Evno Fišelevič Azef
Evno Fišelevič Azef, in russo Евно Фишелевич Азеф? (Lyskava, ottobre 1869 – Berlino, 24 aprile 1918), è stato un agente segreto russo, infiltrato dall'Ochrana nel Partito socialista rivoluzionario.

Biografia
Secondo dei sette figli di un modesto sarto, dopo aver concluso gli studi secondari a Rostov, lavorò come giornalista e rappresentante di commercio, e fece parte dei circoli rivoluzionari della gioventù ebraica. Nel 1892, sul punto di essere arrestato, rubò al suo datore di lavoro 800 rubli e fuggì a Karlsruhe, in Germania, dove studiò ingegneria elettrica.
Nel novembre del 1893 fu avvicinato da agenti della polizia politica russa, che gli proposero di collaborare per fornire informazioni sul movimento rivoluzionario. Azef accettò in cambio di uno stipendio mensile iniziale di 50 rubli. Nel 1899 sposò Ljubov' Menkinova, un'operaia ignara della sua reale attività, ed ebbero due figli.
Andato a Mosca, entrò nell'Unione dei Socialisti rivoluzionari, fondata a Saratov nel 1896 da Andrej Argunov, e si conquistò la fiducia di quest'ultimo che gli affidò l'incarico di rappresentare l'organizzazione tra gli emigrati. Ebbe così conoscenza di tutti i nomi degli aderenti dell'Unione sia all'estero che in Russia. Questi, compreso l'Argunov, furono tutti arrestati nel 1901 su sua segnalazione e la tipografia di Tomsk, dove si stampava l'organo «Revoljucionnaja Rossija», fu smantellata.
Dell'Azef non sospettò nessuno degli emigrati che intanto, unendo i gruppi della Lega socialista-agraria, del Partito operaio per la liberazione politica della Russia, dell'Unione dei Socialisti rivoluzionari all'estero e dell'omonima Unione di Argunov, fondarono nel dicembre del 1901 il Partito dei Socialisti rivoluzionari. Il partito ebbe una rapida espansione e ritenendo di poter contare, a differenza di quanto era avvenuto al tempo di Narodnaja Volja, su un ampio appoggio popolare, mise il terrorismo al primo posto della propria attività politica.
Teorico dell'apologia del terrore fu in particolare Grigorij Geršuni, creatore dell'Organizzazione di combattimento che godeva di ampia autonomia in seno al partito. Alla fine del gennaio del 1902 Geršuni tornò in Russia per organizzare un attentato contro il ministro degli Interni Sipjagin. Azef, che non sapeva che cosa esattamente progettasse Geršuni, da Berlino si limitò ad avvertire l'Ochrana del suo arrivo in Russia, senza comunicare l'esistenza dell'Organizzazione di combattimento e il ruolo dominante assuntovi dal Geršuni. Questi, che fu individuato ma non arrestato per poter scoprire la rete organizzativa che a lui faceva capo, fece però perdere abilmente le proprie tracce e il 15 aprile il suo agente, lo studente Balmašëv, uccise a Pietroburgo il ministro Sipjagin.
Solo dopo il ritorno di Geršuni dalla Russia, Azef comunicò all'Ochrana la sua appartenenza all'Organizzazione di combattimento, tacendo però sul suo ruolo di capo. Il motivo è da ricercare nel suo timore che un arresto del Geršuni avrebbe provocato i sospetti dei socialisti rivoluzionari su lui stesso, che era divenuto il suo collaboratore più fidato. Così nascose all'Ochrana l'organizzazione di un nuovo attentato preparato da Geršuni, quello contro il principe Obolenskij, governatore di Char'kov.
Azef fu convocato in ottobre a Pietroburgo per spiegazioni. Egli continuò a proteggere Geršuni, attribuendo il progetto dell'ultimo attentato a due social-rivoluzionari residenti in Russia, Kraft e Mel'nikov, che furono arrestati. Successivamente, Azef rivelò il piano dell'attentato contro il procuratore del Santo Sinodo Konstantin Pobedonoscev. Due ufficiali della guarnigione della capitale furono arrestati nel febbraio del 1903 e uno di essi confessò che Geršuni era il capo dell'organizzazione terroristica.
Nuovamente convocato a motivare il suo silenzio su Geršuni, Azef si giustificò con il timore che il suo arresto lo avrebbe compromesso agli occhi dei social-rivoluzionari. Su Geršuni poteva fornire informazioni utili solo in cambio della favolosa somma di 50.000 rubli, che gli avrebbero permesso di fuggire all'estero e di ricostruirsi una vita nell'anonimato. Nel partito già circolavano dei sospetti su di lui, da quando uno studente lo aveva denunciato come provocatore, anche se non aveva potuto portare prove sufficienti a suo carico.
L'Ochrana accettò le sue giustificazioni. Alla fine di marzo Azef s'incontrò a Mosca con Geršuni e insieme prepararono un nuovo attentato. Si trattava di uccidere il governatore di Ufa Bogdanovič, che il 26 marzo aveva fatto sparare su una folla che, a Zlatoust, aveva reclamato la liberazione di decine di minatori arrestati per aver scioperato. Stabilito il piano, Azef fu messo a capo dell'Organizzazione di combattimento. Geršuni aveva infatti necessità di rifugiarsi all'estero per sottrarsi alle ricerche sempre più stringenti della polizia.
Bogdanovič fu ucciso a Ufa il 19 maggio da due terroristi rimasti sconosciuti. Geršuni, per una sua imprudenza, fu arrestato a Kiev il 26 maggio. Condannato a morte nel febbraio del 1904, la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Trasferito nella regione di Taškent, riuscì a evadere nell'ottobre del 1906 e a rifugiarsi avventurosamente in Cina. Da qui passò negli Stati Uniti e in Europa. Morì a Zurigo il 29 marzo 1908, prima di scoprire il tradimento di Azef.
