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William Todd Lithgow (1854–1908) fu un progettista navale scozzese che diventò il solo proprietario di una società di costruzioni navali estremamente di successo. Per buona parte del XX secolo il suo nome fu Lithgows, dato che fu ulteriormente svillupata dai figli James (1883–1952) e Henry Lithgow (1886–1948) e dal nipote William Lithgow (nato nel 1934). Nel 1950 era la più grande azienda privata di cantieristica navale del mondo.
Biografia
William Lithgow iniziò la sua vita lavorativa come apprendista tracciatore navale a Port Glasgow, sul fiume Clyde, quando questo era la più importante area per la cantieristica navale britannica.
Entrambi i parenti di Lithgow morirono prima che compisse 17 anni. Il padre vendeva filato di cotone e gli lasciò 1000 £ da investire nelle costruzioni navali. Nel 1874 divenne socio di Joseph Russell (c. 1834 – 1917), costruttore d'esperienza e socio di maggioranza della nuova Russell & Co. Anderson Rodger (c. 1843 – 1909) era il terzo socio. Il grosso dei loro affari fu la costruzione di grosse navi a vela in ferro per il trasporto lento a lungo raggio. Lithgow era il capo tracciatore-progettista e il suo lavoro fu fondamentale nella strategia di standardizzare la forma degli scafi e i componenti, per aumentare l'efficienza e il profitto del cantiere.
Mentre la società si espandeva in quella che sarebbe diventata la futura base, il Kingston Yard, Lithgow divenne sempre più ricco. Nel 1879 sposò Agnes Birkmyre, di una prominente famiglia locale di produttori di cordame e costruttori navali. Nel 1883 si trasferirono da Port Glasgow in una nuova grande casa, Drums, poche miglia più a monte, a Langbank. James nacque quell'anno e Henry nel 1886.
Le vendite erano aiutate dal fatto che la Russell & Co. si facesse carico di una porzione dell'investimento degli armatori nelle loro navi, e furono anche la prima compagnia britannica a costruire su specifiche. Dopo la costruzione di 34 navi, per un totale di più di 70000 t in un anno, Lithgow e i suoi soci vinsero nel 1890 il premio Nastro Blu per la maggiore produzione.
Anche se gli anni 80 del XIX secolo furono una decade operosa e piena di successi per Russell & Co., iniziarono però tensioni tra Lithgow e Rodger, che portarono alla dissoluzione della società. A Lithgow rimase il nome originale e il Kingston Yard. Russell, che aveva un'ottima opinione del collega più giovane, si offrì in aiuto ma Lithgow era ora l'unico proprietario dell'azienda.
Gli anni 90 videro un allontanamento dalla prima generazione di navi a vela verso piroscafi da carico e infatti l'ultima nave a vela del cantiere fu varata nel 1894. L'azienda continuò ad ingrandirsi e a prosperare e Lithgow consolidò la posizione della famiglia tramite investimenti in azioni e trasferendo denaro ai suoi figli. James iniziò come apprendista nel 1901, l'anno seguente Lithgow comprò una tenuta a Ormsary, nell'Argyll, e Henry iniziò il suo apprendistato nel 1905.
William Lithgow soffrì di una seria crisi di salute nel 1907 che portò Joseph Russell a tornare a lavorare per aiutare la nuova generazione di Lithgow, dato che la società portava ancora il suo nome. Lithgow morì nel 1908, avendo trasformato le iniziali 1000 £ in più di due milioni. La pubblicazione del suo testamento riportava la dicitura "costruttore di navi milionario", che portò al commento della stampa sull'enorme valore della sua azienda, ancora chiamata Russell & Company. Il nome fu cambiato solo nel 1918, quando la società divenne Lithgows Limited.
