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Tortrice dei piselli

Cydia nigricana
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
SuperfamigliaTortricoidea
FamigliaTortricidae
SottofamigliaOlethreutinae
TribùGrapholitini
GenereCydia
SpecieC. nigricana
Nomenclatura binomiale
Cydia nigricana
(Fabricius, 1794)
Sinonimi

Pyralis nigricana
Fabricius, 1794
Tortrix rusticella
Clerck, 1759

La tortrice dei piselli (Cydia nigricana (Fabricius, 1794))[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Tortricidae, diffuso in Eurasia e introdotto in Nordamerica.[2][3][4]

Etimologia

L'epiteto specifico si forma dall'aggettivo latino nĭgra (nera, scura) e da cāna (bianca, argentea).[5]

Descrizione

Adulto

L'ala anteriore, che mostra un colore di fondo brunastro oppure tendente all'olivaceo, presenta una forma allungata, con lunghezza pari a circa il doppio della larghezza. Il margine costale rivela una serie di striature gialline trasversali che iniziano dal terzo centrale e proseguono fin quasi all'apice, con lunghezza via via crescente; nel margine costale sono appena visibili anche lievissime iridescenze plumbee. L'ocello è di regola poco evidente e spesso costituito da tre-cinque brevi striature nere.[2][6]

L'ala posteriore ha una colorazione affine a quella dell'anteriore, ma con una tonalità via via più chiara nella regione basale. È presente una frangia color crema per tutta la lunghezza del margine esterno, in netto risalto rispetto alla colorazione del resto dell'ala. Nel maschio si osserva una tasca dorsale lungo il margine interno, fin quasi al tornus. È pure presente una linea scura nella zona basale.[2][6][7]

Le antenne sono filiformi, nerastre e lunghe circa la metà del margine costale.[6] Presentano sei tipi differenti di sensilli, con differenti strutture e funzioni, distribuiti in maniera differente nei due sessi.[8] I palpi labiali sono bianco-grigiastri.[6]

Il torace ha una colorazione bruno-nerastra, particolarmente scura nella zona delle tegulae.[6]

L'addome è lievemente più chiaro rispetto al torace, soprattutto lungo i fianchi.[6]

Nell'apparato genitale maschile, il tegumen è alquanto smussato apicalmente. Il margine ventrale della valva mostra una leggera scanalatura e un piccolo rilievo glabro a monte del cucullus; quest'ultimo appare ampio e dotato di setole sulla superficie ventrale.[6]

Nel genitale femminile, il settimo sternite presenta scanalature più o meno parallele. Il ductus bursae rivela un breve tratto sclerificato. Lo sterigma appare alquanto stretto e allungato, con un processo a sezione triangolare sito posteriormente.[6]

L'apertura alare è compresa tra 12 e 16 mm.[6]

Uovo

Le uova sono semitrasparenti all'attodella deposizione, per poi diventare subito bianco-giallastre. Hanno forma lenticolare, con dimensioni 0,7 x 0,5 mm. Dopo uno o due giorni diventano più scure e si nota la presenza di due bande vitelline di colore rosso, che scompariranno poco prima della schiusa, verso il seso giorno, quando il profilo della larva è osservabile in trasparenza attraverso il chorion.[2][6]

Larva

A completa maturazione la larva raggiunge i 13-15 mm. La colorazione è bianco-giallastra, con capo marroncino; le mandibole e gli ocelli sono nerastri; il protorace ed i tergiti anali grigio-nerastri e irregolarmente pigmentati; l'addome appare bianco-giallastro, talvolta con riflessi verdognoli. Le zampe sono biancastre.[2][6]

Pupa

La crisalide è lunga circa 8 mm e mostra una doppia fila di spine sulla superficie dorsale di ogni urite, tranne sugli ultimi tre, in cui le spine sono singole.[2][6]

Biologia

Ciclo vitale

Le uova sono deposte singolarmente o a gruppi di due o tre, di regola sulle foglie, sulle stipole oppure sui sepali o ancora sul baccello in formazione.[2][6]

Dopo la schiusa, i piccoli bruchi iniziano ad attaccare immediatamente i baccelli in formazione, per un periodo che giunge fino a poco più di tre settimane dalla fioritura. Nelle fasi iniziali, queste larve assumono un comportamento molto aggressivo, sfruttando l'una i passaggi scavati dall'altra, ed aggredendosi a vicenda; Tuttavia, una volta penetrate, ciascuna tollera le altre. A seguito di questo comportamento, di regola è possibile osservare solo una larva per ogni baccello, che provoca il danneggiamento di due o tre semi. A maturazione completa, dopo 20-30 giorni, la larva, che rappresenta la fase svernante, riemerge dal baccello e si sposta sul terreno, ritirandosi poi in uno spesso bozzolo di 1 cm, costituito da fibre sericee e detrito (hibernaculum), posizionato a 1-8 cm di profondità; all'interno di questa struttura ha inizio la diapausa. Si è osservato che prima di procedere all'impupamento, il bruco esce dal proprio riparo e riemerge in superficie. Solo pochissime larve possono invece affrontare una diapausa più prolungata, di due anni, che viene definita superpausa. Nel caso in cui la pianta nutrice appartenga al genere Lens (lenticchia), il bozzolo può essere formato all'interno del baccello.[2][6]

Gli adulti sono fortemente attratti dalla fioritura dei piselli, anche da oltre 2 km di distanza. Una temperatura di 17-18° C può essere considerata il limite termico per l'accoppiamento[2][6]

