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Herbert Kilpin
«...di colpo, dalle nubi squarciat' come da due potenti mani spunta il crapino di Dio - un bell'uomo, sui quarant'anni - che ... dice: "Gianni Rivera, ciapp' questo pallone, un Tango, e vai in giro per il mondo a insegnare il giuoco del calcio!»

L'Associazione Calcio Milan, meglio nota come Milan, è una società calcistica di Milano, nata nel dicembre 1899 e militante in Serie A come l'altra compagine milanese, l'Inter. Si allena nel centro sportivo di Milanello, nei pressi di Varese. È la squadra campione d'Europa in carica, avendo vinto l'edizione 2006-2007 della UEFA Champions League, ed occupa il primo posto della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata sulla base dei risultati ottenuti nelle Coppe europee nell'ultimo quinquennio.

Da un sondaggio commissionato da Istat e Abacus nell'aprile 2005 è la seconda squadra per numero di tifosi in Italia con 7,4 milioni di appassionati [1].

Il Milan è una delle squadre italiane più conosciute nel mondo e una delle più titolate nella storia del calcio. Insieme con il Boca Juniors è, infatti, la prima squadra al mondo per numero di titoli internazionali vinti: 16, tra cui 7 Coppe dei Campioni/Champions League e 4 Supercoppe Europee (quest'ultimo è il primato europeo). In ambito italiano è seconda dopo la Juventus e precede l'Inter, potendo vantare 17 scudetti, 5 Coppe Italia e 5 Supercoppe Italiane (record italiano).

Con 7 Coppe dei Campioni/Champions League in bacheca è anche la formazione italiana con più successi nel massimo torneo europeo (precede la Juventus e l'Inter, che hanno vinto 2 Coppe dei Campioni). Detiene anche il primato di successi italiani in Coppa delle Coppe (2). È la prima compagine italiana per numero di vittorie nella Coppa Intercontinentale: con 3 trionfi precede ancora Juventus e Inter (2 trofei ciascuna). Ha vinto anche 2 Coppe Latine, 3 Medaglie del Re, 1 Mundialito per club e 1 Mitropa Cup. L'unico trofeo prestigioso che manca in bacheca è la Coppa UEFA.

Storia

I pionieri

Il Milan Cricket and Foot-Ball Club è fondato nella Fiaschetteria Toscana di via Berchet, a Milano, il 16 dicembre 1899 da Alfred Edwards ed Herbert Kilpin, inglesi con la passione per il football, in voga nella nativa Inghilterra. La fondazione del club fu resa pubblica due giorni più tardi, lunedì 18 dicembre, dalla Gazzetta dello Sport[2]. Edwards, già vice-console britannico a Milano e personaggio noto negli ambienti dell'alta società milanese, è il primo presidente eletto del Milan. Inizialmente la società comprende una sezione di cricket affidata a Edward Berra e una sezione di calcio controllata da David Allison. Kilpin, primo allenatore e primo capitano della squadra, porta con sé una serie di mute (i completi di gioco) della squadra di cui era, oltremanica, acceso sostenitore. Da allora il Milan vestirà la classica maglia a strisce di colore rosso-nero.

Nel gennaio 1900 il presidente Edwards affilia il club alla Federazione Italiana Football. Da quel momento la squadra comincia ad ottenere maggiore popolarità e prestigio. In aprile la squadra vince la Medaglia del Re sconfiggendo la Juventus per 2-0. Il trofeo, messo in palio dal re Umberto I di Savoia, è il primo vinto dal Milan e la sua conquista è bissata l'anno successivo.

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Il Milan del primo scudetto nel 1901

I rossoneri salgono presto alla ribalta delle cronache calcistiche italiane conquistando il primo titolo nazionale nel 1901, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa, sconfitto in finale per 3-0. La squadra guidata dal leggendario capitano Kilpin sarà sconfitta nella finale dell'anno dopo, ad opera dei genoani, e nel 1906 riuscirà a bissare il titolo. In quell'occasione ci fu uno dei primi "casi" del calcio italiano: dopo il girone finale Milan e Juventus (campione d'Italia in carica) erano a pari punti, per cui fu necessaria una gara di finale. Si giocò a Torino sul campo dei bianconeri, in virtù della loro migliore differenza reti, ma il confronto terminò in parità (0-0) dopo i tempi supplementari. A quei tempi non si tiravano i calci di rigore, si procedeva alla ripetizione della partita: la Federazione scelse il campo neutro dell'U.S. Milanese a Milano, ma i bianconeri in segno di protesta rinunciarono a giocare. Il Milan poté tuttavia sancire la legittimità del suo successo ripetendo l'exploit l'anno dopo (1907), questa volta prevalendo nel Girone Finale su Torino ed Andrea Doria.

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Il Milan del secondo scudetto nel 1906

Nel 1908, a seguito dei dissidi interni riguardo alla necessità o meno di tesserare giocatori stranieri, un'ala della dirigenza si separa dalla società fondandone, il 9 marzo, una nuova, denominata Internazionale Football Club.

In seguito il Milan sfiora lo scudetto nel 1911, e soprattutto nel 1912 quando termina il campionato un punto dietro la Pro Vercelli nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese, precludendosi la possibilità di una facile finale contro la modesta vincitrice del Girone Veneto-Emiliano.

Nel 1916 il Milan vince la Coppa Federale, che in quell'anno sostituisce in qualche modo il campionato, sospeso a causa della Prima guerra mondiale. Non si tratta, tuttavia, di un trofeo ufficialmente riconosciuto dalla FIGC come titolo italiano. Nelle stagioni seguenti la squadra vince due volte i campionati regionali, il secondo battendo l'Inter allo spareggio con uno storico 8-1, e nel 1919 si piazza secondo, a due punti dal Legnano, ma davanti all'Inter, battuta in entrambi i derby, per 4-3 e 5-2.

Nel 1919 muta la denominazione originale di Milan Football and Cricket Club in Milan Football Club.

Gli anni bui

Dopo i primi tre titoli segue, sotto la presidenza Pirelli (il quale fa costruire lo Stadio S.Siro), un lungo periodo "buio", in cui i rossoneri rimangono sempre in massima serie (prima in Prima Divisione, poi in Serie A dalla sua istituzione nel 1929-30), pur mantenendosi in zone di metà classifica e non andando mai oltre il terzo posto. Nel 1938 le autorità fasciste impongono l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano, abbandonato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale per tornare alla vecchia denominazione, pur conservando la dizione A.C: nasce nel 1946 l'Associazione Calcio Milan.

I favolosi anni Cinquanta

 
Gunnar Gren con la maglia del Milan negli anni cinquanta

Nell'immediato dopoguerra è sempre fra le migliori tre squadre italiane, tranne che per il quarto posto del 1946-47, sfiorando più volte il titolo, che arriverà finalmente nel 1951 dopo 44 anni di attesa.

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Il Milan del quarto scudetto nel 1951

È il grande Milan degli anni Cinquanta, quello dei tre svedesi del Gre-No-Li, di Buffon e di Annovazzi. Gli anni Cinquanta sono un periodo d'oro per i rossoneri, che s'impongono vincendo due volte la prestigiosa Coppa Latina nel 1951 e nel 1956, vincendo altri 3 campionati (1954-55, 1956-57 e 1958-59) grazie ai gol di Gunnar Nordahl, 5 volte capocannoniere, la guida tattica di Nils Liedholm, prima a metà campo e poi come libero, la difesa arcigna guidata da Cesare Maldini. Da sottolineare che nell'arco di un decennio, dal 1947-48 al 1956-57, il Milan ha sempre terminato il campionato fra i primi 3. Risale a questo periodo il memorabile 7-1 inflitto alla Juventus sul suo campo, successo datato 5 febbraio 1950.

L'era Rocco

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Il Milan dell'ottavo scudetto nel 1962

Dopo lo scudetto del 1958-1959 sotto la guida di "Gipo" Viani, il Milan vince l'ottavo titolo nel 1961-1962, con Nereo Rocco in panchina e un giovane Gianni Rivera in campo e grazie ai gol di Josè Altafini. Proprio le reti di quest'ultimo porteranno la prima volta in Italia la Coppa dei Campioni, conquistata dal Milan nel mitico stadio di Wembley nel 1963, dopo la vittoria per 2-1 nella finale contro il Benfica. Nello stesso anno i rossoneri perdono la Coppa Intercontinentale al termine della terza partita (la "bella") contro il Santos di Pelè. Nell'occasione furono rivolte critiche molto pesanti all'arbitraggio dell'argentino Brozzi, radiato in seguito a quello scandalo.

Nonostante il predominio in campionato e in Europa dell'Inter di Helenio Herrera, il Milan di Rocco si dimostra una delle migliori squadre del tempo, costituendo un esempio cristallino del gioco all'italiana.

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Il Milan del nono scudetto nel 1968

Nel 1967-1968 torna a conquistare lo scudetto, il primo a 16 squadre del dopoguerra, con Pierino Prati capocannoniere, oltre alla Coppa delle Coppe, conquistata a spese dell'Amburgo SV grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin. L'anno successivo arriverà la seconda Coppa dei Campioni (a Madrid 4-1 in finale all'Ajax). Nella stagione 1969-1970 il Milan conquista la sua prima Intercontinentale, sconfiggendo in una drammatica doppia finale gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2).

Gli anni Settanta e lo scudetto della stella (1979)

Negli anni Settanta il Milan raccoglie ancora numerosi trofei, tra cui 3 Coppe Italia e la seconda Coppa delle Coppe, mentre in campionato insegue a lungo lo "scudetto della stella" (cioè il decimo), perdendo nel 1972-1973 un campionato che sembrava già vinto con una umiliante sconfitta a Verona. Lo smacco fu definito la "fatal Verona". Il decennio viene ricordato anche per il caos societario che vede alternarsi al vertice della società ben 7 presidenti in poco più di 10 anni. In questo stato il Milan attraversa stagioni non esaltanti, con piazzamenti mediocri e al limite della salvezza. L'elemento caratterizzante di questo periodo è l'inseguimento del decimo scudetto che, dopo i tre campionati iniziali quasi in fotocopia, con altrettanti secondi posti in classifica, uno dietro l'Inter e due dietro la Juventus, sarà finalmente raggiunto nel 1979.

1970-71: secondo posto e finale di Coppa Italia

Nella stagione 1970-1971 il Milan sfiora la conquista di scudetto e Coppa Italia, ma perde entrambi i trofei.

Durante il calciomercato estivo partono Sormani e Lodetti, e al loro posto arrivano Biasolo, Benetti, Villa e Zignoli. La squadra, guidata da Rocco e da Rivera, parte molto bene in campionato (vittoria a Torino contro la Juventus per 2-0 e nel derby per 3-0) e alla fine del girone d'andata è campione d'inverno. La prima sconfitta arriva con l'Inter alla 20^ giornata. Da quel momento i rossoneri sentono il fiato sul collo dei nerazzurri. Al 23° turno sono sconfitti (1-2) a San Siro dal Varese. La sconfitta segna il sorpasso dell'Inter, che conquista lo scudetto con 46 punti, sopravanzando il Milan di quattro lunghezze.
La delusione si ripropone in Coppa Italia. Qualificatisi per il girone finale a quattro squadre, i rossoneri si classificano primi alla pari con il Torino. Nello spareggio di Genova, dopo lo 0-0 finale ai supplementari, i granata si aggiudicano il trofeo ai rigori.

Alla fine della stagione la presidenza cambia: il 1 giugno 1971 Federico Sordillo prende il posto di Franco Carraro.

1971-72: secondo posto, Coppa Italia e semifinale di Coppa Uefa

1972-73: la prima fatal Verona, la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe

1973-74: le sconfitte in finale di Supercoppa Europea e di Coppa delle Coppe

1974-75: la finale di Coppa Italia persa senza Rivera

1975-76: terzo posto in Campionato, quarti di finale di Coppa Uefa

1976-77: la salvezza e la Coppa Italia

Il rischio della Serie B si fa concreto nel torneo 1976-1977, ma è scongiurato nelle ultima giornate. A fine stagione la squadra conquista la quarta Coppa Italia, battendo per 2-0 l'Inter nella finale-derby.

1977-78: il quarto posto con Liedholm

Grazie all'arrivo di Nils Liedholm in panchina e una politica societaria basata sui giovani e sul vivaio, la squadra riacquista freschezza e chiude con un brillante 4° posto il torneo 1977-1978, dopo aver trascorso metà campionato al vertice della classifica. Il 23 aprile 1978, a Verona, nella gara vinta per 2-1, esordisce in Serie A Franco Baresi, futura bandiera e capitano del Milan per ben due decenni.