Navi
La nave più conosciuta della Russell & Co., la Falls of Clyde, fu una delle loro prime produzuioni, costruita nel 1878 come parte di una serie con nomi di cascate scozzesi per la Falls Line. Era un clipper britannico medio a quattro alberi, solidamente costruito con ossatura di travi di ferro a Z e un guscio di lastre di ferro a doppia rivettatura, ricevette un ottimo rating dagli assicuratori dei LLoyd's di Londra. Il suo viaggio inaugurale fu verso Karachi e molti dei primi viaggi furono verso parti dell'impero britanico. La Falls Line ebbe navi costruite da Russell & Co. chiamate con i nomi delle cascate di Bruar, Dee, Afton, Foyers, Earn, Garry, Halladale e per ultima la Falls of Ettrick, che fu varata nel 1894.
Nel 1891 il Kingston Yard vide il varo di una delle prime navi a cinque alberi del mondo, la Maria Rickmers, e nel 1901 Lithgow costruì il più grande quattro alberi galleggiante del tempo, una petroliera ordinata dalla Anglo-American Oil Company, la Brilliant.
La città di Dundee ha una collezione online di fotografie di navi a tre e quattro alberi costruite da Russell & Co. e fotografate ai magazzini di Dundee alla fine del XIX secolo. Attraverso queste immagini e il database delle navi costruite lungo il Clyde si può capire l'imponenza della rete commerciale e produttiva di Russell & Co.
Note
Bibliografia
- Moss, Michael S. "William Todd Lithgow - Founder of a Fortune," Scottish Historical Review, April 1983, Vol. 62#1 pp 47–72
- Slaven, Anthony The Lithgow Family in the Oxford Dictionary of National Biography
- Walker, Fred M. The Song of the Clyde: A History of Clyde Shipbuilding (1984)
- Walker, Fred.M. Joseph Russell in the Newsletter of the Royal Institution of Naval Architects (Oct 2005)
Collegamenti esterni
- Drums House
- Falls of Clyde
- Falls of Afton
- Falls of Halladale
- The Falls ships
- Database delle navi costruite sul Clyde
- Park House - once owned by W.T.Lithgow
L'Akashi (明石) fu un incrociatore protetto classe Suma della marina imperiale giapponese, gemello del Suma. Il nome Akashi viene dell'antico nome di una porzione della costa vicino a Kobe, nella prefettura di Hyōgo.
Contesto
L'Akashi fu progettato e costruito all'arsenale navale di Yokosuka, come parte di un programma della marina nipponica per troncare la dipendenza dalle potenze straniere per il progetto e la costruzione di nuove navi da guerra, utilizzando progetti e materiali totalmente giapponesi. La costruzione durò 4 anni, dal 1892 al 1896. La chiglia fu posata il 6 agosto 1894, varato il 18 dicembre 1897 e completato il 30 marzo 1899. Anche se armato meno e con protezione più leggera di molti incrociatori contemporanei, la piccola taglia facilitò la costruzione della nave e la sua elevata velocità lo resero utile in molte azioni militari. Come la maggior parte dei progetti giapponesi del periodo, però, si dimostrò poco stabile e marina, a causa del baricentro troppo alto.
Progetto
Il progetto dell'Akashi fu basato su un doppio scafo in acciaio con ponte corazzato al di sotto protetto da paratie stagne trasversali. La corazzatura era del tipo Harvey, presente solo nelle parti essenziali, come attorno alle caldaie, alle polveriere e ai macchinari, con uno spessore di 25 mm sul ponte.
La batteria principale consisteva in due cannoni a fuoco rapido da 152/40, uno sul castello di pua e uno a poppa. Questi cannoni avevano una gittata fino a 9100 m con una velocità di tiro nominale di 5,7 colpi al minuto. L'armamento secondario consisteva in sei cannoni a fuoco rapido da 120 mm montati su estrusioni del ponte superiore. i cannoni secondari avevano una gittata paragonabile a quella di ll'armamento principale e una velocità di tiro di 12 colpi al minuto. Erano presenti anche dieci cannoni Hotchkiss da 47 mm, con una gittata massima di 6000 m e una velocità di tiro di 20 colpi al minuto. Erano posizionati quattro sul ponte superiore, due sul castello di prora, due sul cassero, uno a prua e uno a poppa. Quattro cannoni Nordenfelt da 25 mm erano originariamente a bordo ma furono poi rimpiazzati da 4 mitragliatrici Maxim da 7,62 mm. Due tubi lanciasiluri da 356 mm erano montati sul ponte.
