Utente:Francis Lampis/Abbozzo Famiglia Castelli
I Castelli sono tra le più antiche famiglie nobili del mondo sulla base di documenti certi ed attendibili risalenti all'VIII secolo. Capostipite in Italia fu Remigio Castelli, figlio di Etano, che ottenne il Principato di Terni e di Narni nella seconda metà dell' VIII secolo. La casata ha tuttavia origini molto più antiche (sebbene non sempre provate con documenti certi) risalenti al V secolo a.C.
Origini della Famiglia
Secondo quanto riportato nell'opera di Antonio Chiusoli le origini della famiglia risalgono ad Antenore, re dei Cimmeri,di stirpe troiana, a sua volta antenato di un altro Antenore, re dei Sicambri, che regnò intorno al 400 a.C.; questi fu antenato di Faramondo, re dei Franchi Sali[1]. Marcomiro, fratello di Faramondo, ed i suoi discendenti governarono i Franchi Orientali fino ad Etano, i cui titoli ed onori furono trasferiti ai Vescovi di Erbipoli alla sua morte[1]. Remigio, figlio di Etano (discendenza confermata da un diploma di Alfonso V d'Aragona datato 7 giugno 1454 conservato nell'archivio di Stato di Napoli), privato dei suoi titoli, emigrò in Italia, dove diede inizio alla famiglia Castelli[2][3][4][5][6][7].
Ramo di Terni
Remigio ebbe Taciperticone, Spentone, Averolfo e Magniperto[2]. Mentre i rami cadetti si estinsero nel giro di quattro generazioni, la linea primogenita continuò la storia della casata: Remigio ebbe Ramone, che generò Ilderico, che ebbe Lupone[2].
Lupone ebbe Rainero, Attone, Arnolfo ed Iseltrude[2]. Con lui inizia una prima seria divisione della famiglia in tre rami[2].
Ramo di Sardegna
I Castelli giunsero in Sardegna sul finire del XVIII secolo, con Domenico Castelli, nobile originario della città di Lucca[8][9][10]. Domenico risulta sposato con la nobildonna lucchese Anna Catalina Lenzi, dalla quale ebbe due figli: Luigi ed Antonio[8]. Ricoprì l'incarico di Comandante della Piazza e del Porto di Alghero, per poi trasferirsi a Cagliari[8][9][10].
Antonio Castelli fu Giudice della Reale Udienza di Cagliari, con il titolo di Vice-Uditore Generale di Guerra[8][11]. Sposò Luisa Sanna Mallus. La sua discendenza finì subito, in quanto l'unico figlio maschio soppravvissuto al padre era un religioso. I figli che gli soppravvissero furono: Raimondo Castelli, teologo e Preside del Seminario di Cagliari, e Marianna, andata in sposa ad un nobile non ancora bene identificato appartenente alla nobile famiglia Pes[8]. Antonio si spense a Cagliari il 7 dicembre 1787[9][10].
Luigi Castelli fu un Giureconsulto, consultore del Ducato di Mandas[11], Giudice della Reale Udienza di Cagliari, con il titolo di Uditore Generale di Guerra, Senatore del Parlamento Sardo-Piemontese; ottenne il 5 novembre 1804 il titolo di Cavaliere Nobile Don[8] e, a riconoscimento della passata nobiltà, gli fu permesso di mettere nello stemma la corona comitale, dignità riservata ai conti[8]. Il motto adottato da Luigi in questa circostanza fu "Potius mori quam inquinari", ossia "Meglio morire che essere disonorati"[8][9][10]. Luigi sposò Teresa Amici de Villar, dalla quale ebbe un solo figlio, morto neonato. Sposò in seconde nozze Luisa Murroni, dalla quale ebbe dieci figli, di cui però solo quattro soppravvissero al padre. Si spense a Cagliari il 25 settembre 1815.
Raffaele Castelli (24 ottobre 1774 - 20 aprile 1823), primogenito di Luigi, fu colonnello dei Dragoni Reali ed in seguito Comandante della Piazza di Iglesias[8]. Raffaele sposò Giuseppa Diana[8], dalla quale ebbe dodici figli, di cui solo quattro gli soppravvissero. Morta Giuseppa si risposò in tarda età con la diciottenne Antioca Rodriguez, dalla quale ebbe dieci figli, di cui solo cinque gli soppravvissero[9][10].
