Con diritto dell'età antica si intende l'evoluzione del diritto a partire dalle prime forme di organizzazione sociale fino all'affermazione dei sistemi giuridici sviluppati dalle civiltà della storia antica. Pur non essendo possibile stabilire con certezza l'origine del diritto, già nella preistoria le comunità umane adottavano semplici regole condivise per la tutela dei beni fondamentali. Con l'evolversi della società, le norme (tramandate oralmente) divennero più numerose e articolate, adattandosi ad attività come l'agricoltura, il commercio e la gestione dei conflitti. Le civiltà del Vicino Oriente antico, tra le prime a sviluppare la scrittura, segnarono un passaggio decisivo: il diritto cominciò a essere anche scritto. I più antichi testi normativi conosciuti risalgono al XXIV-XXIII secolo a.C. e provengono dalla città mesopotamica di Lagash. La più antica raccolta di leggi pervenutaci è il Codice di Ur-Nammu (2100-2050 a.C.), mentre il più celebre resta il Codice di Hammurabi (circa 1810-1750 a.C.), che presenta un sistema giuridico complesso, con norme dettagliate e sanzioni proporzionate.
Nell'Antico Egitto non esistevano codici scritti in senso formale, ma numerosi documenti legali attestano un sistema giuridico basato su consuetudini, buon senso e principi morali. Il faraone, garante della Maat (giustizia e ordine cosmico), era l’autorità suprema, ma l'amministrazione della giustizia era affidata al visir e ai tribunali locali (kenebet). Le pene potevano essere severe, ma vi erano forme di tutela per gli imputati. I procedimenti civili erano pubblici e semplici, con la partecipazione di testimoni. Le donne godevano di diritti civili avanzati per l'epoca. Nel popolo ebraico, il diritto (Halakhah) trae fondamento dalla Torà, ritenuta dalla tradizione rivelata a Mosè, ma secondo gli storici frutto di una lunga elaborazione tra il X e il V secolo a.C.. Accanto alla legge scritta, si sviluppò quella orale, successivamente raccolta nella Mishnà (II-III secolo d.C.) e poi nel Talmud, che nella sua versione babilonese è ancora oggi considerato il fondamento del diritto ebraico tradizionale.
Il diritto cinese antico si sviluppò a partire dall’epoca della dinastia Shang (XIV-XIII secolo a.C.), in un contesto dominato da potere sacro e pratiche sciamaniche. Con la dinastia Zhou emerse il concetto di Mandato del cielo, che legittimava il sovrano. I primi testi legislativi noti risalgono al VI secolo a.C. e mostrano l'influsso della filosofia cinese. Il confucianesimo, affermatosi nel V secolo a.C., privilegiava i riti e la morale rispetto alle leggi scritte; il legismo, al contrario, sosteneva un’applicazione rigorosa della legge, impersonale e inflessibile. La dinastia Qin, che unificò la Cina nel 221 a.C., adottò un sistema legista, poi integrato da elementi confuciani. In Giappone, il diritto consuetudinario subì profonde trasformazioni a partire dal VII secolo, sotto l'influsso della cultura cinese. L'introduzione del confucianesimo e del buddhismo accompagnò la promulgazione del codice Taihō (701), che istituì il sistema Ritsuryō. Anche se la sua applicazione effettiva diminuì nei secoli successivi, il sistema rimase formalmente in vigore fino al XIX secolo. In Corea, il diritto antico ebbe un’impostazione prevalentemente penale, influenzata dal legalismo e dal confucianesimo. Il primo codice conosciuto, lo Yul-lyoung, fu emanato nel 373 dal regno di Goguryeo. In India, il diritto si sviluppò attorno al concetto di dharma, con radici nelle tradizioni vediche e induiste. I Dharmasutra, redatti tra il VI e il II secolo a.C., stabilivano norme morali e giuridiche relative a matrimonio, caste e pene. In epoca successiva, i Dharmaśāstra approfondirono tali temi con maggiore articolazione e forma poetica. Il più celebre è il Codice di Manu, che, pur non essendo più applicato, ha esercitato un'influenza duratura sul pensiero giuridico indiano. Quanto alle comunità dell'America, il diritto rimase piuttosto primitivo e imperniato attorno ad alcuni principi fondamentali o alle autorità religiose o politiche del popolo di riferimento, che sindacavano i vari casi che si presentavano all'attenzione.
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