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Arte
Il contributo che l'Italia ha portato nel corso della storia alla cultura mondiale è stato, secondo tutti gli storici, immenso e vario.
Le innovazioni che l'Italia ha portato in tutti i campi della cultura lungo 2.500 anni di storia sono innumerevoli; nei due periodi in cui il territorio italiano fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano ed il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di decisiva importanza.
Architettura
L'architettura italiana sviluppò caratteri omogenei sotto l'Impero romano. Influenzata dall'architettura greca e da quella etrusca, quella romana assunse caratteri propri, risultando, rispetto alle precedenti, maggiormente legata allo spazio interno e ad un forte plasticismo derivato dall'uso di archi, volte e cupole.[1]
In epoca paleocristiana, con la diffusione del Cristianesimo, le chiese italiane ripresero i modelli delle basiliche romane, con una navata centrale affiancata da corridoi laterali. Il passaggio dall'architettura paleocristiana a quella proto-medievale in Italia non fu particolarmente evidente.[1]
Nella seconda metà dell'XI secolo si ebbe la costruzione di abbazie e chiese in stile romanico. L'edificio più importante dell'Italia meridionale è da ricercare nella Basilica di San Nicola a Bari (1087) e in altri edifici in stile romanico pugliese.
Nell'Italia centro-settentrionale invece si sviluppò il Romanico pisano. In Lombardia, la basilica di Sant'Ambrogio presenta una copertura con volte a crociera e costoloni tra le più antiche d'Europa.[2] A Venezia l'architettura romanica si fuse con quella bizantina nella basilica di San Marco. In Sicilia gli elementi bizantini si unirono a quelli normanni e saraceni, ricostrabili in alcune chiese palermitane e nelle cattedrali di Cefalù e Monreale. Nell'architettura civile invece fecero la loro comparsa numerose torri gentilizie; sono celebri quelle di San Gimignano e Bologna.
L'architettura gotica fu introdotta in Italia dai cistercensi, ad esempio nell'Abbazia di Fossanova e a San Galgano. Il più originale edificio protogotico è la basilica di San Francesco ad Assisi. Notevoli chiese gotiche sorsero quindi a Firenze, Siena, Orvieto, Napoli, Bologna, Venezia e Milano. All'influenza francese sono riconducibili alcuni castelli, tra i quali spicca il celebre Castel del Monte (1240 circa).[1]
Tra il XIII e il XIV secolo vennero poi costruiti numerosi edifici civili, come i palazzi pubblici dell'Italia centrale, a cui si sommano diversi palazzi trecenteschi a Firenze e Siena, nonché le case d'inizio Quattrocento di Venezia.
L'architettura rinascimentale si sviluppò a Firenze, dove, durante il periodo romanico, si era mantenuta una certa continuità con le forme chiare e regolari dell'architettura classica. Il punto di svolta, che segna il passaggio dall'architettura gotica e quella rinascimentale, coincide con la realizzazione della cupola del Duomo di Firenze, eseguita da Filippo Brunelleschi tra il 1420 ed il 1436.[2] Tuttavia, la prima opera pienamente rinascimentale è lo Spedale degli Innocenti[3] costruito dal medesimo Brunelleschi a partire dal 1419. Il pieno Rinascimento invece fu essenzialmente romano, grazie all'opera di Bramante, Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti. Al primo si deve soprattutto il progetto per la ricostruzione della basilica di San Pietro in Vaticano, al quale subentrarono in seguito gli stessi Raffaello e Michelangelo. Il Rinascimento del XVI secolo è chiuso da alcune opere di Andrea Palladio, che influenzarono notevolmente l'architettura europea (Neopalladianesimo). Importante anche la Biblioteca Malatestiana di Cesena, prima biblioteca civica d'Italia[4] e d'Europa;[5] essa è l'unica biblioteca monastica umanistica giunta fino a noi perfettamente conservata nell'edificio, negli arredi e nella dotazione libraria.[6]
Il Manierismo, preannunciato da Baldassarre Peruzzi in alcune opere romane, vide in Michelangelo e Giulio Romano i due principali esponenti.[7] Jacopo Barozzi da Vignola con la sua chiesa del Gesù a Roma indirizzò l'architettura verso il Barocco.[8]
Lo stile barocco, legato alla Controriforma, fu prodotto a Roma ed esercitò la sua influenza in tutto il mondo cattolico. Le prime opere sono da ricercare nei lavori di Carlo Maderno, Martino Longhi il Giovane ed altri. A questi subentrarono Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona.
