Le note del guanciale

 

Sei Shōnagon

Le Note del guanciale (枕草子 Makura no Sōshi) è un'opera di Sei Shōnagon, scrittrice e poetessa giapponese, dama di compagnia dell'imperatrice Teishi dal 993 al 1001.

Databile intorno all'anno 1000, il libro è ritenuto con Genji Monogatari uno dei classici della letteratura del periodo Heian.

Genere e valore storico

Dal punto di vista del genere, l'opera si presta a diverse classificazioni, perchè estremamente composita nello stile e nei contenuti: descrizioni della vita di corte si alternano ad aneddoti, ricordi di persone, luoghi ed eventi, a rappresentazioni di animali e piante, a elenchi di "cose" (es. Cose che stancano, Cose odiose, Cose spiacevoli, Cose imbarazzanti).

Per il suo contenuto variegato il libro è stato ritenuto il precursore del genere chiamato zuihitsu ( 随筆)[1], costituito da miscellanee di pensieri, note sparse, citazioni, prosa libera, un metodo di scrittura che verrà ripreso, nel periodo Kamakura, dallo Hōjōki (1212) di Kamo no Chōmei e dallo Tsurezuregusa (1331) di Yoshida Kenkō.

Alcuni studiosi hanno sottolineato il valore storico di quest'opera. Il traduttore e orientalista britannico Arthur Waley ha definito Le Note del guanciale "il documento più importante del periodo che possediamo"[2], ritenendolo per la sua mole e varietà di contenuto una fonte estremamente ricca di informazioni sul contesto sociale e sulla vita culturale e artistica dell'epoca Heian.

Il periodo in cui si colloca il libro corrisponde a una fase di lotte politiche interne al clan Fujiwara che dominò per secoli la corte imperiale grazie al ruolo di reggenti(摂関 Sekkan?) esercitato dai membri maschi della famiglia. Nel 995 la morte del padre dell'imperatrice Teishi Fujiwara no Michitaka, che aveva tenuto le redini del governo come reggente dal 990 al 993 e come Cancelliere dal 993-995, e la conseguente ascesa al potere del fratello Fujiwara no Michinaga, indebolì notevolmente la posizione dell'imperatrice, che fino a quel momento aveva goduto dei massimi privilegi a corte. Quando Sei inizia a scrivere il suo libro, l'influenza di Teishi e della sua cerchia sono in progressivo declino[3], ma ne Le note del guanciale non compare traccia del conflitto in atto. Grande spazio viene assegnato alla descrizione delle glorie di corte e del mecenatismo dell'imperatrice e il tono del libro risulta nel complesso piuttosto allegro e scanzonato, in contrasto con quello lamentoso prevalente in altre opere del periodo Heian.[4] [5]

Nel considerare diversi aspetti, fra cui quello della fedeltà storica - il libro presenterebbe alcune lacune ed omissioni, specie se confrontato con altre opere dello stesso periodo (Eiga monogatari, Okagami) nel quale viene descritta l'ascesa di Mikinaga al potere [6] - alcuni studiosi hanno proposto una più ampia strategia di lettura. Il fine de Le note del Guanciale starebbe nella costruzione deliberatamente perseguita dall'autrice, di un’immagine idilliaca ed armoniosa del microcosmo di corte dell'imperatrice Teishi, sua protettrice[7][5]. La lealtà e l'ammirazione nei confronti di quest'ultima renderebbero l'opera "un racconto di finzione del passato", una ri-presentazione storica[8], un ritratto immutabile degli splendori della corte. A sostegno di questa interpretazione, dal punto di vista stilistico e narrativo vengono indicati l'uso funzionale del tempo presente e dell'aggettivo okashi, volto a rafforzare il tono scanzonato e di festa, e la descrizione selettiva degli eventi narrati.

Sei Shanagon avrebbe eliminato e dimenticato di menzionare le calamità che si stavano abbattendo sul paese: incendi (come quello del palazzo di Michitaka, padre dell’imperatrice Sadako nel terzo mese del 993), epidemie ( come quella di vaiolo che contagiò l’imperatore nell’ottavo mese del 993), lotte fratricide ( ad esempio gli scontri fra i seguaci di Michinaga, fratello del defunto Michitaka, e quelli del giovane Takei, fratello dell’Imperatrice dell'ottavo mese del 995), l'incendio del palazzo che ospitava l'Imperatrice (sesto mese del 996), il terremoto che toccò la capitale (quinto mese del 997), il tifone (ottavo mese del 998) e altri eventi appartenenti all'ottavo mese dell'anno mille, un anno cupo per il paese, in cui non sembra essere particolarmente coinvolta.

