Sacro
Sacro è un termine storico religioso, fenomenologico religioso e antropologico che indica una categoria di attributi e realtà che si aggiungono o significano ulteriormente il reale ordinariamente percepito e indicato come profano.
L'esperienza del "sacro" è al cuore di tutte le religioni[1].


Origine del termine
Il termine "sacro" deriva dal termine latino arcaico sakros rinvenuto sul Lapis Niger, sito archeologico romano risalente al VI secolo a.C.[2] e, in un significato successivo, indica anche ciò che è dedicato alla divinità e al suo culto.
La radice di sakros, è il radicale indoeuropeo *sak il quale indica qualcosa a cui è stata conferita validità ovvero che acquisisce il dato di fatto reale, suo fondamento e conforme al cosmo.[3] Da qui anche il termine, sempre latino, di sancire evidenziato nelle leggi e negli accordi. Seguendo questo insieme di significati, il sakros sancisce una alterità, un essere "altro" e "diverso" rispetto all'ordinario, al comune, al profano.[4]
Il termine sakros corrisponde all'ittita saklai, al greco hagois, al gotico sakan[5].
Il sacro negli studi contemporanei
Marcel Mauss (1872-1950) ed Henri Hubert (1872-1927), autori dell'Essai sur la nature et la fonction du sacrifice (1897, trad. it.:Saggio sul sacrificio[6]), sono tra i primi studiosi ad indagare la dimensione del "sacro" che, a detta di questi, si manifesta nel "sacrificio" il quale, per mezzo della vittima, permette agli esecutori dello stesso, i "sacerdoti", di passare dal piano del "profano" al piano del "sacro".
Nel successivo Saggio su una teoria generale della magia (1902) Marcel Mauss individua nel mana un concetto più generale che comprende sia il sacro che la religione, ma anche la magia.
Émile Durkheim (1858-1917) nell'opera Les Formes élémentaires de la vie religieuse (Le forme elementari della vita religiosa, 1912) riprende i lavori di Mauss ma aggiunge altri strumenti come "rottura di livello" per provocare il passaggio dal profano al sacro. Quindi non solo il "sacrificio" ma anche altri riti cultuali e di iniziazione consentono l'ingresso nel "sacro". Peraltro per Durkheim, il quale basava il suo studio su ricerche etnografiche condotte in Australia, l'esperienza religiosa consente ad un gruppo umano di avere esperienza di sé.
Ma è con Rudolf Otto (1896-1937) che la dimensione del "sacro" acquisisce un peculiare ambito di ricerca. Nella sua opera Das Heilige (1917, Il Sacro), Otto analizza l'esperienza umana del "sacro" e la qualifica come terrificante e irrazionale; una esperienza indicata come mysterium tremendum davanti ad una "realtà" a cui viene attribuita una schiacciante superiorità e potenza. Ma anche una realtà dotata di mysterium fascinans in cui può realizzarsi la pienezza dell'essere. Otto identifica queste esperienze come "numinose" (esperienze del divino), di fronte al quale l'uomo si sente annichilito. Esse vengono ritenute al di là dell'umano e persino del cosmico. La peculiarità del "sacro" è, per Otto, riconducibile alla sua impossibilità ad essere spiegato o ricondotto ad un linguaggio pertinente per altri oggetti di ricerca.
Lo storico delle religioni svedese Nathan Söderblom (1866-1931) in The Nature of Revelation (1931) è il primo a coniugare strettamente il termine "sacro" con quello di "religione":
Uno dei primi studiosi della Fenomenologia della religione, Gerardus van der Leeuw (1890-1950), autore di Phanomenologie der Religion, (1933, Fenomenologia della religione), ribadisce la peculiarià dell'ambito della ricerca fenomenologica della religione individuando i temi ricorrenti nella storia e nelle differenti religioni attraverso il presentarsi di strutture e forme tipiche come riti e credenze. A tal proposito van der Leeuw conia l'espressione di homo religiosus per indicare quell'uomo che ha una condotta specifica in relazione con il "sacro".
Mircea Eliade (1907-1986) in Le Sacré et le profane (Il sacro e il profano, 1956[8]), suggerisce al riguardo del "sacro" il termine "ierofania" inteso come "qualcosa di sacro ci si mostra". Per Eliade la storia delle religioni, dalla preistoria ad oggi, è costituita dall'accumularsi di "ierofanie" ovvero dalla manifestazione di realtà "sacre". Il "sacro" non ha nulla a che fare con il nostro mondo, il "profano". Per Eliade tutto il mondo fisico può essere assunto nella cultura umana, soprattutto arcaica, al rango di sacro. La pietra o l'albero possono essere investiti della potenza del sacro senza perdere le loro caratteristiche fisiche, "profane". Essendo "potenza" per le culture arcaiche il "sacro" assurge a massima realtà e risulta saturo d'essere. Per Eliade il Cosmo desacralizzato, ovvero considerato del tutto privo di quella potenza, è una scoperta recente dell'umanità. L'uomo moderno quindi, per Eliade, ha difficoltà a comprendere il rapporto dell'uomo arcaico con la "sacralità". "Sacro" e "profano" sono due modi di essere completamente diversi. Per l'uomo arcaico, ad esempio, molti atti del tutto fisiologici ("profani") per l'uomo moderno sono investiti di sacralità: l'alimentazione, la sessualità, etc.
