Colonna Vendôme

colonna monumentale di Parigi eretta per celebrare le vittorie di Napoleone Bonaparte

La Colonna Vendôme è una colonna coclide di Parigi situata al centro di piazza Vendome, nel I arrondissement, e fatta erigere da Napoleone Bonaparte per celebrare la vittoria di Austerlitz, su modello della Colonna Traiana a Roma.

La colonna nel 2022

Descrizione

 
Dettaglio del fregio

Colonna

La colonna Vendôme raggiunge un'altezza di 44 metri e presenta un diametro medio di circa 3,60 metri.[1] Realizzata in pietra e rivestita in bronzo, si erge su un basamento in porfido di Algajola[2] ed è sormontata da una statua di Napoleone. L'opera si ispira direttamente alla Colonna Traiana dei Fori Imperiali a Roma, realizzata interamente in marmo; un'ispirazione analoga informa anche la colonna di Luglio, collocata in Place de la Bastille.

Il suo fusto è composto da 98 tamburi di pietra[3] e contiene al suo interno una scala a chiocciola di 180 gradini, larga 93 centimetri. Il rivestimento bronzeo, secondo la tradizione, sarebbe stato fuso utilizzando il metallo di circa 1200 cannoni sottratti alle armate russe e austriache durante la guerra della terza coalizione;[4] si tratta, tuttavia, di un numero probabilmente propagandistico. La decorazione esterna, in ogni caso, è costituita da bassorilievi in stile classico raffiguranti trofei e scene belliche. Questa sequenza decorativa, lunga complessivamente 280 metri, si avvolge a spirale attorno al fusto con 22 giri e comprende 76 bassorilievi ottenuti da 425 lastre di bronzo. I disegni dei fregi in bassorilievo furono commissionati nel 1806 agli artisti Pierre-Nolasque Bergeret, François Mazois e Benjamin Zix. La direzione dei lavori fu affidata a Dominique Vivant Denon, che incaricò della realizzazione plastica dei rilievi un gruppo composto sia da scultori affermati sia da giovani talenti emergenti:[5]

 
Una delle aquile del basamento. L'aquila, sin dall'epoca romana, è simbolo di sovranità e dominio sui popoli

La scala interna conduce a una piattaforma posta immediatamente al di sotto della statua sommitale. L'attuale statua, risalente al periodo del Secondo Impero, è opera dello scultore Auguste Dumont. Essa raffigura Napoleone Bonaparte nelle vesti di Caesar imperator, drappeggiato in un mantello corto e accompagnato dagli attributi della sua gloria: il gladio, la vittoria alata e la corona imperiale di alloro.

Sul piedistallo, sopra l'ingresso del lato sud, è riportata la seguente iscrizione:

(latino)
«NEAPOLIO IMP AVG
MONVMENTVM BELLI GERMANICI
ANNO MDCCCV
TRIMESTRI SPATIO DVCTV SVO PROFLIGATI
EX AERE CAPTO
GLORIAE EXERCITVS MAXIMI DICAVIT
»
(italiano)
«Napoleone Imperatore Augusto consacrò alla gloria della Grande Armata questa colonna formata dal bronzo conquistato dal nemico durante la guerra di Germania, vinta sotto il suo comando nel 1805 nell'arco di tre mesi»

Tre statue di Napoleone

 
Napoléon en César, statua realizzata da Auguste Dumont (replica della statua di Chaudet)

La prima statua di Napoleone in veste di imperatore romano fu realizzata dallo scultore Antoine Denis Chaudet: si trattò della più importante commissione pubblica assegnata all’artista, che vi dedicò gli ultimi anni della sua vita prima di morire in condizioni di sfinimento. La scultura fu fusa nel 1808 e collocata sulla sommità della colonna il 5 agosto 1810, pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale del monumento, avvenuta il 15 agosto dello stesso anno. Rimossa nel 1814, la statua fu successivamente fusa nel 1818; l’unico elemento conservato fu il globo della Vittoria, in seguito riutilizzato nella replica di Dumont nel 1863.

Durante la Monarchia di Luglio, una nuova statua di Napoleone, raffigurato in redingote in veste di caporale, venne scolpita da Charles Émile Seurre e posizionata sulla colonna il 28 luglio 1833, alla presenza del re Luigi Filippo. L’effigie misura 3,50 metri di altezza e pesa 4,5 tonnellate. Rimossa nel 1863, fu successivamente esposta fino al 1870 all’incrocio di Courbevoie, oggi Place de la Défense, e dal 1911 si trova nel cortile d’onore dell’Hôtel des Invalides.

