agitazione, delirio), febbre, difficoltà respiratoria. Il feocromocitoma è un tumore che provoca un aumento delle catecolamine circolanti (adrenalina e noradrenalina); questo effetto viene potenziato dai farmaci che inibiscono la ricaptazione delle catecolamine a livello del sistema nervoso centrale come l’amitriptilina [7].

Pazienti con patologie a carico del sangue: monitorare la crasi ematica perché l’amitriptilina è stata associata ad alterazioni dell’emopoiesi. La comparsa di febbre, sintomi influenzali e angina potrebbe indicare un quadro di agranulocitosi [4].

MAO-inibitori: la somministrazione di farmaci inibitori della MAO deve essere sospesa almeno 14 giorni prima dell’impiego di amitriptilina [4].

Pazienti pediatrici e pazienti anziani: si consiglia di ridurre le dosi di amitriptilina nei pazienti anziani e in quelli di età pediatrica perché più sensibili agli effetti collaterali del farmaco. I pazienti più anziani sono più sensibili agli effetti anticolinergici dell’amitriptilina e manifestano più facilmente confusione mentale o stato confusionale acuto [4].

Sindrome da sospensione: la sospensione di un antidepressivo triciclico, inclusa l’amitriptilina, è accompagnata dalla comparsa di sintomi quali disturbi gastrointestinali, ansia, irrequietezza, disturbi del sonno. Fattori predisponenti comprendono interruzione improvvisa della terapia antidepressiva e terapia a lungo termine. In genere la sindrome da sospensione ha un esordio improvviso e tende a risolversi rapidamente (entro 24 ore) alla risomministrazione del farmaco. Si distingue da un’eventuale recidiva della depressione perché quest’ultima tende a manifestarsi con maggiore latenza (la sindrome da sospensione compare dopo alcuni giorni dall’interruzione dell’amitriptilina) e a risolversi molto più lentamente. Non sempre comunque recidiva del disturbo depressivo e sindrome da sospensione sono facilmente distinguibili, anche perché la sintomatologia tende a sovrapporsi. L’interruzione della terapia con amitriptilina richiede una riduzione graduale del dosaggio per ridurre il rischio di sintomi da rimbalzo [4].

Intervento chirurgico: l’amitriptilina dovrebbe essere sospesa precocemente prima di un intervento chirurgico, perché può accentuare gli effetti farmacologici degli anestetici [4].

Attività che richiedono attenzione e coordinazione costante: l’amitriptilina può provocare sonnolenza e riduzione dei riflessi (specie se associata ad altri psicofarmaci); cautela nello svolgimento di attività che richiedano stati di veglia e coordinazione costanti [4].

Ipersensibilità: sospendere il trattamento con amitriptilina in caso di reazioni allergiche. Sono stati riportati episodi di ipersensibilità crociata fra differenti antidepressivi triciclici [4].

Gravidanza: l’amitriptilina è inserita in classe C per l’uso in gravidanza (a questa classe appartengono i farmaci i cui studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto (teratogenico, letale o altro) e per i quali non sono disponibili studi controllati in donne oppure i farmaci per i quali non sono disponibili studi né sull'uomo né sull'animale). Prima di somministrare l’amitriptilina in donne in gravidanza valutare con attenzione il rapporto fra i benefici attesi per la madre e i potenziali rischi per il feto [4].

Allattamento: sebbene l’amitriptilina sia escreta nel latte materno, la quantità di amitriptilina presente nel sangue del bambino è risultata trascurabile. Valutare, a fini precauzionali, l’opportunità dell’allattamento al seno durante la terapia con amitriptilina [4].