1978-79: lo scudetto della stella

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Il Milan del decimo scudetto nel 1979

L'agognato decimo scudetto, atteso undici anni, arriva nel 1978-1979, l'ultima stagione da calciatore per Gianni Rivera, che supera le 500 presenze in maglia rossonera e si ritira con la stella e il tricolore sulla maglia. La formazione di Liedholm, parte subito bene conquistando 9 punti su 10 nelle prime 5 giornate. Dopo la battuta d'arresto alla sesta giornata contro i detentori della Juventus (0-1), il Milan inizia a marciare con grande continuità di rendimento fino a chiudere il girone d'andata in vetta. Nel girone di ritorno i rossoneri calano di rendimento, arrivando con qualche patema all'appuntamento del derby: qui, in svantaggio per 2-0 a 10 minuti dalla fine, riescono a riagguantare il pareggio con due grandi reti di De Vecchi. Alla venticinquesima giornata poi, uscendo imbattuti dallo scontro diretto contro l'ottimo Perugia di Castagner, ipotecano il tricolore, vinto alla penultima giornata nella gara casalinga contro il Bologna. La vittoria è degna di essere sottolineata ancor meglio considerando che il Perugia, rivale dei rossoneri per il titolo, chiuse il campionato imbattuto, prima tra le squadre italiane a riuscire in una simile impresa (eguagliata proprio dai rossoneri scudettati nel 1991-1992).

Le due retrocessioni in Serie B (1980 e 1982)

A cavallo fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta il Milan vive un periodo difficile, segnato da due retrocessioni in Serie B, le prime della storia rossonera, e da eventi spiacevoli (lo scandalo del Totonero). L'immagine della squadra milanese è seriamente danneggiata da questi accadimenti.

1979-80: la retrocessione d'ufficio

Tuttavia nella stagione 1979-1980, a seguito allo Scandalo calcio-scommesse 1980 e malgrado il terzo posto finale, la squadra viene retrocessa in Serie B. Le sentenze della giustizia sportiva (C.A.F.) prevedono: retrocessione del Milan in B (insieme alla Lazio); inibizione a vita per il presidente Felice Colombo; squalifiche ai calciatori Enrico Albertosi, Giorgio Morini e Stefano Chiodi, rispettivamente di 4 anni, 1 anno e 6 mesi.

1980-81: la risalita in Serie A

Nel 1980-1981 la squadra risale in Serie A vincendo il campionato di Serie B, sotto la presidenza Morazzoni, con Roberto Antonelli capocannoniere del campionato. In campionato la squadra perde sei partite: due in casa contro Sampdoria e Pisa (entrambe per 0-1), quattro in trasferta contro Foggia (1-0), Pescara (1-0), Palermo (3-1) e Taranto (3-0), quest'ultimo retrocesso in C-1 al termine della stagione. In Coppa Italia, inserito nello stesso girone dell'Inter, contro cui perde 0-1, non supera la prima fase, come i nerazzurri. Le altre squadre del girone erano Avellino (che si qualificò per migliore differenza reti), Palermo e Catania.

1981-82: la nuova retrocessione e la Mitropa Cup

Nel 1981 la società è ceduta a Giuseppe "Giussy" Farina (in carica dal 19/01/1982), (in precedenza presidente del Vicenza). Nel 1981-82 retrocede nuovamente in Serie B, questa volta sul campo, a seguito di una stagione fallimentare (24 punti in 30 partite). Anche se all'ultima giornata la vittoria sul Cesena sembra aver momentaneamente risparmiato la nuova onta, in Napoli-Genoa, a cinque minuti dal termine, il portiere del Napoli, Luciano Castellini, commette un errore che regala al Genoa il calcio d'angolo da cui nasce il gol del 2-2, di Mario Faccenda, il quale sancisce, di fatto, la retrocessione del Milan. Questa seconda retrocessione in Serie B è l'unica sul campo in tutta la storia del Milan. A pesare sul rendimento negativo dei rossoneri fu anche l'assenza di Franco Baresi per quattro mesi, a causa di una malattia. In quel campionato molto deludente la squadra realizzò appena 21 reti in 30 partite, vincendo 7 partite, pareggiandone 10 e perdendone 13. Dei 10 pareggi 6 furono per 0-0, mentre delle 13 sconfitte 10 furono con un gol di scarto, e ben 6 per 1-0. Questa difficoltà nel trovare la via della rete fu dovuta anche alla cattiva stagione dello scozzese Joe Jordan, che realizzò solo 2 gol in 22 partite. L'acquisto di Jordan dal [↓↑ fuori crono] fu perfezionato dopo un tentativo fallito di ingaggiare il brasiliano Zico, il quale, due anni dopo, sarebbe passato all'Udinese con ottimi risultati. Dopo la sconfitta interna contro l'Udinese (0-1), il 24 gennaio 1982 viene esonerato Luigi Radice e la squadra è affidata ad Italo Galbiati, il quale non riuscirà ad evitare la retrocessione. In quella stagione negativa il Milan fu sconfitto in entrambi i derby con l'Inter (0-1 e 1-2). Quattro giorni prima della retrocessione (il 12 maggio) la squadra vince la Mitropa Cup.La situazione di classifica, nelle posizioni di coda, prima dell'ultimo turno, era la seguente: Cagliari 24, Genoa 24, Bologna 23, Milan 22, Como 16, quest'ultimo già retrocesso. Le partite in programma erano: Ascoli-Bologna, Cagliari-Fiorentina, Cesena-Milan, Napoli-Genoa. Ad Ascoli il Bologna, dopo essere passato in vantaggio, fu rimontato e sconfitto 2-1, retrocedendo in B per la prima volta. A Cesena il Milan rimontò da 0-2 a 3-2, ben sapendo che se Cagliari e/o Genoa non avessero perso sarebbe retrocesso. A Napoli, dove il Genoa chiuse il primo tempo in vantaggio, il Napoli ribaltò il risultato nel corso del secondao tempo, portandosi sul 2-1, prima del 2-2 sopra descritto. A Cagliari, invece, la partita finì 0-0, con recriminazioni dei viola, in lotta con la Juventus per lo scudetto, per alcune discutibii decisioni arbitrali a loro sfavore.

I calciatori rossoneri scesi in campo a Cesena il 16 maggio 1982 erano: Piotti; Tassotti; Maldera; Battistini; Minoia; Baresi; Romano (87° Venturi); Novellino; Jordan; Evani (75° Moro); Antonelli. Da segnalare la presenza in organico di Fulvio Collovati (che non disputò quella partita) e Franco Baresi, campioni del mondo in Spagna circa due mesi dopo, di Mauro Tassotti ed Alberigo Evani, protagonisti dei successi del Milan negli anni a venire, di Aldo Maldera, campione d'italia con la Roma l'anno successivo, e di Francesco Romano, campione d'italia con il Napoli nel 1986-1987.

La presidenza Farina (1982-1986)

1982-83

Nella stagione 1982-1983 il Milan, sotto la guida dell'allenatore Ilario Castagner, affronta il suo secondo campionato nella serie cadetta e lo vince senza fatica. La squadra, durante l'estate, viene rivoluzionata: di essa fanno già parte Franco Baresi, che a soli 22 anni è già un carismatico capitano, Mauro Tassotti, Alberigo Evani, che saranno poi protagonisti delle grandi vittorie della squadra negli anni a venire; Walter Novellino, Aldo Maldera, Roberto Antonelli, Fulvio Collovati e Ruben Buriani sono ceduti; i nuovi arrivi di maggior rilievo sono Aldo Serena, Vinicio Verza ed Oscar Damiani. Si tratta di un gruppo molto giovane, che però vince agevolmente il campionato di serie B, si fa onore e diverte sia nella Coppa Italia, dove viene eliminato dal Verona nei quarti, poi battuto in finale dalla Juventus, con due pareggi, che nel Mundialito per club, reggendo il confronto con tutte le formazioni incontrate. Una delle poche note negative di quella stagione fu la sconfitta interna in campionato contro la Cavese (1-2), il 7 novembre 1982. Le altre sconfitte stagionali furono a Como (1-0) ed a Perugia (3-2) in campionato, a Torino contro la Juventus (2-1) nel girone eliminatorio di Coppa Italia. In campionato realizza 77 reti in 38 partite, un record per la serie B.

1983-84

La stagione 1983-1984 è un'annata di transizione e di assestamento per la squadra dopo le sofferenze e gli scossoni del passato. Per il ritorno nella massima serie, il Milan si dà un nuovo assetto: arrivano l'anglo-giamaicano Luther Blissett, il belga Eric Gerets, Filippo Galli e Luciano Spinosi. È un torneo tranquillo e disputato in modo dignotoso, che il Milan chiude appaiato alla Sampdoria ed al Verona, all'ottavo posto per differenza reti ed al sesto per classifica avulsa. Verso la fine del torneo Castagner, reo di essersi già accordato da tempo con l'Inter in vista della successiva stagione, è sollevato dall'incarico e la squadra viene affidata ancora una volta ad Italo Galbiati. Buono il comportamento in Coppa Italia, dove i rossoneri si fermano ai quarti di finale dopo due gare combattute (1-1 all'Olimpico e 1-2 dopo i tempi supplementari a San Siro) con la forte Roma di Niels Liedholm, poi vincitrice del trofeo.

1984-85

L'estate 1984 vede il presidente Farina impegnarsi attivamente alla costruzione di una squadra competitiva. Il presidente fa tornare il tecnico Nils Liedholm, reduce dai trionfi ottenuti con la Roma, ed acquista gli attaccanti Pietro Paolo Virdis e Mark Hateley, soprannominato Attila dai tifosi rossoneri. In più arrivano l'ottimo regista del Manchester United Ray Wilkins, il libero Di Bartolomei dalla Roma ed il portiere Terraneo. I rossoneri disputano un ottimo campionato, chiudendo con un 5° posto che garanisce l'accesso alla Coppa UEFA, davanti alla Juventus e alla Roma, le due grandi di quegli anni, tornando dopo sei anni alla vittoria di un derby in campionato e raggiungendo la finale di Coppa Italia, persa contro la Sampdoria. È questa la stagione dell'esordio con il Milan di Paolo Maldini, avvenuto il 20 gennaio a Udine.

1985-86

L'estate del 1985 vede l'acquisto dalla Juventus del campione del mondo e Pallone d'Oro 1982 Paolo Rossi, vecchio pallino del presidente Farina fin dai tempi del Vicenza, il quale va a formare con Virdis ed Hateley un trittico d'attacco molto valido. La squadra inizia bene la stagione in Coppa Italia e campionato, veleggiando per l'intero girone d'andata tra la 2a e la 3a posizione alle spalle della capolista Juventus. Ma, nonostante le premesse favorevoli, anche questa si rivelerà essere una stagione ricca di travagli societari. In dicembre, il presidente Giuseppe Farina, a seguito della sorprendente eliminazione in Coppa Uefa con i modesti belgi del Waregem, subìsce una dura contestazione dai tifosi. La situazione inizia a precipitare e, con l'avvento del nuovo anno, la Federazione riscontra una situazione economica molto pesante: la società è stracolma di debiti e rischia il fallimento se non arriva subito qualcuno a ripianarli. La Guardia di Finanza, scopre in seguito che non sono stati neppure versati i contributi Irpef. Sono, quelle, settimane di grande angoscia per i tifosi rossoneri, che rischiano di veder sparire la propria squadra dal calcio che conta.

L'avvento di Berlusconi (1986) e gli Immortali di Sacchi (1987-1991)

1986: Berlusconi acquista il club

Farina si dimette e si alternano varie cordate, fino a quando non diviene azionista di maggioranza della società l'imprenditore milanese Silvio Berlusconi, il quale, acquistata la società il 20 febbraio 1986 e divenutone presidente il 24 marzo, ripiana il deficit economico e si impegna da subito a costruire una grande squadra. In campionato la squadra ha però un calo nel finale e manca il piazzamento in Coppa UEFA. Nell'estate seguente il suo discorso d'apertura della stagione chiarisce i nuovi propositi della dirigenza: "Dobbiamo diventare la squadra più forte del mondo".

In quell'anno si verifica una situazione particolare: Inter e Milan chiusero il campionato al sesto ed al settimo posto, divise da un punto, quindi fuori dalla zona UEFA e quindi dalle Coppe europee. La vittoria della Roma in Coppa Italia contro la Sampdoria consente all'Inter di entrare in Coppa UEFA ed evitare ad una delle due milanesi di restare fuori dalle Coppe europee della stagione successiva. Questa situazione, infatti, da quando esistono le Coppe Europee moderne, cioè dal 1955, non si è mai verificata: almeno una delle due squadre ha sempre giocato in Europa.

 
Marco van Basten, Pallone d'Oro in tre occasioni

Con il nuovo proprietario il club rossonero vive in poco tempo una rinascita.

1986-87: l'esordio del nuovo Milan

In vista della stagione 1986-1987 Berlusconi avvia il ricambio della squadra. Vengono acquistati giocatori di sicuro valore come Roberto Donadoni, Daniele Massaro, Giovanni Galli, Giuseppe Galderisi e Dario Bonetti e così la caratura del club aumenta notevolmente. Ancora una volta guidata da Niels Liedholm, la squadra è autrice di buone prestazioni, ma anche di alti e bassi che non le consentono di decollare. A primavera perde posizioni, così lo svedese è esonerato e sostituito da Fabio Capello. Il giovane tecnico riesce a raddrizzare la stagione: prima conduce la squadra al quinto posto finale a pari merito con la Sampdoria, poi conquista la qualificazione alla Coppa UEFA battendo i blucerchiati a Torino in un sofferto spareggio (1-0 dopo i tempi supplementari). In Coppa Italia il Milan è sconfitto per ben due volte ed eliminato dal Parma, allenato da un tecnico emergente, Arrigo Sacchi. La stagione è da ricordare anche per la vittoria di Pietro Paolo Virdis del titolo di capocannoniere con 17 realizzazioni, a 14 anni dall'ultima affermazione di un milanista - Gianni Rivera - in tale graduatoria. A fine stagione la squadra vince il terzo Mundialito per club.