Le diverse versioni

Il dibattito scientifico nell'ultimo secolo si è concentrato soprattutto sulla questione dell'organizzazione del testo. Il testo originale di Le Note del guanciale è scomparso prima della fine del periodo Heian[9], e nei secoli successivi sono state numerose le versioni circolate e le modifiche apportate da parte di singoli copisti, influenzati dalle diverse tendenze letterarie del tempo.

Il classicista Ikeda Kikan (1896-1956) ha proposto per primo una classificazione delle diverse tradizioni testuali esistenti, individuando 4 principali versioni[10], raggruppate in due categorie differenziate sulla base delle loro caratteristiche formali (famiglie Nōinbon 能因本 e Sankanbon 三巻本 ?). Esse si differenziano principalmente per l'ordine assegnato ai diversi frammenti di cui è composto il testo: struttura mista e casuale nel caso delle versione Nōinbon, in cui anche le sezioni databili non sono state disposte in ordine cronologico; riarrangiamento delle sezioni, organizzate in raggruppamenti (Liste, Diari, Brevi saggi) nella versione Sankanbon.

Studiosi come Ikeda Kikan [9], Watsuji Tetsuro e Haduo Shirane ritengono che lo stile ordinato sia quello più attendibile (Sankanbon?), per altri invece la struttura originaria del testo sarebbe quella "casuale"[11]. Sebbene non sia ancora stato stabilito in termini definitivi un testo standard, nelle istituzioni accademiche in Giappone viene usato maggiormente il Sankanbon come testo base per la ricerca[8].

I lettori di lingua inglese hanno conosciuto Makura no soshi attraverso due traduzioni: quella di Arthur Waley (1928)[12], che si è avvalso di un testo Nōinbon e ha tradotto solo un quarto dell'opera[13], e quella - 40 anni dopo - di Ivan Morris (1967)[14], che non ha seguito un'unica linea testuale ma ha utilizzato entrambe le versioni, creando in un certo senso una propria interpretazione di Makura no soshi. [15]

Nella traduzione italiana Lydia Origlia ritiene essere più fedele all'originale la trascrizione del 1228 attribuita al politico e letterato Fujiwara no Sadaie.[16]

Le sezioni in cui potrebbe suddividere il libro sono le seguenti[17]:

- Liste (monozukushi 物尽くし)

- Diario (nikki 日記)

- Brevi Saggi (zuisou shoudan 随想章段)

- Storie Riferite (kikigaki 聞き書き)

Le liste (164 capitoletti) rappresentano la parte più corposa e numerosa dei frammenti contenuti nel volume. Liste descrittive, genealogiche, descrizione di paesaggi, di animali, di categorie di persone, e inoltre quelle caratterizzate da un sostantivo e dalla particella enclitica wa[18] presente anche nel famoso incipit: "L’aurora a primavera: si rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere. D’estate, la notte: naturalmente col chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde. […]" [19]

<Haru [primavera] wa akebono [aurora]>, dove il wa indica un giudizio: < [in ] primavera [ciò che più apprezzo è] l’aurora> ; dunque cerca di apportare varie ipotesi: cose che piacciono, che danno fastidio, che sono odiose, che commuovono, e così via dove trionfa il gusto estetico, il senso dell’umorismo, lo spirito e l’acume dell’autrice.  ??????

Attualmente si fa riferimento a 2 varianti del testo: Nōinbon 能因本 e Sankanbon 三巻本

Altre differenze: , oltre che nell'ortografia, nel numero dei frammenti e nell'intensità di presenza dell'autore,

  1. Den Nōin Hōshi Shojihon;
  2. Sangenbon (prima copia: 1475);
  3. Maedabon, la più vecchia versione, il cui primo manoscritto risale alla metà del XIII secolo;
  4. Sakaibon (prima copia: 1570)

TITOLO E GENESI

ci suono diverse opinioni riguardo il titolo. Makura (枕) è un termine generico che sta ad indicare il cuscino/ guanciale usato dalla nobiltà per non rovinare l’acconciatura. Nellu’ incavo i era osto dove l’atore riponev oa le suee note che spedsso stilava durante la notte. C’è unprobabile riferiento ai versi del oeta cinese Bai Juyi: “tanti giorni sono passati, me ne restano pochi. Ormai questo vecchio segretario dorme con gli scritti come guanciale sotto al capo canuto.”