L'impianto propulsivo consisteva in due motori a vapore a triplice espansione verticale con 9 caldaie montate in due locali separati da una paratia stagna.
I problemi di stabilità del Suma furono scoperti prima del completamento dell'Akashi e fu quindi possibile modificarlo durante la costruzione per avere un bordo libero maggiore a mezza nave, più volume coperto a prua e senza coffe di combattimento per abbassare ulteriormente il baricento.
Servizio
Primi anni
Dopo essere entrato in servizio nel marzo 1899, l'Akashi ebbe svariati problemi meccanici e dovette tornare all'arsenale di Yokosuka per riparazioni nell'ottobre dello stesso anno e nel gennaio seguente. Ulteriori riparazioni furono effetuate nel maggio 1900 all'arsenale di Kure e in luglio nell'arsenale di Sasebo.
Il primo incarico oltremare fu tra il luglio e il novembre 1900, in supporto alle forze di sbarco giapponesi che occuparono la città portuale di Tiensin durante la rivolta dei Boxer, come parte del contributo giapponese all'alleanza delle otto nazioni.
Immediatamente al suo ritorno ricevette riparazioni alle caldaie a Kure. Dall'aprile all'ottobre 1901 l'Akashi fu mandata nel sud della Cina e poi nuovamente al raddobbo a Kure. Dal febbraio 1902 l'Akashi fu nuovamente di stanza in Cina ma dovette di nuovo abbreviare la missione quando si scoprì che tre delle caldaia non potevano tenere la pressione e non poteva quindi raggiungere i 14 nodi di velocità. Nel maggio successivo tornò in Cina, dovendo poi tornare in Giappone a giugno. Nell'agosto 1902 l'Akashi fu reputata non più in grado di servire in prima linea e fu trasferita alla flotta di riserva. Non volendo rassegnarsi alla non riuscita della nave, il comando generale della marina imperiale giapponese ordinò che l'Akashi fosse completamente rimodernato nel marzo 1903 presso l'arsenale di Kure e poi fu mandata come nave scuola per l'accademia imperiale del genio navale in crociera sulle coste di Cina e Corea, fermandosi a Fuzhou, Shanghai, Yantai, Inchon, Busan e Wonsan, e tornando a Sasebo nel settembre1903. Nell'ottobre e novembre 1903 l'Akashi fu capace di partecipare alle manovre di combattimento con gli altri incrociatori della flotta. L'Akashi fu allora assegnata come scorta della posacavi che stava posando il primo cavo telegrafico tra Sasebo e Incheon tra l'8 e il 17 gennaio 1904. Durante le prove in mare svolte nel gennaio 1904 l'Akashi raggiunse la velocità massima di 19,5 nodi.
Guerra russo-giapponese
L'Akashi era di base nel distretto di guardia di Chinkai, in Corea, all'inizio della guerra russo-giapponese e immediatamente fu mandata in mare a sud est della penisola di Corea come staffetta telegrafica. Prese parte alla battaglia della baia di Chemulpo, facendo parte della linea di battaglia dietro all'incrociatoreTakachiho e assistendo all'affondamento dell'incrociatore russo Varyag e della cannoniera Korietz. Durante la battaglia un proiettile del Varyag gli passò tra i fumaioli.
In aprile e maggio l'Akashi scortò trasporti che portavano la Seconda Armata giapponese in Manciuria e scortò anche squadre di cacciatorpediniere dal Giappone alla prima linea. Il 15 maggio assistette al salvataggio dei sopravvissuti delle corazzate Hatsuse e Yashima dopo che queste avevano colpito mine davanti a Port Arthur. Prese poi parte al blocco della base navale russa durante la battaglia di Port Arthur.
Il 16 maggio l'Akashi, con gli incrociatori Akitsushima e Chiyoda, bombardò le truppe russe e gli edifici del golfo di Bohai. L'operazione fu cancellata a causa della densa nebbia il 17, quando le cannoniere Ōshima e Akagi ebbero una collisone, causando l'affondamento della prima.
