Provincia di Catania
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La Provincia di Catania (Pruvincia di Catania in lingua siciliana), è una provincia della Sicilia che conta oltre un milione di abitanti ed il cui capoluogo è la città di Catania.
Affacciata ad est sul Mar Ionio, confina a nord con la Provincia di Messina (il cui confine è segnato in buona parte dal corso del fiume Alcantara), ad ovest con la Provincia di Enna e la Provincia di Caltanissetta, a sud con la Provincia di Ragusa e la Provincia di Siracusa.
Geografia
La provincia di Catania è caratterizzata da una grande varietà di paesaggi dall'orografia quanto mai varia. Fanno parte infatti del territorio provinciale sia buona parte della più vasta pianura della Sicilia, la Piana di Catania, che il più elevato monte dell'isola, l'Etna (il maggiore vulcano attivo d'Europa, alto 3.340 metri s.l.m.). È anche la provincia siciliana con uno dei più vasti bacini idrografici, costituito da consistenti tratti del fiume Simeto e dei suoi affluenti, il Salso, il Dittaino e il Gornalunga, tutti e quattro condivisi con la provincia di Enna.
A nord è delimitata dal corso del fiume Alcantara, che segna il confine con la Provincia di Messina; il confine segue poi una piccola parte dell'ampio Parco dei Nebrodi (situato quasi del tutto in Provincia di Messina) con la Riserva naturale Lago Trearie, ai piedi dell'omonimo monte (1.609 mt). Paesaggi e caratteristiche morfologiche variano da zona a zona, e vanno dalle nere scogliere della costa che procede da Giarre a Catania, con Acitrezza e il borgo di Santa Maria la Scala, contornato dal verde della Riserva naturale orientata La Timpa), alle sabbie dorate della lunga spiaggia della Plaia. Presso Fiumefreddo di Sicilia, sulla costa, si trova la Riserva naturale Fiume Fiumefreddo. Andando verso l'interno dell'isola, la provincia è incorniciata dalle catene montuose dei Monti Erei e dei Monti Iblei a ridosso dei quali si alternano calanche desertiche e fertili terre come quelle della piana.
La zona che contorna il vulcano è caratterizzata da boschi di castagni ed ombrose pinete e dalla rigogliosa, anche se molto ridotta dall'esasperata urbanizzazione degli anni passati, vegetazione del Parco dell'Etna e, ancora, dalle rarefatte atmosfere del deserto lavico delle alte quote con le nere sciare e il giallo delle ginestre. Ad ovest del vulcano si trova la Riserva naturale ingrottato lavico del Simeto; il corso del fiume, dopo aver contornato la riserva, piega decisamente ad est verso il mare e la sua foce costituisce parte della Riserva naturale Oasi del Simeto. Procedendo verso l'interno si incontrano i brulli paesaggi caratteristici della Sicilia centrale, con terreni gessoso-solfiferi, alternati a macchie di arbusti, zone a pascolo e a seminativo.
I fiumi
La provincia di Catania è interessata dal più grande bacino idrografico della Sicilia costituito dal fiume Simeto e dagli affluenti Gornalunga e Dittaino; si tratta di un bacino di oltre 4.300 km quadrati che si snoda nella Piana di Catania provenendo dai monti Erei e dalle pendici dei Nebrodi. La portata del bacino è nel complesso molto variabile a seconda delle stagioni e della piovosità per lo più scarsa della Sicilia interna. Dagli stessi Nebrodi proviene anche il fiume Alcantara che segna il confine nord della provincia; quest'ultimo bacino è invece ben alimentato in tutte le stagioni, raccogliendo acqua dalle sorgenti etnee ben nutrite dal lento scioglimento delle nevi.
Una particolarità della provincia è quella dei fiumi scomparsi nel sottosuolo per catastrofi naturali: il fiume Amenano seppellito dall'eruzione del 1669, il fiume Ognina (o Lognina) anch'esso coperto dalla lava fluita, nel 1381, da un cratere apertosi all'altezza di Mascalucia e il fiume Aci sprofondato a seguito del terribile terremoto del 1693.
I laghi
Il territorio della provincia di Catania, pur essendo percorso dal più grande bacino fluviale dell'Isola, non ha grandi laghi. Possiede tuttavia alcuni interessanti laghi naturali che sono racchiusi per lo più all'interno di aree protette.
Il territorio attualmente delimitato come Riserva naturale Oasi del Simeto è quel che resta di un più vasto ecosistema palustre che comprendeva diverse zone umide, quella di Agnone, quella di Valsavoia (Lentini) e quella di Pantano di Catania. Sono ad oggi sopravvissuti all'antropizzazione dell'area:
- il lago Gornalunga, formato dall'omonimo affluente del Simeto;
- il lago Gurnazza, formato dalle dune costiere;
- le Salatelle, piccoli pantani di acqua salmastra.
Nell'area catanese del Parco dei Nebrodi:
- Il Lago Trearie, laghetto naturale posto a 1.435 metri s.l.m. che è stato ampliato con uno sbarramento per aumentarne la capacità di invaso; si estende per 10 ettari, in territorio dei comuni di Tortorici e di Randazzo. Riveste particolare importanza dato che si tratta del luogo di sosta e nidificazione di varie specie avicole, stanziali e di passo ed è incastonato in un pittoresco paesaggio.
A sud di Randazzo, a nord-ovest dell'Etna:
- Il Lago Gurrida, esempio unico in Europa di un lago di sbarramento naturale lavico formato da una colata del 1536 che ostruendo una parte della valle sottostante, ha determinato l'accumulo delle acque del fiume Flascio. Si trova in territorio comunale di Randazzo, a 835 metri s.l.m. su una depressione argillosa che raccoglie nel periodo invernale le acque piovane e quelle del fiume Flascio; il lago non ha emissari, ma in piena estate va in secca; si ritiene quindi che esistano emissari sotterranei dato che, in periodo di secca, diventano visibili cavità e crepe da cui si perde tutta l'acqua accumulata in una superficie di circa 800 metri quadrati. Ha un perimetro irregolare di circa 6 Km e una area di impluvio di 50 Kmq.
Nei pressi di Palagonia inoltre vi sono i due laghetti mefitici di Naftìa, noti fin dall'antichità perché legati al culto delle divinità dette I Palici.
Oltre a questi laghi naturali vi sono anche due laghi artificiali di sbarramento fluviale:
- Il Lago Dirillo, presso Licodia Eubea.
- Il Lago di Ogliastro, compreso tra il comune ennese di Piazza Armerina e quello catanese di Ramacca.
I monti
La provincia di Catania non ha grandi catene montuose, né alte montagne; l'unica montagna degna di tale nome è il vulcano Etna che è il più grande vulcano europeo e la più elevata vetta della Sicilia. Esso, con la sua mole ed il suo complesso e completo ecosistema costituisce il massiccio montuoso maggiore dell'isola; con le sue nevi contribuisce ad alimentare l'Alcantara, il Simeto con alcuni suoi affluenti e le sorgenti d'acqua potabile di una vasta area circostante. Il resto della provincia, fatta eccezione per l'area facente parte della piana di Catania, è a prevalenza collinare con cime ondulate che sfiorano appena i 700 metri di altezza e ciò solo a ridosso dell'avanpaese ibleo con rilievi a prevalenza calcarea e fenomeni carsici, e dei monti Erei a prevalenza gessoso-zolfifera.
Il mare
Il Mar Ionio lambisce, per tutta la sua lunghezza, la costa della provincia di Catania per oltre 65 chilometri. Si alternano spiagge di sabbia e ghiaia e scogliere basaltiche, soprattutto fra Acireale e Catania. Dal porto di Catania verso Siracusa ha inizio la splendida spiaggia della Plaia, un arenile di sabbia fra i più belli del Mediterraneo. Al centro di questa costa è inserito il Golfo di Catania che va da Acireale fino ad Augusta nella costiera Siracusana dello Ionio. Molto caratteristici sono i centri rivieraschi presenti nella Timpa acese ed i centri di Aci Castello e la sua frazione Acitrezza.
Il clima
La provincia di Catania offre una grande varietà climatica in conseguenza dell'altitudine e della vicinanza o lontananza dalla costa. Nelle zone etnee e sulle propaggini dei Nebrodi è frequente la neve al di sopra dei 1.200 metri s.l.m. nel periodo invernale e le precipitazioni, nel loro complesso, raggiungono anche i 1.300 mm. Per contro, le zone della Piana di Catania hanno un regime di semi-aridità con precipitazioni modeste e per lo più concentrate durante la stagione autunnale sotto forma di nubifragio. Ciò, nel passato, era causa di disastrose alluvioni che rendevano molte zone impraticabili e formavano estese paludi nelle aree prossime alla costa jonica.
Le temperature medie annue si mantengono tra 17 e 19 gradi con punte estive, tra luglio e agosto, che raggiungono i 40° C, mentre in inverno raramente scendono sotto lo zero eccetto che nelle zone elevate dell'Etna. L'area pianeggiante presenta inoltre una forte escursione termica notte-giorno in tutte le stagioni; ciò, a volte, è causa di intense nebbie improvvise che avvolgono tutta l'area sud-occidentale della provincia.
