Utente:BlackPanther2013/Sandbox

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Epoca araba (VIII secolo)

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Periodo omayyade (fino al 750)

Qutayba ibn Muslim (669-716), governatore del Grande Khorasan sotto il califfato omayyade (661-750), iniziò la conquista musulmana della Sogdiana all'inizio dell'VIII secolo, ricevendo aiuto dal sovrano locale di Balkh, che si schierò dalla parte degli Omayyadi.[1][2] Tuttavia, quando il suo successore al-Jarrah ibn Abdallah governò il Khorasan (717-719), molti Sogdiani autoctoni convertiti all'Islam iniziarono a ribellarsi, in quanto non più esentati dal pagamento della tassa sui non-musulmani, la jizya, a causa di una nuova legge che imponeva ai convertiti la prova della circoncisione e della capacità di leggere il Corano.[1][3] Con l'aiuto dei Turchi Turgesh, i Sogdiani riuscirono a espellere la guarnigione araba omayyade da Samarcanda, respingendo i tentativi omayyadi di riconquista fino all'arrivo di Sa'id ibn Amr al-Harashi (fl. 720-735). Gurak, il sovrano sogdiano (ikhshid) di Samarcanda, che aveva precedentemente rovesciato nel 710 il sovrano filoomayyade Tarkhun, decise che la resistenza contro la vasta armata araba di al-Harashi era inutile, e convinse i suoi seguaci a sottomettersi agli Omayyadi.[3] Divashtich (r. 706-722), sovrano sogdiano di Pendžikent, guidò le sue forze verso la catena montuosa dello Zeravšan (vicino all'odierna Zeravšan, in Tagikistan), mentre i Sogdiani guidati da Karzanj, sovrano di Pai (odierna Kattakurgan, Uzbekistan), fuggirono verso il principato di Fergana, dove il loro sovrano at-Tar (o Alutar) promise loro sicurezza e rifugio dagli Omayyadi. Tuttavia, at-Tar informò segretamente al-Harashi dei Sogdiani nascosti a Khujand, che furono quindi massacrati dalle forze di al-Harashi dopo il loro arrivo.[4]

Dal 722, in seguito all'invasione musulmana, nuovi gruppi di Sogdiani, molti dei quali cristiani nestoriani, emigrarono verso est, dove i Turchi erano stati più tolleranti verso la loro religione già dai tempi delle persecuzioni religiose sasanidi. Crearono in particolare colonie nell'area del Semirechye, dove continuarono a prosperare fino al X secolo con l'ascesa dei Karluk e del Khanato dei Kara-Khanidi. Questi Sogdiani sono noti per la produzione di splendidi piatti d'argento con iconografia cristiana orientale, come il celebre piatto di Anikova.[5][6][7]

Califfato abbaside (750-819)

 
Nicchia decorata della maschea abbaside di Afrasiab, Samarcanda, 750-825 d.C.[8]

Gli Omayyadi caddero nel 750 sotto il califfato abbaside, che rapidamente affermò la propria presenza in Asia centrale dopo la vittoria nella battaglia del Talas (presso il fiume Talas, odierno Kirghizistan) nel 751 contro la dinastia cinese Tang. Questo conflitto, incidentalmente, introdusse la tecnica cinese della fabbricazione della carta nel mondo islamico.[9] Le conseguenze culturali e le ramificazioni politiche di questa battaglia determinarono il ritiro dell'impero cinese dall'Asia centrale. Inoltre, consentirono l'ascesa dell'impero samanide (819-999), uno stato persiano centrato a Bukhara (nell'attuale Uzbekistan), che formalmente riconosceva gli Abbasidi come sovrani supremi, pur mantenendo una notevole autonomia e portando avanti la tradizione commerciale dei Sogdiani.[9] Yet the Sogdian language gradually declined in favor of the Persian language of the Samanids (the ancestor to the modern Tajik language), the spoken language of renowned poets and intellectuals of the age such as Ferdowsi (940–1020).[9] So too did the original religions of the Sogdians decline; Zoroastrianism, Buddhism, Manichaeism, and Nestorian Christianity disappeared in the region by the end of the Samanid period.[9] The Samanids were also responsible for converting the surrounding Turkic peoples to Islam.

Samanids (819–999)

  Lo stesso argomento in dettaglio: Samanid Empire.

The Samanids occupied the Sogdian region from circa 819 until 999, establishing their capital at Samarkand (819–892) and then at Bukhara (892–999).

  1. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dresden 2003 p1217
  2. ^ Template:Cita autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov
  3. ^ a b Template:Cita autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov
  4. ^ Template:Cita autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov
  5. ^ Eleanor Sims, Peerless images: Persian painting and its sources, New Haven: Yale University Press, 2002, pp. 293-294, ISBN 978-0-300-09038-3.
  6. ^ Anikova Plate The Sogdians, su sogdians.si.edu.
  7. ^ Briton O'Daly, An Israel of the Seven Rivers (PDF), in Sino-Platonic Papers, 2021, pp. 10-12.
    «I popoli turchi, sia indirettamente che direttamente, contribuirono a portare il cristianesimo nello Zhetysu dopo che il Khaganato Göktürk prese il controllo della regione nel VI secolo. In seguito a quella conquista, i Sogdiani, un popolo iraniano storicamente noto per la sua influenza commerciale lungo la Via della Seta, colonizzarono l'area sotto l'incoraggiamento dei sovrani turchi desiderosi di sviluppo economico. I cristiani siriaci sarebbero stati tra questi primi coloni sogdiani, e le persecuzioni religiose nell'Impero sasanide spinsero anch'esse i cristiani nello Zhetysu, dove i turchi al potere offrivano una maggiore tolleranza religiosa. La regione conobbe un significativo sviluppo politico-religioso quando i Turchi Karluk ​​conquistarono lo Zhetysu nel 766 e poi, molto probabilmente, si convertirono al cristianesimo siriaco alla fine dell'VIII secolo.»
  8. ^ Viola Allegranzi e Sandra Aube, Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan, Parigi, Louvre Editions, 2022, p. 181, ISBN 978-8412527858.
  9. ^ a b c d Reuel R. Hanks, Global Security Watch: Central Asia, Santa Barbara, Denver, Oxford, Praeger, 2010, p. 4.