Montecarotto
Template:S comuni Template:Comune Montecarotto (Montigarò in dialetto locale) è un comune italiano di Template:DemoISTAT della provincia di Ancona nelle Marche.
Geografia fisica
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Storia
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Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili
- Palazzo comunale
- Mura castellane
- Museo civico e della mail art
- Palazzo Baldoni
- Torrione dell'orologio
- Teatro comunale
Architetture religiose
Chiesa collegiata della Santissima Annunziata
L'antica chiesa plebana di Montecarotto dedicata alla Madonna fin dal XIII secolo, un tempo fuori dalle mura castellane, venne ricostruita una prima volta nel '400 dentro il pomerio,nel punto più alto del colle ove un tempo si elevava la rocca.Nel 1490 il Vescovo Tommaso Ghislieri consacra la nuova chiesa probabilmente in sostituzione della precedente del XIII - XIV scolo.Nella seconda meta del '700 la vecchia chiesa plebana viene demolita per il grave e fatiscente stato di consevazione e si preferisce la totale ricostruzione ad un intervento di restauro della chiesa vecchia di trecento anni.Il progetto viene affidato vista la sua complessità, al domenicano padre Pietro Belli , che nel 1779 inizia i lavori che proseguono fino al 1803 anno della consacrazione da parte del Vescovo di macerata San Vincenzo Maria Strambi, sebbene la chiesa fosse già officiata da diversi anni.La facciata invece viene ultimata nel 1807.La chiesa, costruita in laterizio è a croce latina ad una sola navata in stile neoclassico con influssi barocchi misura in lunghezza m.32,5; m.29.25 nel transetto, m.10 in larghezza nel corpo della chiesa, m.16,2 in altezza. All'interno nel presbiterio sopra il coro ligneo realizzato in noce e intagliato opera di Marcantonio Polidori di san lorenzo in campo si leva la tela dell' Annunciazione della vergine del sec. XVII di autore ignoto. Il catino dell'abside è stato affrescato nel 1950 per iniziativa del parroco di allora, dal pittore Bergagna della scuola Beato Angelico di milano con l'immagine dominanante del Cristo Pancreator. L'altare maggiore di scagliola opera di Michele Rusconi di lugano conserva il vecchio palliotto di marmi policromi di stile cosmatesco. A sinistra dell'altare maggiore,nel braccio del transetto, si trova l'altare della Madonna dell'antica confraternita del Gonfalone,realizzato in scagliola in stile barocco su disegno di Arcangelo Vici,mentre nella parte opposta si colloca l'altare del sacramento,anche esso in scagliola e di stile barocco opera di Giuseppe Scala di milano.La pala d'altare rappresenta L'ultima Cena ed è opera di inizio 600 di Giambattista di Rocca Contrada. Lungo la navata si trovano quattro altari posti all'interno delle consuete nicchie ,realizzate entro lo spessore del muro.Attigua alla chiesa nel 1792 è stata edificata la canonica su disegno di Isidoro Capponi.
Opere d'arte presenti al suo interno:
- Madonna con Bambino e i S.S. Michele Arcangelo, Lorenzo e Giovanni Battista , datata 1587 di Ercole Ramazzani (XVI secolo)
- Madonna con Bambino e i S.S. Francesco , Giuseppe e Agostino , datata 1588 originariamente conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Montecarotto, di Ercole Ramazzani (XVI secolo)
- La Madonna delle Grazie, datata 1561 restaurata nel 2001 di Antonuccio da jesi della famiglia degli Aquilini (1580-1647) originariamente conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Montecarotto.
- Immacolata Concezione, datata 1627 di Antonino Sarti (1580-1647) è ora conservata nel Museo diocesano di jesi .
- Madonna del Carmelo, datata 1678 originariamente conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Montecarotto, di Giacomo Pincellotti.
- Statua lignea del Cristo Risorto datata 1781 di Corrado Teutonico (XVII secolo).
- Statua lignea dorata raffiguranta San Floriano datata 1695.
- Statua lignea dorata raffiguranta la Madonna della Vittoria arte barocca del sec.XVII.
- Annunciazione (tavola del XVI secolo).
- Organo di Saverio Vici e Sebastiano Vici risalente al 1776.
- Cripta.