Trasporti e collegamenti
Autostrade
Il territorio provinciale è attraversato in senso nord-sud dall'autostrada A18, Messina-Catania a pedaggio con caselli, nel territorio provinciale, a Fiumefreddo, Giarre, Acireale e San Gregorio ed in senso est-ovest dall'A19, Catania-Palermo, gestita dall'ANAS e quindi con utilizzazione libera; i caselli ricadenti nel territorio provinciale sono quelli di Catania Zia Lisa, Tangenziale di Catania, Motta Sant'Anastasia e Sferro. Le citate autostrade A 18 e A 19 sono connesse tra loro mediante la Tangenziale di Catania che le collega anche alla S.S. 114 per Siracusa, alla S.S.192 per Enna e alla S.S. 385 in direzione Caltagirone (nella Sicilia centrale), alla S.S. 417 per Caltagirone e Gela e alla S.S. 194 per Ragusa. Queste strade costituiscono l'asse viario più importante del territorio provinciale.
Strade statali
La provincia è attraversata da numerose strade i cui assi fondamentali sono la S.S. 114 Messina - Catania - Siracusa, che si snoda principalmente lungo la costa ionica attraversando luoghi di incomparabile bellezza come la Timpa di Acireale e l'Oasi del Simeto, e la S.S. 121 Catania - Caltanissetta - Palermo, che si inoltra in direzione ovest verso l'interno attraversando grossi centri come Misterbianco, Paternò, Adrano e costeggiando, inoltre il Parco Commerciale Etnapolis di recente costruzione.
Le strade statali che attraversano la provincia di Catania sono:
- Strada Statale 114: Siracusa - Messina (litoranea)
- Strada Statale 120: Cerda - Stazione di Fiumefreddo
- Strada Statale 121: Palermo - Catania
- Strada Statale 124: Siracusa - San Michele di Ganzaria (bivio Gigliotto)
- Strada Statale 192: Catania - Enna
- Strada Statale 194: Ragusa - Catania
- Strada Statale 284: Randazzo - Paternò
- Strada Statale 288: Piazza Armerina - Bivio Gerbini
- Strada Statale 385: Bivio Iazzotto - Caltagirone
- Strada Statale 417: Catania - Gela
- Strada Statale 514: Ragusa - Catania
- Strada Statale 575: Troina - Paternò
Il trasporto pubblico su strada viene assicurato da 20 aziende di trasporto su autobus, di cui alcune di grande rilevanza regionale come Etna Trasporti e Ferrovia Circumetnea (autoservizi). Tra queste anche l'AMT di Catania che assicura il trasporto pubblico verso alcuni comuni dell'area metropolitana.
Ferrovie principali
L'asse ferroviario più importante è costituito dalla linea Messina - Siracusa, a trazione elettrica e in parte a doppio binario, nella tratta interessante la provincia, tra Catania Acquicella e Catania Bicocca e tra Catania Ognina e Calatabiano.
Dalla Stazione di Catania Bicocca si dirama la linea a semplice binario elettrificata per le stazioni di Enna, Caltanissetta, Agrigento e Palermo. Da tale linea, nella stazione di Motta Sant'Anastasia si dirama la linea secondaria, oggi usata solo per tradotte merci, per Paternò e Regalbuto. Quest'ultima fino alla metà degli anni settanta aveva un notevole traffico dovuto alla spedizione di agrumi dalle stazioni di Carcaci, Mandarano, Schettino, Paternò e Agnelleria, verso i mercati del nord Italia e dell'Europa continentale.
Nella stazione di Lentini Diramazione, sulla Catania-Siracusa ha origine la linea a trazione diesel per Caltagirone e Gela che attraversa in direzione sud-ovest tutto il territorio provinciale. Nonostante il calo del traffico pendolare, un tempo consistente soprattutto da Caltagirone, Grammichele, Militello e Scordia e la diminuzione della spedizione di agrumi da Scordia, la linea è percorsa dai treni merci da, e per, il Polo petrolchimico di Gela.
Importante per il traffico pendolare e turistico anche la pittoresca ferrovia Circumetnea che partendo da Catania Borgo effettua tutto il periplo dell'Etna fino a Riposto collegando al capoluogo grossi centri come Misterbianco, Paternò, Adrano, Bronte e Randazzo.
Metropolitane e suburbane
La carenza di servizi su rotaia nell'ambito provinciale ha determinato un sempre più massiccio uso del mezzo privato. Ogni giorno, da ogni direzione, lungo le poche infrastrutture viarie della provincia, si riversano sul capoluogo centinaia di migliaia di veicoli d'ogni tipo determinando ingorghi sempre più incontrollati ed imprevedibili; ciò ha messo in luce la sempre più urgente necessità di un trasporto di massa e pendolare moderno ed efficiente e sono nati vari progetti di costruzione di ferrovie suburbane e metropolitane:
- Un primo progetto, di cui è attivo solo un tratto interno alla città di Catania, prevede la trasformazione della Ferrovia Circumetnea in linea metropolitana e suburbana fino a Paternò, a doppio binario, a scartamento normale ed elettrificata; nonostante l'urgenza, sono interamente finanziate ancora solo le tratte fino a Nesima, alla periferia di Catania, e fino a Stesicoro, al centro della città. Se realizzata in tempi brevi alleggerirebbe notevolmente la pressione veicolare costituita dal traffico proveniente dalle aree commerciali di Etnapolis e Misterbianco e dalle decine di migliaia di pendolari provenienti dalle direttrici di Adrano, Bronte e Randazzo.
- Un secondo progetto, non ancora in fase esecutiva, prevede la costruzione di una linea metropolitana pedemontana che partendo dal centro di Catania raggiunga i comuni dell'Etna confinanti a nord.
- Un ulteriore progetto, in parte in fase di realizzazione con l'interramento della tratta a nord della Stazione di Catania Centrale, prevede l'utilizzo della tratta RFI attuale che attraversa la città per realizzare una linea suburbana di collegamento tra le zone dell'acese e il centro del capoluogo e il suo aeroporto.
L'aeroporto di Catania Fontanarossa, attualmente in fase di ampliamento e ristrutturazione, assicura il collegamento del territorio con i maggiori aeroporti d'Italia, d'Europa e di altri continenti. Il volume di traffico supportato, per il quale è del tutto insufficiente, lo colloca al quinto posto tra gli aeroporti nazionali. Adiacente ad esso si trova l'eliporto della Marina Militare Italiana.
Nell'area provinciale, insiste in località Sigonella, a sud di Motta Sant'Anastasia, anche il grande aeroporto militare Statunitense.
La provincia si avvale principalmente del porto artificiale di Catania che, per le sue dimensioni non molto grandi ha un'operatività limitata. Il porto mantiene tuttavia, un buon traffico commerciale e merci ed è collegato regolarmente con i porti di:
e con porti internazionali in America, Africa, Asia e Oceania. È collegato anche con traghetti a servizio passeggeri e trasporto auto per:
Una linea di catamarani lo collega con Malta. È in corso di sviluppo l'utilizzo come porto turistico, con un progetto, abbastanza fantasioso di demolizioni degli archi della ferrovia per riportare le banchine a ridosso delle vecchie mura di Catania.
Il secondo porto, per importanza è quello di Riposto, con un piccolo traffico commerciale e peschereccio. Un recente progetto in avanzato stato di realizzazione lo ha riqualificato come porto turistico a servizio dell'area catanese e di quella taorminese; esso rappresenta il più grande porto turistico della Sicilia ed uno dei più grandi del sud Italia.
Numerosi e caratteristici sono i porti delle frazioni a mare di Acireale, come Pozzillo, Stazzo, Santa Tecla e Santa Maria La Scala; quest'ultima località è un borgo marinaro ai piedi della Timpa in cui d'estate è possibile godere del mare più pulito dello Ionio, anche per il fondale ricco di numerose varietà coralline. I fondali custodiscono il relitto della nave da guerra italiana "Terni", affondata dagli inglesi durante la II guerra mondiale. Altri porti, turistici e da pesca, sono quelli di Acitrezza, di Ognina e San Giovanni li Cuti a Catania.
Storia
I primi nuclei urbani
L'area della provincia di Catania risulta abitata in innumerevoli siti sin dalla notte dei tempi. Tracce di insediamenti preistorici si ritrovano dappertutto alle pendici dell'Etna nelle zone costiere e lungo le valli del Simeto e dei suoi affluenti, nel calatino e sulle alture circostanti gli Erei e gli Iblei. Quasi tutte le città e i paesi odierni mostrano evidenti o presunte tracce di insediamenti Sicani e poi Siculi; ma è del periodo greco che tutta la provincia mostra evidenti le tracce, storiche ed archeologiche, dello splendore raggiunto. Il periodo successivo, quello romano, che mirò soprattutto a trasformare l'isola in granaio di Roma, anche a causa delle pesanti imposizioni tributarie, portò ad un impoverimento del territorio nel suo complesso. Un certo sviluppo si ebbe a partire dal tardo impero romano dopo la concessione della cittadinanza romana ai siciliani nel 212 e viene testimoniato dai resti di acquedotti e terme, dalle vestigia di Catania, come l'Anfiteatro e il Teatro Romano.
