Rubus ulmifolius

specie di pianta della famiglia Rosaceae
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Il rovo (Rubus ulmifolius Schott, 1818) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae.

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Rubus ulmifolius

Rovo comune
Classificazione scientifica
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
SottofamigliaRosoideae
GenereRubus
SpecieR. ulmifolius
Nomenclatura binomiale
Rubus ulmifolius
Schott, 1818
Sinonimi

Rubus rusticanus
Mercier
Rubus discolor
sensu Syme, non Weihe & Nees
Rubus amoenus
Port., non Köhler
[1]

Descrizione

 
Spine
 
Infiorescenza
 
Fiore

Si presenta come pianta arbustiva perenne, sarmentosa con fusti aerei a sezione pentagonale lunghi fino a 3 metri, provvisti di spine arcuate.

È una semicaducifoglia, infatti molte foglie permangono durante l'inverno.

Le foglie sono imparipennate, variabilmente costituite da 3-5 foglioline a margine seghettato di colore verde scuro, ellittiche o obovate e bruscamente acuminate, pagina superiore glabra e pagina inferiore tomentosa con peli bianchi.

I fiori bianchi o rosa, sono composti da cinque petali e cinque sepali. Sono raggruppati in racemi a formare infiorescenze di forma oblunga o piramidale. Il colore dei petali varia da esemplare a esemplare con dimensioni comprese tra i 10 e 15 mm. La fioritura compare dalla fine della primavera al principio dell'estate.

Il frutto commestibile è composto da numerose piccole drupe, verdi al principio, poi rosse e infine nerastre a maturità (mora). Il frutto è maturo tra maggio e giugno, il gusto è variabile da dolce a acidulo.

Diffusione e habitat

Il suo areale di distribuzione comprende quasi tutta l'Europa, il Nordafrica ed il sud dell'Asia. È stata introdotta anche in America e Oceania.
La pianta è indicativa di terreni profondi e leggermente umidi. La riproduzione è sessuale attraverso i semi contenuti nelle drupe, ma anche vegetativa attraverso l'interramento di rami che danno origine ad una pianta nuova.
È considerata una infestante in quanto tende a diffondere rapidamente e si eradica con difficoltà. Né il taglio né l'incendio risultano efficaci. Anche gli erbicidi danno scarsi risultati. Poiché è una pianta eliofila tollera poco l'ombra degli altri alberi, pertanto si riscontra ai margini dei boschi e lungo i sentieri, nelle siepi e nelle macchie.

Etimologia

 
Foglie

Il nome scientifico di questa specie è composto dal nome di genere Rubus e da quello di specie ulmifolius.

Rubus (dal latino ruber, rosso) potrebbe far riferimento al colore dei frutti maturi di altre specie dello stesso genere, come il lampone, o direttamente alla forma immatura del frutto di questa specie stessa.

Ulmifolius (dal latino ulmus, olmo e folia, foglia) deriva dalla similitudine con le foglie dell'albero Ulmus minor.

Usi

 
Torta di more

La pianta è utilizzata per delimitare proprietà e poderi con funzione principale difensiva. Altre funzioni delle siepi a rovo sono nella fornitura di nettare per la produzione del miele (in Spagna), nella associazione di specie antagoniste di parassiti delle colture (ad esempio le viticole), nella formazione di corridoi ecologici per specie animali.

Il frutto, annoverato tra i cosiddetti frutti di bosco ha discrete proprietà nutrizionali con marcata presenza di vitamine C e A. Cento grammi di more contengono infatti 52 kcal, 0,7 gr di proteine, 0,4 gr di lipidi, 12,8 gr di glucidi, 32 mg di calcio, 0,6 mg di ferro, 6.5 er (equivalente in retinolo) di vitamina A, 21 mg di vitamina C. Presenta alcune indicazioni in erboristeria per le presunte proprietà astringenti e lassative.

Si tratta di un frutto delicato che mal si presta a lunghe conservazioni. È commercializzato per scopi alimentari al naturale e come guarnizione di dolci, yogurth e gelati, oppure nella confezione di marmellate, gelatine, sciroppi, vino e acquavite (ratafià).

Farmacognosia

Dalla parte aerea di Rubus ulmifolius sono stati isolati 3 nuovi antroni: rubantrone A, B e C. Il rubantrone A ha mostrato di possedere attività antimicrobica verso Staphylococcus aureus. [2].

Nomi regionali

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Bibliografia

  1. ^ Flora Europaea: R. ulmifolius
  2. ^ Flamini G, Catalano S, Caponi C, Panizzi L, Morelli I. Three anthrones from Rubus ulmifolius. Phytochemistry. 2002 Apr;59(8):873-6.

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