Periodo di volo

La specie è univoltina. Nella parte più meridionale dell'areale, gli adulti sfarfallano tra maggio e giugno, mentre a latitudini più elevate si possono osservare tra giugno e agosto, o comunque in concomitanza con la fioritura delle piante di pisello.[2][7][9][10][11]

Alimentazione

I bruchi si accrescono su un ristretto numero di piante ospiti appartenenti essenzialmente alla famiglia Fabaceae, con la sola eccezione di Pinus strobiformis:[2][12]

Parassitoidismo

Tra gli Hymenoptera sono stati segnalati i seguenti parassitoidi, appartenenti a due superfamiglie:[2][6][13]



http://www2.nrm.se/en/svenska_fjarilar/c/cydia_nigricana.html

http://www.rhs.org.uk/advice/profile?pid=660

Incidenza

Le larve danneggiano di preferenza il pisello, ma provocano anche ingenti danni alla lenticchia, nella misura di 4-5 quintali per ettaro.[2][14] Si è osservato che le più colpite sono le cultivar tardive, rispetto a quelle precoci, poiché, soprattutto alle latitudini più settentrionali, vi è una sovrapposizione tra il picco nel periodo di volo e la fioritura.[2][9][10][11][15]

Lotta

La lotta si esegue con metodi di lotta integrata e guidata. Il monitoraggio del numero di adulti viene effettuato per mezzo di trappole che utilizzano il feromone sessuale (E, E-8, 10-dodecenilacetato), e qualora si raggiunga la soglia di intervento, è possibile effettuare trattamenti chimici direttamente sulle uova, ad esempio tramite dimetoato. Discreti risultati si ottengono anche con la distruzione dei residui di coltivazione.[2]

Distribuzione e habitat

Inizialmente diffusa in Eurasia, questa specie è in seguito giunta anche in America Settentrionale.[2][6][16]

Mongolia, Cina, Corea e Giappone. Canada e Stati Uniti d'America

Tassonomia

Note

  1. ^ (LA) Fabricius, J. C., Entomologia systematica emendata et aucta : Secundun classes, ordines, genera, species, adjectis synonimis, locis, observationibus, descriptionibus, vol. 3, Hafniae, Impensis Christ. Gottl. Proft., 1794, p. 276, DOI:10.5962/bhl.title.36532, ISBN 978-1173555153, OCLC 22444770.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Tremblay, E., Entomologia applicata, volume II - Parte II, 3ª ed., Napoli, Liguori, 1999 [1993], pp. 185-186, fig. 146, ISBN 88-207-1405-1, OCLC 885487862.
  3. ^ (EN) Savela, M., Cydia nigricana, su Funet. URL consultato il 27 maggio 2015.
  4. ^ (EN) Taxon details: Cydia nigricana, in Fauna Europaea version 2.6.2, Fauna Europaea Web Service, 2013. URL consultato il 27 maggio 2015.
  5. ^ L. Castiglioni & S. Mariotti, IL vocabolario della lingua latina, Torino, Loescher, 1983, pp. 2493 pp..
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q (EN) L. Meijerman & S. A. Ulenberg, Cydia nigricana, su Eurasian Tortricidae. URL consultato il 27 maggio 2015.
  7. ^ a b Bradley, J.D., Tremewan, W.G. & Smith, A., 1979. British Tortricoid moths, Tortricidae: Olethreutinae. The Ray Society, London.
  8. ^ <Wall, 1978
  9. ^ a b Bovey, P., 1966. Super-famille des Tortroicoidea. In: Entomologie appliquée a l'agriculture Tome II Vol. 1: 456-1030
  10. ^ a b Geest, L.P.S. van der, C.H. Wearing and J.S. Dugdale, 1991. Tortricids in miscellaneous crops. In: World Crop Pests 5, Tortricid Pests. Their Biology, Natural enemies and control. Eds. L.P.S. van der Geest and H.H. Evenhuis. pp. 563-577
  11. ^ a b Bardner, R., 1978. The economic importance of pea moth in the United Kingdom. ADAS Quarterly Review 31: 159-172
  12. ^ (EN) NHM - Natural History Museum, London, Cydia nigricana, su HOSTS - a Database of the World's Lepidopteran Hostplants, Londra. URL consultato il 27 maggio 2015.
  13. ^ (EN) Cydia nigricana, su Home of Ichneumonoidea. URL consultato il 27 maggio 2015.
  14. ^ (FR) Dardy, H. M. e Wimmer, F., Lentille: lutte contre la Cècidomye des fleurs et la tordeuse du pois, in Phytoma, vol. 347, 1983, pp. 29-31.
  15. ^ Koptur, S., 1998. Effect of seed damage on germination in the common vetch (Vicia sativa L.). American Midland Naturalist 140(2): 393-396
  16. ^ Resh & Cardé, 2009 - Encyclopedia of Insects, p. 577

Bibliografia

  • (EN) Capinera, J. L. (Ed.), Encyclopedia of Entomology, 4 voll., 2nd Ed., Dordrecht, Springer Science+Business Media B.V., 2008, pp. lxiii + 4346, ISBN 978-1-4020-6242-1, LCCN 2008930112, OCLC 837039413.
  • (EN) Hering, E. M., Biology of the Leaf Miners, s'-Gravenhage, W. Junk, 1951, pp. iv + 420, ISBN 978-9401571982, LCCN 52001318, OCLC 1651676.
  • (EN) Kükenthal, W. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, a cura di Kristensen, N. P., collana Handbuch der Zoologie, Fischer, M. (Scientific Editor), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x + 491, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917.
  • (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  • (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
  • Tremblay, E., Entomologia applicata, volume II, parte II, 3ª ed., Napoli, Liguori, 1993 [1986], pp. 437, ISBN 88-207-1405-1.

Voci correlate

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