Fino alla fine del Settecento l'economia della provincia catanese aveva un suo mercato con interessi extraprovinciali, nel campo delle coltivazioni cerealicole e del grano, della coltivazione della vite e della produzione del vino, dell'allevamento dei bovini e nel campo dell'allevamento del baco per la produzione della seta, di cui sono testimonianza i sopravvissuti alberi di gelso bianco ancor oggi presenti nel territorio. Anche la città cominciava a crescere dal punto di vista demografico, con l'immigrazione di intere famiglie provenienti dall'interno dell'isola in cerca di lavoro nelle varie attività che fornivano la manodopera necessaria producendo sviluppo e ricchezza. Durante il XVII secolo la provincia fu colpita da due tremende sciagure: la colata lavica del 1669 che giunse sino al capoluogo (coprendo fra l'altro i centri di Nicolosi, Fenicia Moncada (Belpasso) e Misterbianco) ed il terribile terremoto del 1693 che cancellò i due terzi della popolazione di Catania, Trecastagni, Pedara, Occhiolà (oggi Grammichele), altri centri ebbero moltissime vittime ma quasi tutti vennero accomunati da una distruzione delle costruzioni e degli opifici pressochè totale. La ricostruzione e la politica, attuata dai governanti di allora, della concessione di terre e di sgravi fiscali permisero la rinascita della provincia che manifestò una vitalità inaspettata. Ripresero così i commerci e le coltivazioni.
Il 24 febbraio 1853 iniziava l'attività la Camera consultiva commerciale di Catania in un contesto difficile quale lo era quello burocratico del governo borbonico. Le sue iniziative e le sue pressioni portarono al potenziamento delle infrastrutture essenziali delle poste, delle banche e dei collegamenti marittimi e stradali (al tempo era molto difficile la comunicazione via terra anche con Messina e Siracusa). Nello stesso periodo venne tentata, con la costituzione di una Società di irrigazione del Simeto del barone Spitaleri, la coltivazione del cotone in alcune zone della Piana di Catania e la coltivazione del riso, ma soprattutto quest'ultima si rivelò un'iniziativa poco felice e la società nel 1859 andò fallita. L'attività imprenditoriale cercò allora altre alternative introducendo nelle aree provinciali più idonee la coltivazione su vasta scala degli agrumi, trasformando ampie zone fino ad allora coltivate a vigneto.
L'unità d'Italia
A seguito dell'unificazione d'Italia con la creazione della provincia etnea del nuovo regno, con R.D. 929 del 16 ottobre 1862, anche la Camera consultiva di commercio venne trasformata in Camera di Commercio ed Arti e nel dicembre dello stesso anno istituita la Borsa. Fu un risultato brillante per l'economia della provincia attirando gli investimenti di finanzieri del più ricco nord Europa interessati all'attività mineraria zolfifera che facendo capo al porto di Catania ne permetteva l'agevole esportazione. Vennero quindi impiantate banche e finanziati progetti di ferrovie minerarie. La crescita economica e sociale si riscontrava soprattutto nel capoluogo, Catania che alla fine dell'Ottocento appariva dotata di una veste cittadina molto elegante, pur con differenze macroscopiche riguardo ai quartieri di sud-ovest, quelli classici dell'immigrazione della manodopera. Gli anni settanta del XIX secolo vedono Catania divenire la capitale dello zolfo isolano; le ferrovie attirano ormai sulla città e sul suo porto anche gli zolfi di Villarosa che prima venivano trasportati ad Agrigento e anche grazie a questo il porto di Catania ottiene la categoria di porto di 1° classe in virtù del volume di merci movimentate. Oltre 20.000 tessitori ormai lavoravano nelle filande del capoluogo, immigrati da tutta la provincia e il Banco di Sicilia vi aprì la sua prima filiale. La popolazione di Catania passò dai 52.000 abitanti del 1834 ai 101.000 del 1881. Un rapporto del 1887 del Gentile Cusa registra l'assenza di emigrazione verso l'estero dal catanese, a differenza del resto della Sicilia.
Verso la fine del secolo, anche grazie all'apporto di capitale straniero e ai finanziamenti delle banche, si svilupparono le raffinerie di zolfo e le industrie chimiche ad esso collegate, le attività molitorie, come i grandi Mulini Prinzi che importavano grano ed esportavano farine; il cotonificio De Feo impiegava oltre 480 addetti e nel 1897 produceva 1500 Kg. di filati al giorno; estesa era anche la produzione di mobili e di carrozze. La fine del secolo vide anche la costruzione della Ferrovia Circumetnea che trasportava merci e viaggiatori dalle zone attorno all'Etna verso Catania e il suo porto e contribuiva all'export dei vini etnei tramite il porto di Riposto. Vengono anche approntati progetti di linee tranviarie a servizio delle zone minerarie come la tranvia a vapore Raddusa Scalo-Assoro Scalo-Sant'Agostino e in seguito la tranvia elettrica Catania-Acireale.
L'industrializzazione del XX secolo
Nei primi decenni del Novecento il movimento complessivo delle merci nel porto, indice di sviluppo e benessere della provincia e dell'area siciliana orientale, era in netta crescita e Catania divenne il riferimento economico dell'intera Sicilia con lo sviluppo nel campo industriale, nelle concerie e nel tessile, ma soprattutto nella raffinazione e commercializzazione dello zolfo che proveniva dall'interno e gravitava per la maggior parte nel capoluogo tanto da far parlare di Catania come della Milano del Sud. Secondo una statistica di fine secolo la provincia di Catania esportava zolfi, cereali e frutta dal porto di Catania e vini dal porto di Riposto verso le destinazioni di Stati Uniti, Francia, Austria e Gran Bretagna e importava cotone grezzo e ferro dalla Gran Bretagna, pelli per le concerie dalla Francia, lana da Austria e Francia, grano dalla Russia e alcool dagli Stati Uniti. Template:Nota2 Lo scoppio della prima guerra mondiale fece crollare rapidamente il traffico mercantile a causa della chiusura dei mercati orientali interessati dall'economia catanese e del traffico marittimo con l'Austria. La città e l'intera provincia entrarono quindi in una seria crisi. Anche il commercio dello zolfo andava sempre più ridimensionandosi a causa della concorrenza dello zolfo del Texas prodotto con metodi più moderni e a costi inferiori.
Il primo dopoguerra
Nel primo dopoguerra vennero individuati alcuni punti fermi per il rilancio dell'economia con un vasto programma di bonifiche e raccolta e canalizzazione dell'acqua d'irrigazione e nella produzione indispensabile di energia elettrica. Vennero quindi approntate e messe in opera le bonifiche del Pantano d'Arci, del Biviere di Lentini, e del corso dell'alto Simeto. Importanti fattori di ripresa dello sviluppo furono inoltre gli interventi di riassetto del porto di Catania con la costruzione del nuovo molo centrale e di attrezzature per il carico e lo scarico delle navi. Il periodo fascista produsse comunque globalmente una terziarizzazione della società catanese ed a una stagnazione produttiva della provincia, anche a causa della perdita dei suoi commerci verso i paesi esteri, con i quali le relazioni diventavano sempre più difficili a causa dell'embargo e dalla perdita dei mercati orientali seguita ai mutati assetti politici del dopoguerra.
Nel 1926 la Provincia di Catania venne anche decurtata di una parte del suo territorio nell'ambito della creazione della nuova Provincia di Enna, perdendo la sua giurisdizione sui comuni della sponda occidentale del Simeto fino a Nicosia e della Piana di Catania oltre Catenanuova.
Nel novembre del 1928 una eruzione dopo aver minacciato i centri di Sant'Alfio e Nunziata, investì e sommerse Mascali. L'eruzione provocò ingenti danni alla economia agricola e la chiusura della tratta della Ferrovia Circumetnea e della direttrice Catania-Messina delle ferrovie e la strada carrabile statale. La cittadina mascalese venne quindi interamente ricostruita in una area adiacente, nello stile dell'allora nascente regime fascista.
Il secondo dopoguerra
Il secondo conflitto mondiale interessò particolarmente l'area della provincia quando, a seguito dello sbarco in Sicilia, da parte delle truppe americane nel 1943, fu sottoposta a intensi e disastrosi bombardamenti alleati che distrussero gravemente le infrastrutture portuali e ferroviarie nelle due direttrici fondamentali Catania - Palermo e Catania - Messina e Siracusa. Bombardati e distrutti anche gli aeroporti di Catania, Gerbini e Vizzini. La dura resistenza prima alla piana di Catania e poi sull'asse Troina - Randazzo - Mar Ionio oltre a migliaia di vittime di entrambe le parti lasciò il territorio provinciale e cittadino in condizioni disastrose. Proprio il territorio provinciale vide perpetrarsi la prima rappresaglia nazista nei confronti della popolazione civile italiana: la Strage di Castiglione. Dopo il greve periodo dell'occupazione alleata, nel quale si pensò piuttosto alla sopravvivenza e nel quale ebbero origine attività, non proprio pulite di mercato nero, iniziò la ricostruzione. La fine del regime ed il caos politico seguito alla caduta di Mussolini, fecero risorgere le istanze autonomiste e proprio Catania divenne una delle roccaforti dell'EVIS. L'esercito autonomista, che aveva la sede operativa nel capoluogo, vi organizzò la lotta armata ed i sabotaggi sino al 17 giugno 1945, quando, in uno scontro a fuoco con i carabinieri in contrada "Murazzu ruttu" (Randazzo) veniva ucciso Antonio Canepa, insieme ad altri due esponenti. La I legislatura dell'Italia repubblicana fu caratterizzata dall'opera di ricostruzione e dalla realizzazione di un piano di riforme. La legge n. 43 del 28 febbraio 1949, tramite il Piano INA-Casa, favorì il rilancio dell'attività edilizia, la riduzione della disoccupazione con la costruzione di alloggi popolari. Un'altra riforma fu quella agraria del 1950 predisposta da Antonio Segni, ministro dell'Agricoltura che il 27 dicembre, la regione Sicilia, con un'altra legge di riforma, adeguò al territorio dell'isola. Vennero espropriati ettari ed ettari di terreni realizzando così uno degli obiettivi politici di De Gasperi: creare una classe di piccoli proprietari, migliorare le arcaiche condizioni dell'agricoltura in alcune parti del paese. La Cassa per il Mezzogiorno fu l'altra riforma approvata all'inizio degli anni '50. Il disegno di legge, che fu deliberato dal Consiglio Nazionale della D.C. presieduto da don Luigi Sturzo, produsse la legge 10 agosto 1959, n. 646. Essa prevedeva un programma finalizzato di lavori pubblici per un decennio e individuava, come priorità, la sistemazione idraulico-forestale e la bonifica, anche per favorire la riforma fondiaria e assicurare lo sviluppo del meridione. Vennero così costituiti consorzi ed enti di bonifica per completare i mai finiti progetti dell'anteguerra; Il consorzio di bonifica del Simeto rese utilizzabili nuove aree da coltivare, canalizzando le acque irrigue e regolò il corso dei fiumi principali che straripando periodicamente riformavano i pantani di sempre, nella Piana di Catania. Negli anni cinquanta nacque la Zona industriale di Catania in quello che era stato il Pantano d'Arci, l'edilizia iniziò a svilupparsi su larga scala costituendo le basi per un settore ancor oggi trainante attraendo tuttavia sempre più popolazione, in cerca di lavoro, verso la città di Catania . A seguito della riforma agraria vennero spezzettati i vecchi latifondi e costruite migliaia di case coloniche nella piana di Catania; tuttavia l'esiguità dei frazionamenti non sortirà l'effetto sperato e molte case coloniche verranno abbandonate non molti anni dopo a causa dell'emigrazione verso il nord Italia e spiccatamente a Milano ed a Torino. Le aree ricche saranno ancora quelle della produzione agrumaria della zona pedemontana dell'Etna e delle colline a sud della piana.