Dei figli cadetti di Raffaele ricordiamo: Tommaso Castelli (20 settembre1811 - 4 agosto 1848), terzogenito, morto nella difesa di Milano; Pietro Castelli (n. 1 ottobre 1841) partecipò alla scontro noto come il Quadrato di Villafranca, ricevendo la medaglia d'argento al valor militare; Gaetano Castelli (11 aprile 1840 - 16 dicembre 1917 ottenne invece la medaglia di bronzo al valor militare durante l'assedio di Gaeta[8]. Giuseppe Castelli fu il comandante militare di Alghero e Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro [12]. Flavio, Luigi e Michele furono alti ufficiali e valenti patrioti nelle guerre d'indipendenza[8][9][10].
Luigi Castelli (30 maggio 1810 - 12 gennaio 1881), secondogenito di Raffaele, combattè in tutte le guerre di indipendenza, ricevendo la medaglia d'argento al valor militare nella battaglia di Novara ed ottenendo il comando dei Cavalleggeri di Sardegna con il grado di Maggior generale[8][9][10]. Prese anche parte alla spedizione italiana in Crimea, e per l'eroismo dimostrato ricevette la Legion d'onore da Napoleone III[12][8][9][10]. Fu inoltre Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia e Cavaliere Mauriziano[12][13]. Sposò Gabriella Corte - Pes, dimorando presso Palazzo Castelli - Pes in Castello. Non ebbe figli. Una volta a riposo edificò il Mausoleo Castelli nel Cimitero di Bonaria, dove attualmente è sepolto, e fondò la Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, detta anche Fratellanza Militare, allo scopo di sostenere i reduci di guerra o i loro parenti[8][9][10].
Agostino Castelli ( 2 ottobre 1799 - 1848), primogenito di Raffaele, fu comandante di Bosa e Maggiore dei Cavalleggeri di Sardegna. Il 15 agosto 1840, quando era ancora Capitano, affrontò una banda di briganti nel Supramonte di Orgosolo, uscendone illeso e vincitore[8]. Per l'eroismo dimostrato fu insignito della medaglia d'oro al valor militare[8], risultando il quinto italiano ed il terzo sardo ad ottenere tale onoreficenza[13]. Sposò Margherita Meloni ed ebbe sei figli, di cui tre morti giovani e due donne. Gli sono dedicate tre vie, una a Cagliari, una a Genova e una a Torino.
Carlo Castelli (4 novembre 1839 - 25 luglio 1905) fu Maggior Generale dell'Arma dei Carabinieri[8][9][10]; fu dapprima comandante della Legione di Cagliari, quindi della Legione di Bergamo e da ultimo della Legione di Roma.Sposò Battistina Dore, dalla quale ebbe tre figli e sei figlie[10].
Eugenio Castelli (29 settembre 1884 - 1963), terzogenito di Carlo, iniziò il ramo dei Castelli di Olbia - Roma. Fu giudice, notaio e (avendo superato il concorso, pur non avendo mai esercitato la professione) avvocato. Sposò Maria Angioni Contini. Suoi figli furono Carlo (che ebbe solo una figlia), e Tommaso, che generò Eugenio e Carlo[8][14].
Agostino Castelli (13 maggio 1879 - 30 agosto 1945), primogenito di Carlo, nacque a Vicenza durante un periodo di soggiorno del padre. Fu un eminente medico e professore universitario: fu in prima linea nella lotta al colera in Sardegna, ottenendo la medaglia di bronzo per la sanità pubblica. Durante la Prima Guerra Mondiale combattè sempre in prima fila con il grado di tenente colonnello[8]. Terminata al guerra iniziò l'attività politica, divenendo per due volte assessore comunale sotto Ottone Bacaredda, negli anni in cui fu costruito il nuovo municipio. Insegnò immunologia presso l'Università di Cagliari fino a quando non vinse un concorso per una cattedra internazionale a Concepción[8]. Si trasferì quindi in Cile assieme alla sua famiglia e morì pochi anni dopo. Era sposato con Fanny Angioni Contini, sorella di Maria Angioni Contini, dalla quale ebbe cinque figlie ed un solo figlio: Agostino[8][10].
