Le note del guanciale

 

Sei Shōnagon

Le Note del guanciale (枕草子 Makura no Sōshi) è un'opera di Sei Shōnagon, scrittrice e poetessa giapponese, dama di compagnia dell'imperatrice Teishi [1] dal 993 al 1001.

Databile intorno all'anno 1000, il libro è ritenuto con Genji Monogatari uno dei classici della letteratura del periodo Heian.

Titolo e diffusione

Esistono diverse opinioni riguardo il titolo. Makura (枕) è un termine generico che indica il cuscino usato dalla nobiltà per non rovinare l’acconciatura. Nel suo incavo potevano essere inseriti dei fogli per riportare eventuali annotazioni.

La nascita del Makura no Sōshi viene descritta dall'autrice nel prologo del libro[2], nel quale molti studiosi individuano una probabile fonte del titolo [3]:

«Un giorno il Secondo Ministro, Korechika, presentò all’Imperatrice un pacco di fogli per annotazioni. "cosa potremmo farne? - mi chiese Sua Maestà-, L’Imperatore avrebbe intenzione di fare una copia delle Memorie di uno storico". "Dateli a me, ne farò un guanciale", dissi. "D’accordo, puoi tenerli", fu la risposta. Ero quindi entrata in possesso di molta carta, e mi accinsi subito a riempire i fogli con fatti diversi, storie del passato, e con innumerevoli altre futili annotazioni, in particolare su cose e persone che per me erano attraenti e splendide. Scrivevo anche poesie e osservazioni su alberi e piante, uccelli e insetti.» NON VA BENE, cita la traduzione di Origlia, p. 256

Secondo Sei, le note - scritte solo per se stessa, "per trovare conforto nell'annotare i miei sentimenti" - sarebbero state divulgate contro la sua volontà.[4] Quanto questa dichiarazione possa far parte di un artificio e vezzo letterario, lo dimostrerebbe uno dei passaggi del libro, nel quale il fratello minore dell'imperatrice, Takaie, lodandola per quanto sta scrivendo, le fa scrivere: "Forse queste cose dovrebbero essere incluse fra le cose imbarazzanti, ma dal momento che <mi> è stato detto di non lasciare scappare una singola cosa, che cosa potevo fare?". Anche se non commissionato direttamente dall'entourage di corte[3], i suoi scritti rispondono certamente ai desideri di uno specifico pubblico.

E' probabile che il lavoro cominciasse a circolare all'interno della corte imperiale già dal 995 e 996. [5]

Attraverso le letture citate da Sei, possiamo ricavare informazioni sui monogatari in circolazione al tempo, che purtroppo oggi in gran parte abbiamo perduto. Tra quelli che si possono ancora leggere elenca: il Sumiyoshi Monogatari (住吉物語) e l’Utsuho Monogatari (宇津保物語)

Genere e valore storico

Dal punto di vista del genere, l'opera si presta a diverse classificazioni, perchè estremamente composita nello stile e nei contenuti: descrizioni della vita di corte si alternano ad aneddoti, ricordi di persone, luoghi ed eventi, a rappresentazioni di animali e piante, a elenchi di "cose" (es. Cose che stancano, Cose odiose, Cose spiacevoli, Cose imbarazzanti). Ciò che unifica il testo è la soggettività dell'autrice, una personalità originale e giocosa che generazioni di lettori hanno trovato curiosa e attraente.

Per il suo contenuto variegato il libro è stato ritenuto il precursore del genere chiamato zuihitsu ( 随筆)[6], costituito da miscellanee di pensieri, note sparse, citazioni, prosa libera, un metodo di scrittura che verrà ripreso, nel periodo Kamakura, dallo Hōjōki (1212) di Kamo no Chōmei e dallo Tsurezuregusa (1331) di Yoshida Kenkō.

Alcuni studiosi hanno sottolineato il valore storico di quest'opera. Il traduttore e orientalista britannico Arthur Waley ha definito Le Note del guanciale "il documento più importante del periodo che possediamo"[7], ritenendolo per la sua mole e varietà di contenuto una fonte estremamente ricca di informazioni sul contesto sociale e sulla vita culturale e artistica dell'epoca Heian.

