Critiche ai Testimoni di Geova
La dottrina dei Testimoni di Geova, nonché la sua organizzazione, ha dato origine a diverse controversie. Le critiche più aspre provengono soprattutto dagli ex aderenti alla congregazione che lamentano vere e proprie forme di settarismo.[1] In generale le critiche vertono su due aspetti fondamentali: una sorta di dolosa determinazione del Gruppo Direttivo americano a mantenere il potere attraverso interpretazioni "licenziose" della Bibbia e il "condizionamento mentale" cui si troverebbe sottoposto il Testimone di Geova.[2][3]
Il carattere settario
L'assimilazione dei Testimoni di Geova ad una setta è stata ed è tuttora oggetto di un dibattito basato su diverse discipline (storia, sociologia, teologia, diritto). In Francia, un documento parlamentare sulle sette (Rapporto Guyard prodotto nel 1995)[4] annovera tra esse anche i Testimoni di Geova. Quando il Parlamento europeo nel 1997 si è occupato del fenomeno settario in Europa, la relazione finale approvata, citava diverse volte i Testimoni di Geova. Lo stesso documento ricordava come in Grecia i Testimoni fossero l'"unica setta riconosciuta in quanto tale" nel paese.[5]
Di "settario" nei Testimoni di Geova i critici rilevano alcuni aspetti:
- il carattere di "separazione" (da cui deriva il termine setta, lingua latina: secare, dividere) che vivono gli aderenti rispetto al mondo esterno. Essi infatti non possono intraprendere profonde relazioni sociali con i non aderenti, se non nei limiti del vivere quotidiano, considerandosi comunque gli unici destinati alla vita eterna, mentre tutti gli altri sono chiamate "persone del mondo" considerati destinati alla distruzione. Inoltre essi devono attenersi alle indicazioni e alle norme che vengono dal Corpo Direttivo, che si riunisce presso la sede mondiale di New York (USA) e diffuse attraverso le loro pubblicazioni, in particolare Torre di Guardia e Svegliatevi!. Questi precetti, sono inoltre corredati da una capillare rete di controllo che ne garantisce il rispetto, anche quando essi non riguardano puramente questioni dottrinali, ma anche semplici condotte di vita, abitudini e gusti personali, come ad esempio la lunghezza di una gonna, il taglio di capelli o i tatuaggi. Anche il frequentare o meno l'università viene visto come elemento assolutamente secondario rispetto al seguire i precetti dottrinali.[1][6] Nei TdG è infatti esplicitato come l'essere Testimone di Geova non possa prescindere dall'appartenere all'Organizzazione e al sottostare ai precetti da questa diffusi sulla base della lettura della Bibbia, poiché non c'è salvezza fuori dall'Organizzazione. Non è sufficiente credere in Dio, nella Bibbia ed in Gesù Cristo, ma bisogna accettare tutte le dottrine [leggi, norme, interpretazioni] previste dall'Organizzazione.[7]
- il poco spazio per forme di dissenso. Il dissenso, che deve essere manifestato attraverso forme codificate, può portare alla dissociazione con conseguente distacco dalla congregazione.[8] Il dissenso è oggetto di biasimo sia che concerna questioni dottrinali sia che concerna l'organizzazione o l'estabilishment organizzativo, questo poiché fin dal battesimo (nella formula adottata nel 1985)[9] il battezzando dichiara pubblicamente di riconoscere l'Organizzazione diretta dallo spirito di cui Geova si serve, equivalendo ad un implicito riconoscimento "legale" dell'Organizzazione e del potere esercitabile sui membri della congregazione.[10] Inoltre è vietato ai Testimoni di Geova leggere pubblicazioni critiche verso le dottrine della Società.[11]
- la pratica della disassociazione che caratterizza coloro che non si conformano ai precetti dottrinali. La pena per chi non si attiene alle norme dottrinali è, in ultima analisi (se uno non si pente) la dissociazione dalla congregazione per cui non viene più salutato, né può avere alcun contatto sociale con gli altri aderenti (mentre con i familiari stretti non può avere associazione spirituale) venendo di fatto isolato dalla comunità (non bisogna avere alcun tipo di rapporto - neanche un saluto - con chi si è allontanato dalla Società[12]).[13] Come ogni precetto anche la dissociazone si ritiene derivi dal "volere di Dio". I critici, invece, sostengono che si tratti del tentativo di isolare dai Testimoni di Geova il dissociato al fine di impedire che altri possano valutare attentamente le motivazioni per cui il "disassociato" o il "dissociato" sono diventati tali ed evitare così possibili influenze.[14] La stessa Torre di Guardia nel 1988 scriveva: eliminate il vecchio lievito, affinché siate una nuova massa, secondo che siete liberi da fermento». (1 Corinti 5:7) Evitando anche coloro che si sono volontariamente dissociati, i cristiani sono protetti da possibili idee critiche, indifferenti o persino apostate. - Ebrei 12:15, 16.[15] I testimoni, dal canto loro, affermano che l'espulsione è un mezzo per salvaguardare la purezza dottrinale e morale dell'organizzazione. L'esercizio di questo potere è necessario per garantire l'esistenza stessa dell'organizzazione e che la disassociazione viene operata con amore e rispetto. Il provvedimento della disassociazione non compromette in alcun modo i diritti fondamentali della persona come la sua dignità e la sua privacy, inoltre la persona disassociata può presentare appello più volte.[16]
Questioni dottrinali
Diverse questioni dottrinali così come riportate dai Testimoni di Geova sono oggetto di dibattito e critica.