1987-88: l'11° scudetto

Nell'estate del 1987 Berlusconi affida l'incarico di allenatore al promettente Arrigo Sacchi, profeta di un calcio totale di ispirazione olandese basato su un pressing continuo, conquista degli spazi in campo, difesa a zona, perfetta tattica del fuorigioco. Il nuovo tecnico può contare su un organico di primissimo ordine: una difesa granitica, guidata dal capitano Franco Baresi e composta da Paolo Maldini, Alessandro Costacurta e Mauro Tassotti; un portiere affidabile come Giovanni Galli, già al Milan nella stagione precedente; un centrocampo solidissimo formato da Roberto Donadoni, Angelo Colombo e Carlo Ancelotti; un attacco che annovera i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit e l'italiano Pietro Paolo Virdis. Sebbene Van Basten sia costretto a saltare quasi tutta la stagione per problemi alla caviglia, il Milan può fare affidamento su uno dei migliori organici del torneo, organico che gli consente di lottare alla pari in campionato con il Napoli di Diego Armando Maradona. Nel corso della stagione alcune decisioni del giudice sportivo sembrano vanificare gli sforzi dei rossoneri, ma la netta vittoria ottenuta il 3 gennaio 1988 a San Siro nello scontro diretto contro i partenopei (4-1) rappresenta la svolta decisiva. Da qui in avanti gli uomini di Sacchi non falliscono più e realizzano un'incredibile rimonta in classifica completandola con un nuovo successo sul Napoli (3-2), stavolta al San Paolo. Si laureano campioni d'Italia dopo la partita con il Como. È l'undicesimo scudetto per il Diavolo, il primo dopo nove anni. La soddisfazione per il titolo vendica le eliminazioni ai primi turni in Coppa Italia e in Coppa UEFA. È in questa stagione che nasce il gruppo degli Immortali di Arrigo Sacchi e si traccia la strada per un decennio di successi.

1988-89: Milan campione d'Europa

Nella stagione successiva 1988-1989, ai due olandesi se ne aggiunge un terzo, Frankie Rijkaard. A quasi quarant'anni di distanza dal leggendario Gre-No-Li si forma così un altro trio rossonero di grandi attaccanti.

Anche in questa stagione il Milan si rende protagonista in Coppa dei Campioni, anche se le difficoltà non mancano. Nel ritorno del secondo turno contro la Stella Rossa Belgrado (l'andata a Milano era finita 1-1) sul campo scende una fitta nebbia, spingendo l'arbitro tedesco Pauly a sospendere a norma di regolamento la partita dopo che, a visibilità già quasi nulla, gli slavi erano passati in vantaggio e Virdis era stato espulso. Da quel momento il Milan inanella una serie di risultati positivi, eliminando nell'ordine la Stella Rossa ai rigori nel recupero (dopo un gol rossonero non visto dalla terna nonostante la palla fosse entrata di almeno mezzo metro), il Werder Brema (anche qui gol rossonero non visto, anche se molto meno evidente di quello con la Stella Rossa) e il Real Madrid. Contro gli spagnoli, dopo una partita dominata al Santiago Bernabeu e caratterizzata da episodi sfortunati fra i quali un altro gol regolare annullato, i rossoneri sbaragliano le merengues con uno storico 5-0 a San Siro grazie ai gol di Ancelotti, Rijkaard, Gullit, Van Basten e Donadoni, in quella che molti considerano la più bella partita mai giocata dal Milan. La finale del 24 maggio 1989 mette di fronte il Diavolo e i temibili rumeni della Steaua Bucarest, già campioni d'Europa nel 1986. Di fronte ai quasi centomila sostenitori rossoneri accorsi al Camp Nou di Barcellona il Milan annichilisce gli avversari per 4-0. La partita della squadra è magistrale tatticamente e tecnicamente: già in vantaggio per 3-0 alla fine del primo tempo grazie alla doppietta di Gullit e ad una rete di Van Basten, i ragazzi di Sacchi arrotondano il risultato nella seconda frazione di gioco con un altro gol di Van Basten e conquistano così la terza Coppa dei Campioni della storia del Milan, a venti anni di distanza dall'ultimo successo europeo. In quell'anno la squadra rossonera si aggiudica anche la prima Supercoppa Italiana, battendo per 3-1 la Sampdoria. In campionato giunge terzo alle spalle di Inter e Napoli.

1989-90: Milan campione d'Europa e del mondo

Nell'annata seguente il Milan sfiora il cosiddetto "Grande Slam calcistico", ovvero la tripla vittoria di campionato, coppa nazionale e Coppa dei Campioni. Si conferma campione d'Europa (dopo aver sconfitto il Benfica per 1-0, gol di Rijkaard) e vince Supercoppa Europea (1-1 e 1-0 nel doppio confronto con il Barcellona) e Coppa Intercontinentale (superati i colombiani del Nacional Medellín per 1-0 dopo i tempi supplementari).

Il campionato, che ad un certo punto pareva già vinto dai rossoneri, è conquistato con due punti di vantaggio dal Napoli, al termine di un testa a testa molto combattuto e caratterizzato da aspre polemiche. Alla 25a giornata, approfittando di un calo del Napoli capolista (5 punti in 6 gare), il Milan passa al comando della classifica. L'8 aprile 1990 i rossoneri sono bloccati sullo 0-0 dal Bologna al Dall'Ara come i partenopei, che terminano con lo stesso risultato il match contro l'Atalanta a Bergamo. Nel corso della partita del Napoli, però, una monetina colpisce dagli spalti Alemao, il quale, consigliato in tal senso, rinuncia a riprendere il gioco. Il giudice sportivo assegna così la vittoria al Napoli per 2-0 a tavolino, consentendogli di raggiungere il Milan in vetta alla graduatoria. Le due squadre proseguono a pari merito sino alla 33a giornata, in cui i rossoneri vanno k.o. 1-2 fuori casa in favore del Verona, come nel 1973 (scudetto consegnato alla Juventus). La seconda "fatal Verona" della storia milanista si concretizza all'89° minuto, quando il gol-beffa del veronese Pellegrini decreta il sorpasso dei campani, che espugnano il campo del Bologna e si laureano campioni d'Italia prendendosi la rivincita rispetto a due anni prima. La partita del Bentegodi solleverà molte polemiche e sarà ricordata per le quattro espulsioni di Rijkaard, Van Basten, Costacurta e Sacchi. Tre giorni dopo, il Milan perderà, in casa, anche la Coppa Italia (0-1 contro la Juventus), dopo lo 0-0 della finale di andata. L'annata è comunque positiva e viene ricordata anche per l'affermazione di Marco Van Basten nella classifica dei cannonieri con 19 centri.

1990-91: Milan campione del mondo

Nel 1990-1991 arriva la terza Intercontinentale (3-0 ai paraguaiani dell'Olimpia Asunción) e la seconda Supercoppa Europea, questa volta a spese della Sampdoria (1-1 e 2-0). In campionato il Milan si piazza secondo insieme all'Inter, a cinque punti dalla Sampdoria campione d'Italia. Tuttavia il club rossonero si rende protagonista di uno spiacevole episodio a Marsiglia: a pochi minuti dalla fine, mentre il Milan sta perdendo, si spengono i riflettori dello stadio. L'amministratore delegato Adriano Galliani fa uscire i giocatori dal campo in segno di protesta. In seguito all'accaduto la società è poi squalificata per un anno dalle coppe europee. In Coppa Italia i rossoneri sono eliminati in semifinale dalla Roma.

Gli Invincibili di Capello (1991-1996)

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Carlo Ancelotti (al centro) festeggia con i compagni lo scudetto del 1992, vinto senza subire sconfitte

Dal 1991 al 1996 il Milan conosce un altro ciclo vincente sotto la guida di Fabio Capello, che proseguirà la tradizione dei cosiddetti Invincibili.

1991-92: lo scudetto senza sconfitte

Nell'estate 1991, dopo quattro anni ricchi di trionfi, Arrigo Sacchi lascia la panchina milanista per sedersi su quella della Nazionale italiana.

Nel 1991-1992 la squadra è guidata da Fabio Capello, già sulla panchina rossonera nella stagione 1986-1987, quando era stato chiamato a sostituire Niels Liedholm a campionato in corso. Il tecnico friulano si fa conoscere sin da subito per le sue doti di grande motivatore, che gli permettono di risollevare un gruppo sulla cui tenuta ai grandi livelli dopo numerosi successi aleggiavano da più parti molti dubbi. Invece il Milan, fuori dalle Coppe europee dopo la notte di Marsiglia, si concentra con rabbia solo sul campionato e lo stravince. Va in testa fin dall'inizio del torneo, vince il titolo d'inverno e conquista lo scudetto con un campionato da record, inaugurando un'epoca ricca di successi che porterà la squadra ad essere soprannominata Gli Invincibili. Oltre ai 56 punti guadagnati - con i due punti assegnati per vittoria - il Milan termina il torneo senza subire alcuna sconfitta. Solo il Perugia era riuscito, nel 1978-1979, in tale impresa, ma era giunto secondo, proprio alle spalle dei rossoneri. Il Milan resta a tutt'oggi l'unica squadra italiana ad aver vinto lo scudetto conservando l'imbattibilità per tutto il campionato. Sempre in quella stagione, i rossoneri segneranno ben 74 gol (alla media di oltre 2 gol a gara), concedendosi alcune goleade con squadre di livello, come nel caso del 5-0 al Napoli, del 5-1 ai campioni in carica della Sampdoria o dell'8-2 rifilato alla rivelazione della stagione, il Foggia. La stella olandese van Basten è capocannoniere con 25 realizzazioni, una quota che mancava nella Serie A da ben 26 anni. La Coppa Italia del Milan si ferma alle semifinali.

1992-93: campione d'Italia e vicecampione d'Europa

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Festeggiamenti per il 13° scudetto nel 1993

Dopo lo scudetto dei record del 1992 il Milan cambia volto. I rossoneri sono ora attesi anche sul grande palcoscenico continentale e vogliono tornarci da protagonisti. Durante la campagna acquisti estiva arrivano in società calciatori del calibro di Jean Pierre Papin, Zvonimir Boban, Dejan Savicevic, Stefano Eranio e Gianluigi Lentini, vero tormentone del calcio-mercato, strappato al Torino. D'altra parte c'è da annoverare l'addio al calcio giocato di Carlo Ancelotti, punto fermo del centrocampo.

Nel 1992-1993 prosegue la marcia trionfale del Milan di Capello, capace di prolungare la striscia di partite senza sconfitte fino a 58 incontri e di mettere in bacheca il 13° alloro nazionale, il secondo consecutivo. Ripetendo il cammino travolgente del precedente torneo, gli uomini di Fabio Capello vanno subito in testa e non si fanno più raggiungere. Dopo 13 giornate, il Milan perde van Basten a causa dei persistenti problemi fisici. Operato in Belgio all'indomani della quadripletta contro il Göteborg, il cigno di Utrecht rientrerà in campo solo 5 mesi più tardi.
Laureatisi campione d'inverno, i rossoneri subiscono nel finale di torneo un risveglio dell'Inter, ma chiudono al comando con una giornata d'anticipo. In campo continentale il Diavolo si conferma squadra di vertice vincendo 10 partite su 10, segnando 23 reti e subendone una sola. Nella finale di Monaco di Baviera i favori del pronostico sono per i ragazzi di Capello, che affrontano i francesi dell'Olympique Marsiglia. Contro le previsioni sono i transalpini a sollevare il trofeo grazie all'1-0, vanificando così l'ottimo cammino in Champions stabilito dal Milan prima di quella partita. Il match segnerà l'ultima apparizione su un campo di calcio del grande van Basten.

Poco meno di tredici anni più tardi, nel gennaio 2006, in una confessione alla stampa francese Jean Jacques Eydelie, ex centrocampista dell'Olympique Marsiglia campione d'Europa nel 1993, rivela che la squadra transalpina avrebbe usato sostanze dopanti prima della finale contro il Milan. Alla dichiarazione, seguita da smentite e querele da parte degli ex dirigenti e degli ex calciatori dell'Olympique, fa seguito un vespaio di polemiche nonché l'ipotesi della revoca del trofeo al Marsiglia e della sua consegna al Milan, evento poi non verificatosi.

1993-94: il double scudetto-Champions League

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Celebrazioni per lo scudetto del 1994

Nella stagione 1993-1994 il Milan cambia volto: finita oramai l'era degli olandesi (Gullit e Rijkaard sono ceduti, Van Basten è prossimo al ritiro dopo una serie di infortuni), dopo tredici anni lascia il Milan anche Alberigo Evani, mentre Gianluigi Lentini, vittima di un grave incidente automobilistico, è fuori squadra per tutta la stagione. Sono acquistati Brian Laudrup, Florin Raducioiu, Christian Panucci e, a metà stagione, Marcel Desailly. Marco Simone diventa stabilmente titolare e determinanti risultano essere le reti di Jean Pierre Papin, Pallone d'oro 1991, e di Daniele Massaro. Nonostante le molte difficoltà, al Milan riesce una delle stagioni più esaltanti della propria storia.

