Utente:Dega180/Sandbox
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In matematica, la regola di Ruffini permette di dividere velocemente un qualunque polinomio per un binomio di primo grado della forma x − a. È stata descritta da Paolo Ruffini nel 1809. La regola di Ruffini è un caso speciale della divisione polinomiale quando il divisore è un fattore lineare. La regola di Ruffini è anche nota come divisione sintetica.
L'algoritmo
La regola di Ruffini stabilisce un metodo per dividere il polinomio
per il binomio
per ottenere il polinomio quoziente
e un resto R che è zero o un termine costante, visto che deve essere di grado minore rispetto al polinomio divisore.
L'algoritmo non è altro che la divisione polinomiale di P(x) per A(x) scritto in un'altra forma più economica.
Per dividere P(x) per A(x), infatti:
- Si prendano i coefficienti di P(x) e li si scrivano in ordine. Si scriva quindi r in basso a sinistra, proprio sopra la riga:
- Si copi il coefficiente di sinistra (an) in basso, subito sotto la riga:
- Si moltiplichi il numero più a destra di quelli sotto la riga per r, e lo si scriva sopra la riga, spostato di un posto a destra:
- Si sommi questo valore con quello sopra di lui nella stessa colonna:
- Si ripetano i passi 3 e 4 fino al termine dei coefficienti
I valori scritti nell'ultima riga sono i coefficienti del polinomio risultante Q(x), il cui grado sarà inferiore di uno a quello di P(x). Il numero a0+b0 · r è il resto.
Un esempio numerico viene fornito più sotto.
Usi della regola
La regola di Ruffini ha molte applicazioni pratiche; molte di esse si basano sulla divisione semplice (come mostrato sotto) o sulle estensioni usuali che seguono.
Divisione polinomiale per x − r
Ecco un esempio di divisione polinomiale, con tutti i passaggi evidenziati.
Siano
Vogliamo dividere P(x) per A(x) usando la regola di Ruffini. Il primo problema è che A(x) non è della forma x − r, ma piuttosto x + r. Questo è facile da risolvere: basta riscrivere A(x) come
Applichiamo ora l'algoritmo.
- Scriviamo i coefficienti di P(x) e r:
- Copiamo il primo coefficiente sotto:
- Moltiplichiamo il numero più a destra sotto la riga per r:
- Sommiamo i valori della seconda colonna dopo la riga verticale:
- Ripetiamo i passi 3 e 4 fino alla fine:
Insomma, abbiamo che
- , dove
- e .
Divisione polinomiale per ax − k
Applicando una facile trasformazione, la regola di Ruffini si può generalizzare anche per le divisioni di un polinomio per un binomio qualsiasi di primo grado . Infatti, considerando la relazione fondamentale
dividendo tutto per a (sicuramente diverso da 0) otteniamo
Detti e otteniamo
Dunque il quoziente richiesto è anche il quoziente della divisione di per , che si può fare con la regola appena esposta. Per trovare il resto richiesto basterà moltiplicare il resto ottenuto per .
Trovare le radici di un polinomio
Il teorema delle radici razionali afferma che se un polinomio f(x)=anxn+an-1xn-1+...+a1x+a0 ha coefficienti interi, le sue radici razionali sono sempre della forma p/q, dove p e q sono interi coprimi, p è un divisore (non necessariamente positivo) di a0 e q un divisore di an. Se il nostro polinomio è quindi
- ,
le radici razionali possibili appartengono all'insieme dei divisori interi di a0 (−2):
Questo è un esempio semplice, perché il polinomio è monico (cioè, an=1); per i polinomi non monici, l'insieme delle possibili radici comprenderà alcune frazioni, ma solo in numero finito, dato che an e a0 hanno ciascuno un numero finito di divisori interi. In ogni caso per i polinomi monici ogni radice razionale è un intero, e quindi ogni radice intera dev'essere un divisore del termine costante. Si può dimostrare che questo resta vero anche per i polinomi non monici: insomma, per trovare le radici intere di un polinomio a coefficienti interi, basta verificare i divisori del termine costante. Infatti, ogni polinomio non monico può essere ricondotto al caso monico, semplicemente dividendo i coefficienti per an.
Provando pertanto a porre r pari a ciascuna delle radici possibili, si può provare a dividere il polinomio per (x-r). Se il polinomio quoziente risultante non ha resto, abbiamo trovato una radice.
Si può scegliere uno dei due metodi seguenti: essi danno gli stessi risultati, con l'eccezione che solo il secondo permette di trovare se una radice è ripetuta. (Ricordate che nessuno dei due metodi permette di scoprire radici irrazionali o complesse).
Primo metodo
Cerchiamo di dividere P(x) per il binomio (x − ciascuna possibile radice). Se il resto è 0, il numero utilizzato è una radice (e viceversa):
, sono radici, mentre e non lo sono.
Secondo metodo
Iniziamo come nel primo metodo fino a che troviamo una radice. A questo punto, invece che ripartire con le altre radici possibili, si continua a provare, partendo dal polinomio quoziente ottenuto, riusando la radice appena trovata, per vedere se ci sono radici multiple:
| +1 -4 +5 -2 | +1 -4 +5 -2 | | +1 | +1 -3 +2 +2 | +2 -4 +2 ----|--------------------------- ----|--------------------------- | +1 -3 +2 | 0 | +1 -2 +1 | 0 | | | | +1 | +1 -2 | +2 | +2 +0 | ----|---------------------| --------------------------| | +1 -2 0 | +1 0 +1
è una radice multipla, mentre è una radice semplice.
Fattorizzazione polinomiale
Dopo avere usato il metodo "p/q" mostrato sopra (o un qualunque altro modo) per trovare tutte le radici razionali reali di un certo polinomio, è semplice sfruttarle per fattorizzare parzialmente il polinomio stesso: a ogni fattore lineare (x - r) che divide un polinomio dato corrisponde una radice r, e viceversa.
Quindi, se abbiamo il polinomio:
- ;
e abbiamo trovato come sue radici:
- ;
consideriamo il prodotto:
- .
Per il Teorema fondamentale dell'algebra, Q(x) sarebbe uguale a P(x) se tutte le radici di P(x) fossero razionali. Ma è assai probabile che Q(x) non sia uguale a P(x), dato che P(x) potrebbe avere anche radici irrazionali o complesse. Consideriamo allora il polinomio quoziente
- .
Se S(x) = 1, allora Q(x) = P(x). Altrimenti, S(x) sarà un polinomio, per la precisione un altro fattore di P(x) che non ha radici razionali in . Dunque
è una fattorizzazione completa di P(x) su se S(x) = 1, altrimenti sarà una fattorizzazione completa su , ma ci saranno altri fattori su o su .
Primo esempio: nessun resto
Sia
Con i metodi descritti sopra, troviamo che le radici razionali di P(x) sono:
Pertanto, il prodotto di (x − ciascuna radice) è
P(x)/Q(x) dà
E così il polinomio fattorizzato è P(x) = Q(x) * 1 = Q(x):
Secondo esempio: con resto
Sia
Con i metodi descritti sopra, troviamo che le radici razionali di P(x) sono:
Pertanto, il prodotto di (x − ciascuna radice) è
P(x)/Q(x) dà
Dato che , il polinomio fattorizzato sui razionali è P(x) = Q(x) * S(x):