Utente:SeiShonagon/Sandbox
Ainu アイヌ イタク Aynuitak | |
---|---|
Parlato in | Giappone e Russia |
Regioni | Hokkaidō, Sachalin, le isole Curili, la penisola della Kamčatka e il Tōhoku nell'Honshū |
Parlanti | |
Totale | 300 circa |
Altre informazioni | |
Scrittura | Katakana |
Tipo | SOV |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingua isolata (controversa) Ainu |
Codici di classificazione | |
ISO 639-2 | mis
|
La lingua ainu (nome nativo アイヌ イタク, aynu itak; in giapponese: アイヌ語, ainu-go) è parlata dal gruppo etnico mongoloide degli Ainu nell'isola di Hokkaidō, nel nord del Giappone. In passato era parlata anche nelle Isole Curili, nella parte nord di Honshu, e nella metà meridionale di Sachalin.
Sebbene sia tipologicamente simile per alcuni aspetti al giapponese, la lingua ainu è ritenuta una lingua isolata, considerata da una minoranza affine ad alcune lingue altaiche[1]. La maggior parte degli studiosi sostiene che faccia parte della superfamiglia linguistica paleosiberiana. Tra gli specialisti ha ottenuto consenso la proposta che la lingua ainu abbia una relazione con il giapponese.[2]
Storia della discriminazione linguistica
A livello nazionale, le interazioni tra le comunità Ainu e i giapponesi fanno da sfondo all'attuale status critico della lingua Ainu. Le prime testimonianze scritte dell' VIII secolo indicano l'esistenza di conflitti fra i giapponesi e i popoli autoctoni del nord; dal XIII secolo alcuni testi documentano avvenuti scambi culturali con i popoli dell'isola del nord, chiamata dai giapponesi Ezogashima)[3], e nel XV secolo vi è testimonianza dei primi centri di commercio tra Ainu e giapponesi[4].
Il periodo Edo (1603-1868) fu caratterizzato dalla diarchia di potere - imperiale e dello shogunato retto dal clan Tokugawa - e dalla chiusura delle frontiere verso l'esterno (sakoku). Il dominio più settentrionale del Giappone era il Matsumae Han, situato nell'isola di Ezo (dal 1868 Hokkaido), incaricato della difesa del nord e delle relazioni e il commercio con gli indigeni Ainu. Lo shogunato Tokugawa sottopose la popolazione ainu a una forte discriminazione e a un intenso sfruttamento[5], che, unito a provvedimenti di confisca massiccia delle terre, e di esilio forzato della popolazione, portò a una progressiva riduzione degli autoctoni. Tra il 1832 al 1854, il numero di abitanti Ainu sulla costa occidentale dell'Ezo venne ridotto della metà e diminuì in modo significativo nelle altre aree, ad esempio della durezza della colonizzazione giapponese.[6]
La politica linguistica attuata dallo shogunato Tokugawan in questo periodo fu altalenante: fino alla fine del XVIII secolo i funzionari di Matsumae vietarono l'uso del giapponese, così come delle tradizioni culturali e del vestiario nipponico per demarcare la differenza tra le due popolazioni. Tra il 1799 e il 1821 venne invertita questa scelta e incoraggiata la giapponizzazione, in particolare in aree strategiche come Etorofu; dopo il 1821, il bakufu ritornò alla precedente politica di non assimilazione dell'ainu, per ripristinare infine nel 1855 misure atte ad imporre la lingua giapponese[7]. L'utilizzo della lingua Ainu in rituali, cerimonie e nella vita di tutti i giorni divenne sempre più limitato, cambiando così lo stile di vita della popolazione.
con l'arrivo dell'era Meiji, le maggiori preoccupazioni del governo su un'acquisizione russa di Hokkaido hanno portato al sistemizzazione e accelerazione della giapponeseizzazione. Tuttavia, il processo di separazione e Lo sfruttamento degli Ainu effettuato dai mercanti dell'era Tokugawa non minacciava gli Ainu stili di vita, ha causato un grave declino della popolazione Ainu e ha creato un divario socio-economico tra l'Ainu e Wajin, che sono tutti facilitati politiche future coloniali (Tezuka, 2006).