Rapporti con il Cristianesimo
I testimoni di Geova si definiscono cristiani, ma non sono riconosciuti come tali dalle Chiese Cristiane (cattolici, ortodossi, protestanti, chiese orientali) del mondo. I principali motivi sono il loro antitrinitarismo, accettano la natura divina di Gesù Cristo ma non rivolgono a lui l'adorazione in quanto, secondo la loro dottrina, spettante solo al Padre , la negazione della spiritualità e immortalità dell'anima e un'interpretazione ritenuta letterale e - secondo la chiesa cattolica - fondamentalista della sacra scrittura.[17] I Testimoni di Geova non fanno parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese (del quale non fanno parte anche numerosi gruppi cristiani fondamentalisti battisti o pentecostali antiecumenici, presenti soprattutto nel sud degli USA che però riconoscono sempre la divinità di Gesù Cristo).
Non vengono considerati cristiani neanche dalle Chiese evangeliche, le quali fanno notare che il culto dei testimoni di Geova, nonostante dichiari di basare le proprie dottrine esclusivamente sulla Bibbia, in realtà oltre alla propria traduzione della Bibbia (Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture), usa quasi sempre dei libri o delle pubblicazioni (scritti di Russell e scritti di Rutherfod in passato, pubblicazioni del Corpo Direttivo attualmente) per commentarla o interpretarla a cui attribuisce più importanza della Bibbia stessa. Inoltre ritengono che tale culto usi principalmente soltanto alcuni passi, versetti o libri della Bibbia, trascurandone altri ben più importanti o essenziali per la fede, oltre che il contesto generale.[18]
I testimoni di Geova, pur credendo in Gesù Cristo come Figlio di Dio e Messia del genere umano, non accettano la formula del Concilio di Nicea (325) che loro considerano asservito al potere politico di Costantino. Non credono quindi nella dottrina della Trinità, accettata dalla maggior parte delle chiese cristiane, anche se queste chiese non sono d'accordo nella interpretazione della Trinità. Nella loro traduzione della Bibbia si presentano alcune modifiche rispetto all'originale testo greco e alle altre traduzioni.[19][20] [21]
Secondo i critici, si riprendono le idee dell'arianesimo, senza però risolvere la questione posta da Agostino, ovvero: se Dio crea attraverso la Parola, come avrebbe "creato" la Parola? Per le Chiese Cristiane infatti Gesù Cristo è generato, non creato.
Per i testimoni comunque anche l'arianesimo non è una corretta dottrina, in quanto secondo loro "I testimoni di Geova non adorano né l'"immenso" e incomprensibile Dio dei trinitari né il "Dio sconosciuto" di Ario."[22] Secondo i Testimoni Cristo è la prima Creatura di Dio, attraverso il quale crea ogni altra cosa.