Il 7 giugno l'Akashi, insieme al Suma, alla cannoniera Uji, e a un distaccamento di cacciatorpediniere entrò nel golfo di Bohai per supportare gli sbarchi della seconda armata e in seguito bombardò le installazioni costiere russe e la ferrovia lungo la costa della Manciuria.
Il 10 agosto, durante la battaglia del Mar Giallo, l'Akashi non partecipò alla prima fase perchè arrivò in ritardo. Prese però parte alla rincorsa degli incrociatori russi Askold e Novik, ma non riuscì ad evitare la loro fuga.
Il 10 dicembre l'Akashi colpì una mina mentre pattugliava davanti a Port Arthur. L'esplosione aprì una grossa falla prua, allagando diversi compartimenti e facendola inclinare molto a dritta. A causa del ghiaccio sul ponte e all'oscurità della notte i tentativi di salvataggio furono difficili ma l'equipaggio riuscì a stabilizzare la nave e, accompagnata dagli incrociatori Itsukushima e Hashidate, raggiunse Dalian per le dovute riparazioni.
Durante la battaglia di Tsushima, il 27 maggio 1905, l'Akashi era nel 4° Distaccamento da combattimento, al comando del retroammiraglio Uryu Sotokichi e composto dagli incrociatori Akashi, Naniwa, Takachiho, and Suma. Alla scoperta della flotta russa il 4° Distaccamento attaccò i trasporti russi e gli incrociatori Oleg, Aurora, Vladimir Monomakh e Dmitrii Donskoi, e affondò la corazzata precedentemente danneggiata Knyaz Suvorov e la nave officina Kamchatka. Durante la battaglia l'Akashi ricevette 5 colpi, che buttarono il fumaiolo fuoribordo, uccisero tre marinai di guardia e ne ferirono altri sette. La mattina seguente l'Akashi fu inizialmente rallentato dalle riparazioni ma si unì poi alla ricerca delle rimanenti navi russe, assistendo all'affondamento degli incrociatori corazzati Dmitrii Donskoi e Svetlana. Il 30 maggio tornò a Sasebo con il cacciatorpediniere catturato Biedovy.
Dopo la battaglia il 14 giugno l'Akashi tornò al distretto di guardia di Takeshiki per svolgere pattugliamenti nello stretto di Corea. Fu raddobbata all'arsenale di Kure tra il 4 e il 29 luglio. Il 10 ottobre l'Akashi intercettò il piroscafo tedesco M Struve (1582 t) che stava cercando di contrabbandare un carico di riso, sale, pane e farina a Vladivostok. Il piroscafo fu mandato come preda a Sasebo.
L'Akashi arrivò a Yokohama per partecipare alla rivista navale per celebrare la vittoria giapponese il 23 ottobre 1905.
Prima guerra mondiale
Tra il 1908 e il 1909 il futuro primo ministro Suzuki Kantarō servì come capitano dell'Akashi. Nel 1912 l'Akashi ricevette nuove caldaie, ricevendo nove caldaie di tipo Niclausse al posto delle precedenti caldaie a tubi di fumo.
Durante la prima guerra mondiale l'Akashi fece parte della Seconda Flotta della marina imperiale giapponese nei combattimenti contro alla marina imperiale tedesca nell'assedio di Tsingtao. Nel 1916 fu assegnata al pattugliamento delle rotte dal Borneo allo stretto di Malacca e nell'Oceano Indiano orientale in difesa dalle navi corsare tedesche, come parte del contributo giapponese allo sforzo alleato. Ebbe base a Singapore.
Il retroammiraglio Kōzō Satō comandò la 2a Squadra Speciale con l'Akashi come ammiraglia e con la 10a e 11a Unità Cacciatorpediniere fu di stanza a Malta dal 13 aprile 1917. Fu rinforzata dalla 15a Unità Cacciatorpediniere il 1 giugno 1917 per scortare trasporti truppe alleati nel Mediterraneo. Dopo essere stato sostituito dall'incrociatore Izumo, l'Akashi ritornò in acque giapponesi, dove spese il resto della guerra.