Nel 1863, su iniziativa di Napoleone III, la statua di Seurre fu sostituita da una nuova scultura realizzata da Auguste Dumont, copia della statua originaria di Chaudet. L’inaugurazione ebbe luogo il 4 novembre dello stesso anno. La statua attualmente visibile sulla colonna è quella di Dumont, restaurata e nuovamente inaugurata il 28 dicembre 1875. Rispetto all’originale, in cui Napoleone teneva il globo della Vittoria nella mano sinistra e la spada nella destra, nella versione di Dumont l’imperatore impugna la spada con la sinistra, mentre nella destra regge il globo, proveniente dalla statua di Chaudet.

Storia

 
Il Napoleone di Charles Émile Seurre, oggi agli Invalides, sovrastò la colonna durante la Monarchia di Luglio e la Seconda Repubblica

Costruzione

La Place Vendôme fu voluta da Luigi XIV e progettata dall’architetto Jules Hardouin-Mansart. In origine, al centro della piazza si trovava una statua equestre del Re Sole, e l’area fu denominata Place Louis-le-Grand in suo onore. Nel 1792, durante la Rivoluzione francese, la statua fu abbattuta dai rivoluzionari, in quanto simbolo dell'assolutismo monarchico.

Nel 1800, un decreto stabilì la costruzione di una colonna commemorativa in ciascun capoluogo di dipartimento, da dedicare «aux braves du département» [ai temerari del dipartimento]. A Parigi, il 20 marzo (29 ventoso dell'anno VIII), il Primo Console Napoleone Bonaparte dispose l’erezione di due colonne: una nazionale, da collocarsi in Place de la Concorde e dedicata alla Nazione (mai realizzata), e una dipartimentale, destinata a Place Vendôme, all’epoca denominata Place des Piques. La prima pietra di quest’ultima fu posata il 14 luglio 1800 (25 messidoro dell’anno VIII) da Lucien Bonaparte, ministro dell’Interno e fratello di Napoleone.

Il progetto, inizialmente rallentato, fu ripreso nel 1803 dallo stesso Primo Console, che confermò l’intenzione di erigere una colonna in Place Vendôme «sul modello di quella costruita a Roma in onore di Traiano», da ornare con 108 figure rappresentanti i dipartimenti francesi, disposte a spirale, e da sormontare con una statua di Carlo Magno. In origine dedicata alla «gloria del popolo francese», la colonna fu presto riconsacrata «alla gloria di Napoleone I».

La costruzione procedette lentamente fino al 1805, quando, grazie alla fusione di cannoni catturati principalmente agli eserciti russo e austriaco, il progetto ricevette nuovo slancio sotto l’impulso di Dominique Vivant Denon. Completata nel 1810, la colonna fu dedicata alla gloria delle armate napoleoniche vittoriose e denominata «Colonne de la Grande Armée». Sulla sommità fu collocata una statua di Napoleone nelle vesti di imperatore romano, scolpita da Antoine Denis Chaudet.

 
Caricatura di Caroline Naudet nel 1819 raffigurante degli ufficiali francesi mentre ammirano la Colonna. In basso vi è l'iscrizione: «Ah ! qu'on est fier d'être Français, quand on regarde la Colonne» [Ah! Come siamo fieri di essere francesi quando guardiamo la Colonna]

Cambiamenti di statua

Nella primavera del 1814, durante l'occupazione di Parigi da parte delle truppe della coalizione antifrancese, la statua di Napoleone fu rimossa su iniziativa di Jacques Marie Armand Guerry de Beauregard e di Sosthènes de La Rochefoucauld. Durante la Restaurazione, al suo posto fu issata una bandiera bianca ornata di gigli, simbolo della monarchia borbonica. Le sorti del metallo della statua originaria sono oggetto di interpretazioni divergenti: secondo una testimonianza coeva, esso sarebbe stato riutilizzato per la fusione del Monumento a Luigi XIV in Place des Victoires, inaugurato nel 1822;[6] secondo il Musée d’Orsay, invece, servì alla realizzazione della statua equestre di Enrico IV, collocata nel 1818 sul Pont Neuf.[7]

Nel medesimo anno, il goguettier Émile Debraux compose la canzone La Colonne, in omaggio al monumento e a Napoleone I. Il brano conobbe un immediato successo e contribuì a lanciare la carriera dell’autore, godendo di una lunga popolarità: attualmente, tuttavia, la composizione è caduta nell’oblio.[8]

 
Carlo Canella, Louis-Philippe inaugurant la statue de Napoléon sur la colonne Vendôme, Parigi, musée Carnavalet.

