Giovan Francesco Caroto
Giovan Francesco Caroto (Verona, 1480 circa – Verona, 1555) è stato un pittore italiano.
Biografia
Infanzia e famiglia
Fratello minore di Giovanni Caroto, anch'egli pittore, si ritiene che la famiglia fosse originaria da Caravaggio ed era giunta a Verona già da diversi anni; con un’istanza inoltrata il 3 febbraio 1499 dallo zio del pittore, don Stefano di fu Berin Baschi da Caravaggio, cappellano di Santa Maria in Organo, si richiedeva al Consiglio di ottenere la cittadinanza veronese poiché già da molti anni viveva qui. Il padre, Pietro Baschi, abbandonò il cognome originario a favore di Caroto probabilmente per via della spezieria che possedeva in piazza delle Erbe e la cui insegna recava “Caro” o “Charo”.[1]
Non è facile risalire esattamente alla sua data di nascita, per via di imprecisioni negli estimi e nei documenti anagrafici. In un documento del 1508 viene chiamato "pittore egregio di fu Ser Pietro da Caravaggio che abita a Verona con la famiglia da ventisei anni e più...".[2] L’anno di nascita generalmente accettato, il 1480, è dunque frutto della media tra quelle che si sono ricavate dalle anagrafi in nostro possesso: 1478, 1479, 1482.[3]
Da quanto ci racconta Giorgio Vasari ne Le Vite, lasciati gli studi delle arti liberali, fu allievo in patria di Liberale da Verona[N 1] insieme ad Antonio da Vendri e Niccolò Giolfino. Presso Liberale ebbe la possibilità di apprendere il vibrante e intenso uso del colore e la luminosità sfumata, elementi stilistici che permarranno nei suoi lavori, nonostante tenderà a discostarsi dalla scuola veronese per lasciarsi contaminare dalle varie correnti artistiche con cui verrà n contatto nei suoi diversi viaggi per l’Italia del nord.[4]
Primi anni tra Verona e Mantova
La prima opera attribuibile con certezza alla produzione di Giovan Francesco è Madonna cucitrice (firmata e datata "J Franciscus Charotus MCCCCCI"), conservata oggi alla Galleria Estense di Modena e datata 1501. L’opera trae, in particolare per la figura della vergine, una chiara ispirazione da Andrea Mantegna che, pare, abbia frequentato anch’egli la bottega di Liberale durante una sua permanenza a Verona durante la realizzazione della pala per la chiesa di Santa Maria in Organo. Il Caroto dovrebbe essere rimasto particolarmente colpito dal pittore padovano tanto da seguirlo più volte a Mantova dove era attivo, pur non facendo mai parte della su bottega, preferendo lavorare in proprio.[4] Qui ebbe modo di entrare in contatto anche con Lorenzo Costa il vecchio, non rimanendo insensibile neppure davanti alla visione di opere del giovanissimo Correggio.[5] Della Madonna cucitrice esiste anche una seconda versione, costa alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, probabilmente dipinta diversi anni dopo viste le contaminazioni del Lotto e del Previtali.[6]
Nel 1502 è alle prese con la realizzazione di una tela per la chiesa di Santa Caterina presso Ognissanti a Verona, lavoro oggi andato perduto.[7] Da qui al 1508 le tracce di Giovan Caroto si perdono. Da un atto notarile sappiamo che in quell’anno era già rimasto vedovo della moglie, figlia di Baldassarre Gandoni, morta nel mettere alla luce il figlio Bernardino.[8] Molto probabilmente, a seguito della morte della moglie egli si recò a Milano (si stima intorno al 1507) al fine di apprendere lo stile dell’arte lombarda, ove si fermerà per un paio di anni per poi farvi spesso comunque ritorno nel corso della sua vita.[9]
Sempre nel 1508 sono documentati diversi suoi lavori: l'Adorazione del Bambino, oggi esposto al Museo di Castelvecchio di Verona, una Madonna, ora a Lipsia e l'affresco dell'Annunciazione per l'oratorio di San Gerolamo di Verona (oggi Museo archeologico al teatro romano); i tutti questi lavori è palese l’influenza degli stili appresi durante la sua permanenza a Milano.[10] Già da queste sue prime opere si nota quanto Caroto sia, e sempre di più lo sarà, disinteressato verso la pittura tradizionale della scuola veneta e veronese[11] preferendo ispirarsi ad altri modelli e artisti, quali il già citato Lorenzo Costa e Andrea Solari, dimostrando che la giovanile propensione verso lo stile del Mantegna fu solo l’inizio di una continua ricerca che si estenderà negli anni per quasi tutta la penisola italiana.[12]