Il periodo in cui si colloca il libro corrisponde a una fase di lotte politiche interne al clan Fujiwara che dominò per secoli la corte imperiale grazie al ruolo di reggenti (摂関 Sekkan?) ricoperto dai membri maschi della famiglia. Nel 995 la morte del padre dell'imperatrice Teishi Fujiwara no Michitaka, che aveva tenuto le redini del governo come reggente dal 990 al 993 e come Cancelliere dal 993-995, e la conseguente ascesa al potere del fratello Fujiwara no Michinaga, indebolì notevolmente la posizione dell'imperatrice, che fino a quel momento aveva goduto dei massimi privilegi a corte.[8]

Quando Sei inizia a scrivere il suo libro, l'influenza di Teishi e della sua cerchia è in progressivo declino, ma ne Le note del guanciale non compare traccia del conflitto in atto. Grande spazio viene assegnato alla descrizione delle glorie di corte e al mecenatismo dell'imperatrice, e il tono del libro risulta nel complesso allegro e scanzonato, in contrasto con quello lamentoso prevalente in altre opere del periodo Heian.[9] [10] [11]

Alcuni studiosi ritengono che Sei abbia voluto deliberatamente allontanare l'attenzione dalle lotte politiche in corso, nell'obbiettivo di offrire, attraverso i suoi scritti, un’immagine idilliaca ed armoniosa del microcosmo di corte dell'imperatrice Teishi, sua protettrice[12][10]. La lealtà e l'ammirazione nei confronti di quest'ultima renderebbero l'opera "un racconto di finzione del passato", una ri-presentazione storica [13], un ritratto immutabile degli splendori della corte. La descrizione selettiva degli eventi narrati confermerebbe questo intento: se confrontato con altre opere dello stesso periodo (Eiga monogatari, Ōkagami) nel quale vengono descritte l'ascesa di Michinaga al potere e la difficile situazione politica di Teishi [14], il libro presenterebbe numerose lacune ed omissioni. A scomparire non sarebbero solo le lotte fratricide: più in generale, ne Le Note del guanciale non ci sarebbe traccia delle calamità che si stavano abbattendo sul paese: incendi, come quello del palazzo di Michitaka, padre dell’imperatrice Sadako nel terzo mese del 993 e quello successivo che interessò il palazzo che ospitava l'Imperatrice, nel sesto mese del 996; epidemie, come quella di vaiolo che contagiò l’imperatore nell’ottavo mese del 993; il terremoto che toccò la capitale nel quinto mese del 997; il tifone abbattutosi nell'ottavo mese del 998, e altri eventi appartenenti all'ottavo mese dell'anno mille, un anno cupo per il paese.

Le diverse versioni

Il dibattito scientifico nell'ultimo secolo si è concentrato soprattutto sulla questione dell'organizzazione del testo. Il testo originale di Le Note del guanciale è scomparso prima della fine del periodo Heian[15], e nei secoli successivi sono state numerose le versioni circolate e le modifiche apportate da parte di singoli copisti, influenzati dalle diverse tendenze letterarie del tempo[16].

Il classicista Ikeda Kikan (1896-1956) ha proposto per primo una classificazione delle diverse tradizioni testuali esistenti, individuando 4 principali versioni[17], riunite in due raggruppamenti distinti sulla base dell'ordine assegnato ai diversi frammenti di cui è composto il testo: struttura mista e casuale nel caso delle versione Nōinbon 能因本 e Sankanbon 三巻本, in cui anche le sezioni databili non si presentano disposte in ordine cronologico; riarrangiamento delle sezioni, organizzate in raggruppamenti (Liste, Diari, Brevi saggi[18]) nelle versioni Maedabon e Sakaibon.