Durante la Monarchia di Luglio, una nuova statua dell’imperatore, raffigurato nelle vesti di caporale, fu realizzata dallo scultore Charles Émile Seurre e collocata sulla sommità della colonna il 28 luglio 1833, alla presenza del re Luigi Filippo. Il gesto si inseriva in una strategia simbolica volta a richiamare l’eredità dell’Impero e ad appropriarsene politicamente. L’opera è attualmente conservata presso l’Hôtel des Invalides.

Nel 1863, Napoleone III, ritenendo che la statua fosse esposta a rischi in ragione della sua posizione elevata, ne ordinò la rimozione. Essa fu sostituita da una nuova scultura, replica della statua originaria di Antoine Denis Chaudet, realizzata da Auguste Dumont. La statua di Seurre venne esposta su un piedistallo presso la rotonda di Courbevoie fino all’assedio di Parigi del 1870, dopodiché fu smontata e messa in sicurezza.[9][10]

Distruzione durante la Comune

  Lo stesso argomento in dettaglio: Comune di Parigi.

Karl Marx aveva anticipato profeticamente il crollo della Colonna Vendôme nel suo pamphlet politico Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte, un’opera fortemente critica nei confronti di Napoleone III. In chiusura del testo, Marx scriveva: «Ma se il mantello imperiale cadrà finalmente sulle spalle di Luigi Bonaparte, la statua di bronzo di Napoleone cadrà dall'alto della Colonna Vendôme».[11] Nel 1871 Marx avrebbe poi visto con i suoi occhi l’avverarsi della sua profezia.

 
Autore sconosciuto, Souvenirs de la Commune de Paris, renversement de la colonne Vendôme (1871)

In seguito alla proclamazione della Terza Repubblica francese, il 4 settembre 1870, il pittore Gustave Courbet — figura di rilievo dell’ambiente artistico e politico parigino — indirizzò infatti una petizione al Governo della Difesa Nazionale, datata 14 settembre. In essa proponeva il «trasferimento» della Colonna Vendôme, chiedendo che fosse smantellata sotto la supervisione dell’amministrazione del Museo dell’Artiglieria, e che i materiali fossero depositati presso l’Hôtel de la Monnaie. Courbet auspicava la ricostruzione del monumento agli Invalides, con l’intento di erigere una nuova colonna sormontata da un berretto frigio e dedicata alla “Repubblica universale”.[12] Questa proposta rimase priva di esito.

Durante l’insurrezione della Comune di Parigi (marzo–maggio 1871), la distruzione del monumento assunse una connotazione più apertamente radicale e rivoluzionaria. Un decreto ufficiale della Comune, datato 12 aprile 1871, venne pubblicato sul Journal officiel de la République française:[13][14]

(francese)
«La Commune de Paris, considérant que la colonne impériale de la place Vendôme est un monument de barbarie, un symbole de force brute et de fausse gloire, une affirmation du militarisme, une négation du droit international, une insulte permanente des vainqueurs aux vaincus, un attentat perpétuel à l'un des trois grands principes de la République française, la fraternité, décrète :

Article unique. La colonne Vendôme sera démolie»
(italiano)
«La Comune di Parigi, considerando che la colonna imperiale di Place Vendôme è un monumento alla barbarie, un simbolo di forza bruta e falsa gloria, un'affermazione del militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attacco perpetuo a uno dei tre grandi principi della Repubblica francese, la fraternità, decreta:

Articolo unico. La colonna Vendôme sarà demolita.»

La demolizione della Colonna Vendôme fu inizialmente programmata per il 5 maggio 1871, in coincidenza con l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte.[15] Tuttavia, a causa del deteriorarsi della situazione militare, l’operazione fu rinviata più volte. La cerimonia di abbattimento ebbe infine luogo, malgrado notevoli difficoltà tecniche, il 16 maggio 1871 alle ore 17:30, tra le acclamazioni della folla presente. Le placche in bronzo che rivestivano il fusto furono recuperate, mentre il globo della Vittoria, elemento originario del 1810, andò perduto. L’evento fu documentato dal fotografo Bruno Braquehais, che realizzò una serie di immagini intitolata La chute de la colonne Vendôme [La caduta della colonna Vendôme]. La distruzione del monumento fu successivamente evocata con rammarico e costernazione da Victor Hugo nella raccolta L’Année terrible.