Della prima attività del Caroto è forse possibile anche attribuirgli la pala d'altare dell'abside, L'Arcangelo Michele e i Santi Cosma e Damiano, della Chiesa di Santa Maria della Carità di Mantova, ma i pareri tra gli storici dell’arte sono assai contrastanti.[13]
Di certa attribuzione e ben più importante per la sua carriera è la già citata decorazione dell'estradosso dell'arco trionfale dell'oratorio di San Gerolamo, citato anche dal Vasari e firmata dal pittore veronese con l’iscrizione posta in bassa "A.D. M.D.V.III.I.F CAROTUS FA". Qui caroto raggiunge alti livelli stilistici, riuscendo a ricreare un’intimità spirituale tra i personaggi della scena sacra grazie ad una felice scelta di semplicità e sobrietà dell’intero impianto pittorico.[14] Probabilmente Caroto fu anche autore di altri affreschi del convento di San Gerolamo, purtroppo il pessimo stato in cui oggi si presentano rendono assai ardua qualsivoglia interpretazione e attribuzione.[15]
Intorno al 1510 Caroto dipinge la predella Morte, funerali e seppellimento della Vergine, in cui non si può far meno di notare una certa affinità con i temi del suo maestro, Liberale da Verona, e con la serie di tele Trionfi di Cesare del Mantegna.[16]
Le sue Storie dell’infanzia di Cristo, oggi conservate agli Uffizi di Firenze, dipinte su due facciate, furono probabilmente portelle dell'altare dei Magi. All’intero Caroto dipinse, su di un lato, Due pastori adoranti e San Giuseppe, mentre nell’altro una Circoncisione. All’esterno una Strage degli Innocenti e Fuga in Egitto. Di questo lavoro il Vasari ebbe a dire:
Secondo lo storico dell’arte Dal Bravo, queste tavole possono essere datate intorno al 1507, o comunque ascrivibili ai primi lavori del pittore, ritenendosi propedeutiche per i suoi successivi lavori.[18] Secondo altri storici, come la Fiorio, gli elementi decorativi presenti nella Strage di ispirazione bramantesca impongono una collocazione più tarda, probabilmente intorno al 1511, quando Caroto era già stato a Milano e dunque era venuto in contatto con gli ambienti correlati all’opera del Bramante. In pratica, Fiorio pone questo lavoro nel periodo immediatamente precedente a quando Giovan Francesco si stabilirà presso Guglielmo IX del Monferrato.[6]
Soggiorno Milano
Nel 1511 Caroto compì un viaggio a Milano, dove ebbe modo di apprezzare l'arte dei leonardeschi (in particolare di Bernardino Luini) e dei fiamminghi, da sempre molto in voga nella capitale lombarda. Nei primi anni del 1500, Milano era, infatti, considerata un importatissimo centro culturale e artistico. Qui erano attivi artisti del calibro di Vincenzo Foppa, Bergognone, Butinone e Bramantino. Attratto, probabilmente, da una scena artistica così vivace, Caroto vi si stabilì.[19] Dall'anno successivo la sua residenza risulta stabile a Casale Monferrato, dove si fermerà per almeno 5 anni circa alla corte del marchese di Guglielmo, suo buon mecenate.[20]
Poco ci è rimasto dei lavori di Caroto a Casale; sappiamo che dipinse la cappella ove era solito ad ascoltare la Messa, la chiesa e il castello di San Domenico e i ritratti delle dame di servizio della marchesa, ma di tutto ciò non ne rimane traccia in quanto entrambi gli edifici furono più volte rimaneggiati nel tempo.[21]
Le uniche due opere dipinte a Casale e che sono giunte fino a noi, sono una tela raffigurante San Sebastiano (posta nella chiesa di Santo Stefano) e una Pietà.[22] Quest'ultima, datata 1515 e oggi facente parte della collezione privata, è considerata una delle opere più significative di questo periodo del Caroto. Nonostante la critica rilevi un decadimento qualitativo del dipinto rispetto a precedenti opere, in esso si colgono tutte le novità stilistiche in cui, il Caroto, era venuto in contatto in quegli ultimi anni, con non pochi richiami alla pittura fiamminga.[23][24]
Nel 1518 Guglielmo del Monferrato muore e quindi Caroto fa ritorno nella sua città natale. Tuttavia, grazie ad alcuni documenti rinvenuti dallo storico dell'arte Alessandro Baudi di Vesme, sappiamo che nel corso successivo della sua vita farà più volte ritorno a Casale ove vantava la proprietà di alcuni terreni.[25]
Rientro a Verona
Negli ultimi anni (a partire dal 1520 circa), durante i frequenti spostamenti tra il Monferrato e Verona, Caroto ebbe modo anche di ispirarsi alle novità manieristiche di Giulio Romano e Parmigianino.
Le ultime opere, le pale d'altare Sposalizio di Santa Caterina (1540) e Sant'Orsola (1545), appaiono ormai fredde e superficiali e sanciscono la fine della produzione pittorica del Caroto.