La nascita del Makura no Sōshi viene descritta dall'autrice in una delle note stesse:[20]

«Un giorno il Secondo Ministro, Korechika, presentò all’Imperatrice un pacco di fogli per annotazioni. "cosa potremmo farne? - mi chiese Sua Maestà-, L’Imperatore avrebbe intenzione di fare una copia delle Memorie di uno storico". "Dateli a me, ne farò un guanciale", dissi. "D’accordo, puoi tenerli", fu la risposta. Ero quindi entrata in possesso di molta carta, e mi accinsi subito a riempire i fogli con fatti diversi, storie del passato, e con innumerevoli altre futili annotazioni, in particolare su cose e persone che per me erano attraenti e splendide. Scrivevo anche poesie e osservazioni su alberi e piante, uccelli e insetti.»

Viene detto inoltre come Sei intendesse tenere segrete le sue note, poi in realtà sottrattele dal Governatore di Ise, Minamoto no Tsunefusa, che decise di divulgarne subito il contenuto. In realtà il Makura no Sōshi era destinato ad una circolazione semi-privata (la corte dell’Imperatrice Fujiwara no Sadako[21]), con elementi alquanto elogiativi nei confronti dei suoi patroni ( Sadako, Korechika ecc.) e della corte stessa.

Ci permette persino di avere informazioni riguardanti i monogatari in circolazione al tempo e che lei stessa leggeva, che purtroppo oggi in gran parte abbiamo perduto. Tra quelli che si possono ancora leggere elenca: il Sumiyoshi Monogatari (住吉物語) e l’Utsuho Monogatari (宇津保物語)

Si sofferma inoltre sui fatti quotidiani, tipici e frivoli delle lunghe giornate delle dame di corte, svelandocene i particolari più interessanti: come quelli riguardanti l’attesa, da parte delle cortigiane, degli amanti e i loro tentativi di non destare pettegolezzi, che potrebbero suscitare vergogna e disonore.

Essendoci state numerose rivisitazioni e trascrizioni del testo la copia più attendibile e fedele pervenutaci è quella redatta da Fujiwara no Teika nel 1228

TITOLO: Il titolo, Makura no Soshi ( 'note del cuscino'), anche se non Shonagon effettivamente utilizzato da sola, era probabilmente un termine generico per descrivere un tipo di libro informale di note che gli uomini e le donne composte quando si ritirarono nelle loro stanze in la sera e che hanno mantenuto vicino al loro posto letto, possibilmente nei cassetti della loro cuscini di legno, in modo che essi possano registrare le impressioni randagi.

molte varianti Il contenuto del libro è stato sottoposto nel corso dei secoli a diverse modificazioni, soprattutto nella sua struttura, assecondando il gusto dei singoli copisti e dei diversi orientamenti letterari. I testi Sankanbon e Nōinbon, in cui il contenuto è presentato senza un ordine preciso, è oggi la versione maggiormente accreditata. L'altra versione Maedakebon e Sakaibon si caratterizza invece per l'organizzazione del testo in precisi raggruppamenti

Curiosità

La figura di Sei Shōnagon viene criticata dalla scrittrice, sua contemporanea e rivale, Murasaki Shikibu autrice del Genji Monogatari. Prenderà il suo posto a corte dopo la caduta di Sadako e la fama di Sei declinerà. Murasaki la definisce,all'interno del suo diario (Murasaki Shikibu Nikki 紫式部日記), terribilmente presuntuosa, dicendo che le persone che si ritengono superiori agli altri finiscono inevitabilmente per cadere in disgrazia e, in più, coloro che cercano di catturare momenti della vita così leggeri e frivoli, rischiano di risultare ridicoli e superficiali.