Chiesa comunale di San Francesco
Sorge poco fuori dalla cerchia delle mura,su di una collina il cui sguardo abbraccia le campagne di Montecarotto e faceva parte di un convento francescano sopresso nel 1867. Della costruzione della chiesa e del convento si parla per la prima volta in un documento del Consiglio generale di Montecarotto del 1612. Si decise in quell'occasione anche di affidarlo ai minori osservanti francescani poiché tali frati erano conosciuti in quanto residenti nel vicino convento di San Martino di Arcevia. I lavori di costruzione procedettero velocemente al punto che nell'agosto del 1616 una parte della nuova chiesa, le celle e altre stutture necessarie alla vita de lla comunità religiosa erano terminate. Ciò permise di officiare la chiesa e il responsabile della comunità venne insignito del titolo di Guardiano. I lavori del convento continuarono dal 1630 al 1695. La chiesa attigua, completata nel 1660, ma officiata già nell'agosto del 1616, è a una sola navata, con sette altari e la sagrestia, è impreziosita da stucchi,quadri,pregevoli arredi d'epoca, statue, da un artistico coro e da un organo del Nachini. Il convento durante il periodo napoleonico fu soppresso e indemaniato per la prima volta; passata la ventata napoleonica, i frati vi poterono far rientro nel 1816 per esserne poi definitivamente allontanati nel 1867 dal governo italiano. Opere d'arte presenti :
- Natività, del XVII secolo, di Antonio Massi di Jesi.
- Quattro paliotti degli altari in scagliola risalenti al 1708.
- Quattro Confessionali in noce dei primi dell'ottocento, intagliati e decorati da colonne tortili.
- Organo di Pietro Nachini numerato come opera n° 56 e risalente al 1740.L'organo è stato oggetto di un restauro nel 1996/7 da parte della ditta F.lli Ruffatti che ne ha consentito il suo ritorno al funzionamento musicale.
- Monumento ai caduti della prima guerra mondiale di Montecarotto. - È stato realizzato dallo scultore veneziano Vito Pardo autore anche del monumento nazionale delle Marche a Castelfidardo eretto in onore della battaglia di Castelfidardo e del Generale Enrico Cialdini.Fù commissionato al Pardo durante la podesteria di Carlo Mariotti (1928-1933). La chiesa nelle intenzioni del Pardo si sarebbe dovuta intitolare Chiesa di San Francesco alla Vittoria ma conservò la titolazione originaria a San Francesco. La particolarità ed originalità del monumento di montecarotto è di essere costituito da strutture e volumi di materiali diversi uniti dalla facciata della chiesa.La parte realizzata in materiale lapideo è costituita da statue alate sorrette da mensole e lapidi poste a metà altezza della facciata a destra e a sinistra, dal portale d'ingresso, che è contornato da colonnine e mensole decorate con fregi militari e motivi floreali e da una lunetta scolpita a bassorilievo.La statua di sinistra regge uno scudo con lo stemma comunale,la mensola sottostante reca un viso di donna e la lapide contiene la scritta latina 'vivunt'.La figura di destra ha la testa cinta di una corona e sorregge una croce,la mensola reca un teschio, mentre la lapide contiene la scritta latina 'monent'.La lunetta posta sopra l’architrave del portale raffigura un santo in abito monastico (forse San Francesco) con le braccia aperte verso due Soldati inginocchiati, rappresentati con le divise dell’epoca della grande guerra, posti ai lati,quello a sinistra sorregge una bandiera, quello a destra il fucile.Parte integrante del monumento è anche il portone monumentale della chiesa,disegnato dal Pardo e di cui si conserva il disegno originale presso il palazzo comunale, costituito da trentadue formelle lignee che rappresentano gli stemmi delle Armi del Regio Esercito italiano intagliate su legno di rovere dallo stesso autore e da una croce latina costituita da quattordici tondi che divide in quattro grandi specchiature le formelle del portone.Una ricerca di araldica militare ha permesso di interpretare gli stemmi presenti sul portone poiché molte delle armi presenti nel 1915-1918 nel Regio Esercito ora non esistono più come Armi del moderno Esercito Italiano.Il monumento montecarottese ha avuto però una storia travagliata. Le statue sopra le colonne e i tondi del portone con scritti i nomi dei caduti con lettere fuse in bronzo non vennero completati forse per l’avvenuta morte dell’autore e il portone stesso rimase in deposito nella falegnameria Spartaco Santelli di montecarotto ,che realizzò l’assemblaggio del portone, fino al 1946-1947 a causa delle vicende belliche della seconda guerra mondiale.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie o di San Filippo