Durante il periodo Meiji, la trasmissione della lingua e cultura Ainu alla generazione successiva venne interrotta bruscamente, limitando l'uso della lingua a contesti ristretti come quello famigliare. Dopo il 1868, le politiche assimilazioniste del governo Meiji cambiarono profondamente la lingua Ainu. A trent'anni dallo stabilimento del Kaitakushi (Commissione per la colonizzazione dell'Hokkaido) avvenuto nel 1869, il governo Meiji proibì a tutto il popolo Ainu di abitare le proprie terre d'origine, costringendoli all'espatrio, e di far uso del proprio patrimonio culturale e linguistico. A partire da quell'anno, le spietate politiche governative Meiji annientarono la differenza etnica tra Ainu e giapponesi, in favore di quest'ultimi. Gli Ainu, quindi, non vennero più riconosciuti come gruppo etnico, venendo inoltre cancellati dai libri scolastici dell'epoca[8], ma entrarono a far parte del ceto sociale giapponese più basso.
Nel 1869 Ezo venne unilateralmente annessa al territorio giapponese e ribattezzata Hokkaidō. Gli ainu dovevano essere assimilati e usati per difendere l'impero contro l'avanzata russa. Il governo Meiji, coltivando l'immagine di Hokkaido come terra nullius, sostenne l'immigrazione in quelle terre dei giapponesi a reddito inferiore, Attraverso politiche agricole e l'istruzione, il governo Meiji mira ad assimilare l'Ainu. Il braccio ufficiale del governo Meiji della politica di colonizzazione dell'Hokkaido, la Kaitakushi [Commissione di colonizzazione] politiche ancora più sistematiche e più severe, che alterano drammaticamente la società Ainu. Hanno negato Proprietà di Ainu di iwor (aree di caccia / spazi di vita tradizionali), caccia e pesca vietate, aspetti approvati della cultura Ainu, e ha stabilito un sistema di proprietà terriera privata a 1872. Con la firma del Trattato di Sakhalin per le Isole Curili tra Russia e Giappone nel 1875, gli abitanti di Enchiu provenienti dal sud del Sakhalin furono trasferiti a Hokkaido e raggruppato insieme al popolo Ainu (Tazawa, 2010), drammaticamente dannoso la pratica culturale dell'Enchiu, che viene spesso indicata come Sakhalin Ainu dagli altri Ainu e giapponese. Nel 1882, Hokkaidō fu diviso in tre prefetture e più Ainu forzatamente trasferito in modo che le autorità avevano più controllo su di loro e potrebbe ridistribuirele terre fertili per Wajin (Kato 1980 ;. Ogawa, 1993, pag 238) .Prima di effettuare l'imposizione del kaitakushi delle politiche di assimilazione, l'educazione Ainu, Anche se notinstitutionalized cosa "aspetto inseparabile della vita quotidiana e credo religioso "(Ogawa, 1993, p.237). E 'incluso arti orali, caccia, pesca, raccolta, ballare, cantare, intaglio, ricamo, ed eseguendo le cerimonie in Kotan in cui vivevano (Abe, 2008) .Tuttavia, comunità di disintegrazione in seguito al trasferimento forzato, accoppiati con le politiche assimilatoryeducational, ha invitato la abbandono delle tradizioni Ainu e educazione tradizionale, i bambini Ainu sono stati isolati nelle scuole. Nel 1872, trentotto Ainu giovani adulti sono stati portati da Sapporo, Otaru, e Yoichi a Tokyo per essere assimilato intoJapanese cultura (Hasegawa, 2008; Kano & Hirose, 2008). Il governo usa anche 15 bambini da Kamikawa come cavie in una scuola che hanno fondato a Sapporo. Entrambe le scuole sono cadute in rovina entro un anno. Tuttavia, gli esperimenti Meiji con l'educazione di Ainu continuarono nel 1877, la prima scuola Ainu fu fondata vicino a Sapporo a Tsuishikari. Seguiranno molte altre lezioni (Abe, 2008). A questo punto, tuttavia, l'Ainu tranquillamente aveva dubbi, andschool frequenza rimasta bassa, appena raggiunto il 9% nel 1886 (Ogawa, 1991, pag. 261). Fromthe inizi degli anni 1890, TUTTAVIA, la partecipazione è aumentato dopo l'ulteriore deterioramento della Ainuways di vita causato da, tra gli altri fattori, l'attuazione di una serie di leggi thatredistributed Ainu paese ai proprietari Wajin paese ricco, e la sostituzione dei lavoratori Ainu con Wajin immigrati e detenuti sfruttare le risorse naturali.
Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale è caratterizzato da una crescita di autocoscienza tra il popolo Ainu, che iniziò a reclamare i propri diritti come popolazione indigena riconosciuta in territorio giapponese. Dagli anni '60, una piccola comunità Ainu ha iniziato a ricreare una propria identità al di fuori del contesto pubblico di una nazione omogenea, facendosi chiamare Ainu Minzoku ( アイヌ民族, popolazione Ainu).