Studiosi come Ikeda Kikan [15], Watsuji Tetsuro e Haduo Shirane ritengono che la disposizione "ordinata" del contenuto dell'opera sia quella più attendibile in termini di autenticità, per altri invece la struttura originaria del testo sarebbe quella "casuale"[19]. Sebbene non sia ancora stato stabilito in termini definitivi un testo standard, nelle istituzioni accademiche in Giappone viene usato maggiormente il Sankanbon come testo base per la ricerca. [20]

I lettori di lingua inglese hanno conosciuto Makura no soshi attraverso due traduzioni: quella di Arthur Waley (1928), che si è avvalso di un testo Nōinbon e ha tradotto solo un quarto dell'opera[21], e quella - 40 anni dopo - di Ivan Morris (1967), che non ha seguito un'unica linea testuale ma ha utilizzato entrambe le versioni, creando in un certo senso una propria interpretazione di Makura no soshi. [22]

Nella traduzione italiana Lydia Origlia ritiene essere più fedele all'originale la trascrizione del 1228 attribuita al politico e letterato Fujiwara no Sadaie.[23]

Le liste (164 capitoletti) rappresentano la parte più corposa e numerosa dei frammenti contenuti nel volume. Liste descrittive, genealogiche, descrizione di paesaggi, di animali, di categorie di persone, ma anche liste caratterizzate da un sostantivo e dalla particella enclitica wa[24] presente ad esempio nel famoso incipit: "L’aurora a primavera: si rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere. D’estate, la notte: naturalmente col chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde. […]" [25]

Curiosità

La figura di Sei Shōnagon viene criticata dalla scrittrice, sua contemporanea e rivale, Murasaki Shikibu autrice del Genji Monogatari. Prenderà il suo posto a corte dopo la caduta di Sadako e la fama di Sei declinerà. Murasaki nel suo Diario (Murasaki Shikibu Nikki 紫式部日記) la definisce terribilmente presuntuosa; a suo parere, le persone che si ritengono superiori agli altri finiscono inevitabilmente per cadere in disgrazia, e coloro che cercano di catturare momenti della vita così leggeri e frivoli, rischiano di risultare ridicoli e superficiali. (MANCA FONTE)

Note

  1. ^ Nata nel 977, andò sposa all'imperatore Ichijō nel 990 dal quale ebbe tre figli. Morì di parto nel 1001. Fu la protettrice di Sei Shōnagon, da lei molto amata ed elogiata
  2. ^ Origlia, p. 256
  3. ^ a b Fukumori, p. 13-14
  4. ^ Grazie ai dettagli presenti in altre versioni del testo, il responsabile di questa diffusione sarebbe stato individuato nel Governatore di Ise, Minamoto no Tsunefusa. Cfr. Gergana Ivanova, Textual variations, p. 16, n. 8
  5. ^ Fukumori, p. 12
  6. ^ Morris, p. xv
  7. ^ Waley, p. 19
  8. ^ Shively, Donald e McCullough, William H., The Cambridge History of Japan. Vol. 2: Heian Japan, Cambridge UP, 1999, OCLC 875074978.
  9. ^ (EN) Gergana Ivanova, Women's In-jokes in Heian Japan: Makura no soshi (PDF), pp. 1-16.
  10. ^ a b (EN) Mitamura Masako, Makura no sōshi: Hyō gen no ronri, Tokyo, Yuseido Shuppan, 1995.
  11. ^ Dal punto di vista stilistico e narrativo, l'intento di rappresentare in modo divertente e spensierato la vita di corte, verrebbe evidenziato dall'uso funzionale del tempo presente che "congelerebbe" lo svolgersi degli eventi, e dalla frequente presenza dell'aggettivo okashi che contribuirebbe a creare un'estetica visione di armonia e raffinatezza. Cfr. Fukumori, p. 14-19
  12. ^ Fukumori, p. 6-7
  13. ^ Fukumori, p. 5
  14. ^ Fukumori, p. 7-10
  15. ^ a b (JA) Ikeda Kikan, Makura no sōshi no genkei to sono seiritsu nendai, in Kenkyū Makura no sōshi, Tokyo, Shibundō, 1963, pp. 30-31, OCLC 22981588.
  16. ^ Si ritiene che Makura no soshi sia una delle opere di letteratura classica giapponese con il maggior numero di varianti nei manoscritti. Cfr. Jūtarō Tanaka, Makura no soshi denryu a shohon, in Sei Shōnagon Makura no sōshi kenkyū, Tokyo, Kasama Shoin, 1971, p. 296
  17. ^ Le quattro versioni sono le seguenti: Den Noin Hoshi Shojihon (伝能因所持本, nota anche come il Nōinbon, la cui copia più antica esistente è la cinquecentesca Yusai Jihitsubon); Antei Ninen Okugakibon (安貞二年奥書本, nota come Sangenbon, la prima copia esistente è dal 1647; Maedabon (前田家本, la più antica versione risale alla metà del XIII secolo), e Sakaibon (堺本, la prima copia è del 1570). Sulla base delle loro caratteristiche formali, le prime due vengono descritte come zassanteki (雑纂的 "varie", "miste"), le ultime due come bunruiteki (分類 "classificate", "raggruppate"). Cfr. Ivan Morris, The Pillow Book of Sei Shonagon, Vol. 1, New York, Columbia University Press, 1967, p. xvi
  18. ^ Haruo Shirane e Ikeda Kikan suddividono il libro nelle seguenti sezioni: Liste (monozukushi 物尽くし); Diario (nikki 日記); Brevi Saggi (zuisou shoudan 随想章段); Storie Riferite (kikigaki 聞き書き)
  19. ^ Per una sintesi del dibattito in Giappone sulla struttura testuale del Makura no Soshi e l'indicazione delle posizioni assunte e dei contributi offerti degli studiosi, cfr.  Mark Morris, “Sei Shonagon’s Poetic Catalogues”, Harvard Journal of Asiatic Studies, Vol. 40: 1, June 1980.
  20. ^ Fukumori, p. xv
  21. ^ Waley, p. 5
  22. ^ (EN) Gergana Ivanova, Textual variations of Sei Shonagon's "Makura no soshi": Perception of the text and the narratorial voice., University of Toronto, 2006, ISBN 9780494211113.
  23. ^ Origlia, p. 11
  24. ^ La particella wa は (scritta con il kana ha は) è la particella che segue ed indica il tema o argomento della frase. ex. 私  先生 です  (watashi wa sensei desu) io sono un insegnante
  25. ^ Origlia, p. 11