In Champions League riscatta la sconfitta contro l'Olympique Marsiglia patita nella finale dell'anno precedente, conquistando così il suo quinto titolo europeo nella finale di Atene (18 maggio 1994). L'avversario è il Barcellona, il cui allenatore, Johann Cruyff, alla vigilia si era detto sicuro della vittoria. In risposta all'ostenzione di sicurezza dell'olandese, i rossoneri infliggono ai catalani una severa lezione di calcio, un 4-0 senza appelli firmato da una doppietta di Massaro e dai gol di Savicevic e Desailly, che rappresenta ancora oggi il maggiore scarto mai registrato in una finale di Coppa dei Campioni-Champions League. Quella contro il Barcellona è stata votata La partita del secolo del Milan dopo un sondaggio condotto tra i tifosi rossoneri.
Unitamente al successo continentale il Milan sale sulla vetta nazionale per la quattordicesima volta nella sua storia, ottenendo il terzo scudetto consecutivo - record appartenente al Grande Torino - con due giornate d'anticipo. Il successo è accompagnato da altri numeri da record, riguardanti l'imbattibilità del portiere Sebastiano Rossi (929 minuti, attuale primato italiano) e la cifra delle reti subìte (15 in 34 gare), la più bassa mai registrata nei campionati a 18 squadre. Il Milan conquista poi la Supercoppa Italiana (vinta a Washington a spese del Torino grazie all'1-0 con rete di Simone). Il Diavolo non riuscirà poi a vincere né la Supercoppa Europea (contro il Parma) né la Coppa Intercontinentale (avversario il San Paolo), disputate al posto dello squalificato Olympique Marsiglia.

L'annata è una delle più feconde della storia rossonera, se si pensa che il Milan del 1993-1994 e l'Inter del 1964-1965 sono le uniche squadre italiane ad aver vinto lo scudetto e la Coppa dei Campioni-Champions League nella stessa stagione.

1994-95: Supercoppa Europea e finale di Champions

L'era Capello continua con prestazioni che portano il Milan ad essere considerato una delle squadre più forti del periodo. Eppure anche nel 1994-1995 le difficoltà non mancano. L'inizio è favorevole: già ad agosto arriva il primo trofeo in bacheca, la Supercoppa Italiana vinta a scapito della Sampdoria. Ancorché le premesse siano rosee, un campionato disputato in maniera non esaltante porta la squadra a classificarsi solamente al quarto posto. Uno dei primi attori rossoneri della stagione è Marco Simone, autore di 17 gol in 30 presenze in campionato. A Tokyo, contro gli argentini del Vélez Sarsfield allenati da Carlos Bianchi, i milanisti, favoriti dal pronostico, perdono la Coppa Intercontinentale. Il gruppo, però, dimostra grande tenacia e si riprende aggiudicandosi prima la Supercoppa Europea contro l'Arsenal (0-0 e 2-0 al Meazza) e raggiungendo nuovamente la finale di Champions League dopo un cammino pieno di insidie, che vede anche il Milan penalizzato di 2 punti e costretto al campo neutro nel corso del proprio girone di qualificazione. Per la quinta volta in sette anni (terza consecutiva), il Milan si presenta all'atto conclusivo del trofeo più importante. Qui, però, si arrende all'Ajax, vittorioso per 1-0 con un gol del futuro milanista Patrick Kluivert.

1995-96: il 15° scudetto

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Franco Baresi celebra il 15° scudetto nel 1996

La stagione 1995-1996, l'ultima del ciclo di Capello, si apre con l'acquisto di Roberto Baggio, Pallone d'oro 1993, dalla Juventus e di George Weah, possente centravanti liberiano proveniente dal Paris Saint-Germain e Pallone d'oro, FIFA World Player ed eletto Calciatore africano dell'anno nel 1995. Guidato da Big George, autore di 11 reti, dal neo-acquisto Baggio ed ancora da Marco Simone, il Milan si insedia fin da subito in vetta alla classifica dopo la vittoria casalinga contro la Juventus alla sesta giornata. Chiude dunque la stagione con l'ennesimo trionfo, lo scudetto, il quarto in cinque anni e il quindicesimo per la società. Il campionato è ampiamente dominato: i rossoneri chiudono con 8 punti di vantaggio dalla Juventus e con la miglior difesa del torneo, concedendosi inoltre goleade come il 7-1 inflitto alla Cremonese. In Coppa UEFA, dopo un buon cammino, l'avventura del Milan finisce ai quarti con l'eliminazione per mano del Bordeaux di Zinedine Zidane e del futuro acquisto Christophe Dugarry. A fine stagione l'allenatore goriziano lascia, mettendo fine ad una lunga serie di successi, fra i quali 4 titoli nazionali e una Champions League.

Tabarez e i ritorni di Sacchi e Capello: la crisi (1996-1998)

Tra il 1996 e il 1998, dopo un ciclo vincente a livello nazionale ed europeo, il Milan conosce due stagioni di dispiaceri, conclusesi con pessimi piazzamenti in campionato (11° e 10° posto rispettivamente nelle stagioni 1996-1997 e 1997-1998) e una brusca eliminazione dalla Champions League 1996-1997. Alla base del fallimento ci sono acquisti e scelte tecniche sbagliate, ma anche la realtà di un ciclo ormai giunto al termine. Queste annate sanciscono un cambiamento epocale, spingendo la dirigenza a progettare una rifondazione pressoché totale della squadra.

1996-97: il flop Tabarez e il ritorno di Sacchi

Nell'estate 1996 il Milan affida la conduzione tecnica all'allenatore uruguaiano Oscar Tabarez, accolto con scetticismo da tifosi e critica. I nuovi acquisti - Christophe Dugarry, Edgar Davids, Michael Reiziger, Pietro Vierchowod, Jesper Blomqvist (da gennaio) ed il portiere Angelo Pagotto - si aggiungono ad un impianto già collaudato e sulla carta affidabile come quello composto dai campioni d'Italia dell'anno precedente: Franco Baresi, Dejan Savićević, Roberto Baggio, Mauro Tassotti, Sebastiano Rossi, Zvonimir Boban, George Weah, Paolo Maldini, Demetrio Albertini, Marco Simone, Alessandro Costacurta e Marcel Desailly. La squadra rimane sostanzialmente invariata rispetto alla stagione 1995-1996, come testimonia l'esiguo numero di cessioni. Dei calciatori regolarmente impiegati nel campionato appena trascorso soltanto uno lascia il Milan: la bandiera Roberto Donadoni.

Nonostante possa presentare ancora una rosa ricca di stelle, dopo nove stagioni di successi ininterrotti la squadra vive una stagione di delusioni. Inizia male la stagione, perdendo a San Siro contro la Fiorentina (1-2) nella partita valevole per l'assegnazione della Supercoppa Italiana. Nei successivi incontri continua a stentare. In Champions League è eliminato nella fase a gironi dopo la sconfitta interna contro il Rosenborg per 2-1. Il bilancio delle prime undici giornate di campionato è fallimentare, così il 1° dicembre 1996, a seguito della sconfitta in trasferta contro il Piacenza (3-2), Tabarez è esonerato e sostituito da Arrigo Sacchi, di nuovo al timone della squadra rossonera dopo i successi di alcuni anni prima e appena dimessosi dall'incarico di commissario tecnico della Nazionale italiana. L'avvento del nuovo allenatore non inverte la tendenza negativa, proseguita con la clamorosa sconfitta interna contro la Juventus per 6-1 il 6 aprile 1997 e conclusasi con un deludente 11° posto, ben lontano da un piazzamento valido per l'ingresso in una competizione europea. Alla fine della stagione lasciano il Milan Arrigo Sacchi e due storiche bandiere, il capitano Franco Baresi e Mauro Tassotti, che danno l'addio al calcio rispettivamente dopo venti e diciassette anni in rossonero.

1997-98: l'amaro ritorno di Capello

Anche nel 1997-1998 il club di via Turati si affida ad un ex allenatore rossonero, Capello, che nella stagione precedente aveva vinto la Liga con il Real Madrid. La campagna acquisti del Milan è più ricca dell'anno precedente: arrivano Christian Ziege, Ibrahim Ba, Patrick Kluivert, Giampiero Maini, Massimo Taibi, Winston Bogarde, Maurizio Ganz, Jesper Blomqvist, Steinar Nilsen, Andreas Andersson, Leonardo, Filippo Maniero (quest'ultimo da gennaio) e ritorna Roberto Donadoni. Tuttavia le soddisfazioni non arrivano: il Milan è artefice di un'altra annata molto al di sotto delle attese. La squadra, rivoluzionata e ricchissima di stranieri, fatica a trasformarsi in un gruppo solido. D'altro canto vi sono cessioni sbagliate, come quella di Edgar Davids, proveniente nel 1996 dall'Ajax e girato alla Juventus, di cui il giocatore diventa subito un elemento imprescindibile.

Come nell'anno precedente, il Milan parte male, è incapace di esprimere un gioco e protrae il suo rendimento negativo fino alla fine della stagione, terminata al 10° posto con un bilancio di 11 vittorie e 12 sconfitte. In Coppa Italia, pur riuscendo a vincere per 5-0 nell'andata dei quarti di finale nel derby contro l'Inter, perde in finale contro la Lazio: dopo la vittoria per 1-0 a San Siro, i rossoneri sono sconfitti per 3-1 all'Olimpico, con il futuro milanista Alessandro Nesta che sigla il terzo gol biancoceleste. Il 1997-1998 sarà ricordato come la prima stagione da capitano di Paolo Maldini dopo il ritiro di Franco Baresi.

Il ciclo di Zaccheroni (1998-2001)

1998-99: il 16° scudetto

Nell'estate del 1998 la società avvia la rifondazione, affidando la panchina ad Alberto Zaccheroni, emergente tecnico reduce dalla positiva esperienza all'Udinese, che ha favorevolmente sorpreso appassionati ed esperti con il suo gioco offensivo e con lo spregiudicato modulo 3-4-3. Zaccheroni, Zac per i tifosi, porta con sé due giocatori che nella stagione precedente avevano ben figurato nell'Udinese: l'attaccante Oliver Bierhoff, capocannoniere dell'ultima stagione di Serie A, e il terzino di fascia destra Thomas Helveg. Sul fronte nuovi arrivati ci sono anche Roberto Ayala, Luigi Sala, Bruno N'Gotty, Federico Giunti ed Andres Guglielminpietro. Nella stagione 1998-1999, la prima sulla panchina del Milan, l'allenatore romagnolo pone le basi per un nuovo ciclo vincente con la conquista dello scudetto, con cui viene festeggiato il centenario della squadra. La formazione-tipo del Milan campione d'Italia è schierata secondo il modulo preferito da Zaccheroni, il 3-4-3: Abbiati; Sala, Costacurta, Maldini; Helveg, Albertini, Ambrosini, Guglielminpietro; Boban (Leonardo), Bierhoff, Weah.

In campionato il Milan ha un andamento abbastanza costante, che lo vede in grado di competere senza problemi per l'obiettivo prefissato dalla società ad inizio stagione, il 4° posto utile per l'accesso in Champions League. Nell'ultima parte del campionato, tuttavia, la squadra di Zaccheroni riesce a inanellare ben sette vittorie consecutive, guadagnando 21 punti sui 21 disponibili. Grazie anche ai gol del centravanti tedesco Oliver Bierhoff (19), di Maurizio Ganz (solo 5 ma che fruttano ben 8 punti) e di George Weah (8) e complici alcuni passi falsi della Lazio di Eriksson, avanti sette punti a sette gare dal termine del campionato, i rossoneri riescono nell'impresa del sorpasso. La vittoria assume un'importanza ancora maggiore se si pensa che la Lazio era quasi unanimemente considerata la migliore squadra di quel torneo sul piano dei valori tecnici dei calciatori. Il sorpasso sulla formazione capitolina si compie alla penultima giornata (Fiorentina-Lazio 1-1, Milan-Empoli 4-0), mentre all'ultima il vantaggio è mantenuto grazie alla vittoria in trasferta per 2-1 contro il Perugia.

Di primario valore è da considerare l'apporto dato dal tecnico Alberto Zaccheroni alla conquista del 16° scudetto da parte del Milan. Pur non disponendo di giocatori di primissima qualità, l'allenatore romagnolo sa schierare una formazione equilibrata e determinata, che ha proprio in atleti non eccellenti sotto il profilo tecnico (Luigi Sala, Thomas Helveg, Andres Guglielminpietro) elementi fondamentali. Zaccheroni punta anche su giovani molto validi (Massimo Ambrosini, Christian Abbiati) e sa sopperire egregiamente a svariati infortuni dei giocatori di maggiore talento e qualità.

A fine stagione, dopo aver vinto il suo sesto scudetto in dieci stagioni con la maglia rossonera, dà l'addio al calcio Roberto Donadoni.