Nel 1993, il membro della Hokkaido Ainu Association Giichi Nomura fece un discorso alla sede delle Nazioni Unite a New York in occasione dell'anno internazionale delle persone indigene su quanto il popolo Ainu sia stato vittima di emarginazione e discriminazione, concludendolo ringraziando il pubblico in lingua Ainu[9]. Nel 1997, la legge che durante il periodo Meiji mirava a disconoscere la popolazione Ainu venne sostituito da una nuova legge, rinominata "Ainu Cultural Promotion Act" (in giapponese アイヌ新法, Ainu Shinpō[3]), con la quale si intendeva stabilire un posto significativo per gli Ainu all'interno della società giapponese. Grazie a questa nuova legge, la lingua Ainu viene trattata definitivamente come caratteristica del popolo Ainu, potendo dunque dare il via a vari movimenti di rivitalizzazione linguistica tuttora in attività. Questa legge[10] è stata la prima policy ufficiale da parte del governo giapponese per quanto riguarda il multiculturalismo.
Parlanti
La lingua ainu è una lingua quasi estinta[11]. Nella città di Nibutani (parte di Biratori, Hokkaidō) dove vivono molti dei parlanti nativi rimasti, ci sono solo 100 parlanti di cui solo 15 usavano la lingua quotidianamente alla fine degli anni ottanta. In tutta Hokkaidō, ci sono circa 1000 parlanti nativi oltre i 30 anni (tranne poche eccezioni). L'uso della lingua ainu fra i nativi sta crescendo, così non è più giusto dire che solo 15 persone la usano regolarmente, dato che c'è un movimento per fermare il declino dei parlanti prima che sia troppo tardi. La maggior parte dei 150 000ainu autoproclamati in Giappone (molti altri ainu non sono consci delle loro origini o si nascondono per paura di essere discriminati) parlano solo giapponese, sebbene ci sia un numero crescente di persone che parlano l'ainu come seconda lingua, specialmente a Hokkaidō, grazie agli sforzi dell'attivista ainu ed ex membro del Parlamento giapponese Shigeru Kayano, che era anche lui un parlante nativo.
I parlanti della lingua Ainu sono raggruppati in quattro categorie[12] e ciò esprime un ottimo punto di discussione per quanto concerne la rivitalizzazione della lingua:
- Parlanti originari
- Antichi bilingui Ainu-Giapponesi
- Parlanti che rinnegano la lingua
- Studiosi della lingua Ainu come seconda lingua
La prima categoria è rappresentata da quei parlanti della lingua già scomparsi. Il tipo di lingua utilizzata da loro rappresenta la base per i libri di testo in lingua e per le analisi linguistiche.
Il gruppo di bilingui Ainu-Giapponesi è molto ristretto, con una manciata di persone appartenenti alla generazione più anziana. Queste persone hanno imparato la lingua ascoltando i propri genitori e i propri parenti, utilizzandola strettamente in ambiente famigliare. Al giorno d'oggi, usano la lingua Ainu in contesti ristretti,e il giapponese è la loro lingua principale.
Le persone del terzo gruppo non si considerano veri e propri parlanti della lingua, appartenendo ad una generazione caratterizzata dalla discriminazione del popolo Ainu, dove i sistemi di supporto della comunità sociolinguistica Ainu non erano più presenti. Essi non hanno riconosciuto la propria identità Ainu, ma probabilmente conoscono la lingua.
L'ultimo gruppo di parlanti invece è rappresentato dalla generazione più giovane di Ainu che vogliono studiare la lingua e la propria cultura. È la maggior parte di persone che frequenta lezioni in lingua Ainu o che si è iscritta a corsi universitari che si focalizzano su studi sugli Ainu. La loro prima lingua però è il giapponese.
Fonologia e scrittura
Le sillabe ainu sono CV(C) e ci sono pochi nessi consonantici.
Consonanti
La lingua Ainu presenta solamente 12 consonanti, e non prevede una distinzione tra consonanti sorde e sonore. Queste possono presentarsi a inizio sillaba, e le consonanti che possono trovarsi a fine sillaba sono prerogativa delle varianti dialettali dell'Ainu Hokkaido e dell'Ainu Sachalin.
Bilabiale | Labiovelare | Alveolare | Palatale | Velare | Glottidale | |
---|---|---|---|---|---|---|
Occlusive | p | t | k | (ʔ) | ||
Affricate | ts | |||||
Nasali | m | n | ||||
Fricative | s | h | ||||
Approssimanti | w | j | ||||
Monovibranti | ɾ |
Le tre consonanti occlusive /p/, /t/ e /k/ formano una singola serie, e quando si trovano all'inizio di una parola sono sorde.