Agostino Castelli (4 febbraio 1930 - 7 ottobre 2009) nacque a Cagliari ma vi restò solo per qualche anno, per via della decisione del padre di trasferirsi in Cile. Durante il periodo in Cile visse in un ambiente molto legato alla cultura e alla politica; ebbe modo di conoscere i futuri funzionari della dittatura di Pinochet ed i loro oppositori, conobbe in prima persona Pablo Neruda. Tornò in Sardegna poco prima del colpo di Stato che depose Salvador Allende. Agostino fu un avvocato amministrativista di primo livello, un fervente socialista (venne nominato due volte assessore comunale e più volte consigliere comunale) ed un individuo di indiscussa cultura; fu anche poeta dilettante, Direttore del CT, ora CTM (servizio pubblico di trasporti di Cagliari) e Presidente del'Associazione Avvocati Amministrativisti della Sardegna. Dal matrimonio con Carla Amat di San Filippo ha avuto cinque figli: Carlo, Tommaso, Luigi, Michela ed Emanuele[8][10].
Carlo Castelli è sposato con Maria Cristina Lampis[8][14]; Tommaso Castelli è sposato con Giorgia Fantola[14]; Luigi Castelli è sposato con Roberta Siddi[14].
Il ramo dei Castelli di Sardegna continua nella nuova generazione, composta da Francesco (di Carlo)[8][14], Giacomo (di Tommaso)[14], Sveva (di Carlo) e Carla (di Tommaso)[14].
Ramo di Sicilia
I Castelli fecero più volte la loro comparsa in Sicilia, tuttavia i rami di Palermo, Messina e Catania si estinsero dopo poche generazioni. A Messina compaiono tra i Strategoti Andrea Castelli (nel 1416, 1423) e Antonio Castelli (nel 1420, 1427, 1429).
I Castelli giunsero stabilmente in Sicilia con Gregorio Castelli (1586 - 1643), nobile mercante genovese, intorno al 1608[15][16]. Gregorio era figlio di Bernardo Castelli, nobile pittore genovese la cui famiglia aveva servito presso i sovrano spagnoli[15]. Gregorio risulta come il più facoltoso mercante dell'isola. Gregorio acquistò diversi feudi tra i quali i marchesati di Capizzi e di Motta Camastra, le signorie di Mistretta, Reitano, Santo Stefano di Camastra. Sposò Peretta Emilia Clerici, dalla quale ebbe sette figli: Lancillotto, Carlo Girolamo, Angela, Gabriele, Giuseppe, Giambattista (morto neonato) e Cristoforo (morto neonato)[15].
Angela Castelli sposò Vincenzo Denti, mentre Gabriele sposò una nobildonna della famiglia Ricci, dalla quale ebbe Gregorio, Giuseppe ed Anna (di cui s'ignora la vita e le opere se non l'avvenuta nascita)[15].
La linea primogenita continuò con Lancillotto Castelli (nato intorno al 1610 e morto nel 1671), primo marchese di Capizzi, conte di Gagliano (alla morte del padre). Acquistò San Carlo in provincia di Chiusa Sclafani, fu primo principe di Gagliano Castelferrato con diploma di Filippo IV di Spagna datato 1659. Fu inoltre Pretore di Palermo nel 1649, Maestro razionale, Governatore della Compagnia dei Bianchi nel 1641, 1650 e 1667, oltreché Vicario Generale del Regno[15][16]. Sposò in prime nozze Ippolita Lercari ed in seconde nozze Melchiorra Valdina. Dalla prima moglie ebbe cinque figli: Gregorio, suo erede; Ottavio, cavaliere gerosolimitano e commendatore di Girgenti nel 1669, nonchè comandante della galea capitana dell'ordine[15][16]; Bartolomeo, vescovo di Mazara del Vallo e deputato del Regno nel 1720[15][16]; Agostino, un canonico; Ivone, Regio Cappellano[15].
Gregorio Castelli (n. intorno al 1630 e morto nel 1668) sposò una nobildonna della famiglia Marchese ed ebbe due figli: Lancillotto Ferdinando (+ 1732, che fu il secondo principe di Castelferrato e marchese di Capizzi, cavaliere dell'Ordine di San Giacomo della Spada, Governatore della Compagnia dei Bianchi nel 1683, Capitano di Giustizia di Palermo nel 1690[15][16]. Si sposò con Margherita Colonna, dalla quale non ebbe figli; Melchiorra Castelli sposò Don Giuseppe Lanza, duca di Camastra. Il titolo di principe di Castelferrato passò alla figlia avuta con il Lanza, sposa di Ignazio Lanza, principe della Trabia; i titoli di Marchese di Capizzi e Conte di Gagliano andarono invece a Carlo Girolamo, di Gabriele nel 1734[15].