1999-00: l'arrivo di Shevchenko e il terzo posto

Già nel maggio 1999 la società di via Turati raggiunge con la Dinamo Kiev un accordo per il trasferimento al Milan del giovane attaccante ucraino Andriy Shevchenko, una delle rivelazioni delle due stagioni europee precedenti e capocannoniere della Champions League 1997-1998. Il giocatore si rivelerà una mossa azzeccatissima, tant'è che la punta ucraina risulterà decisiva per le sorti della squadra per i successivi sette anni e, nel dicembre 2004, conquisterà anche il Pallone d'oro, sempre con la maglia rossonera. Altri arrivi sono quelli di Diego De Ascentis, José Antonio Chamot, José Mari, Taribo West, ma soprattutto di Gennaro Ivan Gattuso e Serginho. Proprio questi ultimi acquisti risulteranno due tra gli elementi più preziosi della squadra durante la stagione. Sul fronte delle partenze, invece, è da ricordare quella di George Weah il quale, sempre meno utilizzato dal tecnico Zaccheroni, decide di trasferirsi al [↓↑ fuori crono] durante il calcio-mercato di gennaio.

Malgrado le ottime prestazioni di Sheva, il Milan non mantiene le aspettative. In agosto manca il primo obiettivo stagionale, la Supercoppa di Lega, persa contro il Parma al "Meazza". Nel proprio raggruppamento di Champions League vince solo una partita su sei (tre pareggi e due sconfitte). Nella gara decisiva contro i turchi del Galatasaray, pur trovandosi in vantaggio e ormai qualificato a tre minuti dalla fine, viene prima raggiunto e poi superato dai padroni di casa. È così eliminato già nel girone eliminatorio, che qualifica ai primi due posti Hertha Berlino e Chelsea. Sfugge anche il terzo posto in classifica, che viene conquistato dal Galatasaray, il quale è ammesso in Coppa UEFA 1999-2000 a scapito dei rossoneri (il club turco avrebbe poi vinto la manifestazione sotto la guida di Fatih Terim, futuro allenatore del Milan).

Il Diavolo chiude al terzo posto un campionato disputato a fasi alterne, a undici punti dalla Lazio campione, non riuscendo mai a inserirsi nella lotta al vertice tra i laziali e la Juventus, entrambi sconfitti dai rossoneri nel corso del torneo. La nota positiva è, come già accennato, Shevchenko, che con 24 gol vince la classifica marcatori al suo primo anno in Italia, impresa prima riuscita solo a Michel Platini. In Coppa Italia il Milan è eliminato ai quarti di finale dall'Inter (andata: Milan-Inter 2-3, ritorno: Inter-Milan 1-1).

2000-01: da Zaccheroni a Cesare Maldini

Anche la stagione 2000-2001 è insoddisfacente. Eppure le premesse sono buone: la rosa viene rafforzata dagli innesti di Nelson Dida, di giovani interessanti come Luca Saudati e Francesco Coco (prodotti del vivaio rossonero) e Gianni Comandini (capocannoniere del precedente campionato cadetto), ma soprattutto dell'argentino Fernando Redondo, fresco campione d'Europa col Real Madrid, indiscusso talento costantemente afflitto da problemi fisici.

In agosto il Milan affronta e supera vittoriosamente il turno preliminare di Champions League contro i croati della Dinamo Zagabria, assicurandosi così l'accesso al tabellone principale. La squadra viaggia su buoni livelli in tutte le competizioni cui partecipa con buone possibilità di successo. Cionostante, in modo improvviso, da metà dicembre, il rendimento subisce un netto calo. Infatti, pur avendo iniziato alla grande il cammino in Champions League con le vittorie contro il Besiktas (4-1) e Barcellona (battuto per 2-0 al Camp Nou), in seguito la squadra non riesce ad esprimersi sui livelli alti che gli competono. In campionato non lotta mai per il titolo, mentre nella seconda fase della Champions, nelle prime cinque partite, ottiene solo una vittoria e tre pareggi. Nell'ultimo match giocato a marzo, costretto alla vittoria interna contro il Deportivo La Coruña, non va oltre l'1-1 ed è perciò estromesso dalla massima competizione europea per club. Svanisce così la grande possibilità di disputare la finale nel proprio stadio. L'eliminazione costa la panchina a Zaccheroni, che è sostituito da Cesare Maldini, vecchia gloria rossonera e padre di Paolo affiancato a sua volta da un'altra vecchia gloria rossonera, Mauro Tassotti. Maldini esordisce con un roboante 4-0 interno contro il Bari, ma non riesce a condurre la squadra al 4° posto, l'ultimo disponibile per l'accesso alla Champions League. Alla fine il Milan si piazza soltanto al 6° posto in Serie A, qualificandosi per la Coppa UEFA, ma si consola con lo storico trionfo nel derby in trasferta contro l'Inter, sconfitta per 6-0 l'11 maggio 2001 grazie alle doppiette di Comandini e Shevchenko (ancora autore di 24 reti in campionato) e ai gol di Federico Giunti e Serginho. È dalla nascita del campionato di Serie A a girone unico (stagione 1929-1930) che un derby di Milano non termina con uno scarto così ampio. Il percorso in Coppa Italia si ferma in semifinale, dove i rossoneri sono eliminati dalla Fiorentina poi vincitrice del trofeo (andata: Milan-Fiorentina 2-2, ritorno: Fiorentina-Milan 2-0).

Il ciclo di Ancelotti (dal 2001)

2001-02: da Terim ad Ancelotti

Nell'estate 2001 la dirigenza di via Turati decide di puntare sull'allenatore turco Fatih Terim, nella stagione precedente alla Fiorentina. In rossonero arrivano campioni del calibro di Manuel Rui Costa e Filippo Inzaghi (pagati rispettivamente 80 e 75 miliardi di lire) ed elementi di sicuro valore come Javi Moreno e Cosmin Contra, che pochi mesi prima avevano condotto la sorpresa Alavés alla finale della Coppa UEFA (poi persa contro il Liverpool). Nella lista dei nuovi compaiono anche Martin Laursen e gli ex interisti Andrea Pirlo e Cristian Brocchi.

L'avvio è promettente, ma già a novembre il Milan si ritrova fuori dalle prime cinque posizioni della classifica della Serie A. A seguito della sconfitta in trasferta contro il Torino, il 5 novembre Terim è esonerato e sostituito da Carlo Ancelotti. Malgrado la squadra sia falcidiata da una serie di infortuni (tra i quali quelli del capitano Maldini, di Inzaghi e di Shevchenko), l'allenatore emiliano riesce a guidare la squadra alla semifinale di Coppa UEFA, dove il Milan è eliminato dal Borussia Dortmund (seconda semifinale di sempre nella competizione). In campionato, dopo un cammino altalenante, il Milan guadagna l'obiettivo che si è prefissato a stagione in corso: il 4° posto, risultato che dà l'accesso ai preliminari di Champions League. In Coppa Italia viene eliminato in semifinale dalla Juventus. Nel corso dell'annata la formazione titolare del Milan, scherata secondo il 4-3-1-2, è la seguente: Abbiati; Contra, Costacurta, Laursen, Kaladze; Gattuso, Albertini, Serginho; Rui Costa; Shevchenko, Inzaghi. Nell'ultima parte della stagione, però, il posto di Albertini è insediato da Pirlo, autore di ottime partite e di gol decisivi.

2002-03: Milan campione d'Europa

Nell'estate 2002 parte Demetrio Albertini e arriva dal Barcellona il fuoriclasse brasiliano Rivaldo, Pallone d'oro 1999, che tuttavia non soddisferà le attese.

Per il Milan la stagione 2002-2003 è quella della risurrezione dopo quattro anni senza successi. Come sottolineato da molti critici del settore, i rossoneri giocano un calcio spettacolare, basato sul possesso palla e sulla tecnica ed espresso nel miglior modo da un modulo innovativo (il 4-3-1-2) ideato dall'allenatore Carlo Ancelotti per far convivere nella stessa formazione giocatori di alto spessore tecnico come Andrea Pirlo e Manuel Rui Costa.

Il sistema di gioco dei rossoneri prevede una sorta di rombo nel quale il portoghese si muove da trequartista classico, mentre Pirlo, dirottato in posizione più arretrata, diventando sin da subito il fulcro dell'intera manovra. Schierato come regista davanti alla linea difensiva, l'ex calciatore dell'Inter è affiancato a centrocampo da un altro ex nerazzurro, Clarence Seedorf, talentuosa mezzala con compiti offensivi e abile negli inserimenti, e Gattuso, carismatico interditore. Pur avendo perso il veterano Demetrio Albertini, il Milan può contare su un reparto arretrato validissimo, che vede nel capitano Paolo Maldini e nell'acquisto più importante dell'estate, l'ex laziale Alessandro Nesta, i suoi pilastri. Il tandem d'attacco è formato da Filippo Inzaghi e Andriy Shevchenko, fermo per buona parte dell'anno a causa di un grave infortunio e validamente sostituito da un altro nuovo arrivato, l'ex del Feyenoord Jon Dahl Tomasson. Altra pedina fondamentale dello scacchiere milanista è il portiere brasiliano Nelson Dida, divenuto titolare durante l'andata del preliminare contro lo Slovan Liberec per un infortunio di Christian Abbiati. L'estremo difensore, che aveva vissuto un'infelice e fugace esperienza al Milan nella stagione 2000-2001, dimostra un'ottima continuità di rendimento, risultando ancora oggi uno dei migliori portieri al mondo. La formazione-tipo della stagione è: Dida; Simic, Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo, Seedorf; Rui Costa; Inzaghi, Shevchenko. Con questa base titolare il Milan di Ancelotti torna a vincere la Champions League a nove anni dal successo di Atene e mette in bacheca il suo sesto titolo europeo.

Mentre in campionato, dopo un ottimo girone d'andata condotto stabilmente in testa (campione d'inverno), la squadra rallenta il passo perdendo diversi punti contro le piccole squadre e giungendo infine terza, in Coppa la squadra è artefice di un cammino decisamente più regolare. L'inizio, tuttavia, è caratterizzato da molte perplessità: ad agosto i ragazzi di Ancelotti guadagnano l'accesso al tabellone principale della manifestazione con molta fatica, eliminando lo Slovan Liberec nel terzo turno preliminare soltanto grazie al gol segnato in trasferta (vittoria 1-0 a San Siro e sconfitta 2-1 a Liberec). Nelle due fasi successive, però, i rossoneri vincono i gironi in anticipo battendo anche avversari illustri come il Bayern Monaco e il Real Madrid. Nei quarti di finale il Milan trova l'Ajax. Dopo il pareggio 0-0 in Olanda nell'andata, nella partita di ritorno il risultato è fermo sul 2-2 (e quindi favorevole ai lanceri) fino all'ultimo minuto di gioco, quando un gol rocambolesco di Tomasson sancisce la qualificazione del Milan in virtù del 3-2 finale. La semifinale coincide con il primo derby di Milano nella storia della Coppa dei Campioni-Champions League. La prima partita, Milan-Inter, finisce 0-0, mentre nel ritorno, con il Milan in trasferta, il punteggio finale è di 1-1. Il Milan passa il turno in virtù del gol segnato fuori casa, anche se i due match si sono giocati entrambi a San Siro. In finale, il 28 maggio, i rossoneri sconfiggono ai calci di rigore la Juventus, rivale storica, nella prima finale della Coppa dei Campioni-Champions League con entrambe le contendenti italiane. La partita di Manchester, molto combattuta, termina a reti bianche dopo i tempi supplementari e viene decisa dal dischetto. Ai calci di rigore Dida para tre tiri, mentre Andriy Shevchenko realizza il rigore decisivo che consegna al Milan il trofeo. Tre giorni più tardi, a suggello di una stagione indimenticabile, arriva la vittoria della Coppa Italia, contro la Roma (4-1 e 2-2). Si tratta della quinta Coppa Italia per i rossoneri, la prima sotto la gestione di Berlusconi, a 26 anni dall'ultimo successo in tale competizione.


 
La Curva Sud onora il 17° scudetto in Milan-Brescia 4-2 del 16 maggio 2004, ultima di campionato
 
Vessilli rossoneri sventolano in Piazza Duomo a Milano per il 17° scudetto

2003-04: Milan campione d'Italia

Il 2003-2004 vede il ritorno del Milan al predominio nazionale. La squadra campione d'Europa si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione con i rinforzi Cafu, Giuseppe Pancaro e Kakà, giovane talento brasiliano proveniente dal San Paolo.

L'inizio di stagione è altalenante: battuta ai calci di rigore a New York dalla Juventus nella partita che assegna la Supercoppa Italiana, la squadra poche settimane dopo trionfa a Montecarlo nella Supercoppa Europea contro il Porto, grazie a un gol di Shevchenko. In campionato diventa ben presto protagonista, lottando ai vertici con la Juventus ma soprattutto con la Roma di Capello. A dicembre perde a Tokyo ai calci di rigore la sfida valida per la Coppa Intercontinentale contro il Boca Juniors allenato da Carlos Bianchi, nuovamente vincitore nell'Intercontinentale contro i rossoneri come con il Vélez Sarsfield nel 1994.