Nel particolare: i testimoni di Geova, come le chiese cristiane Cattolica, Ortodossa e Protestante affermano che il Padre, cioè Geova è la Causa Prima, auto-esistente, eterno e assolutamente libero e onnipotente. Ma dissentono da esse ritenendo che il fatto che il Figlio abbia preso parte all'opera creativa non fa di lui un Creatore come il Padre, ma sia piuttosto una creatura. Il potere di creare viene dal Padre tramite la sua "forza attiva" (il termine con cui dai testimoni viene definito lo Spirito Santo che pertanto non sarebbe neanche lui "Dio"). Essi ribadiscono dunque, in larga parte, le conclusioni a cui era arrivato Ario, fondatore dell'Arianesimo, dove, in linea con la filosofia greca, Gesù, derivando dal Padre, doveva essere necessariamente inferiore.
Vita dopo la morte
I testimoni di Geova, in comune con l'avventismo, come la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno (anch'essa non fa parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese) negano la dottrina dell'immortalità dell'anima: credono invece nella resurrezione dei morti durante il regno Millenario di Cristo.
Questo viene visto da cattolici, ortodossi ed evangelici in contrasto con le Sacre Scritture, ad esempio con il Vangelo secondo Luca[23] o con il settimo capitolo degli Atti degli Apostoli in cui Stefano chiede al Signore Gesù (da notare che nella preghiera non si rivolge al Padre, ma direttamente al Figlio) morendo, di accogliere il suo spirito.[24]
L'interpretazione dei testimoni di questa ed altre scritture si basa sul diverso significato delle parole "anima" e "spirito" nelle lingue bibliche originali: secondo i testimoni di Geova, infatti, l'anima è la persona in sè stessa e non sopravvive alla morte (l'anima è mortale); lo spirito non cessa di esistere alla morte, ma non si tratta di qualcosa che appartiene alla persona ma l'energia vitale che Dio gli ha concesso, e che torna a Lui.
Cambiamenti dottrinali adattati ai tempi
Uno dei fatti contestato maggiormente è che alcuni intendimenti considerati verità per lungo tempo sono stati in seguito abbandonati dall'organizzazione stessa e stati sostituiti da nuove pubblicazioni ed interpretazioni adatte al mutare dei tempi e della società.
Lo studioso tedesco Gunther Pape, nel suo libro Io ero Testimone di Geova,[25] dopo aver analizzato tutti i precedenti scritti dei presidenti, ha scritto: "Mi sconcertava il modo di agire dei dirigenti centrali, la pretesa che certe "verità", mutevoli, e quindi in sé contraddittorie, venissero da Dio. Scopersi calcoli sbagliati, interpretazioni bibliche arbitrarie, dottrine inattuali e completamente abbandonate. E io dovevo credere che era stato Geova stesso a rivelare il contenuto della Bibbia? Accertavo contraddizioni nella dottrina e nella spiegazione della Sacra Scrittura, e una disinvolta disponibilità a modificare la dottrina stessa, per adattarla alle esigenze di tempi e mentalità. I sedicenti ispirati, che scrivevano nella Torre di Guardia, si sbagliavano, si sbagliavano di continuo... Vecchie dottrine della Torre di Guardia, che ora vengono respinte come errori, una volta erano spacciate per verità. Ma la verità divina non può diventare errore. E allora, che razza di verità erano quelle di prima? E come si può ciarlare di un progressivo chiarificarsi della luce divina, così, per rimediare? Mi diedi quindi a confrontare gli insegnamenti del primo presidente, Russell, con quelli del secondo, Rutherford, e quelli del presidente in carica, Knorr, e dei suoi collaboratori. Ebbene, si contraddicevano, si sconfessavano a vicenda, rivendicando ciascuno la propria ispirazione. Davvero non sembrava esistesse traccia di guida soprannaturale, divina, nella società della Torre di Guardia. Ma Rutherford non aveva dichiarato che le sue dottrine erano "insegnamenti che dava il Signore, per annunciare al popolo che..."? E con quale diritto, allora, Knorr le aveva respinte? Come si possono rigettare "verità che ha dato il Signore"? Oppure, diciamo, il Signore non aveva dato niente. Più probabile. C'era qualcosa che non funzionava, comunque, nei princìpi basilari".[26]
Sull'attendibilità delle testimonianze della famiglia Pape sono stati espressi dubbi da Gerhard Besier, Professore di storia ecclesiastica all'Università di Heidelberg. Basier sostiene che il lavoro di Dieter Pape fu frutto di disinformazione studiato ad arte dalla Stasi (Servizi segreti della DDR) che produsse anche documenti ed atti poi classificati come falsi.[27]
Un esempio di mutamento dottrinale si ha nel festeggiamento del Natale. I TdG smisero di celebrare il Natale solo nel 1927 (Proclamatori, p. 200).[28]
I divieti e la visione del mondo
I testimoni sono tenuti ad osservare alcuni divieti sulla base dell'interpretazione che i vertici dell'organizzazione fanno della Bibbia. Non tutti i divieti sono espliciti. Alcuni afferiscono all'individuo all'interno della Chiesa, altri al rapporto tra l'individuo e Geova.