Dopo la fine della guerra l'Akashi fu ridesignata come nave da difesa costiera di seconda classe, dal 1 settembre 1921. Fu rimossa dalla lista navale il 1 aprile 1928. Reputata obsoleta, il 3 agosto 1930 fu usata come bersaglio per i bombardieri in picchiata a sud di Izu Ōshima.
L'albero maestro dell'Akashi è conservato all'accademia della Forza di Difesa Marittima giapponese a Etajima, nella regione di Hiroshima.
Note
Bibliografia
- Chesneau, Roger (1979). Conway's All the World's Fighting Ships, 1860–1905. Conway Maritime Press. ISBN 0-85177-133-5.
- Evans, David C.; Peattie, Mark R. (1997). Kaigun: Strategy, Tactics, and Technology in the Imperial Japanese Navy, 1887–1941. Annapolis: Naval Institute Press. ISBN 0-87021-192-7.
- Howarth, Stephen (1983). The Fighting Ships of the Rising Sun: The Drama of the Imperial Japanese Navy, 1895–1945. Atheneum. ISBN 0-689-11402-8.
- Jane, Fred T. (1904). The Imperial Japanese Navy. Thacker, Spink & Co.
- Jentsura, Hansgeorg (1976). Warships of the Imperial Japanese Navy, 1869–1945. Annapolis: Naval Institute Press. ISBN 0-87021-893-X.
- Roberts, John (ed). (1983). Warships of the world from 1860 to 1905 – Volume 2': United States, Japan and Russia. Bernard & Graefe Verlag, Koblenz. ISBN 3-7637-5403-2.
- Schencking, J. Charles (2005). Making Waves: Politics, Propaganda, And The Emergence Of The Imperial Japanese Navy, 1868–1922. Stanford University Press. ISBN 0-8047-4977-9.
Collegamenti esterni
- Nishida, Hiroshi. "Materials of IJN". Imperial Japanese Navy.
Il Vladimir Monomakh (Russo: Владимир Мономах) fu un incrociatore corazzato costruito per la Marina Imperiale Russa durante gli anni 80 del XIX secolo. La nave fu battezzata col nome di Vladimir II Monomakh, Gran Principe di Kiev. Passò la maggior parte del suo servisio in Estremo Oriente, anche se si trovava nel Mar Baltico allo scoppio della guerra russo-giapponese, nel 1904. Il Vladimir Monomakh fu assegnato alla Terza Squadra del Pacifico e partecipò alla battaglia di Tsushima nel maggio 1905. Aveva il compito di proteggere i trasporti russi e non fu ingaggiata pesantemente durante la porzione diurna della battaglia. La nave fu silurata nella notte e la mattina seguente fu autoaffondata dal capitano per evitarne la cattura.
Progetto e descrizione
La Vladimir Monomakh fu classificata come fregata semicorazzata ed era una versione migliorata della precedente Minin. La nave fu progettata con una grande autonomia operativa e con un'alta velocità per facilitare il suo ruolo d'attacco del commercio, scappando dalle navi da guerra avversarie. Era organizzata come una corazzata a ridotto centrale, con l'armamento concentrato a mezza nave. La nave dallo scafo in ferro aveva un rostro ed era ricoperta di legno e di rame per ridurre le incostrazioni. Lo scafo era diviso da 10 paratie stagne trasversali e aveva un doppio fondo profondo 1. 73 m. L'equipaggio era composto da 550 tra ufficiali e marinai. Aveva una lunghezza fuori tutto di 93.8 m, una larghezza di 15.8 m e un'immersione di progetto di 7.6 m. Il dislocamento era di 5683 t a pieno carico.