La stanchezza e la delusione successive alla sconfitta giapponese costano alla squadra un lieve appannamento, cancellato però dal successo dell'Olimpico contro la Roma (2-1 il 6 gennaio 2004), diretta concorrente per il titolo, vittoria che già a gennaio porta i rossoneri in vetta alla classifica in modo definitivo. Nei mesi successivi il Milan mantiene la vetta della classifica e il 2 maggio, battendo ancora la Roma a San Siro (1-0 con gol di Andriy Shevchenko), si laurea campione d'Italia per la diciassettesima volta e con due turni d'anticipo sulla fine del torneo, distanziando notevolmente la stessa formazione giallorossa e le altre pretendenti. La festa per lo scudetto si tiene all'ultima giornata, il 16 maggio 2004, in occasione di Milan-Brescia 4-2, partita che segna il congedo di Roberto Baggio dal calcio giocato.

A testimoniare l'egemonia milanista in campionato è il dato relativo agli scontri diretti con le concorrenti: i rossoneri vincono tre delle quattro gare disputate contro Roma e Juventus e completano l'opera con le vittorie nei derby di andata e ritorno contro l'Inter. La stella dell'annata è il neo-acquisto Kakà, formidabile uomo-chiave e già beniamino dei tifosi, eletto calciatore rivelazione della stagione. Altri artefici del successo sono Andriy Shevchenko (di nuovo capocannoniere della Serie A dopo quattro anni), Paolo Maldini, Alessandro Nesta, Andrea Pirlo, Gennaro Gattuso, Nelson Dida e Clarence Seedorf. Anche i nuovi acquisti Cafu e Giuseppe Pancaro, accolti con scetticismo, si rivelano protagonisti così come Massimo Ambrosini, spesso subentrante a partita in corso ma marcatore di reti importanti quali quella dell'1-0 in casa della Lazio.

Di tono decisamente minore si rivela la campagna europea del Milan rispetto alla precedente stagione. Dopo aver chiuso il primo turno al primo posto ed aver eliminato i cechi dello Sparta Praga (0-0 e 4-1) negli ottavi di finale, il Diavolo sembra lanciarsi verso una nuova semifinale dopo il 4-1 inflitto allo stadio Meazza agli spagnoli del Deportivo La Coruña. Due settimane più tardi, nel ritorno dei quarti di finale in Spagna, i rossoneri sono eliminati dopo un clamoroso crollo: una sconfitta per 4-0.

2004-05: il secondo posto e la beffa di Istanbul

Nel 2004-2005 il Milan disputa un'altra stagione di alto livello, giocata all'altezza della precedente ma conclusasi in modo infelice.

L'inizio dei rossoneri è ancora promettente: battendo la Lazio per 3-0 a San Siro si aggiudicano la loro quinta Supercoppa di Lega. Il sistema tattico di Ancelotti, ampiamente collaudato, garantisce ancora risultati e spettacolo e i nuovi innesti Jaap Stam, Hernan Crespo e Vikash Dhorasoo ben si integrano nella rosa. In campionato il Milan gareggia a lungo con la Juventus, ma l'8 maggio viene sconfitto dai bianconeri per 1-0 a San Siro nello scontro diretto per lo scudetto e vede così tramontare la possibilità di riconfermarsi campione d'Italia, titolo che sarà conquistato dai bianconeri e poi revocato dopo lo scandalo del calcio italiano 2006.

In Champions League conclude al primo posto il proprio raggruppamento. Di seguito elimina il Manchester United negli ottavi di finale (doppio 1-0), l'Inter nei quarti (successi per 2-0 in casa e 3-0 a tavolino nel ritorno) e il PSV Eindhoven in semifinale (vittoria per 2-0 a Milano e sconfitta per 3-1 al Philips Stadion). Il 25 maggio, nella finale di Istanbul, la decima nella storia rossonera, il Milan domina e chiude il primo tempo in vantaggio per 3-0 contro il Liverpool, grazie ad una rete di Maldini e alla doppietta di Crespo. Nel secondo tempo, tuttavia, i rossoneri sono raggiunti sul 3-3 in soli 6 minuti. La gara procede ai tempi supplementari, dove il portiere polacco Jerzy Dudek compie un prodigioso salvataggio su un tiro ravvicinato di Shevchenko, e quindi ai calci di rigore. Qui il Milan fallisce tre tiri dal dischetto e l'ultimo, decisivo, proprio con l'attaccante ucraino. È così la squadra inglese a sollevare la coppa.

A dicembre Andriy Shevchenko viene eletto Pallone d'oro 2004. Si tratta del quinto calciatore milanista insignito del prestigioso riconoscimento. Sheva succede a Gianni Rivera (1969), Ruud Gullit (1987), Marco van Basten (1988, 1989, 1992) e George Weah (1995). Il Milan, diventa così la terza squadra al mondo per numero di Palloni d'oro vinti da propri calciatori, dietro a Juventus e Barcellona.

2005-06: la semifinale di Champions e la penalizzazione

 
Calciatori del Milan a Chicago nel 2006
 
Il Milan nella formazione-tipo 2005-2006

Partito Tomasson, nell'estate 2005 il Milan ingaggia il giovane attaccante Alberto Gilardino, rivelazione e capocannoniere del campionato precedente con la maglia del Parma, l'esterno ceco Marek Jankulovski, il centrocampista svizzero Johann Vogel e il centravanti Christian Vieri, proveniente dall'Inter e poi ceduto a gennaio al Monaco. Per il resto la squadra resta pressoché invariata.

Il campionato di Serie A 2005-2006 è caratterizzato dal dominio della Juventus, con il Milan che invece incappa in alcuni passi falsi. Tuttavia, dopo aver inflitto ai bianconeri la loro prima e unica sconfitta in campionato (3-1 a San Siro il 29 ottobre 2005), il gruppo di Ancelotti viene fuori alla distanza e, con un propizio girone di ritorno (16 vittorie in 19 gare) riduce da 14 a 3 i punti di svantaggio sulla squadra piemontese, chiudendo il campionato a 88 punti.

In Champions League il Milan è nuovamente protagonista. Dopo aver vinto il proprio girone con un punto di vantaggio sul PSV Eindhoven, l'8 marzo 2006 sconfigge il Bayern Monaco per 4-1 nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, eliminandolo dopo l'1-1 dell'Allianz Arena. Il club rossonero, così, diventa l'unica squadra europea ad aver partecipato ai quarti di finale della competizione in tutte le edizioni dal 2002-2003 al 2005-2006 (con 3 semifinali, 2 finali ed un successo), primato migliorato nella stagione seguente con l'ingresso alle semifinali, e poi alla vittoriosa finale, dell'edizione successiva della Champions League. Il club, quindi, si conferma come una delle potenze calcistiche continentali ed è considerato da molti la migliore squadra europea del periodo.
Ai quarti di finale il Milan estromette i francesi del Lione, pareggiando per 0-0 in Francia e battendo i transalpini per 3-1 a San Siro: sono decisive le reti nei minuti finali di Filippo Inzaghi e Andriy Shevchenko. Grazie a questo gol, Shevchenko diventa il miglior marcatore di tutti i tempi della Champions League.
Il proposito rossonero di riscattare la sconfitta nella finale di Istanbul, però, si spegne in semifinale contro il Barcellona. Nella partita di andata a San Siro vincono i blaugrana per 1-0 (gol di Giuly), mentre la partita ritorno al Camp Nou termina 0-0, con un gol annullato in modo controverso dall'arbitro Merk. Si tratta della seconda eliminazione del Milan in semifinale di Coppa dei Campioni-Champions League, dopo quella del 1956 subita a vantaggio del Real Madrid.

Nel maggio 2006 anche il Milan (oltre a Juventus, Lazio, e Fiorentina e altre squadre) è indagato nello scandalo di intercettazioni telefoniche che fanno presumere illeciti sportivi riguardanti la stagione 2004-2005[3]. La società rossonera è condannata ad una penalizzazione di 44 punti da scontare nel campionato 2005-2006, con conseguente esclusione dalle coppe europee (anche se sarebbe stato ammesso in Coppa UEFA poiché l'Empoli, promosso nella competizione dopo lo scandalo, non aveva la licenza UEFA quindi non poteva qualificarsi per competizioni internazionali) e 15 punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2006-2007. Vengono inoltre puniti il vicepresidente Adriano Galliani con l'inibizione per un anno e l'addetto agli arbitri Leonardo Meani con l'inibizione per 3 anni e 6 mesi. A seguito della prima sentenza, i rossoneri ricorrono in appello alla Corte Federale la quale, il 25 luglio, riduce la penalizzazione per il campionato 2005-2006 a 30 punti, scalando il Milan alla terza posizione e consentendogli così di partecipare alla Champions League 2006-2007, seppur dal terzo turno preliminare[4].

2006-07: Milan campione d'Europa

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Calcio Milan/2006-2007.

Alla fine di maggio 2006 il Milan cede Manuel Rui Costa, il quale rescinde consensualmente il contratto per trasferirsi al Benfica, Jaap Stam, che torna in Olanda, e Andriy Shevchenko, passato al Chelsea. La partenza dell'attaccante ucraino genera grande disappunto tra i tifosi e la stessa dirigenza, che prende atto della volontà del calciatore di lasciare il Milan. Per la sua sostituzione, la società ingaggia il brasiliano Ricardo Oliveira dal Betis Siviglia. Pochi giorni più tardi, il 15 giugno, l'assemblea dei soci elegge per acclamazione Silvio Berlusconi presidente del Milan dopo un'assenza che durava dal 28 dicembre 2004, a seguito delle dimissioni per il divieto posto dalla legge antitrust.

File:Maldini Champions League Trophy.jpg
L'esultanza di Paolo Maldini dopo la vittoria in finale contro il Liverpool

Alla metà di agosto del 2006 il Milan, nell'ambito del processo per lo scandalo del calcio italiano, viene nuovamente deferito dal procuratore Palazzi per responsabilità oggettiva. L'addetto agli arbitri Leonardo Meani è deferito per omessa denuncia riguardo a una presunta combine nella partita Arezzo-Salernitana della Serie B 2004-2005. Il 2 agosto la UEFA decide di ammettere con riserva il Milan al terzo turno preliminare della Champions League 2006-2007 contro la Stella Rossa[5]. Superato agevolmente il terzo turno preliminare, il Milan accede alla fase a gironi della Champions League 2006-2007.

Dopo un buon inizio in campionato, che consente alla squadra di azzerare rapidamente la penalizzazione, il gruppo attraversa un bimestre di crisi di gioco e di risultati, addebitabile, secondo pareri diffusi, alla mancata preparazione fisica estiva per via dell'obbligo di disputare il terzo turno preliminare di Champions League. Nel 2007 il rendimento della squadra migliora. La dirigenza è criticata per non aver sostituito adeguatamente Shevchenko durante il calciomercato estivo, poiché la squadra soffre della mancanza di un bomber. Durante la sessione invernale del calciomercato la società conclude uno degli affari più importanti degli ultimi anni, portando in rossonero il fuoriclasse brasiliano Ronaldo, proveniente dal Real Madrid ed ex calciatore dell'Inter, oltre al campione del mondo Massimo Oddo dalla Lazio. Intanto Kakà si rivela l'uomo-chiave della squadra, apportando fra l'altro un fondamentale contributo in termini realizzativi come mai aveva fatto fino ad ora. Mentre in Coppa Italia è eliminato in semifinale dalla Roma, in ambito europeo il Milan prosegue il proprio cammino battendo il Celtic Glasgow negli ottavi di finale[6]. Superato nei quarti il Bayern Monaco all'Allianz Arena dopo una grande prestazione (2-0), il Diavolo approda poi alle semifinali del torneo per la terza stagione consecutiva (quarta semifinale nelle ultime cinque stagioni). Qui ha la meglio sul [↓↑ fuori crono], sconfitto per 3-0 a San Siro dopo aver perso all'andata, in casa degli inglesi, per 3-2. I rossoneri ottengono così un posto in finale (la terza in cinque anni), dove ad Atene hanno affrontato il Liverpool, come nel 2005[7]. Questa volta, tuttavia, a vincere è il Milan, che batte per 2-1 gli inglesi al termine di una partita equilibrata, in cui i rossoneri sanno sfruttare al meglio le occasioni da gol create. Alla doppietta di Filippo Inzaghi segue il gol del Liverpool con Dirk Kuijt, così il capitano Paolo Maldini può sollevare la sua quinta Coppa dei Campioni. Con la vittoria di Atene il Milan diventa la squadra che ha vinto più trofei internazionali insieme al Boca Juniors (16) e supera Real Madrid (15) ed Independiente (15).

In campionato, dove perde entrambi i derby a venticinque anni di distanza dall'ultima volta, il Milan raggiunge l'obiettivo minimo stagionale, il piazzamento tra le prime quattro, con due turni di anticipo.

Alla fine della stagione si ritira dall'attività agonistica Alessandro Costacurta, uno dei simboli della squadra degli ultimi venti anni. Il 13 maggio Paolo Maldini raggiunge le 600 presenze in Serie A, primo calciatore a toccare questa quota (nel computo non è incluso lo spareggio per l'accesso in Coppa UEFA del 1987 contro la Sampdoria) e con l'ottava finale di Coppa dei Campioni-Champions League ha eguagliato il record di finali disputate, stabilito precedentemente dallo spagnolo Francisco Gento con il Real Madrid.