L'origine della sua costruzione è dovuta alla pestilenza scoppiata a jesi e nel contado nel 1456.Allora La popolazione di jesi invocò la Vergine presso un edicola posta fuori la città e costrui una cappella che venne intitolata alla Madonna della Misericordia ,poi Madonna delle Grazie.In tutto il contado in quel periodo e per la stessa causa fuori dal pomerio e vicino alla porta principale venne eretta una chiesa a lei intitolata. Anche a montecarotto venne edificata una chiesa e l'antico nome era quello di Santa Maria delle Grazie. Venne edificata dalla confraternita di Santa Maria e la sua fondazione risale agli inzi del 1500. Alla stessa confraternita ne era affidata la gestione e la custodia.All'interno era originariamente conservata la tela che la comunità montecarottese nel 1561 commisssionò ad Antonuccio da jesi della famiglia degli Aquilini figlio di Andrea da jesi rappresentante La Madonna delle Grazie che con il suo manto protegge il popolo di Dio. Nel 1653 la chiesa venne affidata ai sacerdoti della congregazione oratoriana che la intitolarono a San Filippo Neri.La chiesa venne poi ricostruita nelle forme attuali con pianta circolare e tre altari all'inizio del secolo XVIII probabilmente intorno al 1710.Promotrici della nuova edificazione della chiesa e dell'annesso monastero femminile furono le suore carmelitane che già dal 1670 su sollecitazione e con l'aiuto prima del Cardinale Cybo e poi del suo discepolo Cardinale Pier Matteo Petrucci erano presenti in una casa vicina alla vecchia chiesa. La chiesa era ornata dal quadro dell'Aquilini e con la tela che raffigura La Madonna del Carmelo del 1678 di Giacomo Pincellotti ,inoltre le suore fecero dipingere quattro medaglioni sotto la volta della cupola della chiesa raffiguranti storie di Santa Teresa,Sant'Elia e di San Giovanni della Croce. Opere d'arte presenti al suo interno:
- Organo di Sebastiano Vici risalente al 1830.
Chiesa del Crocifisso
Chiesa di costruzione Settecentesca con all'interno un pregevole crocefisso opera del Bornoni (sec.XVII).
Chiesa di Santa Maria del Popolo
Chiesa di costruzione Settecentesca ad unica navata con all'interno una pregevole e antica statua lignea della Madonna (sec.XVII -XVIII) molto venerata dalla popolazione.Nei secoli scorsi per tradizione il cappellano della chiesa veniva eletto mediante estrazione ogni anno tra i parroci della parrocchia .
Chiese Rurali
Chiesa di San Lorenzo
La Chiesa di San Lorenzo di montecarotto,detta anche del bagnolo,poichè situata nell'omonima contrada prima del 1300 dipendeva dall'antica pieve di scortalepore, ora scomparsa ,della Diocesi di Senigallia. Passò poi alla pieve di montecarotto e quindi alla Diocesi di Jesi.Nella seconda metà del XIII secolo era sede di un priorato benedettino,prima dipendente dall'Abazia di Santa Croce di sassoferrato poi indipendente. Come chiesa monastica deteneva beni di una certa rilevanza poichè pagava decime superiori alla chiesa parrocchiale : le risultano assegnati ettari 16,09 di proprietà terriera.A causa di questa ricchezza ne fù a lungo contesa la giurisdizione tra i vescovi di senigallia e di jesi.La chiesa è stata ricostruita poi successivamente e una lapide del 1742 sulla facciata ne ricorda la proprietà da parte del seminario di senigallia.La chiesa si trova ora in restauro.
Chiesa di San Pietro
Della Chiesa di San Pietro si hanno le prime notizie nella prima metà del 400.Sorgeva nel fondo omonimo molto vicina alla chiesa tuttora esistente vicino al trivio montecarotto,moie,ostra.L'attuale costruzione è dei primi dell'ottocento ,di dimensioni contenute ed a pianta rettangolare, ha una sola navata e la copertura è sostenuta da un unica capriata in legno.Sulla facciata sul culmine del tetto a capanna è posto un piccolo campanile a vela.All'interno In una nicchia alle spalle dell'altare si conserva una statua lignea di San Pietro.