La nave aveva due motori a vapore compound verticali, ognuno collegato ad un'elica a quattro pale in bronzo-manganese da 5.5 m. Il vapore era prodotto da sei caldaie cilindriche alla pressione di 70 psi. I motori produssero una potenza indicata di 5253 kW durante le prove in mare, che permettevano alla nave una velocità massima di 15.8 nodi. La nave trasportava 910 t di carbone che gli permettevano un'autonomia di 6200 miglia nautiche alla velocità di 10 nodi. Era armata a nave, con tre alberi, e aveva un'area velica totale di 2400 m2. Per ridurre la resistenza durante la navigazione a vela i fumaioli erano retrattili.
Il Vladimir Monomakh era armato con quattro cannoni da 203 mm, uno su ogni angolo della batteria che sporgevano dai lati dello scafo. Tra questi cannoni erano montati otto dei dodici cannoni 152/35, nella batteria centrale, mentre i restanti quattro erano al difuori della batteria alle estremità della nave. La difesa anti torpediniera consisteva in quattro cannoni da 9 libbre e 10 cannoni Hotchkiss. La nave aveva anche tre tubi lanciasiluri da 381 mm.
La cintura corazzata al galleggiamento era composta da una corazzatura composita e si estendeva per tutta la lunghezza della nave. Era spessa 152 mm a mezza nave ma si riduceva a 114 mm alle estremità. Si estendeva per o,6 m sopra il galleggiamento e 1.2 m sotto. Paratie trasversali da 76-102 mm proteggevano i cannoni nella batteria. Le sporgenze dei cannoni da 203 mm avevano lo stesso spessore. Il ponte protetto era spesso 13 mm.
Servizio
La costruzione del Vladimir Monomakh iniziò il 22 febbraio 1881 al cantiere navale del Baltico a San Pietroburgo, anche se la cerimonia formale per la posa della chiglia non fu tenuta fino al 21 maggio. Fu varata il 22 ottobre 1882 e completata il 13 luglio 1883. Il costo totale della nave fu di 3348847 rubli. Anche se fu il secondo incrociatore della classe Dmitri Donskoy ad essere impostato, il Vladimir Monomakh fu completato per primo. A causa di costanti cambi durante la costruzione il progetto di entrambe le navi divergeva considerabilmente al momento del completamento. La nave fu chiamata così in onore di Vladimir II Monomakh, Gran Principe di Kiev.
L'11 ottobre 1884 il Vladimir Monomakh iniziò un viaggio tranquillo dal Baltico all'Estremo Oriente. Fece visita ai porti di Kristiansand, in Norvegia, e Portland, in Inghilterra, prima di raggiungere Malta il 25 novembre. La nave spese la maggior parte delle seguenti sei settimane in acque greche, prima di arrvare a Porto Said, in Egitto, il 12 gennaio 1885 per attraversare il canale di Suez. Il Vladimir Monomakh incontrò lì la corazzata britannica HMS Agamemnon e fu scortata fino in Giappone, dato che quell'anno le tensioni stavano aumentando tra Regno Unito e Russia. La nave arrivò a Nagasaki nel marzo 1885 e fu nominata ammiraglia della flotta russa del Pacifico sotto il retroammiraglio A.E. Kroun. Basata a Vladivostok, normalmente passò l'inverno in acque più calde. Per esempio, tra il novembre 1885 e il marzo 1886 il Vladimir Monomakh visitò Manila, Singapore, Hong Kong, Batavia e Penang. Nel 1887 tornò a Kronstadt e nel 1888 fu raddobbata.
Il Vladimir Monomakh lasciò Kronstadt il 6 novembre 1889 alla volta del Mediterraneo, dove rimase l'anno successivo. Prese parte alla scorta ufficiale per il viaggio dello zarevic Nicola in Estremo Oriente. Lo zaveric viaggiò a bordo del Pamiat Azova, mentre il Vladimir Monomakh si occupava della protezione. Le due navi raggiunsero Singapore il 2 marzo 1891 e Vladivostok il 23 maggio. Una volta lì il capitano Oskar Stark fu nominato comandante della nave e il Vladimir Monomakh fu in riparazione fino ad agosto. Passò l'inverno a Nagasaki, partendo per l'Europa nell'aprile successivo e raggiungendo Kronstadt in agosto, dove fu minuziosamente rimodernata, iniziando il 22 settembre. Il pesante armo velico fu rimpiazzato da tre alberi di segnalazione, i fumaioli furono fissati e le caldaie migliorate. Il 13 febbraio 1892 il Vladimir Monomakh fu riclassificato come incrociatore di prima classe.