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Calcio Milan
  • 1899 - Fondazione del Milan Cricket and Football Club
  • 1900 - Eliminato prima della finale - Vince la medaglia del Re
  • 1901 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la medaglia del Re
  • 1902 - Finalista perdente - Vince la medaglia del Re
  • 1903 - Eliminato prima della finale
  • 1904 - Eliminato prima della finale - Vince la Coppa della Federazione Ginnasitica Italiana
  • 1905 - Cambia denominazione in Milan Football Club - Eliminato nel Girone Lombardo - Vince la Palla Dapples
  • 1906 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la Palla Dapples
  • 1907 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la Palla Dapples
  • 1908 - Non prende parte al campionato - Vince la Palla Dapples e la Coppa Spensley
  • 1909 - 2° nel Girone Lombardo
  • 1910 - 6° nel Girone Unico
  • 1911 - 2° nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese
  • 1912 - 2° nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese - Vince la Scarpa Radice
  • 1913 - 1° nel Girone Ligure-Lombardo - 3° nel Girone finale dell'Italia settentrionale
  • 1914 - 3° nel Girone Lombardo-Piemontese
  • 1915 - 1° nel Gruppo D dell'Italia settentrionale - 1° nel Girone B delle semifinali interregionali - 4° nel Girone finale - Vince la Scarpa Radice
  • 1916 - Vince la Coppa Federale
  • 1917 - Vince la Coppa Regionale Lombarda (trofeo mai consegnato)
  • 1918 - Vince la Coppa Mauro, campionato lombardo
  • 1919 - Secondo classificato nella Coppa Mauro
  • 1920 - 1° nel Girone B Lombardo - 3° nel Girone A delle semifinali interregionali
  • 1921 - 1° nel Girone B Lombardo - 4° nel Girone finale Lombardo
  • 1922 - 10° nel Girone A della Lega Nord (Campionato C.C.I.) - Vince la Scarpa Radice
  • 1923 - 4° nel Girone B della Lega Nord
  • 1924 - 8° nel Girone B della Lega Nord
  • 1925 - 8° nel Girone B della Lega Nord - Vince il trofeo Lombardi e Macchi
  • 1926 - 7° nel Girone B della Lega Nord
  • 1927 - 2° nel Girone B del Campionato Nazionale - 6° e ultimo nel Girone finale - Partecipa alla Coppa Italia (interrotta al quarto turno)
  • 1928 - 4° nel Girone A del Campionato Nazionale - 6° nel Girone finale
  • 1929 - 2° nel Girone finale del Campionato nazionale - Ammesso alla nuova Serie A - Battuto al sorteggio dal Genoa, dopo due pareggi, negli spareggi di qualificazione alla Coppa Europa Centrale
  • 1930 - 11° in Serie A
  • 1931 - 12° in Serie A
  • 1932 - 4° in Serie A
  • 1933 - 11° in Serie A
  • 1934 - 9° in Serie A
  • 1935 - 10° in Serie A - Vince la Coppa del Primato
  • 1936 - 8° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia
  • 1937 - 4° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia
  • 1938 - 3° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato negli ottavi di finale della Coppa Europa Centrale
  • 1939 - Cambia denominazione in Associazione Calcio Milano - 9° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia
  • 1940 - 8° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia
  • 1941 - 3° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia
  • 1942 - 9° in Serie A - Finalista di Coppa Italia
  • 1943 - 6° in Serie A - Vince la Coppa del Primato - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia
  • 1944 - 5° nel Campionato Lombardo
 
  • 1945 - 6° nel torneo Benefico Lombardo - Vince la Coppa Monti
  • 1946 - 4° nel Campionato Alta Italia - 3° nel Girone finale - Cambia denominazione in Associazione Calcio Milan
  • 1947 - 4° in Serie A
  • 1948 - 2° in Serie A
  • 1949 - 3° in Serie A
  • 1950 - 2° in Serie A
  • 1951 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la Coppa Latina
  • 1952 - 2° in Serie A
  • 1953 - 3° in Serie A - Finalista di Coppa Latina
  • 1954 - 3° in Serie A
  • 1955 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Terzo classificato in Coppa Latina
  • 1956 - 2° in Serie A - Vince la Coppa Latina - Semifinalista di Coppa dei Campioni
  • 1957 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Terzo classificato in Coppa Latina
  • 1958 - 9° in Serie A - Finalista di Coppa dei Campioni - Partecipa alla Coppa Italia
  • 1959 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia
  • 1960 - 3° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa dei Campioni ed al primo turno di Coppa Italia
  • 1961 - 2° in Serie A - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia
  • 1962 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Eliminato al secondo turno di Coppa Italia ed al primo turno di Coppa delle Fiere
  • 1963 - 3° in Serie A - Vince la   Coppa dei Campioni - Eliminato al secondo turno di Coppa Italia - Finalista di Coppa dell'Amicizia
  • 1964 - 3° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e di Coppa dei Campioni - Perde la Coppa Intercontinentale allo spareggio
  • 1965 - 2° in Serie A - Eliminato al primo turno di Coppa Italia e di Coppa delle Fiere
  • 1966 - 7° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e negli ottavi di finale di Coppa delle Fiere, dopo sorteggio
  • 1967 - 8° in Serie A - Vince la File:Coccarda italia.png Coppa Italia - Eliminato negli ottavi di finale di Mitropa Cup
  • 1968 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la   Coppa delle Coppe - Secondo nel girone finale di Coppa Italia
  • 1969 - 2° in Serie A - Vince la   Coppa dei Campioni - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia
  • 1970 - 4° in Serie A - Vince la File:Coppaintercontinentale.png Coppa Intercontinentale - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa dei Campioni e nel girone eliminatorio di Coppa Italia
  • 1971 - 2° in Serie A - Perde ai rigori lo spareggio per l'assegnazione della Coppa Italia
  • 1972 - 2° in Serie A - Vince la File:Coccarda italia.png Coppa Italia - Semifinalista di Coppa Uefa
  • 1973 - 2° in Serie A - Vince la File:Coccarda italia.png Coppa Italia e la   Coppa delle Coppe
  • 1974 - 7° in Serie A - Eliminato nel girone semifinale di Coppa Italia - Finalista di Coppa delle Coppe e di Supercoppa Europea
  • 1975 - 5° in Serie A - Finalista di Coppa Italia
  • 1976 - 3° in Serie A - Eliminato nel girone semifinale di Coppa Italia e nei quarti di finale di Coppa Uefa
  • 1977 - 10° in Serie A - Vince la File:Coccarda italia.png Coppa Italia - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Uefa
  • 1978 - 4° in Serie A - Eliminato nel girone semifinale di Coppa Italia per differenza reti e nei sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe
 
  • 1979 -   File:Scudetto.png Campione d'Italia - Eliminato al primo turno di Coppa Italia e negli ottavi di finale di Coppa Uefa
  • 1980 - 3° in Serie A, retrocesso in Serie B per illecito - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni
  • 1981 - 1° in Serie B, promosso in Serie A - Eliminato nel girone del primo turno di Coppa Italia
  • 1982 - 14° in Serie A, retrocesso in Serie B - Vince la Mitropa Cup - Eliminato nel girone del primo turno di Coppa Italia
  • 1983 - 1° in Serie B, promosso in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia
  • 1984 - 6° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia
  • 1985 - 5° in Serie A - Finalista di Coppa Italia
  • 1986 - 7° in Serie A - Elimnato negli ottavi di finale di Coppa Italia e di Coppa Uefa
  • 1987 - 5° in Serie A - Vince il Mundialito Clubs - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia
  • 1988 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia e nei sedicesimi di finale di Coppa Uefa
  • 1989 - 3° in Serie A - Vince la   Coppa dei Campioni e la   Supercoppa Italiana - Eliminato nel girone del secondo turno di Coppa Italia
  • 1990 - 2° in Serie A - Vince la   Coppa dei Campioni, la   Supercoppa Europea e la File:Coppaintercontinentale.png Coppa Intercontinentale - Finalista di Coppa Italia
  • 1991 - 2° in Serie A - Vince la   Supercoppa Europea e la File:Coppaintercontinentale.png Coppa Intercontinentale - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato nei quarti di finale di Coppa dei Campioni
  • 1992 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la   Supercoppa Italiana - Semifinalista di Coppa Italia
  • 1993 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la   Supercoppa Italiana - Semifinalista di Coppa Italia - Finalista di Champions League
  • 1994 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la   Champions League e la   Supercoppa Italiana - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia - Finalista di Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale
  • 1995 - 4° in Serie A - Vince la   Supercoppa Europea - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia - Finalista di Champions League e Coppa Intercontinentale
  • 1996 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e di Coppa Uefa
  • 1997 - 11° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e nel girone eliminatorio di Champions League - Finalista di Supercoppa Italiana
  • 1998 - 10° in Serie A - Finalista di Coppa Italia
  • 1999 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Eliminato negli ottavi di finale di Coppa Italia
  • 2000 - 3° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia e nel girone eliminatorio di Champions League - Finalista di Supercoppa Italiana
  • 2001 - 6° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato nel girone della seconda fase di Champions League
  • 2002 - 4° in Serie A - Semifinalista di Coppa Italia e di Coppa Uefa
  • 2003 - 3° in Serie A - Vince la   Champions League, la File:Coccarda italia.png Coppa Italia e la   Supercoppa Europea - Finalista di Supercoppa Italiana e Coppa Intercontinentale
  • 2004 - File:Scudetto.png Campione d'Italia - Vince la   Supercoppa Italiana - Semifinalista di Coppa Italia - Eliminato nei quarti di finale di Champions League
  • 2005 - 2° in Serie A - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia - Finalista di Champions League
  • 2006 - 2° in Serie A, declassato al 3° posto per illecito - Eliminato nei quarti di finale di Coppa Italia - Semifinalista di Champions League
  • 2007 - 4° in Serie A (8 punti di penalizzazione) - Vince la   Champions League - Semifinalista di Coppa Italia

Piazzamenti recenti

Piazzamenti in Serie A dal 1992 al 2006
Stagione Pos G V N P GF GS Pt
1991-92 34 22 12 0 74 21 56[8]
1992-93 34 18 14 2 65 32 50[8]
1993-94 34 19 12 3 36 15 50[8]
1994-95 34 17 9 8 53 32 60
1995-96 34 21 10 3 60 24 73
1996-97 11° 34 11 10 13 43 45 43
1997-98 10° 34 11 11 12 37 43 44
1998-99 34 20 10 4 59 34 70
1999-00 34 16 13 5 65 40 61
2000-01 34 12 13 9 56 46 49
2001-02 34 14 13 7 47 33 55
2002-03 34 18 7 9 55 30 61
2003-04 34 25 7 2 65 24 82
2004-05 38 23 10 5 63 28 79
2005-06 38 28 4 6 85 31 88 [9]

Pos = Posizione di classifica; G = Partite giocate; V = Partite vinte; N = Partite pareggiate; P = Partite perse; GF = Gol fatti; GS = Gol subiti; Pt = Punti

Archivio delle stagioni

2006-2007

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Calcio Milan 2006-2007.

Rosa e numerazione maglie ufficializzate il 1° settembre 2006 e aggiornate a gennaio 2007

Template:Inizio rosa di calcio

|- | style="text-align: right;" |1 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |P |Dida

|- | style="text-align: right;" |2 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |D |Cafu

|- | style="text-align: right;" |3 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |D |Paolo Maldini (Capitano)

|- | style="text-align: right;" |4 | style="text-align: center;" |[[File:Template:Naz/Georgia (bordered)|class=noviewer|Template:Naz/Georgia (bordered) (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Kakhaber Kaladze

|- | style="text-align: right;" |5 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |D |Alessandro Costacurta

|- | style="text-align: right;" |7 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |A |Ricardo Oliveira

|- | style="text-align: right;" |8 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |C |Gennaro Gattuso

|- | style="text-align: right;" |9 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |A |Filippo Inzaghi

|- | style="text-align: right;" |10 | style="text-align: center;" |[[File:Template:Naz/the Netherlands|class=noviewer|Template:Naz/the Netherlands (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |C |Clarence Seedorf

|- | style="text-align: right;" |11 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |A |Alberto Gilardino

|- | style="text-align: right;" |13 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |D |Alessandro Nesta

|- | style="text-align: right;" |15 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |A |Marco Borriello

|- | style="text-align: right;" |16 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |P |Željko Kalac

|- | style="text-align: right;" |17 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |D |Dario Šimić

|- | style="text-align: right;" |18 | style="text-align: center;" |[[File:Template:Naz/the Czech Republic (bordered)|class=noviewer|Template:Naz/the Czech Republic (bordered) (bandiera)|20x16px]] | style="text-align: center;" |D |Marek Jankulovski

|- | style="text-align: right;" |19 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |D |Giuseppe Favalli

|- | style="text-align: right;" |20 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |C |Yoann Gourcuff

|- | style="text-align: right;" |21 | style="text-align: center;" |  | style="text-align: center;" |C |Andrea Pirlo |} | style="vertical-align:top; width:50%" |

N. Ruolo Calciatore  
22   C Kaká
23   C Massimo Ambrosini
24   D Leandro Grimi
25   D Daniele Bonera
26   P Marco Storari
27   C Serginho
28   C Alex Guerci
29   P Valerio Fiori
31   D Luca Antonelli
32   C Cristian Brocchi
33   A Davide Di Gennaro
34   C Gastone Bottini
35   A Willy Aubameyang
36   D Matteo Darmian
38   C Matteo Lunati
44   D Massimo Oddo
99   A Ronaldo

|}

Precedenti

Template:Milan storico

Palmarès

Ufficiali (riconosciuti da UEFA e FIFA)

Nazionali

Internazionali

Altri trofei

Nazionali

Internazionali

Non ufficiali

Nazionali

Internazionali

Giovanili

Nazionali

Internazionali

Le persone

Goleador e presidenti

File:Milanstemma.png
I presidenti dell'AC Milan
Giocatore Gol Stagioni
Gunnar Nordahl 221 8
Andriy Shevchenko 173 7
Gianni Rivera 164 19
Josè Altafini 161 7
Aldo Boffi 136 9
Marco Van Basten 124 6
Giuseppe Santagostino 106 11
Pierino Prati 102 7
Louis Van Hege 98 7
Albertino Bigon 90 9
Nils Liedholm 89 12
Renzo Burini 88 6
Filippo Inzaghi (*) 82 6
Pietro Paolo Virdis 76 5
Marco Simone 75 9
Aldo Cevenini I 73 7
Pietro Sante Arcari 70 6
Daniele Massaro 70 9
Giovanni Moretti 68 8
Angelo Benedicto Sormani 65 5

(*) ancora in attività al Milan, i dati possono non essere aggiornati.