La linea secondogenita soppravvisse a quella primogenita. Carlo Girolamo Castelli (n. intorno al 1615 e morto nel 1702), di Gregorio, si sposò con Emilia Castelli, unica figlia del fratello Giusepppe e della di lui moglie Elisabetta Firmaturi. Carlo Girolamo ebbe quattro figli: Gabriele, suo erede diretto; Lancillotto, che servì Filippo V di Spagna ed ebbe un ruolo di rilievo nella battaglia di Almansa, e fu anche maresciallo delle guardie personali di Vittorio Amedeo II di Savoia; Gregorio, barone del Pozzo per donazione di sua cugina Anna Castelli, il quale sposò Donna Anna Gonzales, da cui ebbe Giuseppe, che a sua volta sposò Rosalia Alvarez del Valdes, avendo poi una sola figlia, Maria Felicita, moglie di Ignazio Lo Faso; Giuseppe Tommaso, abate[15].
Gabriele Castelli (n. intorno al 1660 e morto nel 1725), di Carlo Girolamo, marchese di Motta d'Affermo, sposò Anna Parisi ed ebbe quattro figli: Carlo Girolamo, suo erede diretto; Gioachino, vescovo di Cefalù nel 1755; Gregorio Bartolomeo, vescovo di Numidia con il nome di Severino[15][16]; Ignazio Traiano, capitano della galera capitana dell'Ordine di Malta, balì di gran croce e gran priore di Barletta nel 1765[15].
Carlo Girolamo Castelli (n. intorno al 1690 e morto nel 1741), di Gabriele, marchese della Motta d'Affermo dal 1726 e dal 1734 primo principe di Torremuzza per concessione di Carlo VI del Sacro Romano Impero, nonché marchese di Capizzi e conte di Gagliano alla morte del cugino Lancillotto Ferdinando Castelli[15][16]. Carlo Girolamo sposò Susanna Giglio, figlia di Girolamo, principe della Torretta, dalla quale ebbe un solo figlio[15][16].
Gabriele Lancillotto Castelli( 1727 - 1794), di Carlo Girolamo, fu principe di Torremuzza, marchese di Motta d'Affermo, marchese di Capizzi, Conte di Gagliano e, in aggiunta, barone di Spataro[15]. Egli fu numismatico, letterato e storico, socio dell'Accademia del Buon Giusto; fu inoltre Governatore della Compagnia dei Bianchi nel 1752 e Governatore del Monte di Pietà nel 1753 e nel 1754, Direttore della Regia Zecca di Palermo, Deputato dei Regi Studi (in seguito all'allontanamento dei Gesuiti, che controllavono l'istruzione) e fondatore dell'Accademia degli studi di Palermo[15][16]. Regalò alla Biblioteca comunale di Palermo oltre dodicimila volumi[15]. Concesse al cugino Giuseppe Castelli la contea di Gagliano e cedette a Ignazio Lo Faso, marito di Maria Felicita, il marchesato di Capizzi. Gabriele sposò Anna Maria Lo Faso dei duchi di Serradifalco, dalla quale ebbe un solo figlio[15].
Carlo Girolamo Castelli, di Gabriele Lancillotto, fu gentiluomo di camera di Ferdinando I delle Due Sicilie, cavaliere dell'Ordine di San Gennaro, Capitano di Giustizia e Pretore di Palermo[15][16]. Sposò nel 1773 Maria di San Martino di Ramondetto e Villadicane, da cui ebbe un solo figlio[15].
Vincenzo Lancillotto Castelli(+ 1826), di Carlo Girolamo, fu commendatore dell'Ordine Gerosolimitano, letterato e storiografo dell'Ordine di Malta. Sposò Donna Agata Valguarnera dei principi di Niscemi, dalla quale ebbe sette figli: Marianna sposò Carlo Ortolani barone di Bordonaro; Carlo divenne abate di Santa Maria dello Sparto con il nome di Pietro; Emanuela sposò Tommaso Sachon duca di Salinas; Carolina divenne monaca; Luigi divenne monaco cassinese e abate di San Martino delle Scale con il nome di Luigi; Giovanni, conte di Gagliano, sposò Vittoria Filangeri, contessa di San Marco e principessa di Mirto, dalla quale ebbe un solo figlio, Gabriele, che tuttavia a sua volta non ebbe figli[15].