On 2 October 1894 the ship, now under the command of Captain Zinovy Rozhestvensky, was ordered back to the Mediterranean. In view of the First Sino-Japanese War of 1894–95, the Council of Ministers ordered on 1 February 1895 that the Mediterranean Squadron reinforce the 2nd Pacific Squadron. She reached the Chinese treaty port of Chefoo on 16 April and became the flagship of Rear Admiral Yevgeni Ivanovich Alekseyev, 2nd in command of the Pacific Fleet, on 13 May. Vladimir Monomakh remained at Chefoo until late in the year before sailing to Vladivostok and then to Kobe, Japan in January 1896.
The ship only remained there for a short time before she was ordered back to Kronstadt for a major modernization. Her obsolete 8-inch and 6-inch guns were replaced with five new 45-calibre 6-inch and six 120-millimetre (4.7 in) Canet guns. The ship's six original boilers were replaced by a dozen cylindrical boilers.
Vladimir Monomakh was transferred back to the Pacific Fleet in November 1897 and reached Nagasaki in February 1898. After the Triple Intervention expelled the Japanese from Port Arthur, Vladimir Monomakh was part of the Russian force which subsequently occupied that strategic harbor. In June 1900, she transported troops involved in the suppression of the Boxer Rebellion. In September 1900, on her return to Port Arthur, she accidentally rammed and sank the merchant vessel Crown of Aragon. In December 1901, she rendezvoused with Dmitri Donskoy at Hong Kong, and the two ships returned to the Mediterranean via the Suez Canal. Vladimir Monomakh remained in the Mediterranean until August 1902, and reached Kronstadt in October. In 1903–04 some of her 47-millimetre (1.9 in) Hotchkiss guns were replaced by 75-millimetre (3.0 in).
Guerra russo giapponese
In February 1905, Vladimir Monomakh was assigned to the Third Pacific Squadron, which was sent to reinforce Admiral Zinovy Rozhestvensky's Second Pacific Squadron. The Third Pacific Squadron transited the Suez Canal and joined the 2nd Pacific Squadron at Cam Ranh Bay in French Indochina on 14 May 1905 where they was assigned to the Cruiser Division commanded by Rear Admiral Oskar Enkvist.
At the decisive Battle of Tsushima on 27 May 1905, Vladimir Monomakh was positioned to the right side of the Russian line of battle, guarding the transports and so avoided the pounding that the other vessels of Second Pacific Squadron received, although she engaged the Japanese cruiser Izumi. The Japanese ship was hit several times and driven off, but only three crewmen were killed and seven wounded. Vladimir Monomakh was hit several times itself and had one 120 mm gun destroyed and its crew killed. The most dangerous hit was a shell that burst over a 6-inch shell hoist and started an ammunition fire. The prompt flooding of the magazine averted an explosion.
At nightfall, the Japanese torpedo boats engaged the surviving Russian warships and the cruiser claimed to have sunk one of her attackers at 8:25 p.m. Vladimir Monomakh, mistaking one of her attackers for a Russian destroyer, was hit around 8:40 by a single torpedo which ruptured her hull near the No. 2 coal bunker, but sank the torpedo boat. The damage was severe but her crew kept her afloat and her engines operational, although she continued to take on water. The next morning, however, Vladimir Monomakh headed towards Tsushima Island and began to unload her wounded into her surviving boats. Captain Vladimir Aleksandrovich Popov gave the order to abandon ship, and ordered the seacocks to be opened to scuttle the vessel rather than surrender it to the Japanese. The ship sank at 10:20 a.m. and the crew was captured by the Japanese auxiliary cruisers SS Sado Maru and SS Manchu Maru. Vladimir Monomakh was officially removed from the navy list on 28 September 1905.