Giocatori

Legenda

@ Campioni del Mondo
* Nella rosa attuale
** In attività in altre squadre
*** Ora allenatori

Italiani celebri o rappresentativi

   

Tutti gli stranieri

Europei

Paesi Bassi

Francia

Svezia

 

Danimarca

Inghilterra

Germania

Belgio

Croazia

 

Norvegia

Portogallo

Romania

Spagna

Bielorussia

Repubblica Ceca

Georgia

Montenegro

 

Scozia

Svizzera

Turchia

Ucraina

Sudamericani

Brasile

 

Argentina

 

Uruguay

Perù

Africani

Liberia

 

Nigeria

Allenatori

Italiani celebri o rappresentativi

 

Tutti gli stranieri

La prima partita ufficiale

La formazione

 

Il tabellino


15 aprile 1900
  Fc Torinese 3-0   Milan Velodromo Umberto I, Torino
Arbitro: De Roote
Bosio (15')
Bosio (18')
Bosio (70')

Record, statistiche e curiosità

Bilancio partite
Partite ufficiali 2453
Gol fatti 4018
Gol subiti 2509

Aggiornato a Milan-Liverpool 2-1 del 23 maggio 2007

  • Il tipico tifoso del Milan per lunghi decenni del XX secolo apparteneva alla classe popolare e operaia, spesso immigrato dal Sud o dal Triveneto. I tifosi rivali dell'Inter li soprannominavano "Casciavìtt", che in milanese significa "cacciaviti", proprio per indicare l'origine proletaria ed operaia di larga parte dei tifosi rossoneri. A loro volta i tifosi milanisti chiamavano i cugini nerazzurri "bauscia", termine milanese che significa gradasso, per indicare uno degli stereotipi classici dei milanesi, essendo allora la tifoseria neroazzurra composta perlopiù dalle classi medie ed altolocate, di origine prettamente meneghina. Questo divario tra tipo di tifosi andò spegnendosi già negli anni sessanta del secolo passato, sino ad essere ormai totalmente inutilizzabile oggi.
  • Il Milan ha partecipato tre volte alla Mitropa Cup (o Coppa Europa Centrale) e, nel 1929, dopo due combattutissime partite con il Genoa, entrambe concluse in parità dopo i supplementari, fu beffato al sorteggio, perdendo il diritto ad essere il primo club italiano a partecipare ad una competizione europea. Le tre partecipazioni risalgono al 1938, 1966, e 1981-1982. Nel 1938 il trofeo equivaleva all'attuale UEFA Champions League ed il Milan fu eliminato negli ottavi dai romeni del Ripensia Timisoara (3-1; 0-3); nel 1966 equivaleva all'attuale Coppa Intertoto e fu eliminato negli ottavi dalla Dinamo Zagreb (0-0; 0-1); nel 1981-1982, quando il trofeo era riservato ai club vincitori del campionato di serie B e si disputava con un girone all'italiana, il Milan (retrocesso l'anno prima per il calcio-scommesse) lo vinse precedendo Vitkovice, Osijek e Haladas. Questi i risultati: Milan- Vitkovice 3-0, 1-2; Milan-Osijek 2-1, 1-1; Milan-Haladas 2-0,1-0.
  • Il Milan non ha mai vinto la Coppa UEFA, competizione dove ha raggiunto due volte la semifinale: nel 1971-1972 contro il Tottenham Hotspur (1-1 e 1-2), e nel 2001-2002 contro il Borussia Dortmund (0-4 e 3-1). Nelle tre partecipazioni degli ultimi venti anni (1987-1988, 1995-1996 e 2001-2002) il Milan è stato sempre eliminato dalla squadra finalista perdente: Espanyol (0-2 e 0-0), Bordeaux (2-0 e 0-3) e Borussia Dortmund (0-4 e 3-1).
  • Il club detiene il record di imbattibilità nel campionato di Serie A (58 partite) e quello di vittorie nella classifica marcatori della serie A a girone unico (16 volte).
  • Il Milan detiene il record della vittoria in trasferta più larga in serie A: Genoa-Milan 0-8 nel 1954/55. La vittoria in casa più ampia è Milan-Palermo 9-0 nel campionato 1950/51.
  • Il Milan è l'unica squadra italiana ad aver vinto un campionato di Serie A senza subire una sola sconfitta. Accadde nella stagione 1991-92, la prima con Fabio Capello come allenatore, annata che i rossoneri conclusero con 22 vittorie e 12 pareggi in 34 partite, segnando 74 reti e subendone solamente 21. In precedenza solo il Perugia, nella stagione 1978-79, era riuscito a concludere il campionato italiano di massima divisione senza sconfitte, ma arrivò secondo, complici i troppi pareggi, proprio dietro il Milan, che conquistò lo scudetto della stella.
  • La squadra in campionato, oltre ai 17 scudetti, si è classificata 14 volte seconda e 16 volte terza. In oltre 100 anni di storia, la società è arrivata tra le prime tre posizioni nel 47% dei casi.
  • Il Milan ha disputato 27 finali nelle principali competizioni internazionali, un record: 11 in Coppa dei Campioni-Champions League (7 vittorie), 3 in Coppa delle Coppe (2 vittorie), 6 in Supercoppa Europea (4 vittorie), 7 in Coppa Intercontinentale (3 vittorie). Nella stagione 1993-1994 la squadra rossonera ha giocato le finali della Supercoppa Europea (contro il Parma) e della Coppa Intercontinentale (contro il San Paolo) per delibera della UEFA in seguito all'esculsione per illecito dell'Olympique Marsiglia campione d'Europa 1993.
  • A livello di coppe nazionali il Milan ha disputato 12 tra finali e gironi finali di Coppa Italia (con cinque vittorie) e 8 finali di Supercoppa Italiana (cinque vittorie) per un totale di 20 finali. Solo la Juventus ha fatto altrettanto, avendo disputato 13 finali di Coppa Italia e 7 finali di Supercoppa Italiana, per un totale di 20.
  • Al pari degli argentini del Boca Juniors, il Milan è la squadra che ha vinto più trofei internazionali, 16 (7 Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 4 Supercoppe Europee, 3 Coppe Intercontinentali). Seguono Real Madrid ed Independiente con 15 trofei.
  • Nei 73 campionati (sui 75 totali di serie A) disputati, il Milan ha preceduto l'Internazionale 35 volte e per 36 volte ha finito il campionato dietro ai cugini. Inoltre, per due volte, i clubs hanno chiuso il campionato appaiati: nel 1957-1958 e nel 1990-1991, con il Milan avanti all'Inter, in entrambi i casi, per differenza-reti. Gli altri due sono i campionati di serie B. Da notare che anche nel 1945-1946 si verificò una situazione simile: l'Inter precedette il Milan nel campionato Alta Italia, mentre il Milan chiuse il girone finale davanti ai neroazzurri. In sette circostanze le due squadre hanno concluso il campionato di serie A divise da un punto.
  • Dopo la stagione 1996-1997 è stata ritirata la maglia numero 6 di Franco Baresi, capitano e colonna dei rossoneri per quasi vent'anni e ritiratosi in quell'anno dall'attività agonistica. Anche la maglia numero 3 di Paolo Maldini sarà ritirata.
  • Gunnar Nordahl detiene il record di marcature nel Milan (221, delle quali 210 in Serie A), ma questo record non sarebbe mai stato possibile se la Juventus non avesse soffiato ai rossoneri il danese Plogger, diretto al Milan per metter nero su bianco il contratto. Per risarcire i rivali, l'avvocato Agnelli mandò ai meneghini il poderoso svedese, già opzionato dai bianconeri. Nordhal (detto il Pompiere, perché aveva svolto questo lavoro in Svezia) arrivò in Italia nel gennaio 1949 a campionato in corso, e mostrò subito le sue grandi qualità realizzative, segnando 16 reti in 15 partite, con una media-record.Lo svedese ha stabilito il record di reti per i campionati di serie A a venti squadre: 35 reti in 37 partite nel 1949/50.
  • Il 18 aprile 2007, nel recupero della ventiduesima giornata del campionato 2006-2007 (Ascoli-Milan 2-5), Alberto Gilardino ha messo a segno la rete numero 4000 nella storia del Milan. A segnare il gol numero 3000 era stato Marco van Basten. Il bilancio complessivo del Milan aggiornato a quella partita è di 2445 gare ufficiali giocate, 4004 gol fatti e 2500 subiti[11].

Note

  1. ^ Indagine Istat e Abacus 2005
  2. ^ Storia del club sul sito ufficiale del Milan
  3. ^ Le gare inizialmente sospette sono due: la vittoria per 1-0 con il Chievo, in cui furono annullate due reti regolari (una al Milan e una gli ospiti) e il pareggio interno per 1-1 con il Brescia. Nel processo sportivo, però, sarà indagata e sottoposta a giudizio solo la posizione della società, quella a proposito della partita con il Chievo. Il dirigente coinvolto è Leonardo Meani, collaboratore addetto al rapporto con gli arbitri, che secondo l'inchiesta avrebbe richiesto guardalinee compiacenti. Le richieste dell'accusa, rese note il 4 luglio 2006, prevedono la retrocessione del Milan in Serie B con 3 punti di penalizzazione. Il 14 luglio 2006 la sentenza di primo grado della giustizia sportiva riserva al Milan un trattamento ferreo, ma comunque meno pesante di quello riservato a Juventus, Fiorentina e Lazio, essendo riconosciuta al club di via Turati solo la responsabilità oggettiva e quindi una posizione meno grave
  4. ^ La sentenza riduce anche i punti di penalizzazione da -15 a -8 per la stagione 2006-2007, definendo "marginale" la posizione di Meani. L'inibizione di Galliani scende a 9 mesi, mentre quella per Meani a 2 anni e 6 mesi.
  5. ^ La UEFA attua la decisione dopo aver esaminato il ricorso del Lens, squadra quarta classificata nel campionato francese 2005-2006 e che con l'appoggio della Federcalcio francese, ha chiesto all'UEFA di escludere il Milan dalla Champions League per questioni di etica e morale sportiva e di subentrargli nella competizione. Nove giorni più tardi il Milan attua la stessa decisione dei club coinvolti nello scandalo italiano (Juventus, Lazio, Fiorentina, Reggina e Arezzo) e ricorre alla Camera di Conciliazione del CONI per ottenere un ulteriore sconto sui punti di penalizzazione. Il club, però, consegue solo l'annullamento di una pena accessoria, la squalifica del campo per una giornata. L'11 settembre, dopo l'esordio vittorioso del giorno prima in campionato contro la Lazio a San Siro, la società decide di presentare ricorso all'arbitrato del CONI, ultimo grado della giustizia sportiva, con l'obbiettivo di farsi ridurre la propria penalizzazione (-8 punti) nella massima serie. L'arbitrato non concede al Milan riduzioni sui punti di penalizzazione, a differenza delle altre società coinvolte.
  6. ^ Il Milan accede così ai quarti di finale di Champions per la quinta volta negli ultimi cinque anni ed unica tra le squadre europee presenti anche ai quarti di finale dell'edizione precedente del torneo.
  7. ^ È la seconda volta nella storia della Coppa dei Campioni-Champions League che due squadre si affrontano in finale a pochi anni di distanza. La stessa cosa accadde tra Real Madrid e Stade Reims, avversarie nel 1956 e nel 1959. Per il Milan è l'undicesima finale. Il club rossonero è secondo nella classifica delle finali disputate dietro al Real Madrid (dodici).
  8. ^ a b c La vittoria valeva 2 punti.
  9. ^ Penalizzato di 30 punti dalla Corte Federale per illecito e declassato al 3° posto.
  10. ^ Responsabilità della carica assunte da Adriano Galliani
  11. ^ Notizia su acmilan.com

Bibliografia

  • Per la sezione Cronistoria: "Il libro del calcio italiano", allegato a Il Corriere dello Sport-Stadio - ottobre 2000 ed Almanacco illustrato del Milan, seconda edizione - Panini - marzo 2005

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