Tra i divieti (impliciti ed espliciti) si enumerano:
- accettare trasfusioni di sangue
- votare alle elezioni
- fumare
- festeggiare compleanni, il carnevale, il Natale (poiché avrebbero un'origine pagana e la Bibbia non dice che i primi cristiani praticassero tali feste o "riti". Inoltre, secondo i TdG, incoraggerebbero l'idolatria)[28]
- prestare il servizio militare (nel passato molti giovani finivano in carcere a causa del divieto. L'atteggiamento è stato successivamente diverso nei confronti del servizio civile, un tempo, anch'esso, rifiutato)
- parlare con disassociati
- frequentare funzioni di altre religioni
- salutare la bandiera
- possedere oggetti che ricordano credenze occulte
- assumere cariche politiche
- fare brindisi
Più in generale la vita terrena del Testimone di Geova appare condizionata dalla convinzione che il mondo attuale è destinato ad avere termine, quindi il rischio che si corre è quello di affidarsi al fatalismo (Geova penserà a sorvegliare i miei figli[29] o riflettere su smettere l'Università e fare qualcosa di meglio[30]). Gli interessi del "regno" prevalgono su ogni altro interesse, incluso famiglia e affetti che non si conformano alla dottrina dei Testimoni.
1914 e ultimi giorni
Le pubblicazioni dei testimoni hanno parlato spesso di "fine del mondo". Russell era convinto che il tempo della fine era iniziato nel 1799, che il ritorno invisibile di Gesù Cristo iniziava nel 1874 e che la fine del mondo sarebbe stata nel 1914. Dopo il chiaro fallimento di questa visione profetica, in base a nuovi calcoli biblici, la data fu posticipata all'anno successivo, il 1915, ma visto l'ulteriore errore fu cambiata con il 1918.
- "Nel 1914 ci sarà la fine della battaglia di Armaghedon", Torre di Guardia, 15 gennaio 1892, pag. 1355
Dopo la morte di Russell, avvenuta nel 1916, la data fu ulteriormente cambiata al 1925. Celebre è la frase di Rutherford Millions Now Living Will Never Die.[31][32] Nel suo libro del 1920 infatti Rutherford sosteneva, in base ad alcuni passi del libro biblico di Daniele, che sarebbero tornati sulla terra i patriarchi dell'antichità, ai quali fu addirittura intestata la faraonica villa fatta costruire da Rutherford e chiamata Beth Sarim, dall'ebraico Casa dei Principi, costruita al fine di ospitare i patriarchi, ma dove visse solamente il successore di Russell. [33]
- "Nel 1925 risorgeranno sulla Terra Abramo, Isacco ed altri profeti dell'antichità, è una inconfutabile certezza basata sulla Divina Parola", da Milioni ora viventi non moriranno mai, pagine 97-98
Fallita comunque anche la previsione del 1925 la nuova indicazione fu il 1975, anch'essa evidentemente errata.
- "Nell'autunno del 1975 scadono i seimila anni dalla creazione dell'uomo, ed inizierà il settimo millennio di pace mondiale", da Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio, pag. 30, 1967
Attualmente i testimoni evitano di dare indicazioni precise, ma hanno modificato i testi precedenti e credono che nel 1914 Gesù Cristo ha cominciato a regnare come re del celeste governo di Dio.
Contestazioni sulla fedeltà della traduzione della Bibbia
La traduzione della Bibbia fatta dai testimoni è stata criticata aspramente da moltissimi biblisti, grecisti e altri studiosi, in particolar modo da quelli di fama internazionale come il pastore Stedman e Hoekema, ma anche da biblisti interconfessionali. L'accusa principale è di aver volutamente manipolato e falsificato il testo sacro migliaia di volte, sia nel Primo ma soprattutto nel Secondo Testamento al fine di accordarlo con le proprie dottrine che negano fra l'altro la divinità di Gesù Cristo. È da notare che tutti quelli che accusano apertamente di falsisificazione la TNM sono schierati in antagonismo ai testimoni anche dal punto di vista religioso.
