Danzig II: Lucifuge

album dei Danzig del 1990

Danzig II: Lucifuge è il secondo album in studio dei Danzig uscito il 26 giugno 1990 per la Def American Recordings.

Danzig
album in studio
ArtistaDanzig
Pubblicazione1988
Durata49 min : 26 s
Dischi1
Tracce11
Genere[[Heavy Metal, Blues Rock]]
EtichettaDef American Recordings
ProduttoreRick Rubin
RegistrazioneHollywood Sound Recorders, Larrabee Sound Studios, Summa Music Group
Danzig - cronologia
Album precedente

Il disco

Si comincia in modo fulminante con Long way back from hell. Da subito si accende l'hard-rock dei '70, che però viene in men che non si dica accelerato da una furia quasi punk.Sembrerebbe l'inizio di una track dei Judas Priest, ma solo la memorabile entrata di Glenn Danzig metterebbe i brividi a Rob Halford. Il nostro canta con una cadenza elvisiana che mi spinge a parlare hard-rockabilly, in un pezzo trascinante che apre degnamente un album capolavoro. Segue Snake of Christ, e il ritmo si abbassa mentre la voce si fa più oscura.Molto più pesante rispetto alla prima,fa uscire allo scoperto l'anima metal del gruppo. Killer wolf è la prima avvisaglia blues. Si inizia a respirare il Delta e la vocazione di Glenn a vestire i panni del bluesman, (come farà anche in I'm the the one, addetrandosi in paludi fangose alla Muddy Waters),con evidenti rimandi ai primi ZZ Top. In Tired to being alive , Girl e Her black wings riecheggiano vecchie memorie dei poderosi riff di chitarra tipici di Black Sabbath e Led Zeppelin, mentre un'ombra di sciamanesimo si ammanta su Devil's plaything e Blood and tears, omaggi ai Doors. Glenn si cimenta nella voce baritonale che ricorda il Morrison di Blue sunday, Summer's almost gone e Riders on the storm, per poi esplodere come solo lui sa fare, marcando una netta differenza vocale rispetto al Re Lucertola. Due brani indimenticabili,catartici e commoventi. 777 è un hard-blues capace di trascinare un convoglio merci per tutto il deserto del Nevada,con la chitarra slide da fibrillazioni. Sembra di assistere ad un assalto al treno tipico del cinema western o di risentire le musiche di John Carpenter in Grosso guaio a Chinatown e Essi vivono.
Il disco si chiude con Pain in the world, e siamo di nuovo ai Sabbath, stavolta però ad essere rispolverata è la facciata più atmosferica e psichedelica( come Black Sabbath,Planet Caravan o Hand of Doom), che inculca a chi ascolta un tremendo senso di angoscia. Un album forte, che lascia il segno e non fa dormire con il suo orrore suggerito e sussurrato nelle orecchie. In conclusione mi preme dire che in LUCIFUGE ( ma anche in DANZIG) abbiamo di fronte il classico esempio di reinterpretazione di un genere:l'hard-rock.

Tracce

  1. Long way back from hell
  2. Snakes of Christ
  3. Killer wolf
  4. Tired of being alive
  5. I'm the one
  6. Her black wings
  7. Devil's plaything
  8. 777
  9. Blood and tears
  10. Girl
  11. Pain in the world

Formazione

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