Note

  1. ^ Morris, p. xv
  2. ^ Waley, p. 19
  3. ^ Shively, Donald e McCullough, William H., The Cambridge History of Japan. Vol. 2: Heian Japan, Cambridge UP, 1999, ISBN The Cambridge History of JapanISBN non valido (aiuto).
  4. ^ (EN) Gergana Ivanova, Women's In-jokes in Heian Japan: Makura no soshi (PDF), pp. 1-16.
  5. ^ a b (EN) Mitamura Masako, Makura no sōshi: Hyō gen no ronri, Tokyo, Yuseido Shuppan, 1995.
  6. ^ Fukumori, p. 7
  7. ^ Fukumori, p. 6
  8. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :6
  9. ^ a b (JA) Ikeda Kikan, Makura no sōshi no genkei to sono seiritsu nendai, in Kenkyū Makura no sōshi, Tokyo, Shibundō, 1963, pp. 30-31, OCLC 22981588.
  10. ^ Le quattro versioni sono le seguenti: Den Noin Hoshi Shojihon (伝能因所持本, nota anche come il Nōinbon, la cui copia più antica esistente è la cinquecentesca Yusai Jihitsubon); Antei Ninen Okugakibon (安貞二年奥書本, nota come Sangenbon, la prima copia esistente è dal 1647; Maedabon (前田家本, la più antica versione risale alla metà del XIII secolo), e Sakaibon (堺本, la prima copia è del 1570). Sulla base delle loro caratteristiche formali, le prime due vengono descritte come zassanteki (雑纂的 "varie", "miste"), le ultime due come bunruiteki (分類 "classificate", "raggruppate"). Cfr. Ivan Morris, The Pillow Book of Sei Shonagon, Vol. 1, New York, Columbia University Press, 1967, p. xvi
  11. ^ Per una sintesi del dibattito in Giappone sulla struttura testuale del Makura no Soshi e l'indicazione delle posizioni assunte e dei contributi offerti degli studiosi, cfr.  Mark Morris, “Sei Shonagon’s Poetic Catalogues”, Harvard Journal of Asiatic Studies, Vol. 40: 1, June 1980.
  12. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :5
  13. ^ Waley, p. 5
  14. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :0
  15. ^ (EN) Gergana Ivanova, Textual variations of Sei Shonagon's "Makura no soshi": Perception of the text and the narratorial voice., University of Toronto, 2006, ISBN 9780494211113.
  16. ^ Sei Shonagon, Note del guanciale, a cura di Lydia Origlia, Milano, SE, 1988, p. 259.
  17. ^ secondo gli studi di Haruo Shirane e Ikeda Kikan
  18. ^ La particella wa は (scritta con il kana ha は) è la particella che segue ed indica il tema o argomento della frase. ex. 私  先生 です  (watashi wa sensei desu) io sono un insegnante
  19. ^ (incipit: "caratteristiche piacevoli delle varie stagioni" a cura di L. Origlia)
  20. ^ nota n°317
  21. ^ nata nel 997, andò sposa all'imperatore Ichijō nel 990 dal quale ebbe tre figli. morì di parto nel 1000. fu la protettrice di Sei Shōnagon, da lei molto amata ed elogiata

Bibliografia

  • Bienati Luisa e Boscaro Adriana, La narrativa giapponese classica, Venezia, Marsilio, 2010, ISBN 978-88-317-0561-5
  • Boscaro Adriana (a cura di), Letteratura Giapponese. 1:Dalle origini alle soglie dell'età moderna, Torino, Einaudi, 2005
  • (EN) Naomi Fukumori, Sei Shonagon's Makura no Soshi: a re-visionary history, in The Journal of the Association of Teacher of Japanese, vol. 31, n. 1, 1997, pp. 1-44.
  • Ikeda Kikan, Makura no Soshi no genkei to sono seiritsu nendai, in Kenkyu Makura no soshi, Tokyo, Shibundo, 1963, OCLC 22981588
  • Ivanova Gergana, Textual variations of Sei Shanagon's Makura no Soshi: Perception of the text and the narratorial voice, University of Toronto, 2006. ISBN 9780494211113
  • (EN) Gergana Ivanova, Women's In-Jokes in Heian Japan: Makura no soshi, University of British Columbia, 2006. URL consultato il 29 luglio 2016 (archiviato dall'originale).
  • Ivanova Gergana, Women's In-Jokes in Heian Japan: Makura no soshi, pp. 1-16
  • (EN) Ivan Morris, The Pillow Book of Sei Shonagon, New York, Columbia University Press, 1967, OCLC 1175678.
  • Sei Shonagon, Note del guanciale, a cura di Lydia Origlia, Milano, SE, 1988
  • Sei Shonagon, Makura no sōshi, a cura di Ikeda Kikan, Kishigami S., Akiyama M., Tokyo, Iwanami shoten, 1970
  • Shirane Haruo (a cura di), Traditional Japanese literature : an anthology, beginnings to 1600, New York : Columbia University Press, 2007).
  • Valensin Giorgia (a cura di), Diari di dame di corte nell'antico Giappone, Torino, Einaudi, 1970, ISBN 88-7710-120-2
  • (EN) Arthur Waley, The Pillow Book of Sei Shonagon, London, Allen & Unwin, 1928, OCLC 27169684.

Collegamenti esterni