Ray Stedman, pastore presbiteriano,[34] nonché studioso e biblista accreditato nel mondo protestante, ha scritto: "Un accurato esame che va al di là dell'esteriore apparenza di erudizione dei traduttori, rivela un autentico miscuglio di fanatismo, ignoranza, pregiudizio e parzialità che viola ogni norma di critica biblica".
Anche Anthony Hoekema, biblista della chiesa riformata olandese, non sembra averne una buona opinione e ha scritto: "La loro Traduzione del Nuovo Mondo non è una versione obiettiva della Bibbia in Inglese moderno, ma una traduzione di parte in cui molti degli originali insegnamenti della WTS sono stati introdotti di contrabbando".
Il grecista battista del Seminario Teologico della Chiesa Battista J.R. Mantey, sì è espresso in questo modo: "Dopo aver studiato la loro erronea traduzione in centinaia di versetti del Nuovo testamento, si è chiarita in me la convinzione che quando la Scrittura era in disaccordo con i loro particolari insegnamenti, essi deliberatamente l'hanno tradotta in modo erroneo oppure hanno alterato il testo al punto tale che potrebbe sembrare che ci sia qualche apparente sostegno per le loro opinioni non scritturali (...). Ma ciò che è di gran lunga peggio, (...) si sono resi colpevoli di deliberato inganno: Ciò rende la loro traduzione detestabile".[35]
Altre contestazione si ha nel caso delle preghiere. Esso vengono rivolte solo a Geova nel nome di Cristo, sono spontanee e adeguate alla circostanza cercando di seguire il modello lasciato da Gesù durante la sua vita terrena (Giov. 14:6, 13, 14 Giovanni Giovanni 14,14[36]: TNM traduce "Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò." La traduzione alternativa è,comunque, riportata nella nota in calce del versetto. Molte altre bibbie traducono inserendo il "mi" tra voi e chiederete. Il "mi" è presente in quasi tutti i manoscritti più antichi ἐάν τι αἰτήσητέ με ἐν τῷ ὀνόματί μου ἐγὼ ποιήσω.,però manca in alcuni (quasi contemporanei - del V sec. o anche prima ) Gli unici tre codici sono: il Codice alessandrino (del V secolo), il Codice Beza (V secolo), o la Vetus latina (II secolo) non lo contengono. La King James Version, una delle bibbie più diffuse nel mondo inglese, la traduzione di Darby, la traduzione letterale di Young, la Webster's, la Versione di Luzzi, la Riveduta di Luzzi, La Diodati, la Nuova Diodati (1991) traducono allo stesso modo omettendo il "mi". Da notare che la pubblicazione "The Kingdom Interlinear Transaltion of the Greek Scriptures" (ripubblicazione del testo di Westcott e Hort) , sempre dei testimoni, riporta nel testo greco il mi ed anche (ovviamente) nella traduzione interlineare (dunque sotto il testo greco), salvo poi evitarlo nel testo ufficiale a destra del testo greco. Fonti: Traduzione del Nuovo mondo con riferimenti -rbi8-pag 1303 ; http://www.blueletterbible.org/Bible.cfm?b=Jhn&c=14&v=14&t=KJV#vrsn/14 - http://www.laparola.net/testo.php (testo comparato di Giovanni 14:14)
La questione del sangue
In base all'interpretazione che essi fanno (Le+17,11 Levitico 17:11, 12[37], Eb+9,11-14.22 Ebrei 9:11-14, 22[38] e Is+48,17 Isaia 48:17[39]) ignorare questa esigenza scritturale significa mancare di rispetto per il sacrificio di Gesù e quindi, accettare di proposito una trasfusione di sangue, anche per salvarsi la vita costituisce una grave violazione dottrinale. La decisione del Concilio in linea con i precetti ebraici (Lv 17, 10-14), che però, anche secondo l'Ebraismo ortodosso, si limitano al divieto di ingerire il sangue (da cui particolari tecniche di macellazione e di salatura), ma non a vietare le trasfusioni. Inoltre, sempre rispetto al confronto con la precettistica tradizionale ebraica, anche la più ortodossa, si può, anzi si è obbligati ad infrangere un precetto della Torah pur di salvare la vita, la propria o degli altri (Lev. 19:16).[40][41][42][43] Il corpo direttivo dei testimoni di Geova ha invece esteso il divieto di ingerire sangue anche alle trasfusioni ed in base all'interpretazione che essi fanno (Le+17,11 Levitico 17:11, 12[44], Eb+9,11-14.22 Ebrei 9:11-14, 22[45] e Is+48,17 Isaia 48:17[46]) ignorare questa esigenza scritturale significa mancare di rispetto per il sacrificio di Gesù e quindi, accettare di proposito una trasfusione di sangue, costituisce una grave violazione dottrinale e la necessità di salvare una vita umana non è considerata una ragione sufficiente a infrangere la regola posta dal corpo direttivo.