Caltagirone e Acireale
La provincia di Catania, dopo la riduzione del suo territorio avvenuta nel 1926, quando venne istituita la provincia di Enna, (ufficializzata dal Regio Decreto n°1 del 2 gennaio 1927) aggregando territorio sottratto alla provincia di Caltanissetta e alla provincia di Catania, potrebbe subire un ulteriore cambiamento nei prossimi anni: da molto tempo Caltagirone vorrebbe costituire la decima provincia siciliana incorporando tutti i paesi dell'area a sud di Catania (il cosiddetto calatino). La richiesta è stata già al vaglio di un referendum istitutivo negli Anni Ottanta, non passato, e negli Anni Novanta è stata riformulata e riproposta in seno all'Assemblea Regionale Siciliana. Il progetto - che prevede una provincia composta da tutti i comuni dell'area sud del Simeto ed in parte di Ragusa e Caltanissetta - ha avuto un iter travagliato ed è attualmente fermo, pur avendo i requisiti previsti dalla apposita legge regionale.
Dal 1999 è attivo anche un comitato "Pro Acireale provincia". Il progetto della provincia di Acireale prevederebbe una nuova realtà comprendente gli antichi casali di Aci (Aci Catena, Aci Castello, Aci Bonaccorsi, Aci sant'Antonio e Valverde ed altre città del versante orientale dell'Etna (come Zafferana Etnea, Giarre e Riposto). Una idea innovativa prevederebbe una nuova provincia autonoma comprendente pure Taormina, insomma quello che è il distretto Taormina-Etna, un distretto di natura economico-culturale e turistico si trasformerebbe in una nuova realtà provinciale dal nuovo nome provincia delle Aci e Taormina
Il primo presidente dell'Amministrazione Provinciale dopo l'unificazione d'Italia fu Giacomo Bellia dal 22 aprile 1861 al 14 novembre1862. Ebbero più di un mandato:
- Gabriello Carnazza (10 gennaio 1867 - 5 febbraio 1868; 10 settembre 1868 - 6 settembre 1869)
- Salvatore Marchese (6 febbraio 1868 - 9 settembre 1868; 5 settembre 1870 - 1 settembre 1872)
- Domenico Bonaccorsi di Casalotto (2 settembre 1872 - 11 agosto 1895; 13 agosto 1906 - 3 febbraio 1908)
Un periodo di particolare fervore politico e amministrativo vi fu con Giuseppe de Felice Giuffrida (10 agosto 1914 - 19 luglio 1920) a cui successero Vincenzo Lo Giudice e Girolamo Longhena e Roberto Giuffrida nel difficile periodo bellico e post-bellico.
Dal 19 ottobre1946 a capo della provincia vi fu un Commissario Prefettizio e si successero Umberto Mondio e Salvatore Ferro, fino al 18 giugno 1947). La provincia venne poi retta da un Delegato Regionale Provvisorio fino al 22 dicembre 1964: e in successione Carlo Amico, Salvatore Papale, Antonino Drago (9 aprile 1958 - 5 dicembre 1958; 16 ottobre 1961 - 22 ottobre 1964), Orazio Condorelli e Armando Palazzo (Assessore Anziano Reggente) Ebbe doppio mandato anche Nicolò Nicoletti (23 dicembre 1964 - 25 gennaio 1972; 7 novembre 1973 - 5 agosto 1975); durante il mandato di Antonio Torrisi (4 giugno 1984 - 5 marzo 1986) la provincia si trasformò in Provincia Regionale.
Presidenti della Provincia Regionale sono stati nell'ordine:
- Antonio Torrisi (6 marzo 1986 - 1 febbraio 1987)
- Alfredo Bernardini (2 febbraio 1987 - 27 marzo 1987; 27 novembre 1987 - 11 giugno 1989)
- Onofrio Zaccone (28 marzo 1987 - 26 novembre 1987) - Commissario Regionale
- Giulio Sascia Tignino (12 giugno 1989 - 9 ottobre 1991)
- Diego Di Gloria (10 ottobre 1991 - 20 novembre 1991)
- Carmelo Rapisarda (21 novembre 1991 - 16 marzo 1993)
- Francesco Altamore (17 marzo 1993 - 10 agosto 1993)
- Antonino Pennisi (11 agosto 1993 - 18 febbraio 1994) - Commissario Regionale
- Nello Musumeci (19 febbraio 1994 - 02 giugno 2003)
- Raffaele Lombardo (03 giugno 2003 - in carica)
Economia
La provincia di Catania presenta una grande varietà di attività economiche e produttive che la rendono la più attiva e dinamica dell'intera isola.
L'agricoltura catanese deve la sua prosperità soprattutto alla fertilità del suo suolo. Le grandi opere di bonifica e di assetto idrogeologico fluviale, realizzate nella Piana di Catania e nei suoi fiumi come il Simeto, il Gornalunga e il Dittaino, ne hanno incentivata la produzione cerealicola. La costruzione di laghi artificiali ottenuti con lo sbarramento dei fiumi, per l'utilizzazione delle acque, ha consentito un ulteriore sviluppo delle varie tipologie di coltura. Le attività agricole, anche se progressivamente in riduzione, lenta ma costante, rivestono ancora un ruolo di primo piano. Nel 1961 le aziende agricole della provincia catanese erano censite in 87.091, delle quali 62.166 a conduzione diretta, 17.527 con salariati e compartecipanti e il resto a colonia parziaria appoderata.
Alla base delle attività si collocano due colture fondamentali: l'agrumicoltura e la viticoltura.
La prima si estende intorno al perimetro dell'Etna, soprattutto lungo la costa ionica nel giarrese e nell'acese , a nord della città di Catania dove è prevalente la coltivazione del limone; scendendo verso la Piana di Catania fino ad oltre Catenanuova e abbarbicandosi lungo le colline che la circondano, si trovano le zone nelle quali invece prevale la coltivazione dell'arancio nelle sue varietà a polpa gialla come a Palagonia, Scordia e Francofonte ed a polpa rossa come a Paternò. Fino a qualche decennio fa la coltivazione era soprattutto delle varietà Tarocco e Sanguinello, ma negli ultimi anni, le richieste del mercato hanno orientato le scelte verso degli ibridi selezionati. La vite cresce invece per due terzi lungo i versanti collinari dell'Etna e consente la produzione di ottimi vini di elevata gradazione alcoolica fra i quali è da citare l'Etna doc. Grandi estensioni di coltura di uva da tavola si trovano nell'area del calatino, soprattutto nella zona di Mazzarrone. Abbastanza diffusa ovunque è anche l'orticoltura. Notevole anche la presenza di vivai nell' acese.
Numerosi prodotti agricoli della provincia sono ben noti in tutt'Italia e all'estero: come le arance a polpa rossa, i fichi d'India di San Cono e di Militello, i limoni verdelli di Acicatena, le fragole di Maletto, i pistacchi di Bronte e tante altre produzioni agricole.
In campo industriale, la Provincia di Catania occupa il secondo posto in Sicilia. Un forte sviluppo ha assunto l'industria alimentare prevalentemente quella della lavorazione dei cereali, della fabbricazione di conserve alimentari e della produzione di vini da tavola e da dessert oltre che a distillati e liquori in genere.
Importante è anche la produzione chimica con la produzione di concimi chimici e farmaceutica con imprese di rilevanza nazionale e internazionale soprattutto nel campo della produzione dei colliri.
Ma è soprattutto l'edilizia che rappresenta il settore industriale più importante e maggiormente attivo. L'industria edile ha tratto giovamento dallo sviluppo dei lavori pubblici e dall'espansione urbana dei vari centri e del capoluogo etneo.