Gabriele Lancillotto Castelli ( 3 maggio 1812 - 16 giugno 1884), primogenito di Vincenzo Lancillotto, fu Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, segretario della Camera dei Pari nella rivoluzione del 1848, senatore del Regno d'Italia dal 20 gennaio 1861[15]. Sposò in prime nozze Maria Anna Mira, ed in seconde nozze, nel 1836, Luisa Augusta de La Trémoïlle, figlia del principe Luigi Stanislao de la Tremoïlle e di Lady Augusta Murray[15][16]. Da quest'ultima ebbe Agata e Vincenzo[15].
Vincenzo Castelli (n. 1863), di Gabriele Lancillotto, fu l'ultimo principe di Torremuzza, marchese di Motta d'Affermo e conte di Gagliano di Casa Castelli, in quanto i titoli non poterono passare alla sua unica figlia, Laura, avuta da Anna Maria Sparavilla[15].
Il ramo dei Castelli di Sicilia finisce con Laura Castelli (1905 - 1970), sposa del conte Massimiliano Hercolani[15].
I discendenti di Gregorio furono (nei titoli nobiliari): Principi di Castelferrato, Principi di Torremuzza, Marchesi di Motta d'Affermo, Marchesi di Capizzi, Conti di Gagliano, Conti di San Carlo, Baroni di Grotaglie, Baroni del Pozzo, Baroni di Spataro, Baroni di Durilli, Signori di Mistretta, Signori di Raitano e Signori di Santo Stefano[15].
Alberi Genealogici
Origini dei Castelli (dall'opera di Antonio Chiusoli, date e nomi da verificare)
│ Antenore, re dei Cimmeri, regnò nel V secolo a.C. │ │ └─ Marcomiro, re dei Cimmeri, condusse la sua gente in Germania │ │ └─ Antenore, re dei Sigambri, marito di Cambria │ │ └─ 12 generazioni di sovrani Sigambri (dal 381 al 73 a.C.) │ │ Antario, ultimo re dei Sigambri in quanto il figlio mutò il nome al suo popolo │ │ Franco, primo re dei Franchi, regna fino a dieci anni prima della nascita di Cristo. │ │ 16 generazioni di sovrani Franchi ( dal 10 a.C. al 319 d.C.) │ ├─ Clodomiro IV, regna dal 319 al 337 │ │ │ cinque generazioni di sovrani Franchi (dal 337 al 419 d.C.) │ │ │ Argotta, sposa Faramondo, nato Duca della Francia orientale e poi eletto re dei Franchi │ │ └─ Genebaldo, primo duca della Francia orientale (odierna Franconia) │ │ tre generazioni di Duchi della Francia orientale (dal 358 al 404 d.C.) │ │ ├─ Faramondo, inizialmente Duca dei Franchi orientali e successivamente eletto re dei Franchi. │ Fu marito di Argotta, unica erede dei sovrani Franchi e sua nipote. │ Portò i Franchi in Gallia,attuandone la conquista │ └─ Marcomiro, fratello di Faramondo e suo successore al titolo di Duca della Francia orientale │ in seguito alla sua incoronazione │ 13 generazioni di duchi della Francia orientale (dal 423 al 720 d.C.) │ │ Etano, ultimo Duca dei Franchi orientali, morì nel 740
Ramo tedesco (primogeniti o creatori di altri rami in grassetto)
│ Etano (680* - 740) │ │ │ ├─ Conti di Castell in Franconia │ │ │ └─ Remigio Castelli, principe di Terni e capostipite della famiglia in Italia
Ramo italiano
│ Remigio Castelli (700* - 760*) │ │ │ ├─ Taciperticone Castelli (720* - 780*) │ │ │ │ │ ├─ Raimondo Castelli (745* - 810*), sposò Taciperga │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Ilderico Castelli (770* - 835*), sposò Elperga │ │ │ │ │ │ │ │ └─ Tucone Castelli (775* - 835*) │ │ │ │ │ ├─ Taciperga Castelli │ │ │ │ │ ├─ Elpidio Castelli │ │ │ │ │ └─ Elina Castelli (760* - 820*), sposò Fulcoaldo │ │ │ ├─ Spentone Castelli │ │ │ ├─ Averolfo Castelli │ │ │ └─ Magniperto Castelli
Ramo di Sardegna (primogeniti in grassetto)