I testimoni di Geova, le malattie mentali, i suicidi
Jerry Bergman[47] ex testimone e medico all'università dell'Ohio, attivista dei movimenti anti-sette e noto per le sue posizioni fortemente critiche verso i TdG, ha pubblicato un saggio dove sostiene che fra i TdG ci sia un tasso di malattie mentali (schizofrenia, schizofrenia paranoica, depressione, nevrosi, fobie) molto più alto (dalle 3 alle 6 volte) del tasso riscontrato tra la popolazione in genere. Dal canto loro i TdG fanno notare che nonostante questo saggio venga spesso ripreso dai siti critici verso i Testimoni di Geova non risulta che tali dati siano stati mai pubblicati in alcuna rivista di medicina dotata di un sistema di peer-review.
Adriano Fontani (presidente del comitato nazionale dei fuorisciuti dei TdG) afferma che tali disturbi siano rinvenibili anche nei "purtroppo numerosi suicidi, tra cui il più eclatante risale al 2001: balzato agli onori della cronaca, infatti, è stato il terribile suicidio portato a termine allo Stadio Olimpico di Roma, durante l'assemblea internazionale estiva, avvenuto davanti a migliaia di persone".[48] Anche in questo caso però mancano statistiche certificate a comprovare tali affermazioni.
Immagini subliminali e interrogazione parlamentare
Alcuni parlamentari hanno posto una interrogazione parlamentare il 12 novembre 1998 dove si legge al punto 14 "nei testi delle suddette pubblicazioni [dei testimoni di Geova], a detta di «esperti», sarebbero contenuti messaggi subliminali, atti a favorire il plagio dei lettori".[49] La stessa WTS sembra essere consapevole di queste critiche che vengono rivolte a propri disegni quando afferma: «Persino le pubblicazioni della Watch Tower Society sono state l'oggetto di dicerie: uno dei disegnatori, per esempio, avrebbe inserito di nascosto figure demoniche nelle illustrazioni, sarebbe poi stato scoperto e disassociato!» (La Torre di Guardia del 1° novembre 1984, pag. 20).
Tuttavia gli stessi critici ritengono si tratti di semplici casi di Pareidolia.[50]
Testimoni e ONU
La posizione dei Testimoni di Geova nei confronti dell'ONU risulta da una duplice affermazione:
- dal punto di vista escatologico, l'ONU viene considerata "la bestia selvaggia di colore scarlatto" descritta in Apocalisse; [...] La ragione per cui i testimoni di Geova identificano la "bestia selvaggia di colore scarlatto" e "l'immagine della bestia selvaggia" descritte nel libro biblico di Apocalisse [...] sta nel fatto che l'ONU, pur proponendosi sani e condivisibili obiettivi - la pace nel mondo, il dialogo, la concordia tra le nazioni - pensa che potranno essere raggiunti dagli sforzi umani.[51]
- da altro punto di vista, non è vero che i principi perseguiti dall'ONU siano di per sé immorali;[51]
Nel 2001 destò clamore un articolo del The Guardian (articolo che raccoglieva le accuse di ex membri dei TdG)[52] che comunicava come da circa un decennio la Watchtower Society fosse una ONG riconosciuta dall'ONU. La sorpresa nasceva dalla circostanza che negli anni precedenti l'ONU fosse stata esplicitamente indicata dai Testimoni di Geova, come "la bestia selvaggia di colore scarlatto" citata nell'Apocalisse.[53]
Il forum del The Guardian fu in breve tempo preso d'assalto da lettori da cui emergeva come all'interno della congregazione probabilmente nessuno sapeva dell'affiliazione.[54]