Bibliografia

  • Bienati Luisa e Boscaro Adriana, La narrativa giapponese classica, Venezia, Marsilio, 2010, ISBN 978-88-317-0561-5
  • Boscaro Adriana (a cura di), Letteratura Giapponese. 1:Dalle origini alle soglie dell'età moderna, Torino, Einaudi, 2005
  • (EN) Naomi Fukumori, Sei Shonagon's Makura no Soshi: a re-visionary history, in The Journal of the Association of Teacher of Japanese, vol. 31, n. 1, 1997, pp. 1-44.
  • (EN) Gergana Ivanova, Textual variations of Sei Shanagon's Makura no Soshi: Perception of the text and the narratorial voice, University of Toronto, 2006, ISBN 9780494211113.
  • (EN) Gergana Ivanova, Women's In-Jokes in Heian Japan: Makura no soshi, University of British Columbia, 2006. URL consultato il 29 luglio 2016 (archiviato dall'originale).
  • (JA) Ikeda Kikan, Makura no Soshi no genkei to sono seiritsu nendai, in Kenkyu Makura no soshi, Tokyo, Shibundo, 1963, OCLC 22981588.
  • (EN) Ivan Morris, The Pillow Book of Sei Shonagon, New York, Columbia University Press, 1967, OCLC 1175678.
  • Lydia Origlia (a cura di), Note del guanciale, Milano, SEI, 1988.
  • (JA) Shirane Haruo (a cura di), Traditional Japanese literature : an anthology, beginnings to 1600, New York, Columbia University Press, 2007.
  • Valensin Giorgia (a cura di), Diari di dame di corte nell'antico Giappone, Torino, Einaudi, 1970, ISBN 88-7710-120-2
  • (EN) Arthur Waley, The Pillow Book of Sei Shonagon, London, Allen & Unwin, 1928, OCLC 27169684.

Collegamenti esterni

Sei Shonagon, Makura no soshi, https://archive.org/details/makuranososhishu00seisuoft