La zona di maggior localizzazione delle attività industriali della provincia è la zona industriale di Pantano d'Arci, a sud di Catania, ove trovano insediamento attità del calibro della ST Microelectronics e della Nokia, che in virtù di tali insediamenti prestigiosi è stata soprannominata Etna Valley; sono presenti anche acciaierie, mobilifici e industrie di trasformazione del legno, industrie ceramico-sanitarie, chimiche e farmaceutiche. Un altro polo importante è l'area di Piano Tavola a nord ovest del capoluogo con industrie alimentari e dolciarie, elettrotecniche, meccaniche ed agroalimentari sparse anche nella zona ad est del vulcano tra Acireale e Giarre. Da non dimenticare la zona industriale di Misterbianco con aziende di prefabbricati in cemento e di carpenteria metallica, ma recentemente trasformata nel polo commerciale più importante della provincia etnea.
Ancor oggi, importante nei traffici commerciali catanesi è il commercio degli agrumi e dei prodotti alimentari che si servono sempre meno dei treni e sempre più dei Tir attrezzati. Il porto di Catania è al servizio dei traffici anche di gran parte della produzione delle province di Siracusa, di Ragusa e di Enna destinata al resto d'Italia ed all'estero; tali province utilizzano il porto di Catania anche per le loro importazioni. Scambi commerciali avvengono con Germania, Francia, Inghilterra e Stati Uniti, ma sono in crescita anche le destinazioni mediterranee ed orientali. Il rapporto import-export si attesta a 2:1 a vantaggio delle esportazioni. Notevole importanza riveste il commercio al dettaglio, fiorente soprattutto nel capoluogo e nelle principali località turistiche.
Negli ultimi tempi la provincia ha favorito la nascita e l'insediamento di grandi centri commerciali, al dettaglio e all'ingrosso che si sono insediati soprattutto nelle aree di Catania sud, Misterbianco, Piano Tavola, Valcorrente, dove è sorta Etnapolis, San Giovanni la Punta, Acireale e Giarre calamitando anche un certo indotto di negozi al dettaglio nelle rispettive gallerie e pertinenze e lo stanziamento nelle aree circostanti di attività produttive e commerciali.
Cultura
La provincia di Catania si avvale della presenza dell'Università di Catania. La sua istituzione risale al 1434 quando Alfonso d'Aragona emanò il privilegio istitutivo assunto nella tradizione dell'Ateneo come la data di fondazione. L'inizio dell'attività avvenne il 26 luglio1445 . L'università offre oggi ottanta corsi suddivisi nelle 12 Facoltà, a Catania e nelle sedi decentrate di Ragusa, Siracusa, Enna e Caltanissetta. Dal 1998 è attiva la Scuola Superiore di Catania (sostenuta da un Consorzio tra Enti pubblici, aziende private e Istituti di cultura), con l'obiettivo di assicurare a studenti e laureati meritevoli un percorso formativo di eccellenza.
Scuole superiori
Gli Istituti Scolastici superiori statali sono presenti nei maggiori centri della provincia; ve ne sono 24 a Catania, 7 ad Acireale, Caltagirone e Giarre, 5 a Paternò, 4 a Riposto, 2 ad Adrano, Bronte e San Giovanni la Punta, ed uno a Militello, Nicolosi, Randazzo e Scordia. Oltre a questi esistono numerose realtà scolastiche private che assicurano insieme un'ampia offerta formativa.
Uomini illustri
- Vincenzo Bellini (Catania, 3 novembre 1801 - Parigi, 23 ottobre 1835). Sin da piccolo mostrò predisposizione alla musica. A sette anni compose un "Salve Regina" e un "Tantum ergo".A 18 anni ottenne un sussidio per frequentare il Conservatorio di San Sebastiano a Napoli. Qui sotto la cura del maestro Nicola Zingarelli, trascorse sei anni di studio e attività, nei quali si dedicò alla musica lirica. Nel 1826, al San Carlo, il melodramma "Carlo, duca di Agrigento" ebbe unanimi consensi e Bellini fu invitato nel 1827 alla Scala di Milano riportando grandissimo successo. Fra 1827 e 1831 scrisse sette opere liriche, fra cui "Norma" e "La sonnambula". Nel 1834 a Parigi prima della, ormai prossima fine scrisse "I Puritani".
- Giovanni Verga, (Catania 31 agosto 1840- Milano, 27 gennaio1922.Uno tra i più grandi narratori italiani dell'Ottocento. Dopo alcune opere, con "Storia di una capinera", (Milano 1871), Verga acquisisce fama nazionale. Scrive una prima serie di romanzi ad ambientazione borghese, nel 1874 "Nedda" d'ambiente siciliano, poi la raccolta di novelle "Via dei campi" e "I Malavoglia" (pubblicato a Milano nel 1881). Nel 1883 pubblica a Milano le "Rusticane", e nel 1889 il "Mastro Don Gesualdo".
- Luigi Capuana (Mineo, 28 maggio1839-Catania, 29 novembre 1915). Scrittore e critico letterario, professore di Letteratura italiana all'Istituto Superiore di Magistero di Roma. Tra le sue opere, C'era una volta, Scurpiddu, Cardello. Nel 1902 torna a Catania dove insegna all'Università fino alla morte.
- Mario Rapisardi,(Catania, 25 febbraio 1844- 4 gennaio1912. Poeta e scrittore cantò i più opposti ideali; nella "Palingenesi" propose una conciliazione tra fede e progresso scientifico, ma in seguito nel "Lucifero",sulle orme del Carducci, fede professione di ateismo ed esaltò la libera ragione. Tradusse in versi l'ideologia socialista in "La giustizia", e in termini pessimistici la condizione umana in "Giobbe".
- Giovan Battista Nicolosi, (Paternò, 1610 - Roma, 1670) insigne geografo e scrittore, trattò anche d'architettura e d'arte militare, ha il merito dell'introduzione dei paralleli nella cartografia, col calcolo di latitudine e longitudine.
- Pietro Paolo Vasta (Acireale, 31 luglio 1697 - Acireale, 28 novembre 1760) è stato uno dei grandi pittori italiani, dal 1732 al 1755. Considerato uno degli maggiori artisti della scuola tardo-barocca siciliana del Val di Noto.
- Angelo Musco (Catania, 18 dicembre1872- Milano, 6 ottobre 1937). Eclettico attore della commedia dell'arte e maestro di invenzione mimica propria di tale teatro. Macchiettista e burattinaio dell'opera dei pupi. La sua recitazione nella compagnia teatrale di Giovanni Grasso, univa accenti drammatici a caratteri grotteschi nei personaggi interpretati. Suoi massimi successi: Aria del continente (Nino Martoglio), Liolà, il berretto a sonagli e La patente, (Luigi Pirandello) e di Lu Paraninfu di Luigi Capuana.
- Giovanni Grasso (Aci Catena, 1875- Catania, 1930) Ereditò dal padre (e dal nonno, fondatore a Catania del teatro dei pupi) la passione per il teatro. Nino Martoglio lo fece esordire nel suo dramma La solfara: ciò gli aprì le porte della carriera e fu interprete di temi a carattere popolaresco e di testi classici.
- Concetto Marchesi (Catania, 1° febbraio1878 - Roma, 12 febbraio1957). Filologo di valore, tenne la cattedra di Letteratura latina a Messina poi si trasferì all' Università di Padova. Tra le sue opere la "Storia della letteratura latina" e le biografie di Seneca e Tacito.
- Luigi Sturzo (Caltagirone, 16 novembre1871- Roma 8 agosto1959. Ordinato sacerdote nel 1894, fu uomo politico, scrittore e sociologo. Nel 1896 entrò a far parte del primo movimento democratico italiano. Nel 1919 fu il fondatore del Partito Popolare Italiano. L'avvento del Fascismo, a cui si oppose decisamente, lo costrinse nel 1924 ad abbandonare l'Italia, esule a Londra e poi a New York. Ritornò in Italia nel 1946 partecipando attivamente alla vita politica e parlamentare. Ebbe un'attività culturale intensa con numerose pubblicazioni in varie lingue.
Musica
Il rilancio culturale della città è passato anche per la musica. Dagli anni settanta-ottanta, sono sorti decine di nuovi cantautori e gruppi musicali, che hanno rilanciato l'immagine della città in Italia. Il più importante è probabilmente Franco Battiato, le cui sperimentazioni musicali hanno influenzato molti altri autori.
Successivamente sono arrivati Vincenzo Spampinato, i Denovo di Mario Venuti e Luca Madonia, Carmen Consoli, lanciata dalla casa di produzione di Francesco Virlinzi, gli Sugarfree e molti altri autori minori. Nella scena rock ottanta-novanta spiccano nomi storici come gli Schizo, autori di un genere più hard, e poi gli Uzeda e i Flor de Mal, che nacquero negli anni in cui Catania veniva addirittura paragonata alla Seattle europea! Importante è stato anche il lavoro di cantanti popolari come BriganTony, le cui "opere" sono oggi riprese dai Brigantini, e ai più contemporanei Lautari.
Teatro
Catania è la città a più alta densità teatrale della Sicilia. Molteplici le compagnie teatrali che vi operano, sia professionali che amatoriali. Il più importante teatro della città è il Teatro Massimo Bellini, costruito dall'architetto Carlo Sada alla fine del secolo XIX ed inaugurato nel 1890. Oggi è un teatro lirico di tradizione, vanta un'orchestra sinfonica ed un coro stabile ed è sede di stagione operistica e concertistica. Da alcuni anni dispone della sala del Teatro Sangiorgi che viene utilizzata per concerti di musica da camera e per prove di spettacoli. Molto attivi sono inoltre il Teatro Stabile di cui è direttore artistico Pippo Baudo e il Teatro Metropolitan, nonché il Piccolo Teatro di Gianni Salvo.