Come capo dell'organizzazione terroristica, Azef venne a trovarsi in una posizione molto delicata. Doveva organizzare attentati e nello stesso tempo far credere al Dipartimento di polizia di esservi estraneo. Così indugiò molto nei preparativi per l'uccisione del ministro Pleve, tanto che alcuni social-rivoluzionari pensarono di agire per proprio conto ma egli se ne sbarazzò in tempo facendoli arrestare dall'Ochrana.
Dopo un paio di rinvii, l'attentato ebbe luogo a Pietroburgo il 28 luglio 1904. Il terrorista Egor Sozonov lanciò una bomba all'interno della carrozza del ministro, che rimase dilaniato, mentre Sozonov rimase gravemente ferito nell'esplosione, ma sopravvisse. Azef si era già creato un alibi agli occhi della polizia inviando rapporti sul Partito social-rivoluzionario che consentirono l'arresto di diversi militanti, e poi allontanandosi da Pietroburgo un giorno prima dell'attentato e mandando da Vienna un telegramma al capo della sezione estera dell'Ochrana. Azef si recò poi a Ginevra, dove fu accolto trionfalmente dai suoi compagni.
In realtà, il Partito social-rivoluzionario era in quel momento allo stremo delle sue forze. La sua struttura clandestina in Russia era stata quasi completamente smantellata dalla polizia, e la sua popolarità, dovuta al clamore provocato dagli attentati, nonché la simpatia suscitata in molti settori dell'opinione pubblica dalla sua strenua lotta contro il dispotismo, non compensavano la debolezza della sua struttura organizzativa.
Sotto la direzione di Azef furono organizzati altri attentati che portarono, il 17 febbraio 1905, all'omicidio del granduca Sergej Aleksandrovič a opera di Ivan Kaljaev - impiccato il successivo 23 maggio a Šlissel'burg - del procuratore capo militare di Pietroburgo Vladimir Pavlov il 27 dicembre 1906 e del sindaco della capitale Vladimir von der Launic il 3 gennaio 1907.
Già ai primi del 1906 Leonid Menšikov, un funzionario dell'Ochrana simpatizzante del movimento rivoluzionario, aveva anonimamente denunciato ai dirigenti del partito social-rivoluzionario Azef e un altro militante, Nikolaj Tatarov, quali agenti provocatori. Le indagini su Azef non approdarono a nulla, mentre Tatarov, riconosciuto responsabile di tradimento, fu ucciso nella sua casa di Varsavia il 4 aprile 1906.
L'avventura di Azef finì nel 1908, quando anche l'ex-direttore dell'Ochrana Lopuchin, agendo di propria iniziativa e senza informare i suoi superiori, lo denunciò ai social-rivoluzionari fornendo a Vladimir Burcev, direttore della rivista «Byloe», che si stampava all'estero ed era vicina al movimento rivoluzionario, le prove del tradimento di Azef. Questi, chiamato a discolparsi, promise di presentare le prove della sua innocenza, ma poi scomparve.
Il partito lo condannò a morte ed egli si nascose a Berlino sotto falso nome con l'aiuto della polizia politica russa. Visse aprendo un negozio di corsetteria finché, nel 1915, fu internato, in quanto suddito russo, in un campo di concentramento. Rilasciato nel dicembre del 1917, già malato, morì in una clinica berlinese il 24 aprile 1918 e fu sepolto in una tomba anonima.
Azef nella cultura
- Nei vocabolari russi è registrata la parola «azefovšina», spiegata come «provocazione politica».
- Majakovskij cita Azef nel poema La nuvola in calzoni: «Non riusciremo a sbrecciare con gli occhi / questa notte nera come Azef !»
- La figura di Azef è protagonista del film tedesco Der lockspitzel Asew del 1935, interpretato da Fritz Rasp e diretto da Phil Jutzi, del film-TV francese Azev, le tsar de la nuit del 1975, interpretato da Pierre Santini e diretto da Guy Lessertisseur, del film russo-polacco Оsobych primet net (Nessun segno particolare) del 1978, interpretato da Grigorij Abrikosov, della serie televisiva russa Imperija pod udarom (L'Impero sotto attacco) del 2000, interpretato da Vladimir Bogdanov e della serie Stolypin ... Nevyučennye uroki (Stolypin ... Le lezioni degli incolti) del 2006, interpretata da Aleksandr Stroev e diretta da Oleg Klišin.
Fonti
- Valdo Zilli, La Rivoluzione russa del 1905. La formazione dei partiti politici (1881-1904), Napoli, Istituto italiano per gli Studi storici, 1963, pp. 452–462 e passim.
Bibliografia
- Leo Deutsch, Der Lockspitzel Asew und die terroristische Taktik, Frankfurt am Main, Maier & Co., 1909
- Žan Longe, Georgij Zil'ber, Terroristy i Ochranka, Moskva, Prometej, 1924
- Boris I. Nikolaevskij, Aseff the spy. Russian terrorist and police stool, Garden City, N. Y, Doubleday, 1934
- G. Pevsner, La doppia vita di Evno Azev (1869-1918), Milano, Mondadori, 1936
Collegamenti esterni
- (DE) L. Deutsch, Der Lockspitzel Asew und die terroristische Taktik, 1909
- (RU) Ž. Longe, G. Zil'ber, Terroristy i Ochranka, 1924
- V. Majakovskij, La nuvola in calzoni
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