Notevole importanza rivestono anche le trasformazioni urbanistiche di Roma, tese a collegare i principali edifici religiosi della città per mezzo di grandi assi stradali rettilinei e alla formazione di vaste piazze. Lo stile barocco si diffuse ben presto oltre i confini della città, raggiungendo Torino, Milano, Venezia, Napoli, Lecce, e quindi, dopo il terremoto del 1693, la Sicilia.
Al Settecento risale la più originale produzione di tutta l'architettura barocca e rococò: la Palazzina di caccia di Stupinigi,[2] progettata da Filippo Juvara. A Roma, l'estremo capitolo della stagione barocca trovò le sue realizzazioni più significative in alcuni importanti interventi urbanistici come piazza di Spagna e la Fontana di Trevi. Invece, nel Regno di Napoli, sotto Luigi Vanvitelli, fu avviata la costruzione della Reggia di Caserta (dal 1752).
L'architettura neoclassica, anche nella sua variante neogreca, venne prodotta in numerose opere di valore. L'influenza del Neoclassicismo francese è evidente nella facciata del Teatro San Carlo di Napoli (di Antonio Niccolini); nella medesima città, all'inizio dell'Ottocento, fu cominciata la costruzione della grande basilica di San Francesco, la più importante chiesa italiana dell'epoca.[9] Il Neoclassismo lasciò segni importanti in diverse regioni, ma con l'unità d'Italia prevalse lo stile neorinascimentale o, più in generale, l'eclettismo.
L'Art Nouveau, in Italia chiamata Liberty o Stile Floreale, ebbe in Giuseppe Sommaruga ed Ernesto Basile due dei principali e più originali esponenti. Tuttavia, un linguaggio totalmente nuovo si preannunciò con i progetti di Antonio Sant'Elia. Il razionalismo si manifestò nel Gruppo 7 e MIAR (1926), ma dopo lo scioglimento del gruppo emerse nelle figure isolate di Giuseppe Terragni, Adalberto Libera e Giovanni Michelucci. Durante il periodo fascista, con la riscoperta della Roma imperiale, ebbe maggiore fortuna il cosiddetto stile Novecento o Neoclassicismo semplificato di Marcello Piacentini, autore peraltro di diverse trasformazioni urbanistiche in diverse località italiane.
Nel dopoguerra, in una stagione animata da interessanti dibattiti portati avanti da critici quali Bruno Zevi, prevalse il razionalismo, che trova nella testata della Stazione di Roma Termini una delle opere paradigmatiche. Al Neorealismo di Michelucci, Carlo Aymonino, Mario Ridolfi ed altri fecero seguito il Neoliberty e il Brutalismo. Il Postmoderno, anticipato da Paolo Portoghesi intorno al 1960, trovò la sua consacrazione nel Teatro del Mondo costruito da Aldo Rossi per la Biennale di Venezia del 1980.
Tra i principali architetti attivi in Italia tra la fine del Novecento e l'inizio del XXI secolo si ricordano Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, lo svizzero Mario Botta, Zaha Hadid, Richard Meier e Norman Foster.
Pittura e scultura
L'arte pittorica e scultorea è l'ambito di eccellenza della cultura italiana più nota nel mondo. Essa ha avuto la sua espressione più alta e caratterizzante nel periodo che va dal Trecento al Seicento inoltrato (nei periodi del Rinascimento e del Barocco).
La lunga storia del paese, tuttavia, ed i numerosi periodi di ricchezza che ha attraversato, hanno lasciato in eredità esempi notevolissimi dell'arte delle più disparate epoche e civiltà, che fanno dell'Italia un caso unico al mondo per la varietà dei beni artistici e per la loro diffusione capillare sul territorio.