│ Domenico Castelli (visse e morì nel Settecento), sposò Anna Catalina Lenzi. │ │ │ ├─ Luigi Castelli (1740 circa - 29.5.1815), sposò Teresa Amici de Villar, sposò Luisa Murroni. │ │ │ │ │ ├─ Francesco Giuseppe Castelli(12.3.1771, + infante), unico figlio avuto da Teresa │ │ │ │ │ ├─ Raffaele Castelli (24.10.1774 - 29.2.1848), sposò Giuseppa Diana, sposò Antioca Rodriguez │ │ │ │ │ │(da Giuseppa Diana) │ │ │ │ │ ├─ Luigi Filippo Castelli (7.9.1795, + infante) │ │ │ │ │ ├─ Efisio Giuseppe Castelli (11.1.1797 - 20.4.1797) │ │ │ │ │ ├─ Agostino Castelli (7.10.1799 - 1848), sposò Margherita Meloni, ottenne la medaglia d'oro al valor militare │ │ │ │ │ │ │ ├─ Vincenza Castelli (1.4.1829 - data incerta), sposò Gaspario Angioy │ │ │ │ │ │ │ ├─ Eugenio Castelli (1.3.1830, + infante) │ │ │ │ │ │ │ ├─ Carlo Castelli (4.11.1833 - 25.7.1905), sposò Battistina Dore │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Maria Castelli (23.7.1877 - data incerta), sposò Angelo Angioni Contini │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Agostino Castelli (9.5.1879 - 30.8.1945), sposò Fanny Angioni Contini │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Maria Cristina Castelli (date incerte), sposò Adolfo Ferretti, sposò Giampaolo Gallus │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Laura Castelli (data incerta - tutt'ora in vita), sposò Marcello Margelli │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Margherita Castelli (10.1.1920 - 19.2.2008) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Maria Agostina Castelli (30.9.1926 - 5.11.1997), sposò Luigi Melis │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Maria Pia Castelli (25.8.1929 - 2011), sposò Octavio Abarca │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └─ Agostino Castelli (4.2.1930 - 7.10.2009), sposò Carla Amat di San Filippo │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Carlo Castelli (9.3.1962), è sposato con Maria Cristina Lampis │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Francesco Castelli (2.2.1993) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └─ Sveva Castelli (11.7.1999) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Tommaso Castelli (31.7.1964), è sposato con Giorgia Fantola │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Giacomo Castelli (9.3.1999) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └─ Carla Castelli (18.3.2001) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Luigi Castelli (18.5.1966), è sposato con Roberta Siddi │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Michela Castelli (9.11.1968) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └─ Emanuele Castelli (10.12.1969) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Luigia Castelli (22.3.1881 - 1890) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Antonietta Castelli (24.11.1882 - 1963) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Eugenio Castelli (29.10.1884 - 1963), sposò Maria Angioni Contini │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Francesca Castelli (31.3.1887 - data incerta) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Giulia Castelli (31.3.1889 - 5.6.1939) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├─ Tommaso Castelli (19.7.1891 - data incerta, forse + infante) │ │ │ │ │ │ │ │ │ └─ Cristina Castelli (17.3.1894 - data incerta, forse + infante) │ │ │ │ │ │ │ ├─ Alberto Giovanni Tommaso Castelli (8.11.1833, + infante) │ │ │ │ │ │ │ ├─ Raffaele Giacomo Gervasio Castelli (24. 