Utilizzi non approvati

L'amitriptilina è stata prescritta per altre condizioni come l'insonnia, il disturbo post traumatico da stress (PTSD),[8] l'emicrania, la cefalea da astinenza di anti-cefalgici, il dolore cronico, il tinnito, la tosse cronica, la nevralgia post-erpetica (un dolore persistente che segue un attacco di herpes zoster), la sindrome del tunnel carpale (CTS), la fibromialgia, la vulvodinia, la cistite interstiziale, la prostatite, la sindrome del colon irritabile (IBS), la neuropatia periferica diabetica, il dolore neurologico, la neuropatia sensitiva laringea, e parestesie correlate alla sclerosi multipla e a basse dosi come profilassi per pazienti con emicrania croniche.[9] Tipicamente per la modificazione della percezione del dolore sono necessari da 10 a 50 mg giornalieri.[1]

L'amitriptilina in basse dosi è spesso prescritta per aiutare i sintomi della sindrome da fatica cronica. Si pensa che possa primariamente combattere i sintomi dell'insonnia, in aggiunta ad alcuni sintomi dell'affezione. Inoltre l'amitriptilina viene spesso usata per alleviare il dolore provocato dal virus Herpes Zoster, somministrandolo la notte.[10]

Un studio clinico randomizzato controllato pubblicato nel giugno del 2005 scoprì che l'amitriptilina era efficace nella dispepsia funzionale che non risponde alle terapie di prima linea, come la famotidina o il mosapride.[11]

Effetti collaterali

Rischio di suicidio

Il National Institutes of Health americano ha emanato una nota in cui si avverte del rischio di pensieri suicidari o di atti di suicidio in bambini, adolescenti e giovani adulti che assumono Amitriptilina in varie posologie e confezionamenti.[16]

Farmacologia

L'amitriptilina agisce principalmente come un inibitore del reuptake della serotonina-norepinefrina, con forti effetti sul trasportatore della serotonina, ed effetti moderati sul trasportatore della norepinefrina.[17][18] Ha un effetto trascurabile sul trasportatore della dopamina e dunque non agisce sul "reuptake" della dopamina, dal momento che è circa 1.000 volte più debole sul reuptake della dopamina rispetto a quello della serotonina.[18]

Note

  1. ^ a b British National Formulary 45 (March 2003).
  2. ^ S. G. Hubscher et al. (2006). Functional biliary type pain syndrome. In P. J. Pasricha, W. D. Willis & G. F. Gebhart (Eds.), ' ' italics' ' Chronic Abdominal and Visceral Pain' 'italics' '. London: Informa Healthcare, pp. 459-461.
  3. ^ http://www.netdoctor.co.uk/diseases/facts/bedwetting.htm
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Pharmamedix: Amitriptilina http://www.pharmamedix.com/principiovoce.php?pa=Amitriptilina&vo=Avvertenze
  5. ^ Coupland N. et al., J. Psychopharmacol., 1997, 11, 83
  6. ^ Roose S.P., Galssman A.H., J. Clin. psychiatric., 1994, 55 (Suppl. A), 83
  7. ^ Kush H., Nervenarzt. 1998, 69 (1), 76
  8. ^ National Institute for Clinical Excellence: The Treatment of PTSD in Adults and Children
  9. ^ Ziegler D, Hurwitz A, Hassanein R, Kodanaz H, Preskorn S, Mason J, Migraine prophylaxis. A comparison of propranolol and amitriptyline, in Arch Neurol, vol. 44, n. 5, 1987, pp. 486–9.
  10. ^ Acute herpes zoster, postherpetic neuralgia, acyclovir and amitriptyline
  11. ^ Otaka M, Jin M, Odashima M, et al., New strategy of therapy for functional dyspepsia using famotidine, mosapride and amitriptyline, in Aliment. Pharmacol. Ther., vol. 21, Suppl 2, June 2005, pp. 42–6, DOI:10.1111/j.1365-2036.2005.02473.x.
  12. ^ Farmaci che fanno ingrassare: Amitriptilina
  13. ^ Healthline.com - Connect to Better Health
  14. ^ www.drugs.com: Tramadol
  15. ^ Can you take tramadol and amitriptyline at the same time?
  16. ^ Amitriptyline
  17. ^ http://www.cnsforum.com/content/pictures/imagebank/hirespng/antidep_uptake_specific.png
  18. ^ a b PMID 9537821

Voci correlate

Collegamenti esterni