Cynotherium sardous
Il cinoterio sardo (Cynotherium sardous Studiati, 1857), detto anche cuon sardo, era un canide lupino insulare endemico[1] che visse nelle due isole di Sardegna e Corsica durante il Pleistocene. Il declino di questa specie si ebbe quando gli esseri umani moderni incominciarono ad insediarsi sulle due isole[2].
Cinoterio sardo | |
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Famiglia | Canidae |
Sottofamiglia | Caninae |
Genere | Cynotherium |
Specie | C. sardous |
Nomenclatura binomiale | |
Cynotherium sardous (Studiati, 1857) | |
Areale | |
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Questo canide raggiunse il blocco sardo-corso durante una fase di regressione marina in concomitanza di una fase glaciale. L'isolamento degli antenati di Cynotherium fece sì che tale specie si adattò a nutrirsi di piccole prede quali mammiferi e uccelli o di carogne di animali più grossi[3]. Per tale motivo la sua taglia si ridusse a quella di una volpe[1].
Sembra che l'antenato di Cynotherium fosse Xenocyon[1]. Talvolta viene anche considerato un discendente di una popolazione degli ultimi Canis arnensis (o Canis mosbachensis)[4].
Descrizione
Cranio e dentizione
I denti del cinoterio dimostrano somiglianze con quelle dello xenocione, possedendo una dentatura iugale caratterizzata da una superficie tagliente ingrandita e una superficie stritolante ridotta, tratti che lo accomunano con canini moderni dalla dieta ipercarnivora. Il cranio però è caratterizzato da una cresta sagittale bassa, archi zigomatici deboli e una mandibola snella. Ciò indica che i suoi muscoli masticatori non potevano generare la pressione necessaria per immobilizzare prede grosse. È quindi probabile che la sua dieta in Sardegna fosse limitata a prede di taglia piccola come gli uccelli e i pica mediterranei.[1] Un analisi sull'assetto dei prismi di smalto sui premolari e molari rafforzò l'ipotesi della dieta ipercarnivora, ma con ulteriori indicazioni di una occasionale aggiunta di materiale osseo nell'alimentazione. Questo tratto però è probabilmente un caso di plesiomorfia, e gli analizzatori conclusero che il cinoterio, al massimo, potesse abbattere esemplari giovani di megalocero.[5]
Scheletro post-cranico
Le vertebre cervicali del cinoterio dimostrano zone di attaccatura muscolare larghe e profonde correlate con una superiore flessibilità del collo, includendo la rotazione, l'estensione e flessione dell'articolazione atlo-occipitale, e l'alzare e abbassare della testa.[3]
Gli arti anteriori dimostrano zone di attaccatura muscolare ben sviluppate per i tricipiti sulla scapola, l'omero e l'ulna. Questo indica che i tricipiti erano i più sviluppati di qualsiasi altro canide. L'articolazione del gomito era inoltre capace di una flessione superiore a quella rinvenuta per Canis, Cuon e Vulpes.[3]
Si teorizza che tali tratti indichino un comportamento di caccia caratterizzata dall'imboscata, con il corpo, il collo e la testa tenuti bassi, come fanno le volpi e il caberù. I flessori robusti della spalla indicano una elevata capacità di balzare di scatto sopra una preda, e la forza dei muscoli cervicali puntano a movimenti rapidi del collo, necessari per catturare prede veloci che corrono in movimenti zigzag.[3]
Taglia
Si stima tramite i misuramenti della circonferenza della parte media del femore che il cinoterio fosse stato un canino di taglia media, pesante 10 kg, quindi paragonabile a uno sciacallo.[3]
Note
- ^ a b c d (EN) Lyras G.A., Van der Geer A.E., Dermitzakis M., De Vos J. (2006) Cynotherium sardous, an insular canid (Mammalia: Carnivora) from the Pleistocene of Sardinia (Italy), and its origin. Journal of Vertebrate Paleontology: Vol. 26, No. 3 pp. 735–745
- ^ (EN) Gippoliti, Spartaco & Amori, Giovanni. (2006) Ancient introductions of mammals in the Mediterranean Basin and their implications for conservation. Mammal Review 36 (1), 37-48.
- ^ a b c d e (EN) Lyras G., Van der Geer A. (2006) Adaptations of the Pleistocene island canid Cynotherium sardous (Sardinia, Italy) for hunting small prey. Cranium 23, 1: 51-60.
- ^ (EN) Abbazzi L., M. Arca, C. Tuveri & L. Rook. (2005) The endemic canid Cynotherium (Mammalia, Carnivora) from the Pleistocene deposits of Monte Tuttavista (Nuoro, Eastern Sardinia). Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia. Vol. 111, nr. 3, 497.
- ^ Novelli, M., M. R. Palombo, M. Arca, and N. Tuveri N. 2009. Hunter-Scheger Bands in Cynotherium sardous di Monte Tuttaviasta (Orosei, Sardegna centroccidentale). Geologica Romana 51:65–70.