10.1836, + infante) │ │ │ │ │ │ │ └─ Filomena Casteli (date incerte), sposò un Calvi. │ │ │ │ │ ├─ Marianna Castelli (2.2.1804, + infante) │ │ │ │ │ ├─ Michele Castelli (3.5.1805 - 12.6.1806) │ │ │ │ │ ├─ Giovanni Castelli (23.6.1807, + infante) │ │ │ │ │ ├─ Luigia Castelli (12.2.1809 - 24.6.1810) │ │ │ │ │ ├─ Giuseppe Castelli (date ignote), sposò Bartolomea Meloni │ │ │ │ │ ├─ Luigi Castelli (30.6.1810 - 12.1.1885), sposò Gabriella Corte, ottenne la medaglia d'argento al V.M. e la Legion d'Onore │ │ │ │ │ ├─ Tommaso Castelli (18.9.1811 - 4.8.1848), morto nelle cinque giornate di Milano │ │ │ │ │ ├─ Raimondo Castelli (17.10.1812, + infante) │ │ │ │ │ ├─ Maria Anna Castelli (12.2.1814, + infante) │ │ │ │ │ │(da Antioca Rodriguez) │ │ │ │ │ ├─ Rosa Castelli ( 18.2.1827 - 24.4.1827) │ │ │ │ │ ├─ Flavio Castelli (26.3.1828 - 9.7.1907) │ │ │ │ │ ├─ Anna Cristina Castelli (13.3.1838 - 18.7.1838) │ │ │ │ │ ├─ Luigi Castelli (23.4.1839 - 2.12.1901) │ │ │ │ │ ├─ Gaetano Castelli ( 11.4.1840 - 16.12.1912) │ │ │ │ │ ├─ Giovanna Castelli (date incerte), sposò Carlo Corte │ │ │ │ │ ├─ Pietro Castelli (1.10.1841 - data incerta), ottenne la medaglia d'argento al valor militare │ │ │ │ │ ├─ Anna Michela Castelli (26.12.1843 - 26.6.1845) │ │ │ │ │ ├─ Raffaele Castelli (11.12.1844 - 1.7.1846) │ │ │ │ │ └─ Matilde Castelli (1846 - 10.7.1848) │ │ │ ├─ Efisia Castelli (28.4.1776 - 7.4.1841), sposò Paolo Corte │ │ │ ├─ Gaetano Castelli (8.6.1777 - 16.12.1846), sposò Ignacia Canelles │ │ │ ├─ Giuseppa Castelli (8.9.1778, + infante ) │ │ │ ├─ Maria Pietrina Castelli (25.10.1779 - 17.1.1789) │ │ │ ├─ Maria Teresa Castelli (15.10.1781 - 4.6.1782) │ │ │ ├─ Giovanna Castelli (24.6.1783 - 11.3.1806) │ │ │ ├─ Filippa Castelli (22.7.1786, + infante) │ │ │ ├─ Francesco Domenico Castelli (4.8.1787, + infante) │ │ │ └─ Michela Castelli ( 26.3.1790 - 16.1.1881), sposò Giuseppe Humana │ │ └─ Antonio Castelli (1745 circa - 7.12. 1787), sposò Luisa Sanna Mallus │ │ ├─ Marianna Castelli ( 1.3.1770 - data ignota), sposò un Pes │ ├─ Francesco Maria Luigi Castelli (16.9.1771, + infante) │ ├─ Efisio Maria Giovanni Castelli ( 15.8.1772, + infante) │ ├─ Ignazio Maria Castelli (1.8.1773, + infante) │ ├─ Maria Rita Gerolama Castelli (8.9.1774, + infante) │ ├─ Raimondo Castelli (20.1.1777 - 10.1.1831), teologo │ ├─ Efisio Luigi Raffaele Castelli (26.4.1778, + infante) │ ├─ Raffaele Francesco Cristoforo Castelli (1.11.1779, + infante) │ └─ Giovanni Maria Castelli (4.2.1783, + infante)
Stemmi e Blasoni
Arma: (ramo di Cagliari) D’azzurro, al castello d’argento, con sette stelle d'oro disposte a semicerchio sopra il castello ed un leone rampante alla porta, lo scudo bordato d'azzurro e argento[8]. Motto: "Potius mori quam inquinari"[8][9][10].
Arma: (ramo principi di Torremuzza) D’azzurro, al castello di tre torri, merlate alla ghibellina di tre pezzi d’argento, aperto e finestrato di nero, movente dalla punta, sormontato nel capo da un giglio d’oro[4]. Motto: Allicit et terret[4].
Arma: (ramo di Catania) D’azzurro, al castello d’oro, e la bordura composta d’argento e di rosso[4].
Arma: (ramo di Messina) D’azzurro, al castello a tre torri d’oro, aperto, finestrato e merlato dello stesso[4].
Arma: (ramo di Palermo) D’azzurro, al castello d’oro, aperto del campo, sormontato dall’aquila spiegata di nero, membrata, imbeccata e coronata d’oro[4].
Persone
Note
- ^ a b Antonio Chiusoli, La genealogia delle case piu illustri di tutto il mondo pagine 92 - 93, J. B. Recurti, 1743.
- ^ a b c d e L. Tettoni F.Saladini, Teatro Araldico, Claudio Wilmant, 1846.