La sequenza /ti/ è realizzata come [ʧi], /s/ diventa [ʃ] prima della /i/ e alla fine di sillaba.
La lingua Ainu ha un'unica consonante liquida, la /r/. Se posta a inizio della sillaba, essa assume lo stesso suono della consonante giapponese /r/. La pronuncia, tuttavia, cambia a seconda della persona, come la controparte giapponese. Molte persone hanno una /r/ occlusiva, simile al suono [d], mentre altre persone la pronunciano come [l]. Caratteristica peculiare della /r/ a fine sillaba, presente nella variante dell'Ainu Hokkaido, è la pronuncia ripetuta della vocale che la precede. (es. kor "avere" si pronuncerà koro). Questa tendenza è presente anche nell'Ainu moderno, influenzato ampiamente dal giapponese.
Presenta inoltre due consonanti nasali, /m/ e /n/, anch'esse simili alle loro controparti giapponesi. Prima della /k/, /n/ diventa [ŋ̩]. Prima della /p/ e della /m/, queste due consonanti vengono neutralizzate, e si trova solo il suono [m]. Inoltre, quando segue la /h/, /n/ assume un ruolo vocalico, e viene trascritta come ń.
La /h/ si differenzia leggermente da quella giapponese, in quanto è frequentemente indebolita intervocalicalmente e subisce una sonorizzazione. Ci sono alcune variazioni fra i dialetti; nel dialetto di Sachalin, le finali di sillaba /p, t, k, r/ sono pronunciate come una /h/.
/'/ invece è un'occlusiva glottidale sorda [ʔ], utilizzata per separare due vocali e favorirne la pronuncia in modo chiaro.
Vocali
Anteriore | Centrale | Posteriore | |
---|---|---|---|
Alta | i | u | |
Media | e | o | |
Bassa | a |
Dittonghi
La [ɪ] finale viene pronunciata y in latino, la [ʊ] finale viene pronunciata w, rappresentato dal simbolo ゥ piccolo in katakana. [æ] viene pronunciata ae, アエ, oppure アェ.
Esempio con la sillaba iniziale k:
[kaɪ] | [ku̜ɪ] | [koɪ] | [kaʊ] | [kiʊ] | [keʊ] | [koʊ] | [keɪ] |
---|---|---|---|---|---|---|---|
kay | kuy | koy | kaw | kiw | kew | kow | key |
カィ | クィ | コィ | カゥ | キゥ | ケゥ | コゥ | ケィ |
Alcune combinazioni di katakana hanno suoni differenti dal giapponese convenzionale.
Tipologia e grammatica
La lingua ainu utilizza una sintassi del tipo SOV in cui soggetto e oggetto sono di solito evidenziati da suffissi. I sostantivi possono riunirsi per modificarsi; la testa va alla fine. I verbi, che possono essere transitivi o intransitivi, accettano affissi derivazionali.
Verbi
Il predicato costituisce la parte più importante della lingua Ainu. Viene utilizzata la stessa forma indipendentemente dal tempo presente, passato o futuro, intuibile dal contesto della frase. Vi sono pochi verbi con una netta distinzione tra verbi singolari e verbi plurali.
Nella lingua Ainu il numero fa riferimento all'azione espressa dal verbo e dal numero degli eventi. Per esempio, il verbo tuye (tagliare, verbo singolare) esprime una persona che taglia una singola volta; il corrispondente plurale è tuypa, che indica appunto due o più persone che svolgono l'azione di tagliare, oppure una singola persona che taglia più oggetti.
Per i verbi transitivi, il numero coincide spesso con il numero dell'oggetto. Il suffisso pluralizzante -pa può attaccarsi anche a verbi che non presentano una distinzione tra singolare e plurale per esprimere l'azione di un soggetto plurale o di un'azione svolta su un oggetto plurale.
I verbi possono essere transitivi o intransitivi[13]; questi ultimi non prevedono l'uso di oggetto o complemento nella frase.
Pronomi Personali e prefissi personali
La lingua Ainu ha pronomi personali[13] di prima, seconda e terza persona. Presenta anche un pronome indefinito, ognuno con singolare e plurale. Il pronome più comune è an al singolare e oka/okay al plurale. Possono essere anche interpretati come verbi intransitivi, con il significato di "essere" o "esistere".
I pronomi personali sono usati come un nome. Possono essere utilizzati sia come soggetto, sia come oggetto che come complemento. Ciononostante, a differenza dei nomi comuni, possono non essere il nucleo di una frase sostantivata non modificata da modificatori.