Dai templi greci della Magna Grecia ai borghi medievali, dalle terme romane alle ville settecentesche, l'Italia è tra le prime mete del turismo mondiale. Il Paese possiede oltre 60mila monumenti nazionali ed è lo Stato a detenere il maggior numero di siti patrimoni dell'umanità (44) nella lista stilata dall'UNESCO. Non esistendo un inventario generale dei beni artistici, non è possibile determinare una stima affidabile del patrimonio artistico nazionale, che peraltro ha subito e subisce una consistente opera di dispersione.[10]
Design
L'Italia è uno dei paesi leader nel mondo per innovazione e varietà per tutte le forme di disegno industriale, compresa la progettazione di interni, la progettazione urbana, il design della moda e la progettazione architettonica.
La poliedricità dei linguaggi, il paesaggio di piccole e medie imprese e l'utilizzo dei più disparati e innovativi materiali (l'invenzione della plastica, il vetro, i metalli, le varie essenze di legno) caratterizzano il progetto italiano.
Letteratura
La nascita della letteratura italiana canonicamente si fa risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti assai privati e modesti, di quei manoscritti di carattere religioso, ma anche laico e giocoso, ad uso della comunità religiosa e laica, ma sempre ad un alto livello della scala sociale (per esempio i notai). Ciò che ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.[11] Infatti, prima del duecento la lingua utilizzata per scrivere i documenti era il latino.
La letteratura italiana si compone di tutte quelle opere manoscritte e a stampa in lingua italiana che, come si è detto, a partire dal XIII secolo si sono sviluppate in Italia, fino ai nostri giorni.
Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (il Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi e le Laudae di Jacopone da Todi), la scuola siciliana (nata alla corte di Federico II) e, alcuni decenni più tardi, la lirica toscana. Nel XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre grandi opere letterarie: la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere di Francesco Petrarca e il Decameron di Giovanni Boccaccio.
Romanzo
Il romanzo è la forma più utilizzata in letteratura dagli autori italiani a partire dal XIX secolo;[12] il successo di questo genere narrativo è dovuto principalmente al fatto che utilizza un linguaggio più semplice, comprensibile anche dalla gente comune.[12]
Il romanzo si afferma come genere conosciuto e rispettato, si sperimenta con la psicoanalisi (Italo Svevo), la logica, la linguistica, e anche la tecnica narrativa cerca di adeguarsi.[13] La trama spesso scompare, non esiste necessariamente una relazione tra la rappresentazione spaziale e l'ambiente, all'andamento cronologico si sostituisce un dissolvimento del percorso temporale e nasce un nuovo rapporto tra il tempo e l'intreccio.[14]
Cambia anche la tipologia del personaggio. Non più l'eroe del mito, ma i protagonisti sono gli inetti,[12] gli uomini, appunto, senza qualità alcuna, gli ammalati fisici e psichici, dei quali spesso si mette in scena l'inutilità dell'azione e della parola.
Teatro
In ambito teatrale di grande importanza è il drammaturgo Carlo Goldoni che supera la tradizione della commedia dell'arte e introduce una nuova forma di teatro, in cui le maschere vengono progressivamente eliminate e in cui si passa da una recitazione improvvisata degli attori ad una recitazione che segue un copione preciso.[15]
Musica
La musica italiana comincia a fiorire nel Cinquecento, con la musica rinascimentale che, soprattutto con Monteverdi, acquisisce i suoi tratti più innovativi nel tardo Cinquecento, con la nascita dell'opera lirica, genere in cui gli italiani vedranno il primato per secoli.[16] La musica strumentale italiana ha visto un periodo di fioritura meno duraturo, concentrandosi perlopiù (anche se non solo) nel periodo barocco, ma è stata comunque percorsa da artisti di grande importanza, quali Palestrina, Corelli, Vivaldi, il già citato Monteverdi, e, nei secoli successivi, Paganini e Verdi. Durante il periodo romantico l'opera lirica è stata la maggiore espressione musicale in Italia[16] grazie a compositori come Gioacchino Rossini, Giacomo Puccini e il già citato Verdi, i quali hanno composto opere molto importanti nella storia della musica[16] come: La Traviata, Guglielmo Tell, Aida e Madama Butterfly.