Opere
Segue un elenco delle principali opere di Giovan Francesco Caroto:
- Madonna cucitrice, 1501, olio su tavola, 48x39 cm, Modena, Galleria Estense
- Annunciazione, 1508, affresco sull'arco trionfale, Verona, Oratorio di San Gerolamo
- Madonna in trono e santi, 1508 circa, olio su tela centinata, 246x136 cm, Trento, Duomo di Trento
- Lucrezia, 1513 circa, olio su tela, Berlino, Staatliche Museen
- Pietà, 1515, olio su tavola, 90x146 cm, Torino, Collezione Fontana
- San Sebastiano, 1523, Casale Monferrato, Chiesa di Santo Stefano
- Fanciullo con disegno, 1523, olio su tavola, 62x48 cm, Verona, Museo di Castelvecchio
- Dio Padre e le sette virtù, 1524, affresco, Verona, Palazzo Persico Portalupi
- Madonna con bambino in gloria e santi, 1528, olio su tela, 325x220 cm, Verona, Chiesa di San Fermo Maggiore
- San Giovanni in Patmos, 1528, olio su tavola, 77,8x92 cm, Praga, Narodni Galerie
- Sacra Famiglia, 1530, olio su tela, 125x90 cm, Verona, Museo di Castelvecchio
- San Michele, 1531 circa, olio su tela, 86x127,5 cm, Budapest, Museo di Belle Arti
- Resurrezione di Lazzaro, 1531, olio su tela, 140x110 cm, Verona, Palazzo Arcivescovile
- Sacra famiglia, 1531, olio su tela, 125x90, Verona, Museo di Castelvecchio
- Sofonisba beve il veleno, olio su tela, 94x66 cm, Verona, Museo di Castelvecchio
- Storie bibliche, affresco, Verona, Chiesa di Santa Maria in Organo
- San Martino e il povero, 1542, olio su tela centinata, 278x186 cm, Verona, Chiesa di Santa Anastasia
Opere attribuite
- Sangue del Redentore e i santi Maurizio e Sebastiano, (1506-1508), Redondesco, chiesa parrocchiale di San Maurizio martire.[26]
Note
Esplicative
- ^ Vasari scrive: "...dopo avere apparato i primi principii delle lettere, essendo inclinato alla pittura, levatosi dagli studii della grammatica, si pose a imparare la pittura con Liberale veronese, promettendogli ristorarlo delle sue fatiche. Così giovinetto, dunque, attese Giovanfrancesco con tanto amore e diligenza al disegno, che con esso e col colorito fu nei primi anni di grande aiuto a Liberale". Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori.
Bibliografiche
- ^ Marchiori, 1974, p. 161.
- ^ Fiorio, 1971, p. 17.
- ^ Fiorio, 1971, p. 18.
- ^ a b Marchiori, 1974, p. 162.
- ^ Fiorio, 1971, pp. 18-19, 26-27.
- ^ a b Caroto, Giovanni Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Fiorio, 1971, p. 29.
- ^ Fiorio, 1971, pp. 19-20.
- ^ Fiorio, 1971, p. 19.
- ^ Fiorio, 1971, p. 20.
- ^ Fiorio, 1971, p. 31.
- ^ Fiorio, 1971, pp. 29-30.
- ^ Fiorio, 1971, p. 31.
- ^ Fiorio, 1971, p. 32.
- ^ Fiorio, 1971, p. 33.
- ^ Fiorio, 1971, pp. 33-34.
- ^ Fiorio, 1971, p. 34.
- ^ Fiorio, 1971, p. 35.
- ^ Fiorio, 1971, p. 37.
- ^ Fiorio, 1971, pp. 38-39.
- ^ Fiorio, 1971, p. 22.
- ^ Fiorio, 1971, p. 20.
- ^ Fiorio, 1971, p. 40.
- ^ Marchiori, 1974, p. 164.
- ^ Fiorio, 1971, p. 22.
- ^ Mauro Lucco (a cura di), Mantegna a Mantova 1460-1506, catalogo della mostra, Skira Milano, 2006.
Bibliografia
- Paola Marchiori, Maestri della pittura veronese, a cura di Pierpaolo Brugnoli, Banca Mutua Popolare di Verona, 1974, ISBN non esistente.
- Maria Teresa Franco Fiorio, Giovan Francesco Caroto, editrice "Vita Veronese", 1971, ISBN non esistente.
- Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, Edizione Giuntina, 1568, ISBN non esistente.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Giovan Francesco Caroto
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovan Francesco Caroto
Collegamenti esterni
- Caroto su Artcyclopedia, su artcyclopedia.com.
- Mantegna e le arti a Verona tra 400 e 500 (presentazione della mostra), su andreamantegna2006.it.
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