Pronomi Personali del dialetto Saru, Hokkaido meridionale
Persona | Numero | Pronome Personale | Affisso Nominativo | Affisso Accusativo |
---|---|---|---|---|
1 | Singolare | káni | ku- | en- |
1 | Plurale | cóka | ci-, -as' | un- |
2 | Singolare | eani | e- | e- |
2 | Plurale | ecioká | eci- | eci- |
3 | Singolare | sinuma | ||
3 | Plurale | oka | ||
Indefinito | Singolare | asinuma | a-, -an | i- |
Indefinito | Plurale | aoká | a-, -an | i- |
Pronomi Personali del dialetto Tokachi, Hokkaido orientale
Persona | Numero | Pronome Personale | Affisso Nominativo | Affisso Accusativo |
---|---|---|---|---|
1 | Singolare | kuani | ku- | en- |
1 | Plurale | ciutary, ciokay | 'ci-, as- | un- |
2 | Singolare | eani | e- | e- |
2 | Plurale | eciutári, eciokáy | eci- | eci- |
3 | Singolare | anihi | ||
3 | Plurale | okay | ||
Indefinito | Singolare | a-, (-an) | (i-) | |
Indefinito | Plurale | anokáy, anutári | a-, -an | i- |
Pronomi personali del dialetto Ishikari, Hokkaido centrale
Persona | Numero | Pronome Personale | Affisso Nominativo | Affisso Accusativo |
---|---|---|---|---|
1 | Singolare | kuani | ku- | en- |
1 | Plurale | ciokay | ci-, -as | un- |
2 | Singolare | eani | e- | e- |
2 | Plurale | esokáy | es- | es- |
3 | Singolare | anihi | ||
3 | Plurale | okay | ||
Indefinito | Singolare | an-, (-an) | (i-) | |
Indefinito | Plurale | anokáy | an-, -an) | i- |
Pronomi personali del dialetto Sachalin
Persona | Numero | Pronome Personale | Affisso Nominativo | Affisso Accusativo |
---|---|---|---|---|
1 | Singolare | kuani | ku- | en- |
1 | Plurale | anoka, anokayahcin | an-, -an | i- |
2 | Singolare | eani | e- | e- |
2 | Plurale | ecioka, eciokayahcin | eci- | eci- |
3 | Singolare | |||
3 | Plurale | (-hci) | (-hci) |
Lessico
La lingua Ainu ha pochi vocaboli che indicano concetti astratti o prodotti della civilizzazione moderna, ma è piena di termini che fanno riferimento alle attività quotidiane del popolo Ainu, come le piante, gli animali, la caccia e la pesca[14][15]. Esistono poche parole formate da un'unica radice; anche le parole più semplici possono essere divise in parti più piccole una volta tracciata la loro etimologia. Le radici originali sono circa un centinaio. La maggior parte delle parole è basata sulla derivazione, sul raddoppiamento e sulla combinazione con altre parole. Di conseguenza, il numero di vocaboli utilizzati da un qualsiasi parlante ammonta a numerose migliaia.
Numeri
Caratteristico è anche il modo in cui la lingua Ainu esprime i numeri.
Numeri | Trascrizione |
---|---|
1 | sinep |
2 | tup |
3 | rep |
4 | inep |
5 | asik |
6 | iwan |
7 | arwan |
8 | tupes |
9 | sinepes |
10 | wanpe |
11 | sinep ikasma wanpe |
12 | tup ikasma wanpe |
20 | hot |
40 | tuhot |
60 | rehot |
La /p/ finale, presente dai numeri da 1 a 4, significa "cosa", e le lettere che la precedono sono forme aggettivali che stanno a significare "di uno", "di due", "di tre" e "di quattro".
L'origine per il numero cinque è probabilmente derivata dalla parola Ainu aske, che significa mano, ed è usato solamente nei composti.
Le parole dal sei al nove sono composti in modo tale da dimostrare quanto sono distanti dal numero dieci. In poche parole, il numero sei sarà il risultato di "meno quattro più dieci" e così via.
Dal numero undici in poi vale un ragionamento simile a quello precedentemente spiegato, ma si andranno ad enunciare i numeri in base a quante cifre superano il numero dieci. Per esempio, undici si dirà sinep ikasma wanpe, che equivale a "più uno, dieci" e così via.
Il numero venti è una parola differente, di origine sconosciuta, e anche i multipli come quaranta o sessanta vengono espressi in un sistema vigesimale anzichè decimale.
Poichè la popolazione non aveva motivazioni per contare fino ad un numero così grande. Ciononostante, nel dialetto di Sachalin, esisteva un termine che indicava le centinaia. Il dialetto di Sachalin, inoltre, adottava il sistema numerico decimale anzichè quello vigesimale.
