Demade
Demade del demo di Peania (in greco antico: Δημάδης?, Demàdes; 380 a.C. – Pella, 318 a.C.) è stato un oratore e politico ateniese.
Biografia
Demade era una persona di umili origini e si diceva che avesse lavorato una volta come semplice marinaio,[1] ma riuscì ad ottenere i primi impieghi nel governo di Atene grazie alla sua eloquenza e alla sua abilità. Egli apparteneva al partito filomacedone ed era un acerrimo nemico di Demostene, con il quale si scontrò già all'epoca della guerra contro Olinto nel 349 a.C. e con cui intrattenne relazioni ostili fino alla morte: quando, su consiglio di Antipatro e Cratero, Demostene e i suoi sostenitori dovettero lasciare Atene, Demade convinse il popolo ad emanare una sentenza di morte contro di loro.[2]
Avversario accanito di Demostene, propose il decreto che lo condannava a morte. In seguito, dopo aver tradito Antipatro in favore di Perdicca, fu condannato a morte da Cassandro, figlio di Antipatro.
Di lui ci resta solo un discorso, la cui autenticità non è dimostrata, reperibile nel tomo quarto degli Oratores greci di Johann Jakob Reiske.
Note
- ^ Quintiliano, II, 17, 12.
- ^ Plutarco, Vite parallele: Demostene, 28.
Bibliografia
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith (a cura di), Demades, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.
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