- ^ Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia: ossia, Raccolta araldica pagina 136 (TXT), Visconti & Huber, 1875.«Primo ceppo fu in Italia un Remigio principe di Temi e di tutta la regione Narvina, figlio di Etanno ultimo duca della Franconia e come tale discendente degli antichi re di Francia; lochè vien confermato da un diploma di re Alfonso d'Aragona del 7 giugno 1454, esistente negli archivi di Napoli. Dal detto Remigio una discendenza di nove rami, cioè di Lombardia, Genova, Toscana, Trevigi, Bologna, Milano, Roma, Modena e Reggio, Sicilia e Napoli, come da Inveges»
- ^ a b c d e f Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, A. Reber, 1912.«La si vuole discendente dagli antichi conti di Terni, e, secondo il Zazzera, si divise in diversi rami, cioè in Lombardia, in Genova, in Treviso, in Bologna, in Roma, in Modena, in Reggio, in Milano, in Sicilia e in Napoli»
- ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana volume II pagina 368, Forni, ristampa anastasica, 1968.«La famiglia ebbe in Remigio, principe di Terni, figlio di Etanno, ultimo duca di Franconia, il capostipite in Italia delle diverse famiglie Castelli che fiorirono e fioriscono ancora in molte città»
- ^ Annuario della nobilta italiana anno 1881 pagina 235.«[..] Alfonso d'Aragona del 7 giugno 1454, che si conserva negli archivi di Napoli, rilevasi che Remigio, principe di Terni, figlio di Etanno, ultimo duca di Franconia e discendente dagli antichi re di Francia, fu il capostipite in Italia delle diverse famiglie Castelli»
- ^ Giovanni Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti volume I pagina 256, Direzione del giornale araldico, Pisa, 1886.«Remigio, principe di Terni, figlio di Etanno ultimo duca di Franconia fu il capostipite in Italia delle diverse famiglie Castelli che fiorirono e fioriscono ancora in molte città»
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa Domenico Demurtas, Almanacco di Cagliari, 1998, paragrafo 62, Vittorio Scano.
- ^ a b c d e f g h i j k Francesco Floris, Dizionario della famiglie nobili della Sardegna, volume I, 2009.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Francesco Floris, Storia della nobiltà in Sardegna: genealogia e araldica delle famiglie nobili sarde, 2007.
- ^ a b Michele Antonio Gazano, La storia della Sardegna pag 536, Reale Stamperia di Cagliari, 1777.
- ^ a b c Elenco dei Cavalieri Sardi dalla A alla F.
- ^ a b Elenco dei decorati, dal Sito della Presidenza della Repubblica.
- ^ a b c d e f g Elenco nobiliare sardo, 2012, Carlo Delfino.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab Alberico Lo Faso di Serradifalco, Sul tutto, periodico della società italiana degli studi araldici, pubblicazione straordinaria del novembre 2006, SISA, 2006.
- ^ a b c d e f g h i j k Filadelfo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie del regno di Sicilia, 2009, Arnaldo Forni.
Bibliografia
- Alberico Lo Faso, Sul tutto, periodico della società italiana degli studi araldici, pubblicazione straordinaria del novembre 2006
- Annuario della nobiltà italiana, edizioni del 1879, 1880, 1881, 1887, 2010, 2011
- Arcidiocesi di Cagliari, Quinque libri, 1780 - 2012
- Carlo Delfino (editore), Elenco nobiliare sardo, 2012
- Consulta Araldica, Elenco nobiliare sardo, 1902
- Consulta Araldica, Elenco ufficiale nobiliare italiano, 1922
- Diocesi di Iglesias, Quinque libri, 1820 - 1920
- Domenico Demurtas, Almanacco di Cagliari 1998, paragrafo 62 "Le famiglie nobili cagliaritane: i Castelli", 1998
- Filadefo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie del regno di Sicilia volume I, Arnaldo Forni Editore, ristampa anastasica, 2007
- Francesco Floris, Dizionario della famiglie nobili della Sardegna, volume I e II
- Francesco Floris, Storia della nobiltà in Sardegna: genealogia e araldica delle famiglie nobili sarde, 2007
- Francesco Floris, Storia della Sardegna, 1999
- Francesco Zazzera, Della nobiltà dell'Italia, 1615
- Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia: ossia, Raccolta araldica, Visconti & Huber Editore, 1875
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 1935