Scrittura
Ufficialmente la lingua Ainu si scrive attraverso una versione modificata del sillabario giapponese katakana[13].
Il blocco Unicode Katakana Phonetic Extensions (31F0-31FF) include caratteri katakana in gran parte utilizzati nella lingua ainu.[16][17] I katakana per le consonanti finali, che non appaiono in giapponese, sono spesso utilizzati in ainu. Viene anche utilizzato l'alfabeto latino. La rivista "Ainu Times" pubblica i propri numeri con entrambi gli stili di scrittura.
Il reverendo John Batchelor[18] [19]fu un missionario che visse tra gli Ainu, li studiò e pubblicò numerosi lavori sulla cultura del popolo.
Dal momento che la lingua Ainu non possedeva un vero e proprio sistema di scrittura, Batchelor fu il primo a concepirne uno. Tra le sue opere più importanti sono da considerare An Ainu-English-Japanese Dictionary, del quale furono fatte ben quattro edizioni, e una grammatica della lingua Ainu, scritta nel 1903. Nonostante questi sforzi per donare alla lingua Ainu una propria identità fornendo uno stile di scrittura completamente nuovo, le descrizioni di Batchelor erano tutt'altro che corrette[19], e successivamente alcuni ricercatori, che avevano fatto affidamento sulle sue opere, hanno inconsapevolmente perpetuato un numero rilevante di errori[19], basati anche su storici pregiudizi della lingua.
Katakana speciale per la lingua Ainu
Questa è una lista dei katakana speciali utilizzati nella trascrizione della lingua Ainu. La maggioranza dei caratteri appartengono al set esteso di katakana, nonostante alcuni vennero usati storicamente nel giapponese. Alcuni caratteri proposti precedentemente non sono stati aggiunti all'Unicode dal momento che possono rappresentare una sequenza di due caratteri.
Carattere | Unicode | Nome | Utilizzo nell'Ainu |
---|---|---|---|
ㇰ | 31F0 | Simbolo Katakana Ku piccolo | k finale |
ㇱ | 31F1 | Simbolo Katakana Shi piccolo | s finale [ɕ] |
ㇲ | 31F2 | Simbolo Katakana Su piccolo | s finale, utilizzata per enfatizzare la pronuncia [s] piuttosto che [ɕ]. [s] e [ʃ] sono allofoni nella lingua Ainu. |
ㇳ | 31F3 | Simbolo Katakana To piccolo | t finale |
ㇴ | 31F4 | Simbolo Katakana Nu piccolo | n finale |
ㇵ | 31F5 | Simbolo Katakana Ha piccolo | h finale, [x] dopo la vocale a. (es. アㇵ ah) solo nella variante Sachalin. |
ㇶ | 31F6 | Simbolo Katakana Hi piccolo | h finale, [ç] dopo la vocale i. (es. イㇶ ih) solo nella variante Sachalin. |
ㇷ | 31F7 | Simbolo Katakana Fu piccolo | h finale, [x] dopo la vocale u. (es. ウㇷ uh) solo nella variante Sachalin. |
ㇸ | 31F8 | Simbolo Katakana He piccolo | h finale, [x] dopo la vocale e. (es. エㇸ eh) solo nella variante Sachalin. |
ㇹ | 31F9 | Simbolo Katakana Ho piccolo | h finale, [x] dopo la vocale o. (es. オㇹ oh) solo nella variante Sachalin. |
ㇺ | 31FA | Simbolo Katakana Mu piccolo | m finale |
ㇻ | 31FB | Simbolo Katakana Ra piccolo | r finale, [ɾ] dopo la vocale a. (es. アㇻ ar) |
ㇼ | 31FC | Simbolo Katakana Ri piccolo | r finale, [ɾ] dopo la vocale i. (es. イㇼ ir) |
ㇽ | 31FD | Simbolo Katakana Ru piccolo | r finale, [ɾ] dopo la vocale u. (es. ウㇽ ur) |
ㇾ | 31FE | Simbolo Katakana Re piccolo | r finale, [ɾ] dopo la vocale e. (es. エㇾ er) |
ㇿ | 31FF | Simbolo Katakana Ro piccolo | r finale, [ɾ] dopo la vocale o. (es. オㇿ or) |
Simboli rappresentati usando caratteri combinati | |||
ㇷ゚ | 31F7 + 309A | Simbolo Katakana Pu piccolo | p finale. |
セ゚ | 30BB + 309A | Simbolo Katakana Se con handakuten | ce [tse] |
ツ゚ | 30C4 + 309A | Simbolo Katakana Tu con (°) | tu. ツ゚ e ト゚ sono intercambiabili. |
ト゚ | 30C8 + 309A | Simbolo Katakana To con handakuten |
ウィ | クィ | スィ | ティ | トゥ | フィ | |
---|---|---|---|---|---|---|
Lingua Ainu | [u̜ɪ] | [ku̜ɪ] | [su̜ɪ] | [teɪ] | [toʊ] | [ɸu̜ɪ] |
Giapponese | [wi] | [kʷi] | [si] | [ti] | [tu͍] | [ɸi] |
Vocali lunghe
Nel dialetto di Sachalin vi sono delle vocali lunghe: vengono marcate sia tramite l'accento circonflesso che il macron nell'alfabeto latino, mentre dal segno della vocale lunga nel katakana.