Due giorni dopo l'uscita dell'articolo l'ufficio stampa inglese dei Testimoni di Geova comunicava che era stato richiesto il disconoscimento come ONG poiché nel 1991 una delle nostre corporazioni legali si registrò presso le Nazioni Unite come ONG (Organizzazione Non Governativa) al solo scopo di poter accedere alla loro vasta biblioteca. Ciò consentì ad uno dei nostri scrittori, che ricevette una tessera di identificazione, la facoltà di effettuare ricerche e di ottenere informazioni che sarebbero poi state utilizzate per la redazione di articoli riguardanti le Nazioni Unite, per la successiva pubblicazione nelle nostre riviste. A quel tempo non ci fu richiesto di apporre alcuna firma su nessun modulo. Anni dopo, all'insaputa del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova, le Nazioni Unite pubblicarono i "Criteri per l'associazione alle ONG", nei quali era detto che chi si fosse affiliato alle ONG doveva condividere gli obiettivi delle Nazioni Unite. Non appena ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo interrotto la nostra appartenenza alle ONG ed abbiamo restituito la tessera di accesso che ci era stata consegnata.[53]
Le motivazioni dell'uscita dall'ONU sono quindi state spiegate in relazione ai mutati criteri di affiliazioni di una ONG. In particolare, affermano i Testimoni di Geova, nel 2000, i criteri erano diventati inaccettabili (l'accento viene posto ad esempio sulla necessità di "firmare" i nuovi moduli per il riconoscimento).[51]
Di queste motivazioni sono state tuttavia messe in risalto le contraddizioni[54]:
- non è ammissibile che l'Onu, motu proprio, accetti l'adesione di una ONG senza alcuna sottoscrizione.
- l'accreditamento come ONG va rinnovato anno dopo anno. Nel caso quindi dei Testimoni di Geova ciò è avvenuto per altre 9 volte oltre la prima. Negli anni si sono susseguiti diversi documenti e comunicati stampa che esplicitavano che una ONG dovesse conformarsi a principi e sostenere lo statuto dell'ONU.
Note
- ^ a b Sul termine "setta"
- ^ L'opinione di Raymond Franz
- ^ La Storia di Giuseppe
- ^ (EN) Rapporto Guyard
- ^ Relazione sulle sette nell'Unione europea
- ^ discorso tenuto da Gerrit Lösch, membro del Corpo Direttivo, il 22 maggio 2005 a Monza durante un'assemblea distrettuale
- ^ La Torre di Guardia del 1/4/86 pag.30-31
- ^ Il dissenso fra i Testimoni di Geova
- ^ La Torre di Guardia del 1/10/85
- ^ I Comitati Giudiziari e la libertà di coscienza
- ^ La Torre di Guardia 15/3/86
- ^ La Torre di Guardia 1/1/82
- ^ Testimonianza di un ex Testimone di Geova
- ^ Perché tra i TdG esiste la disassociazione?
- ^ Torre di Guardia del 15-4-1988
- ^ La disassociazione su un sito non ufficiale dei TdG
- ^ L'impegno pastorale della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette, Nota pastorale del Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo della CEI
- ^ http://www.apocalypsesoon.org/I/i-7.html
- ^ Ad esempio
- Giovanni Giovanni 1,1 la TNM traduce "La parola era un dio" (con minuscola)
- Giovanni Giovanni 14,14: TNM traduce "Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò." omettendo "mi" presente nel testo greco ἐάν τι αἰτήσητέ με' ἐν τῷ ὀνόματί μου ἐγὼ ποιήσω. "Se voi mi chiederete qualche cosa..."), negando così la divinità di Cristo.
- ^ Inoltre è interessante notare che in Romani 10,13 ("Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato") viene riportata una citazione tratta dal libro di Gioele -il quale contiene il tetragramma ebraico JHWH- che viene applicata a Gesù. I testimoni di Geova hanno inserito "Geova" al posto di Kirios ("Signore") per avvalorare la tesi che la citazione sia riferita solamente al Padre. In realtà, basta leggere le righe precedenti e successive per rendersi conto che la citazione (e il Nome "Geova") viene applicato a Gesù Cristo.
- ^ Altra interessante questione è sollevata dalla traduzione del verbo greco προσκυνέω (proskynéo, adorare). Infatti, benché nel testo greco venga utilizzato in diversi casi riferito a Gesù (Mt. 2,2; Mt. 8,2, Mt. 28,9; Lc. 24,52.) essi traducono con rendere omaggio (diversamente dalla traduzione che operano quando si riferisce a Dio Padre, agli idoli e a Satana: in questi casi, sempre la loro traduzione rende proskynéo con adorare).