Ricostruzione nel 1873

 
Ricostruzione della colonna nel 1873

Dopo la caduta della Comune di Parigi, nel maggio 1873 il nuovo presidente della Repubblica Patrice de Mac-Mahon decise di procedere alla ricostruzione della Colonna Vendôme, addebitandone le spese a Gustave Courbet, ritenuto responsabile della sua demolizione. L’importo previsto ammontava a 323.091,68 franchi, da corrispondere da parte dell’artista con rate annuali di circa 10.000 franchi per un periodo di trentatré anni. Courbet morì il 31 dicembre 1877, alla vigilia del primo pagamento, a causa di una malattia epatica aggravata da abitudini di vita intemperanti.[16]

I lavori di ricostruzione, in ogni caso, furono avviati nel 1873 e conclusi nel 1875 sotto la direzione dell’architetto Alfred-Nicolas Normand. L’impresa incaricata della realizzazione fu la Gaget Gauthier et Cie, con sede al 25 di rue de Chazelles.[17][18]

Il 17 dicembre 1873, l’articolo firmato Chrysale (pseudonimo di Albert Blanquet) sulla rivista La Liberté criticò la ricostruzione, sottolineando come questa non avesse tenuto conto dei progetti originali di Jean-Baptiste Lepère e Pierre-Nicolas Gondouin. In risposta, si segnalò che una copia di tali progetti era stata proposta dall’architetto Dusillion, il quale si offrì di dirigere gratuitamente i lavori, proposta tuttavia non accolta.[19]

Note

  1. ^ La Lettura, vol. 1, 1901, p. 952.
  2. ^ Amédée Burat, Géologie appliquée ou Traité de la recherche et de l'exploitation des minéraux utiles, 1843.
  3. ^ Comité Vendôme, The Vendôme column, desired by Napoleon 1st, su comite-vendome.fr, 2025.
  4. ^ Manuale di scienze ed arti, ossia Repertorio metodico di storia universale, usi e costumi, mitologia, archeologia, numismatica, blasone, geografia, storia naturale, fisica, chimica, geometria, belle arti ec. ec, Sapienza - Università di Roma, 1846, p. 588.
  5. ^ (FR) Jean-Marie Darnis, Autour de la colonne de la Grande Armée, su napoleon.org.
  6. ^ Mémoires relatifs à la Révolution française. Mémoires de Lombard de Langres, ancien ambassadeur en Hollande, II, Ladvocat, libraire, 1823, p. 70.
  7. ^ France Debuisson, Colonne Vendôme, ou Colonne de la Grande Armée, ou Monument à Napoléon Ier, su anosgrandshommes.musee-orsay.fr, musée d'Orsay, 2020. .
  8. ^ (FR) Gaetano Manfredonia, La chanson anarchiste en France des origines à 1914, Paris, L'Harmattan, 1997, p. 32, ISBN 2-7384-6080-1.
  9. ^ Histoire de La Défense, su defense-92.fr. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  10. ^ 1958 – Histoire de la Défense, su paris-unplugged.fr. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  11. ^ (FR) Karl Marx, Friedrich Engels, Collection complète de compositions, vol. 8, 2ª ed., p. 217.
  12. ^ (FR) Charles Fegdal, Dans notre vieux Paris, Librairie Stock, Delamain, Boutelleau & Cie, 1934, p. 68.
  13. ^ Caroline Doridot, Le drapeau rouge au XIX. Focus sur la Révolution de 1848 et la Commune (PDF), su classes.bnf.fr, Bibliothèque nationale de France, Action pédagogique, p. 5.
  14. ^ Décret du 12 avril 1871, Journal officiel de la République française, n° 103, 14 avril 1871, p. 275, su gallica.bnf.fr. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  15. ^ Charles Chassé, Napoléon par les écrivains, Paris, Hachette, 1921, p. 174.
  16. ^ (FR) Lucien Descaves, Chroniques Historiques : Gustave Courbet et la Colonne Vendôme, su luciendescaves.fr, 10 gennaio 1928. URL consultato il 12 ottobre 2015..
  17. ^ Musée Carnavalet, Reconstruction de la Colonne Vendôme, su carnavalet.paris.fr. .
  18. ^ (FR) Denis Cosnard, La Liberté éclairant la rue de Chazelles, su lafabriquedeparis.blogspot.fr, 14 aprile 2013. URL consultato il 12 luglio 2016. .
  19. ^ (FR) La Liberté, Hommes et Choses, 17 dicembre 1873, p. 3..

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