Esempio con la k a inizio parola:
[kaː] | [kiː] | [kuː] | [keː] | [koː] |
---|---|---|---|---|
kâ | kî | kû | kê | kô |
kā | kī | kū | kē | kō |
カー | キー | クー | ケー | コー |
Studi sulla lingua Ainu
A parte numerosi nomi propri Ainu presenti in rapporti del secolo VIII e alcuni termini che comparvero più tardi, i primi glossari Ainu apparirono solamente nel secolo XVII, scritti per lo più da giapponesi e da stranieri. Dizionari più ampi comparvero nel secolo successivo. La prima registrazione vocale venne svolta da Bronislaw Pilsudski, un polacco, agli inizi del secolo XX.
La prima grammatica Ainu, invece, venne scritta dal missionario inglese John Batchelor, che pubblicò anche An Ainu-English-Japanese Grammar[19], la cui prima edizione venne pubblicata nel 1889: la sua edizione del 1938 viene tutt'ora utilizzata nonostante l'innumerevole quantità di errori presenti.
Studi più affidabili sono stati compiuti da Kyosuke Kindaichi[20] nel 1931, grazie al suo A study of Yukar: The Ainu Epics. Un suo studente, Mashiho Chiri, ampliò ulteriormente la grammatica sviluppata dal maestro e la estese anche al dialetto Sachalin. Chiri si focalizzò principalmente sulle parole e sulle loro origini, e compilò insieme a Kindaichi Classified Dictionary of the Ainu, suddiviso in tre volumi (uomini, piante e animali). Quest'opera divenne la base di ogni tipologia di ricerca sulla lingua Ainu.
In tempi più recenti un numero sempre più crescente di persone ha contribuito agli studi sulla lingua Ainu, motivati dal rischio imminente di estinzione. Tra loro sono presenti alcuni studenti alla Hokkaido University che stanno conducendo studi e ricerche sui dialetti e sul folklore ainu; alcuni di loro sono attivisti del movimento di rivitalizzazione. La pubblicazione di libri con descrizioni grammaticali[20], materiali video e testimonianze aumentò incredibilmente negli anni '80 e '90.
Tradizione orale
Gli Ainu hanno una ricca tradizione orale di saghe epiche chiamate Yukar[21], che contengono un gran numero di arcaicismi grammaticali e lessicali. Lo yukar veniva memorizzato e raccontato nei raduni e nelle cerimonie, che spesso duravano ore o addirittura giorni. Gli Ainu hanno anche un'ulteriore forma narrativa denominata "Uekeper", usata nello stesso contesto. I poemi epici sacri venivano recitati come se fossero parole dettate da un dio in persona. Gli dei parlano in prima persona plurale. Alla fine di ogni verso vi è un ritornello, denominato sakehe, la cui origine è sconosciuta. La tematica comune degli yukar è la natura, ma esistono anche poemi epici sulla cultura degli Ainu, denominati oyna. Questi racconti parlano sia delle origini della terra e del popolo, sia delle gesta di semidei, denominati per l'appunto oyna kamuy. In contrasto agli yukar, che hanno protagonisti principalmente maschili, esistono opere con protagoniste femminili, denominate menoko yukar, cantate da donne. In entrambe le tipologie di poema epico, il protagonista viene identificato con il pronome indefinito, per indicare una sua citazione. In questo caso, tuttavia, non è previsto l'uso del ritornello.
Contatti linguistici
Dal momento che il popolo Ainu ha goduto di grande familiarità con la lingua giapponese, è naturale affermare che le due lingue si siano influenzate a vicenda. Molte parole Ainu sono state prese in prestito dal giapponese, come per esempio puta/buta (maiale), tampaku/tabako (sigarette) e umma/uma (cavallo), rese note al popolo Ainu quando furono introdotte loro come merce di scambio. La parola menoko (donne Ainu) venne presa in prestito dal dialetto giapponese del Tohoku, e venne successivamente reimportata nella lingua giapponese. L'influenza dal giapponese non si limita solamente ai nomi, ma copre anche alcune funzioni grammaticali fondamentali per la struttura della frase, come per esempio i verbi e gli avverbi.