L'uomo che vive l'esperienza del "sacro" viene indicato anche da Eliade come homo religiosus. Mircea Eliade[9], inoltre, rileva come la dimensione del sacro, separato dal profano, abbia diverse analogie con il termine tabú, presente nelle lingue della Polinesia e adottato precedentemente da diversi etnografi[10].
Il sacro nella Storia e nelle culture religiose
Il sacro tra il Paleolitico e il Neolitico
Il sacro nel mondo dei Sumeri
Il sacro nel mondo degli Egizi
Il sacro nel mondo degli Ittiti
Il sacro nel mondo dei Babilonesi
Il sacro nel mondo ebraico
Il sacro nel mondo greco
Il sacro nel mondo celtico
Il sacro nel mondo romano
Il sacro nel mondo germanico
Il sacro nel mondo slavo
Il sacro nel mondo baltico
Il sacro nel Cristianesimo
Il sacro nell'Islam
Il sacro nel Vedismo, nel Brahmanesimo e nell'Induismo
Il sacro nel Buddhismo
Il sacro nel Jainismo
Il sacro nel Daoismo
Il sacro nel Confucianesimo
Il sacro nello Shintoismo
Il sacro nelle credenze religiose africane
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Il sacro nelle credenze religiose delle Americhe
Il sacro nei popoli autoctoni dell'Oceania
Note
- ^ Cfr. Julien Ries. Le vie della semantica storica. In Opera omnia vol.II. Milano, Jaca Book, 2007, pag.28.
- ^ Così Julien Ries in Saggio di definizione del sacro. Opera Omnia. Vol. II. Milano, Jaca Book, 2007, pag.3: «Sul Lapis Niger, scoperto a Roma nel 1899 vicino al Comitium, 20 metri prima dell'Arco di Trionfo di Settimio Severo, nel luogo che si dice sia la tomba di Romolo, risalente all'epoca dei re, figura la parola sakros: da questa parola deriverà tutta la terminologia relativa alla sfera del sacro.»
- ^ Cfr. Saggio di definizione del sacro, in Grande dizionario delle Religioni (a cura di P. Poupard). Assisi, Cittadella-Piemme, 1990 pagg. 1847-1856
- ^ Saggio di definizione del sacro, Op.cit..
- ^ Cfr. Saggio di definizione del sacro, Op.cit.
- ^ Brescia, Morcelliana, 2002.
- ^ Cfr. J. Hastings. Holiness in Encyclopedia of Religion and Ethics, Vol.VI. Edinburgh, Clark, 1913, pag. 731-41.
- ^ Il libro fu redatto da Eliade in francese ma fu pubblicato per la prima volta nel 1957 in tedesco nella collana Rowohlts Deutsche Enzykläpdie diretta da Ernesto Grassi con il titolo Das Heilige und das Profane.
- ^ Cfr. Mircea Eliade. Trattato di storia delle religioni. Torino, Boringhieri, 1984, pag. 19 e segg.
- ^ Ad esempio: James Frazer (1854-1941), Hutton Webster (1875-1955) e Arnold van Gennep (1873-1957).
Bibliografia
- Georges Bataille, Teoria della religione, SE, Milano 1995.
- Roger Caillois, L' uomo e il sacro, Torino, Bollati Boringhieri, 2001.
- Mircea Eliade, Il sacro e il profano, Torino, Bollati Boringhieri, 2006.
- Rudolf Otto, Il sacro. Sull'irrazionale nell'idea del divino e il suo rapporto con il razionale, Brescia, Morcelliana, 2010.
- Mario Perniola, Più che sacro, più che profano, Milano, Mimesis, 2011, ISBN 978-88-5750-207-6.
- Alfonso Maria di Nola, Sacro e profano, in Enciclopedia delle religioni,Firenze, , 1973, vol. V, pp.678-710
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Etimologia del termine "sacro"
- Il sacro nelle religioni
- IL SACRO di Mario Bacchiega
- Credenza e fenomenologia religiosa
- Agiografia - Riflessione sul sacro e sulla santità
- (EN) Think without Beliefs Does rational thinking require the adherence to beliefs at all?
- (EN) Ethics of Belief Classic WK Clifford essay that belief by its nature is unethical, with counterpoint by William James.
- (FR) Sommes-nous responsables de nos croyances ? par Pascal Engel
- (FR) Sondage CSA sur les croyances des Français, mars 2003