Quercus petraea

specie di pianta della famiglia Fagaceae

Il rovere (o la rovere) è una quercia caducifoglie di prima grandezza, appartenente alla famiglia delle Fagacee.

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Rovere
Classificazione scientifica
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineFagales
FamigliaFagaceae
GenereQuercus
SpecieQ. petraea
Nomenclatura binomiale
Quercus petraea
(Mattuschka) Liebl.
Sinonimi

Quercus sessiliflora

Descrizione

 

Si differenzia dalla roverella per le dimensioni del fusto e per il lato inferiore delle foglie (glabro) che sono semplici, decidue con margine lobato e lobi arrotondati. La sua chioma si espande verso l’alto raggiungendo un'altezza di 30-40 metri in bosco.

Il tronco è eretto, robusto e slanciato, ramificato solo nella parte superiore. I rami sono molto nodosi e formano una corona densa, globosa e regolare. I rami giovani non sono pelosi.[1]


Diffusione e habitat

Albero tipico dell'Europa occidentale e centromeridionale; in Italia sarebbe la specie tipica del piano collinare e montano inferiore (300-1100 m), se l'antropizzazione subita dal bosco negli ultimi secoli non avesse introdotto il castagno al suo posto. In Italia vive fino a 1500-1800 m di altitudine. [2]

La rovere è tollerante la siccità grazie al suo apparato radicale profondo, a differenza della farnia, che tollera un ristagno idrico di 100 giorni consecutivi; trova l'ottimo di diffusione in suoli sciolti e sabbiosi in cui non vi è possibilità di marciume radicale causato dall'acqua, ha inoltre una lieve preferenza per i substrati acidi.

Usi

Il legno di rovere è del tutto simile a quello della farnia, ma più pesante. Piuttosto pregiato e viene utilizzato, oltre che nella fabbricazione di mobili, nell’edilizia, per travature, parquet, nei cantieri navali e nella costruzione di doghe per botti per l’invecchiamento dei vini e altre bevande alcoliche. Ottimo combustibile, è anche utilizzato per la produzione di carbone.

Particolarità

E' una quercia dalla discreta longevità, ragginge infatti i 500-800 anni d'età e le dimensioni massime definitive vengono raggiunte a 120-200 anni. [3]



Il suo frutto è la classica ghianda, con pericarpo oblungo, giallo bruno e lucente. Di forma ovoidale, lunghe fino a 2,5 centimetri, sono protette solo nel terzo inferiore da una cupola a squame piccole e appressate. [4]


Note

  1. ^ Bernardo Ticli. Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa. Milano: De Vecchi Editore, 2004
  2. ^ Bernardo Ticli. Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa. Milano: De Vecchi Editore, 2004
  3. ^ Bernardo Ticli. Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa. Milano: De Vecchi Editore, 2004
  4. ^ Bernardo Ticli. Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa. Milano: De Vecchi Editore, 2004

BIBLIOGRAFIA

|* Ticli, Bernardo. Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa. Milano: De Vecchi Editore, 2004

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