Tradizioni popolari
Fra le tradizioni popolari più note della provincia di Catania, vi è sicuramente quella dell'Opera dei pupi, che nel 2001 è stata dichiarata, dall'UNESCO, patrimonio orale ed immateriale dell'umanità.
Dialetto
Nella provincia è parlata la lingua siciliana, come in tutta la regione, anche se nella variante locale, parte del gruppo orientale.
Nella città di Catania il dialetto ha un accento caratteristico, simpatico alle orecchie degli altri siciliani ed italiani (cioè spiega in parte il grande successo di comici cittadini come Giuseppe Castiglia) e con una forte assimilazione della liquida r alla n o alla m nei gruppi consonantici rm o rn.
Le uniche parlate cittadine che si discostano largamente da quella del capoluogo sono quelle di Randazzo, Nicolosi e Bronte (di stampo gallo-siculo) e Calatabiano (di forte influenza messinese).
Radio, riviste e televisioni
Catania è sede del quotidiano siciliano La Sicilia, il secondo dell'isola, e delle emittenti televisive Antenna Sicilia, Telecolor , Video 3, La F e D Television. In città sono inoltre presenti diverse emittenti radiofoniche: alcune a carattere regionale come Radio Telecolor e Radio Sis, e altre a livello locale quali Radio Video 3, Radio Catania, R.S.C., Studio 90 Italia, Radio Delfino, Antenna Uno, Radio Vulcano. In passato, era la sede anche delle riviste I Siciliani, Il Corriere di Sicilia e Espresso Sera e del canale televisivo Teletna. Oggi quasi tutti i mass media della città sono in mano a Mario Ciancio Sanfilippo ritenuto il maggiore editore del sud Italia.
La provincia di Catania nel cinema
A Catania già nei primi anni del '900, proprio agli albori del cinema, sorsero varie case di produzione cinematografica: Morgana film, Etna film, Katana film, Sicula film e Jonio film. Secondo quanto riportato in un articolo del quotidiano "La Sicilia" del 1° marzo 1978, già nel 1914 Catania era una delle capitali del cinema europeo. L' Enciclopedia di Catania (edizioni Tringale), afferma che tra i primi lavori del cinema, (vedi anche "Storia generale del cinema" di Georges Sadoul) si trova il film Sperduti nel buio, considerato il primo film realista della storia, precursore del realismo russo, francese ed italiano. Il film ricavato dall'omonimo dramma di Roberto Bracco (1901), fu prodotto nel 1914 dalla Morgana Film di Catania e diretto da Nino Martoglio. Protagonisti principali furono Giovanni Grasso senior e Virginia Balistrieri. Della Morgana Film si ricordano anche, Capitan Blanco, diretto da Nino Martoglio e con gli stessi protagonosti del film precedente; Teresa Raquin dal libro di Emile Zola), anche questo citato nella storia del cinema, venne diretto da Martoglio ed interpretato dall'attrice teatrale Teresa Pizzana.
L' Etna Film produsse oltre 100 films, tra cui: Il Benefattore e il Marchese di Roccaverdina entrambi su soggetto di Luigi Capuana, Capo rais diretto da Nino Martoglio ed interpretato da Giovanni Grasso, L'acrobata diretto da Giuseppe de Liguoro e dal commediografo catanese Pippo Marchese. Da citare anche Christus, un colossal, girato con centinaia di comparse e Il cavaliere senza paura.
Della Katana Film si ricordano tra gli altri, Il latitante e La guerra e la moda (entrambi con la Balistrieri), della Sicula Film, La fidanzata dell'Etna, Pane nemico e Presentat'arm (con Elvira Radaelli) ed infine, della Jonio Film, Valeria.
Da notare che un meccanico dell'Etna Film, Francesco Margiunti, inventò due regoli calcolatori per la perforazione della pellicola negativa e positiva, che oggi si trovano al Museo del cinema di Torino. La produzione cinematografica di Catania durò solo pochi anni. Vennero presto favorite e finanziate altre sedi e il settore entrò in crisi. Tentativi di rilancio successivi, ma senza seguito, furono quelli di Ugo Saitta nel 1935 (Clima puro) e Lo voglio maschio, con Tuccio Musumeci, nel 1971.
L'industria cinematografica quindi, pur essendovi nata, non si è poi sviluppata a Catania. Solo recentemente la Catania Film Commission e l'Etna Film Commission, uffici rispettivamente del Comune e della Provincia Regionale, stanno cercando di favorire l'avvio di alcune produzioni cinematografiche in città. Fino ad oggi soltanto pochi film sono stati girati in provincia di Catanie e qui di seguito ne viene citato l'elenco:
Turismo
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Città tardo barocche del Val di Noto | |
Tipo | architettonico |
Criterio | C (i) (ii) (iv) (v) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2002 |
Scheda UNESCO | |
Il barocco della città di Catania, assieme a quello di Caltagirone, Militello in Val di Catania e di altre cinque città della Sicilia orientale, è stato dichiarato dall'UNESCO, nel 2002, patrimonio dell'umanità appartenente alla zona omogenea del Val di Noto. Questa è una delle attrazioni architettoniche per cui è famosa la provincia di Catania. Essa ha però moltre altre bellezze naturali che le dovrebbero, se adeguatamente sfruttate, consentire innumerevoli possibilità di sviluppo settoriale nel campo turistico. Si spazia dalle ampie spiagge della Plaia di Catania, alle nere scogliere laviche della costiera acese i cui fondali, nelle zone di Santa Maria la Scala, Capo Mulini e Acitrezza, sono un vero paradiso subacqueo per gli appassionati.
La creazione del Parco dell'Etna permette agli appassionati la scoperta di un ambiente poliedrico e multiforme dalla vetazione rigogliosa, in virtù della fertilità dei terreni vulcanici, e quantomai vario nei suoi aspetti, con zone climatiche che variano in vitrù dell'altezza del vulcano, e che in inverno permettono anche ampie possibilità di praticare lo sci e gli sport invernali grazie ai campi innevati dei versanti sud (Nicolosi) e nord (Linguaglossa). L'ospitalità si avvale di una settantina di alberghi e pensioni, situati per lo più nella zona costiera. Lungo il litorale, dalla foce dell'Alcantara ad Agnone bagni, sono presenti anche numerosi camping marini oltre a quelli montani della zona di Linguaglossa immersi nei boshi dell'Etna.
Nella zona di Valcorrente si trova il grande Parco Zoo di Sicilia che permette di passare giornate di grande interesse grazie alla presenza di un vasto repertorio di animali selvatici, rettili e serpenti tenuti in modo da ricreare per quanto possibile un habitat a loro idoneo, un parco della preistoria, oltre alla possibilità di divertimento del parco giochi acquatici nel periodo estivo grazie alla presenza di un lago artificiale.
Il nuovo porto turistico di Riposto lascia intravedere la possibilità di sviluppo del settore turistico diportistico, perché per la sua posizione è anche a supporto dell'area taorminese.
Il territorio provinciale offre inoltre numerose e pregevoli aziende agrituristiche e zone paesaggistiche di grande bellezza, anche all'interno, soprattutto nel calatino, a Militello, a Vizzini, a Grammichele e a Caltagirone. Non trascurabile è anche l'aspetto archeologico con vestigia importantissime di ogni epoca, dalla preistoria al periodo greco e romano come a Lentini, ad Adrano, a Grammichele e Caltagirone; e consistente è anche l'aspetto architettonico delle località del barocco come Acireale e Catania nonché bizantino e normanno a Randazzo a Paternò e in tante altre località.
Tuttavia, pur possedendo tutte le caratteristiche necessarie per un'importante sviluppo dell'industria del turismo, endemiche carenze strutturali e logistiche non hanno permesso fin'oggi il decollo del settori se non in locali o isolate iniziative felici. Nel settore archeologico attendono di essere trovate ancora importanti città siculo-greche, riportate alla luce e valorizzate le vestigia della Catania greca e romana ancora sepolte, trovate la misteriosa Xiphonia, le città di Inessa, Palikè, e tanto altro.
Occorrerebbe un riassetto delle coste, strappandole all'insediamento dell'abusivismo selvaggio e ridando loro fruibilità per mezzo della creazione di strutture ricettive pianificate.
Urge la costruzione di infrastrutture viarie e ferroviarie come la, mai terminata, autostrada per Siracusa, il mancato raddoppio e velocizzazione, ancora in corso, della ferrovia per Messina e per Siracusa, l'assenza della seconda pista all'Aeroporto di Fontanarossa, sempre intasato e al limite delle sue possibilità e la mancanza del suo collegamento agli assi ferroviari per una movimentazione veloce di merci e viaggiatori oltre al ritardato potenziamento della Ferrovia Circumetnea che ne impedisce lo sviluppo dei programmi turistici.
Feste e sagre della provincia
La città e i paesi della provincia di Catania presentano un'accentuata tendenza alla spettacolarizzazione delle feste religiose, che a volte affondano le loro radici scenografiche e culturali nelle tradizioni antiche del tempo dei siculi e dei greci. Sicuramente la più nota e spettacolare è la festa di Sant'Agata a Catania che dura tre giorni interi con sfilate di Cannalori e del fercolo trainato a mano dai fedeli fino a pochi decenni fa. Illuminazione e fuochi pirotecnici fanno da cornice alla festa che attrae centinaia di migliaia di persone nel capoluogo.