Chiesa di Santa Maria della Neve
- Edicole votive: numerose sono le edicole dedicate ai santi protettori di contrade che nei secoli sono state costruite a testimonianza della devozione popolare.
Personalità legate a Montecarotto
Sagre e manifestazioni
- Annualmente, ad inizio estate, si tiene la manifestazione "Verdicchio in festa", dedicata al prodotto tipico locale per eccellenza il vino "Verdicchio dei Castelli di Jesi".
- La Pasquella - Antico canto di questua.
Festa caratteristica per la sua antica origine contadina, contraddistinta dai canti rituali di questua che si ripetono ogni anno nel giorno dell'Epifania in tutto il territorio montecarottese. Riprende la consuetudine per cui il canto di Pasquella viene portato da squadre di cantori casa per casa come augurio di salute, di benessere e di abbondanza, in cambio di piccole offerte di denaro, cibo e vino. Durante la festa ai visitatori vengono offerte castagne arrosto e vin brulè.
- Festa del patrono San Placido e Fiera.
È una festa religiosa che si svolge nell'ultima domenica di settembre o nella prima domenica di ottobre. In quest'occasione si organizza lungo le vie cittadine un'importante fiera-mercato.
- Artigiani e mestieranti all'opera.
Si tiene nel mese di marzo ed è un'esibizione di artigiani per le vie e le vecchie botteghe del centro storico di Montecarotto per vedere da vicino i mestieri di un tempo.Si potranno ammirare: il vasaio; il cartaio; il bottaio; il calzolaio; Il rilegatore; il maniscalco; il vetraio; il ceramista; il ramaio; l'artigiano del cuoio e del legno; il cestaio; il fabbro; l'artigiano del ferro; il costruttore di fisamorniche; il decoratore del legno; l'intarsiatore; i mestieri contadini e tanti altri ancora. L'iniziativa si svolge per tutto l'arco della giornata.
Prodotti tipici e cucina
Specialità gastronomiche locali sono inoltre: tagliatelle casalinghe tirate con il rasagnolo, coniglio in porchetta, l'oca arrosto su forno a legna, maialino in porchetta, lonzino di fico. In qualche famiglia, nei giorni festivi è ancora possibile assaggiare il caratteristico tortone (dolce a base di farina di mais e farina di grano, uva passera, mele, olio di oliva e sapa) inoltre una particolare leccornia dolce (spumette a base di chiara d'uovo, mandorle e zucchero).
Montecarotto fa parte delle seguenti associazioni:
Il vino è sempre stato uno dei prodotti tipici di Montecarotto, a partire dal famoso Verdicchio, vitigno che, in tutto il mondo, cresce solamente nella valle dell'Esino.
- Verdicchio dei Castelli di Jesi: il territorio di Montecarotto appartiene all'area di produzione del vino DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi.
- Esino bianco e Esino rosso: queste due DOC, sono riconosciute in tutta la provincia di Ancona e nei territori del Verdicchio di Matelica. L'esino bianco è composto da uve verdiccho almeno al 50% e il rosso da uve sangiovese e montepulciano almeno al 60%.
- Vino di visciole: presso qualche privato con po' di fortuna si può trovare ancora una rarità: il vino visciolato (mistura di vino, succo di visciole e spezie).
Amministrazione
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- Statuto comunale: http://statuti.interno.it
- Montecarotto, insieme ai comuni di Castelbellino, Castelplanio, Maiolati Spontini, Monte Roberto, Poggio San Marcello, San Paolo di Jesi, aderisce all'Unione dei comuni della "Media Vallesina": Scarica lo statuto
Sport
Numerose sono le associazioni sportive operanti sul territorio di Montecarotto:
- U.S.D. Monserra Calcio
- U.S.D. Monserra Volley
- U.S.D. Monserra Pattinaggio
- C.T.M. Circolo Tennis Montecarotto
Proverbi
- Montegarotto antigo, ce stai cent'anni nun te fai 'n amigo, se te lo farai te ne pentirai!
- A Montecarotto non c'è un conforto o piove o c'è la nebbia o sona il morto.
Note
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
Bibliografia
- C. Urieli. Montecarotto attaverso i secoli. Montecarotto, Cassa di Risparmio di Jesi, 1988.
- P. Peretti. Organari di Montecarotto dal XVI al XIX secolo. Montecarotto, Cassa di Risparmio di Jesi, 2008.
Voci correlate
Altri progetti
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