Esistono pochi casi in cui la lingua Ainu ha influenzato la lingua giapponese, e la maggior parte di essi si collegano al commercio. Esempi di tale influenza sono rakko/rakko (lontra marina), tonakai/tunakai (renna) e shishamo/susam[20] (una tipologia di pesce). Anche le parole Emishi (parola arcaica usata per il popolo Ainu) e Ezo (che significa "persone differenti del nord", termine con il quale gli Ainu venivano conosciuti in Hokkaido prima del 1868) che appaiono spesso nella storia giapponese, derivano dall'Ainu. Il termine Ainu in questione è enciw (che significa "umano"), ed è usato anche nella variante dialettale Ainu Sachalin[20].
La lingua Ainu, in particolare il dialetto di Sachalin, ha avuto un contatto intensivo con la lingua Nivkh[22], prendendo in prestito parole anche dal russo e dalla lingua Orok, mentre il dialetto delle isole Curili contiene molti termini ispirati al russo.
Rivitalizzazione
In Hokkaido e in altre zone del Giappone come il Kanto, è sorto un movimento volto alla rivitalizzazione della lingua ainu[23]. La letteratura orale Ainu è stata documentata con l'intenzione di salvaguardarla per le generazioni future e di utilizzarla come materiale educativo per gli studiosi della lingua[24]. L'Associazione Ainu di Hokkaido ( 北海道 ウ タ リ 協会 Hokkaidō Utari Kyōkai ), fondata nel 1930, raccoglie gruppi hainu di Hokkaido e di altre zone, e ha all'attivo circa 500 membri. Dal 1987 promuove lezioni di lingua Ainu, corsi per insegnanti di lingua Ainu e rilascia materiali educativi in lingua, compresi libri di testo. Anche i linguisti Wajin insegnano Ainu e istruiscono gli studenti a diventare insegnanti di lingua all’università. Nonostante tutti questi sforzi, la lingua Ainu non viene ancora insegnata in nessuna scuola secondaria del Giappone.
Grazie all' Ainu Cultural Promotion Act del 1997[10], i dizionari Ainu vennero trasformati e divennero strumenti per aumentare la comunicazione e conservare testimonianze della lingua al fine di revitalizzarla e promuovere la cultura[25]. Al giorno d’oggi il numero di studiosi della lingua Ainu come seconda lingua è in aumento, specialmente in Hokkaido, in parte grazie agli interventi pioneristici di Shigeru Kayano, nativo, parlamentare e attivista Ainu, che aprì una scuola di lingua Ainu nel 1987[26]. La Ainu Association of Hokkaido[27] è la principale fonte di supporto della cultura Ainu in Hokkaido. In alcune zone del Giappone sono state svolte delle lezioni in lingua Ainu, e un gruppo ristretto di persone sta imparando la lingua. Sono stati anche eseguiti degli sforzi per produrre materiale facilmente reperibile in rete per quanto riguarda l’Ainu colloquiale, dal momento che la maggior parte della documentazione in lingua Ainu si focalizza sulla testimonianza di racconti popolari.
La lingua Ainu è presente anche nei media; il primo programma radiofonico Ainu era chiamato FM Pipaushi, che va in onda dal 2001 con un programma di 15 minuti in lingua Ainu sovvenzionato dalla FRPAC[28][29] e il giornale “The Ainu Times”, istituito nel 1997[26] . Inoltre, la lingua Ainu è stata vista in domini pubblici come il nome di un centro commerciale, “Rera”, che significa “vento” nell’area di Minami Chitose e il nome “Pewre” che significa “giovane” in un centro a Chitose: c’è anche una squadra di pallacanestro a Sapporo chiamata “Pera Kamuy” che significa “Dio del Vento”[23]. Anche il nome di una famosa rivista giapponese di moda, “Non-no” è un termine Ainu, che significa “fiore”.
Note
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Bibliografia
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Collegamenti esterni
- (JA) Lezioni radio di lingua Ainu - Presentate dalla Sapporo TV
- (JA) Elenco di parole Ainu, su geocities.co.jp.
- (EN) La voce di Ethnologue sull'Ainu, su ethnologue.com.
- (JA) Oki, Musicista Ainu, su tonkori.com.
- Blog musicale con recensione Kila & Oki, fusion tra Ainu e gaelico, 2007-04, su quellochesentiamo.blogspot.com.