Pittoresca è La festa di San Giovanni Battista ad Acitrezza nel mese di giugno detta u pisci a mmari, una tradizione popolare che risale al 1750. Comprende una pantomima che è un vero rito propiziatorio, con una parodia della pesca del pesce spada interpretata da attori trezzoti.
Altra manifestazione religiosa di un certo rilievo ad Acireale è la Festa di San Sebastiano, il 20 gennaio.
Caltagirone, ogni anno, a partire da metà maggio fino alla prima domenica di giugno offre lo spettacolo della Scalinata di Santa Maria del Monte trasformata in uno splendido tappeto multicolore di fiori; è la "La Scala infiorata", un grandioso disegno formato utilizzando oltre 4000 piantine, in omaggio alla locale Madonna di Conadomini.
Una tradizione molto sentita è anche quella del Carnevale. Molte città si contendono il primato del più bel carnevale di Sicilia; tra queste primeggia Acireale con il suo Carnevale, considerato il più antico di Sicilia, con sfilate di carri allegorici testimoniate sin dal 1800. Anche Misterbianco, Adrano e Paternò organizzano festeggiamenti carnevaleschi cercando di differenziarsi con sfilate tematiche di carri, concorsi a premi per maschere e sfilate di costumi e musica.
Sempre più numerose anche le sagre legate all'agro-alimentare tradizionale come la Sagra della ricotta e del formaggio a 'Vizzini alla fine di aprile, la Sagra del pistacchio a Bronte la seconda settimana di ottobre, la Sagra delle fragole a Maletto, la Vinimilo a Milo e l' ottobrata di Zafferana Etnea.
Enogastronomia
La provincia di Catania è rinomata per i suoi vini, soprattutto rossi e di forte gradazione. Sin dall'antichità la principale attività del porto di Riposto è infatti stata l'esportazione vinicola. Tutta l'area etnea è infatti coltivata abbondantemente a vigneto. L'area nord comprendente le zone Randazzo, e della Solicchiata fino a Linguaglossa, è zona di produzione di vini che hanno ottenuta la classificazione D.O.C. come l'Etna rosso e bianco. Famoso il vitigno nerello mascalese che tipizza tutta una serie di vini pregiati. Antica la produzione di distillati e liquori, nelle zone del giarrese, degustabili con molta facilità.
Gastronomia
La gastronomia catanese rispecchia abbastanza quella siciliana anche se esistono dei piatti essenzialmente catanesi come la notissima pasta alla Norma. Qui di seguito sono elencati alcuni prodotti tipici della gastronomia catanese:
Antipasti | Primi piatti | Secondi piatti | Tavola calda | Dolci |
---|---|---|---|---|
Alici marinate | Pasta alla Norma | Parmigiana di melanzane | Arancini di riso | Cassata |
Insalata di polpo | Macco di fave | Sarde a beccaficu | Cartocciata alla catanese | Crispelle di riso uso Benedettini |
Zuzzu (carne in gelatina) | Pasta cco niuri di sicci | Falsomagro alla catanese | Sfingione di riso | Cassatelle di sant'Agata |
Olive cunzati | Pasta cche masculini | Tunnina (tonno) cca cipuddata | Pizza riganata | Cannolo di ricotta |
Frittelle di muccu | Pasta cche sardi a catanisa | Caponata di melanzane | Granita | |
u mauru | Pasta con zucchine fritte e ricotta salata | Bbastardu (cavolfiore) affugatu | a Minnulata | |
Pasta cca muddica |
Comuni principali
Stemma | Città | Popolazione (ab) |
Superficie (km²) |
---|---|---|---|
File:Catania-Stemma.png | Catania | 313.110 | 180 kmq |
Catania è il secondo comune della Sicilia, per densità abitativa, avendo 313.110 abitanti. Secondo Plutarco, il suo nome deriva da Katane (cioè grattugia), nome che probabilmente le venne dato dai coloni greci a causa dell'asperità del territorio lavico su cui venne edificata. In epoca storica, è stata distrutta ben sette volte da eruzioni vulcaniche e da terremoti dei quali i più catastrofici sono stati quelli del 1169 e del 1693.
Il settecentesco centro storico della città, grazie alla sua omogeneità stilistica ed alla bellezza del suo barocco, è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità, assieme ad altri sette comuni del Val di Noto, nel 2002.
Queste le sei città maggiormente abitate della provincia, dopo Catania.
Stemma | Città | Popolazione (ab) |
Superficie (km²) |
---|---|---|---|
File:Acireale-Stemma.png | Acireale | 52.394 | 39 kmq |
Paternò | 50.000 | 144 kmq | |
File:Misterbianco-Stemma.png | Misterbianco | 46.251 | 37 kmq |
Caltagirone | 39.228 | 382 kmq | |
Adrano | 35.611 | 83 kmq | |
File:Giarre-Stemma.png | Giarre | 26.808 | 27 kmq |
Acireale (Jaci in siciliano) è un comune di 52.394 abitanti poco più di una diecina di km a nord della città di Catania. Il suo nome deriva dalla mitologia greca, da Aci, un pastore di cui si innamorò Galatea, e che venne ucciso da Polifemo. Dal sangue del pastore nacque un fiume chiamato Akis dai romani, oggi scomparso, che diventò il toponimo della zona. Fu Aquilia con gli spagnoli. Il nome Acireale fu attribuito alla città da Filippo IV di Spagna. L'importante impianto urbanistico è quello tipico delle città tardo-barocche della Sicilia. È sede della diocesi di Acireale.Attivo il commercio di agrumi(limoni) e il turismo.
Comune di 45.725 abitanti dell'immediato entroterra catanese posto a guardia della valle del Simeto. Molto sviluppata la produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Il suo territorio produce eccellenti agrumi a polpa rossa, nonché olive, uva e frutta. In ambito artigianale pregevoli i lavori di pietra lavica ceramicata e di terre cotte.
È un comune di 42.251 abitanti che si trova alcuni km a nord-ovest di Catania. Il suo nome deriva da un antico monastero dalle mura bianche, Munasterium Album, che venne distrutto, assieme all'antico borgo, dall'eruzione del 1669.
La ricostruzione avvenne nel sito attuale, più a valle dell' antico, in maniera per quanto possibile fedele alla precedente struttura cittadina.
Nel suo territorio è situato il complesso commerciale più importante dell'isola; notevole anche la produzione agricola e artigianale.
Caltagirone è un comune di 39.228 abitanti situato nella parte centro-meridionale della Sicilia, è conosciuto per aver dato i natali a Don Luigi Sturzo e a Mario Scelba.
Il settecentesco centro storico della città, grazie alla sua omogeneità stilistica ed alla bellezza del suo barocco, è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità, assieme ad altri sette comuni del Val di Noto, nel 2002.
Importante centro agricolo (coltivazioni di uva, olive, mandorle, pesche, alberi da sughero) è noto soprattutto per la millenaria tradizione della produzione di ceramica con un importante museo della ceramica, che raccoglie manufatti a partire dalla preistoria e del periodo greco.
La città è ubicata presso la SS 417, che collega Catania a Gela, a circa 70 km a sud-ovest del capoluogo, ed è raggiungibile in treno tramite la linea Catania-Gela.
Antica cittadina di 35.611 abitanti a 560 metri di altezza alle falde dell'Etna, 35 Km a ovest di Catania. L'attuale nome risale al 1929 e riprende quello di Adranon della città fondata da Dionigi il Vecchio nel 400 a.C. I romani tradussero il nome in Hadranum, gli arabi in Adarna, i normanni in Adernio, e gli angioini in Adernò. Paese ad economia prevalentemente agricola. Il centro storico, con stradine strette, pavimentate in pietra lavica, possiede importanti monumenti (Castello normanno, Chiesa madre, convento di Santa Lucia).
Giarre (Giarri che in siciliano significa " Giare di terracotta" ) è un comune di 26.000 abitanti, ai piedi dell'Etna e sovrastato dal maestoso panorama della Valle del Bove, che con la contigua Riposto (con cui durante il periodo fascista venne unita assumendo il nome di Jonia ) forma un grosso centro urbano che supera i 40.000 abitanti. La città è posta lungo la Strada Statale 114, a metà strada tra Catania e Taormina e forma un importante polo commerciale e agricolo e con premesse di sviluppo turistico. Nella città confinante di Riposto è stato realizzato da poco ed è tutt'ora in via di completamento, il più grande porto turistico di Sicilia ed uno dei maggiori del sud d'Italia.
Altri comuni della provincia di Catania
La provincia di Catania possiede una particolare rarità botanica: il Castagno dei Cento Cavalli. Questo è un albero di castagno plurimillenario ubicato nel territorio del comune di Sant'Alfio. Studiato dai botanici e visitato da tanti personaggi illustri, la sua storia si fonde con una leggenda che narra di una regina e di cento cavalli che vi trovarono riparo durante un temporale. L'albero si trova nel bosco di Carpineto, nel versante orientale del vulcano Etna, in un'area tutelata dal Parco Regionale dell'Etna. Secondo il parere di vari botanici avrebbe dai due ai quattromila anni di vita e, afferma, il botanico Bruno Peyronel è l'albero più antico d'Europa ed il più grande d'Italia (1982).
Parchi, Riserve ed Aree protette
Qui di seguito sono indicate le riserve naturali, i parchi e le riserve marine, ricadenti nella provincia di Catania. Il parco dell'Alcantara si trova parzialmente nella Provincia di Messina mentre quello dei Nebrodi è suddiviso fra la provincia di Messina, quella di Enna e quella di Catania.