- ^ La Torre di Guardia 1/12/1982 pag.24
- ^ Vangelo secondo Luca Lu 23,43: Gesù gli disse: «Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso» (Nuova Riveduta). La TNM invece (come solamente anche The Simple English Version del traduttore Rotterdam) traduce: Ed egli disse a lui: "Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso [inteso durante il futuro regno Millenario]", nonostante nei Vangeli Gesù dica per altre 73 volte espressioni similari all'"In verità ti dico" senza mai specificare "oggi".
- ^ Atti degli Apostoli, 7:59
- ^ Queriniana, Brescia 1974, pp. 142.
- ^ Queriniana, Brescia 1974, pp. 36-37
- ^ [Cosa svelano i Pape sui testimoni di Geova http://spazioinwind.libero.it/ferrari71/pape2.html] e [Il caso Pape http://spazioinwind.libero.it/ferrari71/pape.html ]
- ^ a b i TDG e le feste
- ^ Testimonianza di un ex
- ^ discorso tenuto da Gerrit Lösch, membro del Corpo Direttivo, il 22 maggio 2005 a Monza durante un'assemblea distrettuale
- ^ http://www.strictlygenteel.co.uk/millions/millions.html
- ^ http://www.jwfacts.com/index_files/Page720.htm
- ^ http://www.testimonigeova.com/topsecret.htm
- ^ e' possibile ascoltare i suoi servoni in http://www.raystedman.org/bio.html
- ^ Cit. da A. Aveta, "Analisi di una setta", pagg. 30, 31
- ^ Gv 14,14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Le+17,11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Eb+9,11-14.22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Is+48,17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ È il pikuach nefesh (פיקוח נפש), ovvero l'obbligo di violare un comandamento per salvare una vita.
- ^ Talmud, Yoma 84b
- ^ Maimonide, Mishneh Torah 2:3
- ^ Rav Shlomo Gantzfried, Kitzur Shulchan Aruch, 92, 1. 10; 192,4
- ^ Le+17,11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Eb+9,11-14.22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Is+48,17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Jerry Bergman in Jehovah's Witnesses and Mental Illness
- ^ Il libro nero delle sette in Italia, Caterina Boschetti, pag. 299, del 2007
- ^ http://www.tdgonline.net/indice/articoli/interrogazione.htm
- ^ Strani disegni nelle pubblicazioni della Watch Tower
- ^ a b c Testimoni di Geova e Onu
- ^ (EN) The Guardian - articolo
- ^ a b Onu e Testimoni di Geova - pagina 1 (sito critico)
- ^ a b Onu e Testimoni di Geova - pagina 2 (sito critico)
Errore nelle note: Il tag <ref>
definito in <references>
non ha un attributo nome.
Voci correlate
- Testimoni di Geova
- I Testimoni di Geova e l'olocausto
- Omosessualità e Testimoni di Geova
- Tetragramma biblico
- Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture la versione della Bibbia dei Testimoni di Geova.
Bibliografia
- Franz V. Raymond, Crisi di coscienza. Fedeltà a Dio o alla propria religione? Parole franche di un testimone di Geova, EDB, 2005 (l'autore era membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova e spiega i motivi che lo hanno portato ad una "crisi di coscienza" e all'abbandono dell'organizzazione)
- Sergio Pollina, I nostri "amici" Testimoni di Geova, Edizioni San Paolo, 1996
- Bernard Blandre, La storia dei Testimoni di Geova, Edizioni San Paolo, 1989
- Chiara Bini e Patrizia Santovecchi (a cura di), Figli di un dio Tiranno - Dieci storie di fuoriusciti da gruppi religiosi, Avverbi [ISBN: 9788887328370]
- Battista Cadei e Patrizia Santovecchi,Da Testimone di Geova a...? Un aiuto per chi vuole uscire, EDB, Bologna 2002
- Steven Hassan, Mentalmente liberi. Come uscire da una setta, Avverbi, Roma 1999
- Segretariato per l'ecumenismo e il dialogo della CEI. L'impegno pastorale della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette, Nota pastorale - sezione su "Testimoni di Geova e New Age"