L'Italia vanta alcuni tra i più grandi interpreti della lirica di tutti i tempi: i tenori Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso, i soprani Katia Ricciarelli e Renata Tebaldi.
È lunga anche la tradizione dei direttori d'orchestra, tra cui figurano: Riccardo Muti, Claudio Abbado, Ennio Morricone e Arturo Toscanini.
Un discorso a parte vale per la musica leggera italiana degli ultimi decenni (che può contare su rassegne canore di rilevanza nazionale come il Festival di Sanremo o lo Zecchino d'Oro), che si può dividere in due categorie: la prima formata dai cantautori, cioè dai musicisti che scrivono e compongono le loro canzoni, ispirandosi alla musica popolare, la seconda, invece, composta da artisti pop e rock.
Cinema
La grande industria cinematografica italiana nacque, tra le prime del mondo, agli inizi del Novecento e già negli anni dieci si era affermata come una delle più attive, in termini di pellicole prodotte, dell'epoca. Dopo l'intensa stagione del muto, gli anni trenta videro l'apertura di Cinecittà e il successo internazionale del Festival del Cinema di Venezia. Nel dopoguerra la cinematografia italiana si distinse rinnovando il codice cinematografico, grazie alla rivoluzione del neorealismo. Anche la generazione successiva ai neorealisti, con i registi Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, e gli attori Sophia Loren, Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Alberto Sordi, ottenne importanti riconoscimenti in patria e all'estero.
Negli anni sessanta e settanta, contemporaneamente al Giallo all'italiana, un altro genere ottenne un grande successo, non solo a livello nazionale, ma anche e livello internazionale: il Western all'italiana, altrimenti detto spaghetti-western, film d'ambientazione western, non solo con attori italiani, ma anche americani non ancora conosciuti, come Clint Eastwood,[17] portato al successo dal regista Sergio Leone, il maggior rappresentante di questo genere cinematografico.[18]
Sul finire degli anni settanta, con l'avvento della televisione commerciale, si ebbe una crisi per il settore cinematografico che aumenterà nella prima metà degli anni ottanta e si protrarrà per oltre un decennio.
Negli anni successivi l'importanza del cinema italiano è stata per lo più legata a singoli film o singoli registi e attori, come Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores o Roberto Benigni, per arrivare, nel 2008, a Matteo Garrone con Gomorra.
Attualmente ad incassare maggiormente al botteghino sono i cosiddetti film di Natale o cinepanettoni,[19] caratterizzati da una comicità semplice e bonaria e spesso ambientati in luoghi esotici.
- ^ a b c Pevsner, Fleming, Honour
- ^ a b c De Fusco
- ^ Pevsner, p.107.
- ^ Biblioteca Malatestiana - Storia, su malatestiana.it. URL consultato il 23-03-2010.
- ^ Strada dei vini e dei sapori - Cesena, su stradavinisaporifc.it. URL consultato il 23-03-2010.
- ^ Sito della Biblioteca Malatestiana, su malatestiana.it. URL consultato il 25-3-2010.
- ^ Murray
- ^ Norberg-Schulz, p.13.
- ^ Middleton, Watkin, p. 292.
- ^ Fabio Isman, C'è anche l'Italia dell'arte venduta (PDF), su sitiunesco.it. URL consultato il 6-8-2009.
- ^ Petronio, pag.9.
- ^ a b c AA.VV, pag.312.
- ^ AA.VV, pag.314-315.
- ^ AA.VV, pag.315.
- ^ AA.VV, pag.681.
- ^ a b c AA.VV, pag.451.
- ^ La scheda di Clint Eastwood-La Repubblica, su trovacinema.repubblica.it. URL consultato il 6-04-2010.
- ^ La scheda di Sergio Leone-La Repubblica, su trovacinema.repubblica.it. URL consultato il 6-04-2010.
- ^ Cinema l'anno record 120 milioni di biglietti come nel 1986, in la Repubblica. URL consultato il 6-4-2010.