Denominazione | Zona geografica | Sede amministrativa | Sito istituzionale |
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Parco dell'Etna | Pendici dell'Etna | Parco dell'Etna | |
Parco dei Nebrodi | Catena dei Nebrodi | File:Caronia-Stemma.png | Parco dei Nebrodi |
Riserva naturale orientata Bosco di Santo Pietro | Comuni di Caltagirone e Mazzarrone | APT Catania | |
Riserva naturale Fiume Fiumefreddo | Bacino del fiume Fiumefreddo | File:Fiumefreddo di Sicilia-Stemma.png | Parco Fiume Fiumefreddo |
Riserva naturale integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi | Mare di Acitrezza | Sito Università di Catania | |
Riserva naturale orientata La Timpa | Timpa di Acireale | File:Acireale-Stemma.png | Riserva Timpa di Acireale |
Riserva naturale Oasi del Simeto | Foce de Simeto | File:Catania-Stemma.png | Riserva Oasi del Simeto |
Riserva naturale marina Isole Ciclopi | Riviera dei Ciclopi | Parks.it | |
Parco fluviale dell'Alcantara | Bacino del fiume Alcantara | Parco fluviale dell'Alcantara |
Musei ed aree archeologiche
La provincia di Catania può vantare diversi musei ed aree archeologiche essenzialmente nel suo capoluogo ma anche in alcune delle sue città maggiori. A Catania si ricorda il Museo civico del Castello Ursino che contiene una pinacoteca con dipinti del XVI, XVII e XVIII secolo nonché reperti archeologici di provenienza greca e romana. Questi sono i principali musei e le aree archeologiche presenti nella provincia di Catania:
File:Provincia di Catania-Stemma.png | Musei ed aree archeologiche |
---|---|
Aci Catena | Zona archeologica di Santa Venera al pozzo, Aci Catena via Alimena, Antiquarium e Terme. |
Acireale | Biblioteca e Pinacoteca Zelantea, via marchese di Sangiuliano. |
Adrano | Museo archeologico regionale ( P.zza Umberto). |
Mura Dionigiane (Via Catania) | |
Caltagirone | Museo Regionale della Ceramica (Via Giardino Pubblico) |
Catania | Museo civico, Castello Ursino |
Anfiteatro romano (piazza Stesicoro) | |
Teatro antico (via Vittorio Emanuele 266 ) | |
Museo Diocesano della Cattedrale (piazza Duomo) | |
Terme dell'Indirizzo (P.zza Currò) | |
Terme Achilliane (Catania Sagrato Cattedrale) | |
Ipogeo romano (via G.Sanfilippo) | |
Museo Belliniano (piazza San Francesco) | |
Casa Museo di Giovanni Verga (via Sant'Anna 8) | |
Linguaglossa | Museo etnografico dell'Etna |
Mineo | Zona archeologica di Palikè - Rocchicella |
Castelli
I castelli e i sistemi di fortificazione difensiva esistenti non sono molti soprattutto a causa dei disastrosi terremoti che hanno colpito la provincia distruggendo molte vestigia difensive del periodo greco-romano. Molte fortificazioni dell'epoca arabo-normanna insistono sullo stesso sito delle precedenti più antiche come il Castello di Calatabiano e il Castello di Caltagirone.
File:Provincia di Catania-Stemma.png | Castelli |
---|---|
Catania | Castello Ursino |
Aci Castello | Castello |
Paternò | Castello Normanno |
Adrano | Rocca normanna |
Calatabiano | Castello arabo-normanno |
Motta Sant'Anastasia | Torre normanna (Dongione) |
Castiglione di Sicilia | Castello |
Caltagirone | Castello |
Sport
Automobilismo
Abbastanza antica è la gara automobilistica Catania-Etna che un tempo si svolgeva in partenza da Catania con arrivo a Nicolosi. A causa della pericolosità delle gare libere su strada venne trasformata in cronoscalata dell'Etna con partenza da Nicolosi e arrivo alla Casa Cantoniera dell'Etna. Da alcuni anni si svolge anche il Rally del Commercio che coinvolge i comuni di Misterbianco e Camporotondo.
Impianti
La provincia di Catania ha delle grosse carenze per quanto riguarda gli impianti sportivi. Le poche strutture di rilevanza regionale sono situate nel capoluogo e in molti casi presentano delle problematiche che raramente vengono risolte. Emblematica è la situazione del PalaNesima di Catania. La struttura, aperta in pompa magna nel 2003 con un concerto di Riccardo Cocciante e già chiusa nel 2004, è tutt'ora vittima di vandalismi a cui nessuno ha saputo opporsi[1].
Tra gli stadi calcistici, l'"Angelo Massimino" ospita le partite casalinghe della squadra di calcio del Catania. È stato inaugurato nel 1937 e ristrutturato più volte ed è il più importante della provincia, con una capienza di oltre 20.000 posti. Sono molto importanti anche il Tupparello di Acireale (7000 posti), il Falcone e Borsellino di Paternò (6000) e il Regionale di Giarre (5000).
La piscina comunale di Nesima, ancora a Catania, è l'impianto leader per gli sport acquatici. Gli impianti sciistici di Nicolosi, invece, sono all'avanguardia e sono stati ricostruiti dopo l'eruzione dell'Etna del luglio 2001, che è arrivata a lambire il rifugio Sapienza. Sono da segnalare anche il PalaCatania e il PalaLivatino, palazzetti polisportivi, il primo utilizzato dopo le Universiadi Sicilia 1997 per la pallavolo e il secondo per varie manifestazioni, il campo Dusmet, dedicato all'hockey su prato, il Warriors Field di Belpasso, campo di baseball. Recentemente si stanno sviluppando dei campi da golf, il più importante dei quali si trova a Castiglione di Sicilia.
Squadre
La squadra più seguita in tutta la provincia è il Calcio Catania, che vanta dieci partecipazioni alla Serie A. La squadra più blasonata è invece quella femminile di pallanuoto, l'Orizzonte Geymonat Catania, che ha un palmares impressionante: 15 scudetti e 8 Coppe Campioni. Seguono il Cus Catania di hockey femminile (6 scudetti su prato e 6 indoor), la Jolly Componibili Catania di calcio femminile, la Paoletti Catania di pallavolo maschile e l'Alidea Catania di pallavolo femminile (1 scudetto a testa).
La coppia di pallavoliste Manuela Malerba e Margherita Chiavaro ha vinto uno scudetto di beach volley, mentre il Catania Beach Soccer ha conquistato due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Infine, la Romolo Murri Catania ha vinto un campionato italiano maschile indoor di cricket e la Polisportiva Cirnechi Catania ha vinto gli unici due campionati femminili dello stesso sport fin qui disputati.
Inoltre vantano tradizioni storiche, oltre ad ottimi piazzamenti nelle massime serie, l'Amatori Catania (rugby), il Nuoto Catania (pallanuoto maschile), gli Elephants Catania (football americano), i Warriors Paternò (baseball), la Pallavolo Caltagirone (femminile).
Atleti
I principali sportivi nati a Catania e provincia:
- Pietro Anastasi, uno dei più grandi attaccanti del campionato di calcio italiano e della nazionale;
- Franz Calì, primo capitano della nazionale italiana di calcio;
- Angelo d'Arrigo, pilota di deltaplano e studioso di uccelli migratori, è detentore di vari record mondiali di volo sportivo;
- Giuseppe D'Urso 2° nella gara degli 800 m. piani ai Campionati del mondo di atletica leggera 1993;
- Orazio Fagone, ex atleta di short track, campione olimpico ai Giochi di Lillehammer 1994 e ora giocatore di hockey su slittino;
- Andrea Lo Cicero, rugbista de l'Aquila e della nazionale;
- Giusi Malato, pallanotista storica dell'Orizzonte Catania e del Setterosa, con cui ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi Atene 2004;
- Giuseppe Mascara calciatore del Catania;
- Ettore Messina, l'allenatore che ha vinto di più in Italia nella pallacanestro, tra cui un argento con la nazionale e tre Euroleghe.
- Carmelo Pittera, ex allenatore delle nazionali di pallavolo italiana, egiziana e qatarese e della Paoletti Catania;
- Orazio Russo calciatore del Catania e di altre società di serie A;
- Piermaria Siciliano, nuotatore finalista ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996 e campione mondiale militare nello stesso anno;
- Alessandro Trimarchi, pallavolista che ha giocato da libero in varie squadre di Serie A1.
Voci correlate
Note
Bibliografia
- Giuseppe Giarrizzo, Catania. Bari, Editori Laterza, 1986 ISBN 88-420-2786-3
- Moses I.Finley, Storia della Sicilia antica, Editori Laterza, 1979
- Jean Huri, Storia della Sicilia, Brancato Editore, 2006 ISBN 88-803-1078-X
- Santi Correnti, Breve storia della Sicilia, T.e. Newton, 2002 ISBN 88-7983-511-4
- Salvatore Arcidiacono, Guida naturalistica della provincia di Catania, Maimone , Catania 2003
- AA.VV., Catania e provincia: Le città barocche, il Mar Jonio, l'Etna e le aree naturali, Touring, 2000
- AA.VV., Guida di Catania e provincia, Maimone, Catania, 1994
Collegamenti esterni
- Provincia di Catania (informazioni turistiche dal sito ufficiale della regione Sicilia)
- Guida della Sicilia in spagnolo
- Azienda provinciale turismo
- Il sito archeologico di Monte Judica
- Provincia Regionale di Catania Museo del cinema
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